NEW DECISIONS

«Ehi, Miss Perfezione, la vuoi una granita?!»

Ancora una volta quella terribile sensazione di freddo lungo tutto il corpo, ancora una volta l'umiliazione davanti a tutta la scuola.

Non avevo fatto in tempo a dire bah, che mi ero ritrovata il viso ricoperto di granita ghiacciata che scendeva lungo i vestiti e anche sotto, lanciata da niente meno che Dave Karofsky.

Sì, sempre lui, che nemmeno dopo il trasferimento di Kurt aveva smesso di prendersela con noi del Glee Club. Ora mi chiamava Miss Perfezione, non chiedetemi perché, e ogni giorno era sempre la stessa storia.

Poco più in là anche Artie venne colpito dalla mia stessa sorte. Ci guardammo per qualche secondo con aria sconcertata e andammo ognuno nel suo bagno per lavarci e cambiarci.

«Un'altra granita?» mi chiese Santana, entrando in bagno insieme a Quinn e Brittany.

Io mi limitai ad annuire.

«Credevo che avere la divisa ci rendesse immuni da tutto questo» disse Quinn, riferendosi alla divisa delle cheerleader.

«Beh, forse a voi, che siete sempre state le ragazze più popolari della scuola. Ma sembra che io sia stata presa di mira da Karofsky, e nonostante il mio status, ricevo granite comunque» dissi io, scuotendo la testa un po' stanca del tutto.

Ma cosa potevo farci?

Era risaputo ormai che tra il Glee Club e il resto della scuola non correva buon sangue. Tutti gli studenti del McKinley ci ignoravano, come se non esistessimo. Per i giocatori di football invece esistevamo, eccome se esistevamo. Eravamo dei rifiuti umani che si meritavano solo di essere trattati come tali, e quindi venivamo presi in giro, inondati di granite e derisi ogni minimo secondo della nostra esistenza al McKinley.

Era vero, grazie alla divisa dei Cheerios queste cose un po' le evitavo, però era comunque difficile essere parte delle Nuove Direzioni, non lo nego.

«Quando me lo fai conoscere?» mi chiese Quinn, mentre uscivamo dal bagno per dirigerci in aula canto.

«Chi scusa?» le chiesi confusa, e guardandomi intorno per vedere se stesse indicando qualcuno.

«Ma come chi? Il tuo ragazzo!» rispose lei con aria ovvia e curiosa.

Io la guardai confusa e un po' stranita, proprio come aveva fatto lei quando le avevo chiesto di presentarmi Sam.

«Che c'è?!» mi chiese allora «Voglio solo conoscerlo per capire se è il ragazzo giusto per te» si difese poi, alzando le spalle sotto il mio sguardo accusatore e ripetendo le esatte parole che avevo detto io poche settimane prima.

Io la guardai scettica, prendendola ovviamente in giro.

«Andiamo, Roxie, lo sai che non ti ruberei mai il ragazzo» disse ancora facendomi il verso.

Io feci un sospiro e poi le diedi ragione, precisando però che Nick non era ancora il mio ragazzo.

«Non ufficialmente» dissi.

«Beh, se ti può consolare, non ti ruberei nemmeno un "non ancora ragazzo"» mi disse allora lei, facendomi ridere e anche in questo caso ripetendo quello che avevo detto io a situazione ribaltata.

In quel momento arrivò Sam, che si affiancò a noi e con cui entrammo in aula canto, seguiti da Santana e Brittany. Lì, proprio in aula canto, ci aspettava una sopresa decisamente non gradevole: sulle sedie di un angolo dell'aula c'erano seduti niente meno che i giocatori di football, compreso Karofsky.

«Cosa ci fanno loro qui?» chiese Santana, esprimendo il disgusto e lo stupore che stavamo provando tutti.

Infatti gli altri miei compagni di Glee Club che erano già in sala si erano seduti ben lontani da Karofsky e i suoi amici, e li stavano guardando con diffidenza.

«Tutti voi farete parte del Glee Club per una settimana, senza eccezioni» spiegò la coach Beiste (allenatrice di football) ai suoi ragazzi.

«Dobbiamo far capire a tutti che siamo forti e che il bullismo non risolve niente» aggiunse il professor Schuester quando iniziammo tutti a protestare.

