Incidente

Stava andando tutto bene nel campionato. La Raimon aveva vinto la partita contro la Farm, e così la partita successiva. In quei due match Ygritte era rimasta in panchina, ossessionata dai sensi di colpa per aver infranto la promessa fatta a Claude e ai suoi vecchi amici dell'orfanotrofio.

Un giorno, mentre Ygritte tornava a casa dopo un allenamento, si ritrovò a passare per una strada buia, con gran parte dei lampioni rotti. Ygritte era molto stanca: si era fermata più del necessario e adesso le si chiudevano gli occhi.

Forse fu per questo che non sentì gli strombazzi della moto. Forse fu per questo che vide in ritardo i fari venirle addosso. Forse fu a causa di questo che, la mattina dopo, si svegliò in una stanza d'ospedale.

"CHE COSA? YGRITTE È STATA INVESTITA DA UNA MOTO?". Mark non riusciva a crederci. Celia annuì, asciugandosi gli occhi con un fazzoletto. "Sì. Stava tornando a casa da un allenamento, era tardi e non ha visto la moto che le veniva addosso". Ora come sta?" chiese Axel preoccupato. Celia tirò su col naso. "È in ospedale. Per fortuna il guidatore è riuscito in parte a sterzare e non ha subito lesioni troppo gravi. Ha un braccio ingessato e la caviglia fasciata, ma per il resto sta bene".

Tutti uscirono velocemente dalla sede del club di calcio e si diressero all'ospedale.

Arrivarono alla reception e Mark si fece avanti. "Scusate, sapete dirci dove è ricoverata Ygritte Hills?". "Stanza 502". "Grazie". "Entrate pochi alla volta, per favore".

Quando entrarono sentirono subito che Ygritte sta canticchiando: aveva le cuffie.

Mark sorrise e le picchiettò con un dito sulla spalla. "Ciao Ygritte!". "Oh, ciao ragazzi!"
Kevin si avvicinò. "Come stai?". "Bene, mi hanno detto che tra un paio di settimane potrò uscire di qui, e  tra un mese posso ricominciare gli allenamenti!".

Mark sorrise ancora di più. "In tempo per la finale!".
Axel si schiarì la gola. "Scusa Mark, potresti lasciarci un attimo?".

Mark e i ragazzi uscirono dalla stanza, lasciandolo da solo con Ygritte. Si avvicinò a lei e le diede un bacio a stampo.

"Ciao, Ygritte". "Ciao porcospino". "Smetterai mai di chiamarmi così?". "Mmhh... No".

Risero insieme, poi lui si avvicinò ancora di più e la guardò negli occhi viola. Li trovava meravigliosi. Ci sarebbe volentieri annegato.
La ragazza abbassò lo sguardo. "Axel... Aiutami ad alzarmi. Devo fare una cosa". "Cosa?". "Lo vedrai".

La aiutò a mettersi in piedi e lei si avviò verso il bagno, chiudendosi la porta alle spalle. Axel sentì il rumore di acqua corrente, e si ritrovò ancora più confuso di prima. Poi sentì la sua voce.

"A-Axel...". "Che hai?". "P-prometti che non te ne andrai". "Che... Oh...".

L'aveva fatto. Aveva mostrato ad Axel la cicatrice: era la prima persona della Raimon, oltre a Celi, che la vedeva.

Non è giusto... ma se lo merita.

"È...". "Orribile? Spaventosa?" . "Bellissima! Lo so che non si dovrebbe dire di una cosa del genere, però... Sembra...". "La costellazione del cigno". "Già...".

Le si avvicinò e la baciò di nuovo. Lei esitò, ma alla fine ricambiò. "Axel...". "Dimmi!". Ygritte sbadigliò. "Puoi andare? Sono stanca morta".

La sensazione di disagio era tornata dopo il loro bacio, ancora non lo trovava giusto.

Il ragazzo annuì, le diede un bacio a fiord di labbra e uscì dalla stanza, lasciandola sola.

Per un po' cercò di dormire, ma proprio quando fu sul punto di appisolarsi, sentì la porta aprirsi e dalle palpebre socchiuse scorse due figure entrare nella stanza.

"Oddio... No...". "Stai tranquilla, sta bene".

Spalancò gli occhi di scatto e si trovò davanti le ultime persone che si sarebbe mai aspettata.

"ISA!!!! XAV!!!!". "La mia piccola Lupa Solitaria... Mi sei mancata così tanto!".

Abbracciò sua sorella che il braccio sano le permetteva, e sentì le lacrime bagnarle le guance. Quando si separarono vide che anche Isabelle stava piangendo. Xavier invece sorrideva.

Ygritte gli sorrise di rimando. "Vieni qui, piccola meteora!".

A quel punto anche lui si avvicinò e la strinse forte.

È così bello poterli riabbracciare, poterli risentire... Mi sono mancati troppo, dannazione.

"Xav... Mi dispiace, non ho mantenuto la promessa. Sono entrata nella squadra della Raimon".

Sono passati anni e questa è la prima cosa che ti viene in mente?

"Ehi, non preoccuparti! Anche noi abbiamo infranto la promessa". "Claude? Bryce? Jordan? Dave?".

Xavier rise. "Ehi ehi, stai calma! Non ti sforzare. Eravamo piccoli, anche loro sono entrati in squadre di calcio".

A un certo punto sentì la voce dell'altoparlante dire: "L'orario di visita è finito". Isabelle la abbracciò ancora più stretta, poi le guardò il volto.

"La tua cicatrice...". "Già, ho deciso di non nasconderlo più". "Isa, dobbiamo andare". "Lo so Xe... Xavier".

La salutarono e io Ygritte li lasciò andare via. Li vide sparire ancora dalla sua vita. Non aveva nemmeno chiesto se si sarebbero rivisti.

Mi mancano già, accidenti.

Lasciò cadere la testa sul cuscino e si rigirò in mano una ciocca di capelli. Stavano diventando più chiari e lunghi...

Non mi piacciono più. Tra poco mi aspetta una visita dal parrucchiere.

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