Il nostro futuro in tre
La serata proseguì tranquilla, gli ospiti seguirono in un lungo andirivieni fino a quando non arrivò l'orario di chiusura.
I due ragazzi si misero seduti ad uno dei tavoli, Ayato era molto nervoso, non era sicuro di riuscire a gestire di nuovo un discorso con Hideki, non avrebbe voluto rivederlo più ... O almeno era così che la pensava la sua testa, il suo cuore ancora se ne doveva fare una ragione.
Ad un tratto sentì la mano di Kuro stringere la propria, il ragazzo sorrise e gli fece l'occhiolino.
- Niente panico, andrà tutto bene. Finché ciò che fai è dettato dal cuore non potrai che trovare la felicità, questo mi diceva sempre la mia madre adottiva. Credo sia un ottimo consiglio da seguire, non pensi ? -
- Solo di una cosa sono sicuro ... Non tornerò mai ad essere un servitore, e non rinuncerò a questo lavoro insieme a te Oni-chan -
Kuro gli sorrise e strofinò i suoi capelli scompigliandoli.
In quel momento un paio di colpi alla porta in vetro fecero sobbalzare i due ragazzi, Ayato si strinse più forte al braccio di Kuro che poi si sollevò ed aprì la porta.
- Benvenuto signore, abbiamo appena chiuso, ma penso che per voi potremmo anche fare un piccolo strappo alle regole -
Hideki entrò, questa volta era solo, si tolse la giacca e si sedette davanti ad Ayato, sorridendogli.
- Ayato, ehi ... Sei stanco ? Devi aver lavorato molto in questo ultimo periodo, forse ... Con me non faticavi fino a questo punto -
Kuro si sedette affianco ad Ayato e gli mise un braccio intorno alle spalle.
- Non mi sembrano affari suoi quello che Ayato fa con la sua vita, se lavora così tanto è una scelta personale. Anche se ammetto che a volte vorrei restasse a letto un paio di orette in più -
Il ragazzo guardò sprezzante il nobile, evidentemente adirato e poi diede un bacio sulla testa ad Ayato che a stento riuscì a trattenere le risate ed il rossore che si faceva strada sulle sue guance.
- Quindi, cos'è che voleva dirgli di così importante ? -
Hideki tremava dalla rabbia, una paura crescente nasceva nel suo cuore, che quei due ragazzi ... Ayato si era innamorato di un altro e lo aveva dimenticato ?!?
- A-Ayato ... Io, ero qui per ... Ma voi due state ... state insieme ? -
Il ragazzo si mise a ridere e Kuro lo seguì a ruota mentre Hideki li guardava confuso.
- Quindi voi due non ... -
- Macché, sei pazzo ?!? La nobiltà fa proprio male Ayato, meno male che ne sei uscito prima che fosse troppo tardi -
Ayato gli tappò la bocca con la mano destra mentre l'anulare della sinistra stava sulle proprie labbra facendogli cenno di fare silenzio.
- Oni-chan, non esagerare adesso ! -
Finalmente Kuro si calmò ed i ragazzi si ricomposero
- Oni-chan ? -
- Eravamo nello stesso orfanotrofio, lì non hai una famiglia, te la fai e basta -
Hideki sorrise ad Ayato, vederlo così sereno gli scaldò il cuore.
- Kuro, puoi ... -
- Va bene, ma di qualsiasi cosa avessi bisogno, sarò in cucina -
I due si guardarono fino a che Kuro non sparì dietro la porta della cucina con le orecchie dritte, pronte a sentire qualsiasi frase o accenno interessante.
- Sembra un ragazzo simpatico -
Ayato si voltò verso Hideki che gli sorrideva con dolcezza
- Mi sei mancato amore mio -
L'uomo avvicinò la mano alla guancia di Ayato che però si spostò di lato e allora il nobile riuscì solo a sfiorarlo con il dorso della mano.
- Io, ci ho provato Ayato ... Ho provato a lasciarti libero, al sicuro da me e da quello che avresti potuto fare per soddisfarmi. Per un anno ho lavorato come un matto per cancellarti dai miei ricordi ed eliminare l'assuefazione che avevo per te. Ma continuavo a vederti, eri sempre lì davanti a me, potevo toccare la tua pelle, sentire il tuo profumo ... i nostri baci -
Il suo sguardo si era fatto così malinconico
- Hideki ... Anche tu mi sei mancato -
L'uomo alzò il viso e vide che Ayato aveva gli occhi lucidi.
Il nobile gli si mise vicino e lo baciò sulla guancia, poi lo strinse mentre le lacrime cominciavano a scendere sulle guance di entrambi.
- Mi dispiace di averti cacciato, io ... io volevo solo proteggerti. Quando hai rischiato la vita per me ho capito che avevi perso la tua identità ... Eri solo un mio servitore, non più il bambino che avevo conosciuto, il mio amore ti spaventava, vivevi nella paura che io ti cacciassi via. Quel giorno ho capito che l'unico modo per aiutarti era ridarti la libertà -
Ayato guardò Hideki negli occhi e gli accarezzò la guancia
- Hideki ... Pensi che dopo un anno non lo avessi già capito ?!? Sai, non sono mica scemo. È solo che ... -
L'uomo gli prese le mani tra le proprie
- Quindi tornerai da me ? Non ti preoccupare, sarai un membro della famiglia a tutti gli effetti e Seiji non ti toccherà più ... Vivrai come un vero nobile, come mio compagno, per sempre solo noi due -
Ayato guardò Hideki con occhi spalancati
- Hideki, io non so cosa ... -
L'uomo gli sorrise e cercò di baciarlo, ma Ayato lo fermò
- Che c'è amore mio ? Se vuoi anche Kuro potrà venire con te e ... -
- No, non puoi farlo ! -
Era Kuro, sentendo i loro discorsi aveva deciso di uscire dalla cucina e mettere fine ai vaneggiamenti di quel nobile.
- Cosa ? Che stai dicendo ? Preferiresti vivere lavorando tutta la vita in questo posto che diventare un nobile ricco e vivere nell'agiatezza ?!? -
Ayato si sollevò in piedi ed andò vicino a Kuro
- Mi dispiace Hideki, ma anche per me è lo stesso. Questo locale è troppo importante, non lo lascerò per tornare 24 ore su 24 in una grande casa tutto solo, neanche se ci fosse Kuro con me -
Hideki sembrò rattristato da quell'affermazione, si alzò in piedi e si mise davanti ad Ayato.
- Quindi, cosa faremo con ... Noi due ? -
- Ascolta, facciamo così ... -
Il ragazzo prese le mani dell'uomo tra le sue
- ... Io ti amo Hideki, ma non voglio andarmene da qui. Quindi la mia idea è che continuerò a vivere e lavorare al locale con Kuro, ma alla fine del turno tornerò alla villa e staremo insieme, solo noi due, che ne pensi Hideki ? E tu Kuro ? -
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