Fratelli
"Come sono morti?". "Un incidente con un camion. Sono sopravvissuta per miracolo, ma sono rimasta in coma per tre mesi". "Ora stai bene?". "Non mi ricordavo di te, Scott. So che è questo che volevi chiedermi".
Il ragazzo si mise la testa sulle ginocchia. "Avrei dovuto cercarti. Trovarti". "Dovevo farlo anche io, Scott. Eri un bambino, come me".
Il ragazzino la guardò, indicandole la fronte. "Quella?". "La mia cicatrice. Mi è rimasta dopo l'incidente, anche se è più sbiadita adesso". Scott la sfiorò con le dita.
"Tu come fai a fidarti di me?". "Perché sei come me. Quando avevo la tua età... ero sola. Mi isolavo, non parlavo con nessuno". "Poi che è successo?". "Ho trovato degli amici. Una famiglia che mi voleva bene. Celia... è la figlia adottiva di mia zia". "Che casino...".
Ygritte si mise a ridere. "Hai ragione, un casino bello grosso". Gli scompigliò i capelli, avvicinandosi di più. Scott la abbracciò, e il nodo in gola si sciolse in un secondo.
Poi sentì qualcosa di viscido scivolarle giù per la schiena. "SCOTT!".
Il ragazzino sogghignò, mentre Ygritte si toglieva la ranocchia dalla maglietta. "Se ti prendo ti faccio nero!".
I due iniziarono a correre per la scuola, schivando ostacoli e giocatori sonnambuli. A un certo punto Scott si arrampicò sul tetto, ma Ygritte lo afferrò per una gamba, ed entrambi ruzzolarono sull'erba, sganasciandosi per le risate.
Rimasero lì per qualche minuto, poi Scott lasciò andare uno sbadiglio colossale. "Vai a letto, se non vuoi addormentarti qui". "Ci vediamo domani mattina?". "Certo. Probabilmente partiremo presto, quindi ricordati di svegliarti!". Il ragazzo sorrise e le diede il cinque.
"A domani, allora".
Ygritte lasciò che se ne andasse, poi raggiunse il campetto da calcio dove si stava allenando Mark. Ma con lui c'era qualcun altro.
"Ehi Ygritte, vieni a conoscere questo ragazzo! Si chiama Xavier Foster".
Il suo fratellino la guardò sorridendo. "Ygritte? L'attaccante formidabile di cui ho sentito parlare?".
Ho capito, finge di non conoscermi.
"Esatto. Tu giochi a calcio?". "No, purtroppo no. Ci vediamo, Ygritte e Mark".
Il ragazzo scomparve nel nulla. "Non l'ho visto solo io, vero?". "No Mark".
Ygritte andò a cercare l'allenatrice. "Lina!". "Cosa c'è?". "Tu l'hai visto. Xavier, intendo. Prima, durante la partita, ci osservava. E tu l'hai visto". "Sì, e allora?". "Perché finge di non conoscermi?". "Davvero?". "Non fare la finta tonta!". La donna ci pensò.
"Non lo so, Ygritte, davvero". "Come non sapevi nemmeno di Dave? Credevo che avessimo risolto". "Se te l'avessi detto prima cosa sarebbe successo? Te lo dico io, avresti sclerato". "Beh... certo che avrei sclerato! E che dovevo fare, sono i miei fratelli tanto quanto lo è Scott!".
La donna sospirò. "Lo so, e mi dispiace. Ma lo sai che non possiamo dire agli altri della situazione". "Situazione che nemmeno io conosco. Lina, perché Jordan e Dave si fingono alieni? Che vuol dire?". "Per ora non posso dirti niente, mi dispiace. È per sicurezza". "Fanculo la sicurezza, si tratta della mia famiglia!". "Innanzitutto datti una calmata".
Ygritte diede un pugno al muro. "Col cavolo che mi dò una calmata!". Lina incrociò le braccia. "Sei arrabbiata con me. Per via di Axel, vero?". "No... no, non più. Ho visto quello che è successo". "Sapevo che avresti capito, anche se non sapevo come avresti fatto a...". "Sono brava a... hackerare le cose".
La donna le sfiorò una spalla. "Vai a letto". "Okay. Sorellona".
Appena fu lontana tirò fuori il cellulare. "Pronto?". "Pronto Misha?". "Ygritte! Che succede? Abbiamo visto la partita". "Credo che Shawn abbia un problema". "Me ne ero accorta anche io. Non gli è mai successo di farsi parare così facilmente un tiro".
Ygritte si morse un labbro. "Temo che Aiden potrebbe...". "Speriamo di no. Tu comunque tienilo d'occhio, fai in modo che non subisca troppa pressione". "Okay Misha. Saluta Dany da parte mia".
La mattina dopo Ygritte si guardò intorno, cercando Scott in mezzo ai membri della Cloister. Ma non c'era.
Alla ragazza venne da piangere.
Forse... forse non vuole più vedermi. Ha capito che non ne vale la pena.
Shawn la abbracciò. "Stai tranquilla. Mi dispiace, tesoro". Ygritte ricambiò l'abbraccio disperatamente, poi salì sull'autobus e prese il cellulare.
Voleva chiamare il suo bro, ma con tutta la squadra intorno... si limitò a un messaggio.
Ciao bro. Senti, speravo di passare presto a trovarti. Sei a casa in queste settimane?
Dopo un quarto d'ora le arrivò una laconica risposta.
No.
Ehy! Neanche un ciao come stai? È tutto a posto bro?
A quel messaggio non le rispose, e Ygritte decise di lasciar perdere.
"Ragazzi... vorrei farvi notare una cosa...".
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