Ma non ci fu verso di fargli cambiare idea. Il compito della settimana era preparare il numero per l'intervallo della partita di football, e noi Nuove Direzioni dovevamo aiutare i giocatori di football, perché molti di loro non avevano la minima idea di da dove iniziare.

Per loro fortuna noi eravamo delle brave persone, e nonostante le proteste, accettammo l'idea del professor Schuester senza troppe storie. E anche i giocatori di football all'inizio, anche loro dopo mille lamentele, ci presero gusto, e si esibirono con gli altri ragazzi del Glee Club con "She's Not There" dei The Zombies. Furono anche bravi, ed è da dire, qualcuno aveva davvero la danza nel sangue.

Il professor Schuester e la coach Beiste erano fieri della nostra decisione di aiutare quei ragazzi a diventare persone migliori. Perché era questo che faceva il Glee Club, rendeva persone migliori.

~~~

Il giorno dopo quella nostra così importante decisione, alcuni di noi furono sottoposti a un'altra scelta da prendere, questa volta decisamente più difficile.

La coach Sylvester, che cercava ancora in tutti i modi di sabotare le Nuove Direzioni e Will Schuester, aveva fatto spostare le Regionali dei Cheerios lo stesso giorno della partita di football durante la quale avremmo dovuto fare il numero del Glee Club. Questo significava che io, Quinn, Santana e Brittany dovevamo scegliere tra Glee Club e Cheerios, e la scelta sarebbe stata radicale, perché se avessimo scelto il Glee Club saremmo state fuori dai Cheerios, e se avessimo scelto i Cheerios saremmo state fuori dal Glee Club.

«Uuuh, è una scelta molto difficile» disse Blaine con voce ironica, quando gliene parlai quella sera alla nostra serata Bloxie.

«Beh, forse per te non lo sarà, ma per me sì» gli dissi offesa da quella sua superficialità.

Era un problema davvero grande per me, perché non volevo lasciare nessuno dei due.

«Roxie, devi fare quello che ti dice il tuo cuore» mi disse allora Blaine, sperando di chiudere lì la conversazione.

Io lo guardai con occhi di fuoco.

Davvero?

Io gli esponevo un problema importante per me e lui faceva il moralista?!

Non era il momento di usare frasi fatte come quella!

«Hai ragione, scusa» si scusò Blaine prendendomi le mani e guardandomi mortificato «Facciamo così, ora mi fai una lista dei pro e dei contro di essere in entrambi i gruppi, così sarà più facile scegliere» propose poi.

Evidentemente stava cercando un modo per farsi perdonare.

Io accettai la sua proposta, presi un bel respiro e poi iniziai.

«Partiamo con il Glee Club. Pro: sai anche tu quanto mi piace ballare e cantare e ho trovato delle persone che mi accettano per quella che sono» dissi «Contro: non siamo molto popolari, quindi è difficile ottenere quello che ci serve, e sono un po' stanca di stare dietro a Rachel cercando di farmi notare mentre lei canta tutti i suoi assoli» dissi poi, facendo una smorfia.

«Ok, Cheerios!» esclamò allora Blaine con fare da presentatore.

«Allora, pro: facciamo delle belle coreografie e la divisa mi fa sentire parte di qualcosa di serio e popolare. Contro: odio la coach Sylvester e a volte le prove sono davvero stancanti» dissi dopo averci pensato un po'.

«Beh, Shug, sembra che siamo a un pareggio!» annunciò a quel punto Blaine.

Io aggrottai le sopracciglia non capendo.

«Hai detto esattamente due pro e due contro sia per i Cheerios che per il Glee Club» mi spiegò allora Blaine, alzando le spalle non sapendo più cosa fare.

Io sbuffai scocciata.

Perché era così difficile?

«Blaine, cosa faccio?!» esclamai allora con voce implorante.

Era sempre stato lui quello con le idee brillanti tra noi due, che cosa gli era successo?

Sembrava sconcertato quanto me, ma poi improvvisamente lo vidi illuminarsi, e un sorriso nacque sul suo volto.

«So cosa fare!» esclamò con aria complice.

Io spalancai gli occhi. Conoscevo quella sua espressione, e sapevo cosa comportava.

Non aveva in mente quello che pensavo avesse in mente vero?

«Perché non cantiamo una canzone? Servono sempre in questi momenti!» propose con entusiasmo.

Ci avevo azzeccato.

Lo conoscevo troppo bene!

«No, Blaine! Non canterò con te!» gli dissi categorica «Non sono dell'umore» aggiunsi scuotendo la testa.

Ma tanto niente servì a nulla, perché il secondo dopo Blaine si era alzato dal mio letto e aveva attaccato il mio MP3 allo stereo di camera mia facendo partire "Bad Day" di Daniel Powter.

«Non c'è canzone migliore per il momento!» esclamò, prima di iniziare a cantarla con la sua bellissima voce.

Io feci un mezzo sorriso e scossi la testa, pensando che era sempre capace di tirarmi su di morale. Poi Blaine mi prese la mano e mi tirò verso di lui iniziando a ballare.

«Ora ti è più chiaro che cosa scegliere?» mi chiese appena finì la canzone, stringendomi per la vita e avvicinandomi a lui.

«Sì, grazie, Blainey» gli dissi io guardandolo negli occhi e annuendo, fiera di avere un amico come lui.

Blaine si avvicinò per lasciarmi un bacio in fronte, poi mi sorrise e tornò a sedersi sul mio letto.

«Come faresti senza il tuo Blaine?» chiese sospirando e tirandosela.

"Eh già" pensai tra me e me.

«Infatti, non avrei nessuno da prendere a cuscinate!» esclamai però, prendendo uno dei cuscini del mio letto e lanciandolo addosso al mio migliore amico.

Lui mi guardò con occhi di fuoco, poi prese un cuscino a sua volta e si preparò a ribattere.

«L'hai voluta tu» mi disse con voce minacciosa.

Da quel momento iniziò una battaglia di cuscini come quelle che facevamo quando eravamo piccoli e che erano una delle cose che mi mancavano di più di noi. Sarei andata avanti tutta la sera, ma si sa, le battaglie di cuscini sono stancati, e quindi dopo pochi minuti crollammo sul letto esausti.

«Ho vinto io» disse Blaine con il fiatone.

«Non credo proprio» gli dissi io facendo di no con l'indice «Che ne dici di vedere una bella puntata di Friends mentre mangiamo RedVines?» gli proposi poi, voltando la testa per guardarlo.

«Uuuh sì, RedVines, devo recuperare energia!» esclamò lui felice, mentre io mi alzavo per mettere il DVD con tutte le puntate di Friends che mi aveva regalato proprio Blaine qualche anno prima.

