Giorno 5

Le prime luci dell’alba si intrufolano tra le tende della stanza, disturbando il sonno di una delle bambine. Il letto di Pan è quello più vicino alla finestra e il sole lo illumina per primo, probabilmente Donghun ieri sera deve aver dimenticato di chiudere bene le tende. La bambina si stropiccia gli occhi e decide di alzarsi dal letto, per andare in salotto. Si ferma velocemente in cucina per recuperare un bicchiere di latte, per riempire lo stomaco mentre aspetta che Donghun si svegli per preparare la colazione. Con sorpresa scopre che il divano in salotto è già occupato, si avvicina per vedere chi sta dormendo al freddo solo con un plaid. “Junhee oppa” sussurra per non svegliarlo. Pan tocca il naso di Junhee, accorgendosi di quanto sia freddo, in fretta posa il bicchiere sul tavolino e corre in camera a recuperare il suo piumone. La coperta è più grande del suo corpo e un po’ striscia a terra creando un percorso dalla camera al salotto, sistema il piumone sul corpo dell’uomo per evitare che prenda freddo.

Mezz'ora dopo, Donghun striscia i piedi sul pavimento in direzione della cucina, ma sente delle voci che provengono dal salotto. Entra nella stanza trovando Pan che guarda la televisione, con accanto qualcuno. “Come mai sveglia così presto?” la bambina gli sorride avvicinandosi. “Mi ha svegliata il sole e ho trovato Junhee oppa sul divano che stava dormendo” Pan mette il broncio mentre parla del sole che ha disturbato il suo sonno. Donghun prende in braccio la bambina, spegnendo la televisione per non rischiare di svegliare Junhee. “Oppa. Avete litigato con Junhee oppa, per questo ha dormito sul divano?” Pan chiede, mentre Donghun la fa sedere sul bancone della cucina e inizia a preparare la colazione. “A volte capita di litigare quando si vive insieme” cerca di spiegare senza entrare nei dettagli, anche perché quali sarebbero i dettagli? Non lo sa nemmeno Donghun, un minuto prima fanno la spesa insieme e quello dopo lui e Chan inveiscono contro Junhee. Troppe cose non dette e soppresse, persino Donghun ha paura di non riuscire a controllare ciò che sta succedendo. Chan non ha nessuna intenzione di rivolgere la parola a Junhee non sa per quanto tempo ancora, Donghun non riesce a smettere di pensare alle mani di quello sconosciuto che stringono le spalle di Junhee con troppa confidenza.
“Hyung, dove è finito Junhee?” Chan, con in braccio Lu, entra in cucina. Donghun sorride alla preoccupazione del minore nonostante non voglia parlare con l’altro. “Sta dormendo sul divano” dopo restano in silenzio, immersi in un’atmosfera tesa che nessuno sa come sciogliere.

L’atmosfera non cambia per tutto il giorno, se è possibile, peggiora quando Junhee si sveglia. Pan e Lu giocano con le costruzioni sotto la supervisione di Junhee, che è ancora ignorato da Donghun e Chan. L'uomo, preoccupato, non partecipa con lo stesso entusiasmo dei primi giorni e questo non passa inosservato alle bambine, che cercano di tirargli su il morale giocando con lui. “Pan, Lu c’è vostra madre in chiamata” Chan mette il computer di fronte alle bambine. “Mami!” urlano entrambe facendo ridere intenerito Junhee. “Junhee oppa ci ha comprato i lego, stiamo costruendo la nostra città” dice Lu inquadrando quello che erano riusciti a creare. “Ma è stupenda, siete bravissime, dopotutto siete mie figlie” Yume sorride, ringraziando mentalmente che non avessero deciso di metterci un sexy shop, dopo quello che ha potuto vedere in quei giorni, non si sarebbe stupita. “Spero di non pentirmi di ciò che sto per dire, ma grazie Junhee, prima ho ringraziato anche Donghun e Chan” Yume fa una smorfia, ma le sue parole fanno sorridere l'uomo che inizia a prenderla in giro. “Junhee oppa perché questo tipo ti ha scritto montami come un mobile dell’ikea?” il silenzio scende nel salotto, Donghun e Chan guardando sconvolti Junhee, mentre Yume prega di aver sentito male. “Avrà sbagliato a scrivere piccola” sorride agitato prendendo il suo telefono per nasconderlo in tasca. Yume sospira tornando a parlare con le figlie, mentre Junhee segue Donghun e Chan nella loro stanza.