~~~

«Sono combattuta» disse Quinn il pomeriggio dopo, mentre eravamo in bagno io, lei Santana e Brittany.

Ci stavamo preparando per provare il numero che avevamo messo in piedi con i giocatori di football. Avevamo deciso di fare un mashup tra "Thriller" di Michael Jackson e "Heads Will Roll" degli Yeah Yeah Yeahs, quindi ci stavamo truccando da Zombie.

«Insomma, se andiamo alle Regionali siamo fuori dal Glee Club, e se restiamo per fare il numero dell'intervallo saremo fuori dai Cheerios» disse ancora Quinn, scuotendo la testa sconcertata.

«Io non sono combattuta» ammise Santana con noncuranza.

«Io sono Brittany» disse Brittany alzando le spalle con innocenza.

Io, Santana e Quinn ci scambiammo uno sguardo confuso, poi decidemmo di lasciar perdere.

«Anche io lo ero» ammisi allora io rivolta a Quinn «Ma ora ho le idee chiare su cosa fare» aggiunsi per rassicurarla.

Sapevo che era solo questione di tempo e avrebbe capito cosa fare, e se necessario, sarei stata disposta a fare quello che aveva fatto Blaine con me per aiutarla.

«Davvero?! Anche tu eri Brittany?! Ma quando?! Nella tua vita precedente?!» mi chiese in quel momento Brittany con gli occhi strabuzzati.

Io la guardai confusa.

Non stavo parlando con lei!

Prima che potessi dire qualsiasi cosa però, lei riprese la parola.

«Strano che ti ricordi come ti chiamavi nella tua vita precedente. Devi avere un superpotere!«» esclamò con aria sognante «»In realtà è anche strano che ti chiamassi Brittany, non sei bionda!» aggiunse, guardando i miei capelli e arricciando il naso.

Io ero sconvolta, non sapevo cosa dire, e a giudicare dalle loro espressioni, anche Santana e Quinn erano confuse tanto quanto me. Ancora una volta decidemmo di ignorarla e tornammo al fulcro della questione.

«Non ho potuto fare a meno di ascoltarvi» disse in quel momento una voce più che conosciuta da tutte e quattro, proveniente da uno dei gabinetti.

Era la coach Sylvester, che in tempo zero tirò fuori quattro fogli, e porgendoceli ci spiegò che erano stati fatti apposta per noi.

«Firmate queste lettere per dimettervi ufficialmente dal Glee Club» aggiunse, sicura che avremmo scelto i Cheerios al posto delle Nuove Direzioni.

Poi cercò anche di convincere Brittany a farsi sparare dal famoso cannone che secondo lei ci avrebbe portato la vittoria alle Regionali. Ma avrebbe anche potuto uccidere Brittany, e la coach lo sapeva, eccome se lo sapeva!

Poi quando ci vide titubanti ricordò a Quinn che l'anno prima aveva passato un brutto periodo fuori dai Cheerios, e che sarebbe successo di nuovo se avesse scelto di restare nel Glee Club.

Non so se furono proprio queste parole a convincere Santana, Quinn e Brittany, fatto sta che pochi attimi dopo erano nell'ufficio del professor Schuester e gli stavano consegnando il foglio della coach Sylvester compilato e firmato.

Nessuna di loro si era accorta che io non ero con loro.

E dov'ero?

Dall'altra parte della scuola, proprio nell'ufficio della coach Sylvester.

«Cosa ci fai qui?» mi chiese con voce sprezzante, appena mi vide entrare «E perché sei vestita così? Sembri ancora di più una ragazza di strada» aggiunse, passando lo sguardo sui miei vestiti e soffermandosi sui miei stivali, che quel giorno avevano il tacco davvero alto e molto a spillo.

«Sono venuta a restituirle la divisa» le dissi, appoggiando la mia cara divisa piegata alla perfezione sulla sua scrivania.

«E perché dovresti farlo?» mi chiese lei, togliendosi gli occhiali e guardandomi con aria interrogativa.

«Perché lascio i Cheerios» dissi tutto d'un fiato.

Era stata una decisione difficile, però grazie a Blaine avevo capito che il Glee Club era più importante per me. Aveva un posto speciale nel mio cuore, come tutti quei ragazzi che vi avevo conosciuto, e non potevo abbandonarli. Per nulla al mondo.

«Credo di non aver capito» disse la coach Sylvester aggrottando le sopracciglia.

Era evidentemente sconvolta, ma cercò di mantenere un tono freddo e distaccato.

«Io credo che invece abbia capito bene» le dissi io annuendo seria.

Vidi del terrore crescere nei suoi occhi, e un po' di fierezza nacque in me a vederla così sconvolta.

«Non credere di poter tornare sui tuoi passi!» mi minacciò mentre le davo le spalle e facevo per uscire dalla porta.

«Non penso che succederà» le dissi con calma, voltandomi a guardarla.

Lei mi lanciò uno sguardo di fuoco, e io la lasciai lì per uscire in corridoio e camminare verso l'aula canto con un sorriso fiero stampato in volto. Avevo messo in difficoltà la coach Sylvester, era il più grande traguardo della mia vita in quel momento.

«Ma dov'eri finita, Roxie?» mi chiese dopo pochi passi una voce alle mie spalle.

Era Santana, che mentre mi giravo, mi raggiunse con Quinn e Brittany.

«Ero nell'ufficio della coach Sylvester» risposi io passando lo sguardo su di loro, che, a giudicare dalla direzione da cui venivano e considerando che avevano ancora la divisa dei Cheerios, dedussi si fossero ritirate dal Glee Club.

«Hai lasciato i Cheerios?!» mi chiese Quinn aggrottando le sopracciglia.

Anche Santana sembrava sconvolta, e mi stava guardando con gli occhi strabuzzati.

«Sei impazzita?!» mi chiese infatti.

«Non essere così crudele con la ragazza nuova, non conosce ancora bene la scuola» la rimproverò Brittany «Piacere, Brittany» aggiunse poi, porgendomi la mano per presentarsi.

Io la guardai confusa.

«Brittany, sono io, Roxie» le dissi poi con aria ovvia.

«Certo, e secondo te me la bevo? So bene come è fatta Roxie» ribatté lei con voce ironica e convinzione.

A quel punto decisi di ignorarla, magari avrebbe smesso di dire stupidate.