“Perché non smetti di essere un maniaco pervertito e cresci? Chi cazzo ti scrive roba del genere nel primo pomeriggio?” dopo aver chiuso la porta della stanza, Donghun è il primo a parlare. Junhee lo guarda ferito da quelle parole, cerca di spiegare ma Chan glielo impedisce. “Non fai altro che provarci con qualsiasi cosa respiri. Non hai una cazzo di coscienza?” ogni parola è come una lama che affonda nel suo cuore. Junhee non avrebbe mai pensato che i suoi migliori amici, le persone che più ama al mondo avessero una così bassa considerazione di lui. “All’inizio mi sono dato dello stupido ad averlo pensato, ma adesso ha senso. Tra tutti pensavo che almeno voi aveste capito come sono fatto, ma mi sbagliavo. Se non sopportate la mia presenza, ditemelo, che faccio le valigie e me ne vado! Cosa c’è che non va nell’andare a letto con qualcuno qualche volta? Non ci provo con tutti, ma le persone con cui l’ho fatto mi hanno ignorato. Mi colpite, ogni cosa che faccio non va mai bene, sono stanco. Vi faccio un favore e me ne vado così sarete finalmente felici senza di me” Junhee sfoga tutta la sua frustrazione e con le lacrime che gli bagnano le guance, esce dall’appartamento, sbattendo la porta.
Donghun e Chan restano immobili, non si aspettavano una risposta del genere. Hanno perso il controllo. “Hyung cosa abbiamo sbagliato?” Chan singhiozza stringendo i pugni per la rabbia. “Siamo tre stupidi” Donghun abbraccia Chan accarezzandogli i capelli per farlo calmare. “Oppa, perché state piangendo?” Pan e Lu tirano i loro pantaloni attirando l’attenzione. “Non vi preoccupate, non è niente” Donghun si abbassa allo stesso livello delle bambine, sorridendo per rassicurarle. Chan si siede sul letto nascondendo il viso tra le mani, Lu gli si avvicina scoprendogli il viso e con le sue piccole mani cerca di asciugare le lacrime che non smettono di uscire. “Oppa non piangere, si sistemerà tutto” Chan stringe la piccola Lu, piangendo sulla sua spalla, mentre lei cerca di consolarlo.

Qualche ora dopo, tutti e quattro sono stesi sul divano, il tavolino di fronte è pieno di contenitori vuoti del cibo d'asporto, che hanno ordinato per cena. Nessuno aveva voglia di cucinare e tutti stavano aspettando il ritorno di Junhee, che tardava ad arrivare nonostante fossero le dieci di sera. Pan e Lu stavano per addormentarsi, al contrario di Donghun e Chan che scattano ad ogni rumore che non provenga dalla televisione. Sperano di vederlo entrare dalla porta e sorridere come è solito fare.
“Chan. Mettiamo le bambine a letto” Donghun prende Pan in braccio, mentre Chan prende Lu. Camminano lentamente, cercando di non svegliare le bambine. “Donghun oppa, è tornato Junhee oppa?” nel dormiveglia Pan sussurra aprendo di poco gli occhi. Donghun la sistema sotto le coperte, accarezzandole i capelli. “Tornerà, adesso dormi” lascia un bacio sulla fronte della bambina. “Ma deve leggerci il continuo della favola” si lamenta Lu che cerca di restare sveglia per aspettare Junhee. “Hai sonno, dormi. Non preoccuparti, lui tornerà” Chan deglutisce, cercando di non piangere di nuovo e convince la piccola Lu ad abbandonarsi a Morfeo.

Donghun e Chan ritornano sul divano, rifiutandosi di andare nel letto che hanno condiviso in questi giorni. Il sonno non ne vuole sapere di assalirli, restano svegli per tutta la notte a fissare i programmi televisivi che si susseguono sullo schermo senza vederli realmente.

Junhee, quella notte, non tornò a casa.

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