«Ve l'ho detto che avevo le idee chiare, e nemmeno le minacce della coach Sylvester mi hanno fatto cambiare idea. Ho scelto il Glee Club, e ne sono felice» dissi allora a Santana e Quinn, vedendole ancora sorprese.

«Ti facevo più intelligente, Roxie» mi disse Santana con disgusto, e poi cominciò ad allontanarsi seguita da Brittany.

Quinn invece rimase lì, di fronte a me, e quando incontrai i suoi occhi mi accorsi che non erano solo stupiti, erano anche ammiratori. Probabilmente perché io avevo preso la decisione che lei non aveva avuto il coraggio di prendere.

~~~

Ancora una volta però, i problemi non erano finiti. Nonostante si fossero evidentemente divertiti nell'esibizione che avevano fatto per il Glee Club, e nonostante le minacce della coach Beiste di cacciarli dalla squadra, i giocatori di football avevano deciso di non partecipare al numero dell'intervallo. Quindi la coach non li aveva convocati per la partita, ed erano rimasti solo i ragazzi del Glee Club in squadra. Ma non potevano scendere in campo in 5, di cui uno sulla sedia a rotelle. Avrebbero dovuto dare forfait.

Quello stesso pomeriggio Rachel e Mercedes erano al Lima Bean e stavano esponendo il problema a Blaine e Kurt.

«Di cosa parlate?» chiesi avvicinandomi al loro tavolo e facendo un sorriso ai miei amici.

«Dell'enorme problema che ha la nostra squadra di football al momento» mi spiegò Mercedes.

«Che peccato! Proprio quando la Beiste e il professor Schuester stavano per riportare l'unità tra noi e i Titans» disse Rachel scuotendo la testa dispiaciuta.

«La buona notizia è che vi servono solo altri 4 giocatori» disse Blaine in quel momento come se nulla fosse, come se non fosse un'informazione vitale «Il regolamento scolastico prevede che si possa giocare con due in meno se necessario» aggiunse passando lo sguardo da me, a Rachel, a Mercedes, che pendevamo letteralmente dalle sue labbra.

«O mio Dio! Sei davvero un genio, Blainey!» esclamai io quasi senza parole «Mi fai quasi girare la testa da quanto sei intelligente!» aggiunsi fingendo di svenire.

Però ero seria, sapeva davvero un sacco di cose!

E poi, perché i ragazzi del Glee Club non ci avevano detto nulla?

Non era possibile che non conoscessero quella regola.

«Tieni, bevi il mio caffè» mi disse Blaine mettendomi una mano dietro la schiena per sostenermi e porgendomi il suo bicchiere.

«Quanto zucchero ci hai messo, Blaine?!» gli chiesi facendo una smorfia.

«Lo sai che mi piacciono le cose dolci» si difese lui alzando le spalle «Infatti ti chiamo Shug» aggiunse con un sorrisetto innocente.

Sì, ma quello era fin troppo dolce!

«Hai appena bevuto dal suo stesso bicchiere?» mi chiese in quel momento Mercedes con gli occhi sbarrati.

«Sì» risposi io stranita.

Cosa c'era di strano?

«Ci siamo baciati così tante volte che ormai non è più un problema mischiare le nostre salive» disse Blaine con noncuranza.

Io lo guardai con gli occhi spalancati e poi gli tirai un coppino, mentre Kurt quasi si strozzava con il suo caffè.

Non era il caso che dicesse una cosa del genere!

Dopo quella sua affermazione decisi che era il momento di andarsene e lasciarlo nell'imbarazzo da solo, anche perché a quanto pare non aveva capito cosa avesse fatto di sbagliato. E anche perché quel pomeriggio avevo un appuntamento con Nick.

«Davvero?» gli chiesi guardandolo male mentre uscivamo insieme dal Lima Bean.

Mi aveva appena detto che aveva pensato di fermarsi su una panchina nel parco per parlare un po'.

«Sto scherzando» aggiunse dopo la mia occhiataccia, lasciandomi un bacio sulla punta del naso.

Poi intrecciò le sue dita con le mie e mi condusse sempre su una panchina, ma almeno non in mezzo ad un parco dove sarebbero potuti passare miliardi di cani.

Appena ci fummo seduti si avvicinò e iniziò a baciarmi con passione. Io ovviamente ricambiai, ma poi mi chiesi a che cosa dovessi tutte quelle coccole.

«C'è bisogno di un motivo per baciarti? Sei la mia ragazza!» rispose Nick quando glielo chiesi.

Io lo guardai con un sopracciglio alzato.

«Va bene, ok» disse poi arrendendosi «Blaine mi ha raccontato della scelta che hai fatto tra Glee Club e Cheerios. Sono fiero di te» spiegò con un sorriso fiero.

Sorrisi anche io, era bello sentirsi dire una cosa del genere.

«Hai scelto i tuoi amici, e non quello che ti avrebbe resa più popolare e ti avrebbe permesso di avere mille ragazzi ai piedi» disse ancora Nick.

«Non ho bisogno di spasimanti, ho già un ragazzo» gli dissi io con fare da ruffiana, e alzando le spalle con innocenza.

Lui mi sorrise e poi riposò le sue labbra sulle mie ricominciando a baciarmi.

«E poi sai, devo ringraziare Blaine per la decisione che ho preso. È stato lui ha chiarirmi le idee» aggiunsi quando ci staccammo.

Quando dissi quella frase vidi l'espressione di Nick cambiare, diventando più cupa, e poi girò la faccia dall'altra parte facendo finta di guardare la strada.

«Qualcosa non va?» gli chiesi confusa.

Che cosa avevo detto di male?

«È solo che... sono un po' geloso» rispose lui sempre senza guardarmi «Di Blaine intendo» specificò poi.

Io sospirai.

Sapevo che sarebbe potuto succedere, anzi, sapevo che sarebbe successo.

«Sai, quando siete in giro insieme mi sembra sempre che la gente possa pensare che siate una coppia, e non so se di noi lo pensano quando siamo insieme. Avete un rapporto davvero profondo, e si vede che vi volete davvero bene. C'è chimica tra voi, è innegabile» disse ancora Nick voltandosi a guardarmi.

Vidi i suoi occhi un po' tristi.

«Lo so che può sembrare che io Blaine stiamo insieme, e so che molta gente lo pensa quando ci vede insieme, e non ho la più pallida idea di cosa possa pensare la gente quando vede me e te. Però tu ed io sappiamo che non è così, sappiamo che sei tu il mio ragazzo e che io sono la tua ragazza, non la ragazza di Blaine. È vero, voglio un mondo di bene a Blaine, ed è speciale per me, però lo sei anche tu, Nick. Davvero. E in questo momento non potrei desiderare nessuno meglio di te al mio fianco» gli dissi allora io, prendendogli il viso tra le mani e guardandolo fisso negli occhi.

Volevo che capisse quanto fosse importante per me, e che ero davvero felice che fosse il mio ragazzo.

Lo vidi abbozzare un sorriso, e anche se non del tutto convinto, si fiondò sulle mie labbra con passione.

~~~

Comunque tranquilli, alla fine trovammo una soluzione per il problema della partita. Grazie a Blaine avevamo capito che non servivano tutti i giocatori in squadra, quindi bastavano altre 4 persone e i ragazzi avrebbero potuto giocare. Così ci offrimmo volontarie noi ragazze. Non avremmo giocato, avremmo solo fatto numero.

All'inizio i ragazzi non erano d'accordo, dicevano di essere preoccupati per noi e che ci saremmo fatte male, ma era evidente che non volevano essere umiliati davanti a tutta la scuola per la nostra scarsa prestazione atletica. Poi però si arresero, perché l'idea di dare forfait era anche peggio della sconfitta.

Così la sera della partita io, Rachel, Tina, Mercedes e Lauren (che faceva parte della squadra di lotta libera della scuola e che era stata reclutata da Puck prima delle Provinciali) entrammo in campo bardate come dei veri giocatori di football, pronte allo scontro.

Alzando lo sguardo sugli spalti vidi Blaine e Kurt seduti accanto a Nick. Feci un sorriso al mio ragazzo, che ricambiò e poi mimò un «Fai attenzione» con le labbra, evidentemente preoccupato.

Ma la partita andò bene, o meglio, eravamo indietro e stavamo perdendo, ma almeno ci stavamo provando. Noi ragazze avevamo il compito di buttarci a terra e stare lì, immobili, per non romperci niente. Ad un certo punto però Tina decise che doveva fare qualcosa e si fiondò sulla palla iniziando a correre. Dopo pochi passi venne violentemente urtata da un avversario e cadde a terra frastornata. Per fortuna però si riprese in tempo per il numero dell'intervallo, altrimenti saremmo stati ancora meno, ma già stavamo perdendo la partita, non potevamo non fare nemmeno quello. Così iniziammo a truccarci e vestirci per l'esibizione. Nessuno si era accorto che Finn non era con noi. Ci rendemmo conto della sua mancanza solo pochi secondi prima che spuntasse da non so dove seguito da Quinn, Santana e Brittany. Le aveva convinte a tornare sui loro passi.

«Non guardarmi così» mi disse Quinn arricciando il naso sotto il mio sguardo di rimprovero.

Io allora le sorrisi, felice che avesse deciso di tornare nel Glee Club, e poi la aiutai a truccarsi.

Pochi minuti dopo stavo truccando anche un giocatore di football.

Eh sì, perché Finn non fu l'unico a darsi da fare quella sera. Puck era riuscito a far cambiare idea ai giocatori di football, a cui poi fu concesso di giocare il secondo tempo della partita, che vincemmo a mani basse.

Devo ammetterlo, in parte fu merito di noi ragazze, che come cheerleader a bordo campo eravamo molto meglio che come giocatori in campo.

«Finn ci ha fatto un discorso molto ispirato prima. È grazie a lui se abbiamo deciso di tornare sui nostri passi» mi spiegò Quinn poco dopo, mentre ci struccavamo e cambiavamo «Ma in realtà un po' è stato anche merito tuo» aggiunse guardandomi.

Io ricambiai lo sguardo confusa.

«Quando l'altro giorno ci hai detto che avevi scelto il Glee Club invece che i Cheerios ti ho vista come un'eroina. Ho capito subito che tu avevi fatto la cosa giusta, e che io invece non avevo avuto il coraggio di ascoltare il mio cuore come te. Vederti così fiera di quella tua scelta mi ha fatto riflettere, e stasera le parole di Finn mi hanno incoraggiata a fare la cosa giusta» mi spiegò lei annuendo.

Io le sorrisi.

«Non credere che sia stato facile prendere quella decisione» le dissi scuotendo la testa «Ma ho la fortuna di avere un amico come Blaine, che, lo devo ammettere, fa miracoli!» aggiunsi poi con aria divertita.

Anche Quinn scoppiò a ridere.

«Ma ora siete fuori dai Cheerios» le dissi poi un po' dispiaciuta.

Sapevo quanto essere una cheerleader fosse importante per lei, soprattutto dopo quello che le era successo l'anno prima.

«Ne è valsa la pena per vedere la faccia della coach Sylvester quando si è resa conto di aver perso tre delle sue migliori Cheerios» mi disse lei divertita facendomi ridere.

Intanto eravamo ormai fuori dagli spogliatoi, e ci dividemmo, lei per andare da Sam, e io da Nick.

«Stai bene?» mi chiese il mio ragazzo, cominciando ad ispezionare il mio viso con preoccupazione.

«Sì, sto bene» gli risposi io divertita «Ti è piaciuta l'esibizione?» gli chiesi poi, curiosa di sapere cosa ne pensasse.

«Bellissima» rispose lui distrattamente, senza smettere di controllare che non avessi ferite o robe varie.

«Nick, sto bene!» esclamai allora ridendo.

Lo vidi guardarmi negli occhi un po' titubante, poi mi sporsi per baciarlo e sentii i suoi muscoli rilassarsi.

«Ehi attento, Nick, stai baciando uno Zombie!» esclamò una voce poco lontana da noi «Potrebbe succhiarti il cervello» disse ancora Blaine avvicinandosi e facendo un espressione buffa.

Io e Nick scoppiammo a ridere, mentre Blaine ci raggiungeva. Mi disse che eravamo stati bravi, e che era stata bella la trovata di vestirci da Zombie.

«Comunque, non ho mai visto nessuno giocare a football come te» mi sussurrò poi nell'orecchio con voce ironica.

Io gli diedi una manata sulla spalla.

«No davvero! Dovrebbero darti il premio come MVP!» esclamò di nuovo Blaine annuendo.

A quel punto gli feci una smorfia.

«Meglio se ti allontani prima che ti succhi il cervello» gli dissi allora con gli occhi ridotti a fessura.

«Sai, non ha tutti i torti» disse Nick mentre Blaine se ne andava «Nessuno si butta a terra come fai tu» aggiunse con voce ironica.

Io lo guardai con aria di sfida.

Ma da che parte stava?

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