IT'S CHRISTMAS TIME
«È Natale!» aveva esclamato Blaine quella mattina, irrompendo in camera mia senza preavviso.
«Veramente mancano tre giorni» gli dissi io scocciata, senza nemmeno aprire gli occhi.
Era prima mattina, non era ancora ora di svegliarsi per andare a scuola, quindi non avevo intenzione di perdere dei minuti importanti di sonno per dare retta al mio migliore amico.
«🎶Joy to the world, the Lord is come🎶» iniziò a cantare Blaine come se nulla fosse.
«Non è ancora nato Gesù» gli feci notare io con voce assonnata e cattiva.
«🎶Let earth receive her King🎶» andò avanti lui imperterrito.
«È troppo presto per riceve chiunque» dissi ancora io, girandomi dall'altra parte del cuscino cercando di riaddormentarmi, anche se ero sicura che non sarebbe stato possibile.
«🎶Let every heart, prepara Him room🎶» continuò infatti Blaine avvicinandosi al mio letto.
«Blaine, taci!» esclamai esasperata.
Fu inutile, solo fiato sprecato.
«🎶And Heaven and nature sing, and Heaven and nature sing, and Heav...🎶».
Blaine si bloccò.
Gli era appena arrivata una cuscinata dritta in faccia.
Ha una bellissima voce, e la stava cantando davvero bene, ma di prima mattina "Hell to the no"!
Così ero dovuta correre alle maniere forti per farlo tacere, e aveva funzionato!
Solo che poi Blaine mi guardò con occhi di fuoco, prese il cuscino che gli avevo lanciato e lo rilanciò indietro prendendomi in pieno. Da quel momento iniziò una lotta di cuscini sfrenata, che finì in una lotta di solletico, a cui Blaine sapeva che non resistevo.
«Ragazzi, ragazzi!» sentimmo esclamare a un certo punto.
Mia madre era appena entrata in camera, e ci stava guardando con un sopracciglio alzato e le mani sui fianchi.
Sì, tipica posa da rimprovero.
«Fate piano! Sveglierete tutto il vicinato!» ci rimproverò infatti.
Io e Blaine ci lanciammo uno sguardo complice, e poi trattenemmo a stento una risata.
«Ho fatto la colazione» disse ancora mia madre invitandoci a scendere.
Così la seguimmo, e ci sedemmo a tavole dove c'erano i biscotti preferiti di Blaine.
«Comunque, mamma, non avevi il diritto di far entrare Blaine in casa. Io stavo dormendo!» mi lamentai guardando male mia madre.
«Lo so, ma era ora di alzarsi, e poi lo sai che non posso resistere ai bellissimi occhioni di Blaine» mi disse lei, passando una mano nei capelli del mio migliore amico spettinandolo.
Lui assunse un'aria terrorizzata: spalancò gli occhi e si irrigidì sulla sedia.
Nessuno poteva toccare i capelli di Blaine, soprattutto non dopo che aveva messo il gel!
«Tranquillo, erano già spettinati» lo tranquillizzai io «Abbiamo appena finito di fare una lotta di cuscini ricordi?» aggiunsi poi con aria ovvia.
Blaine si rilassò un po', ma appena finita la colazione corse in bagno a risistemarsi i capelli.
Per fortuna che a me e mia madre non manca mai una confezione di gel in casa, altrimenti sarebbe andato in panico!
«Blaine, tutto quel prodotto chimico non fa bene ai tuoi capelli!» lo rimproverai io, quando gli vidi le mani piene di gel «Finirai per perderli!» aggiunsi, scuotendo la testa schifata.
Lui fece finta di non sentirmi, e allora io decisi di andare a vestirmi per non vedere quello scempio.
Quando finalmente il mio migliore amico uscì dal bagno con i capelli in ordine, avevo bisogno di un consiglio.
«Gonna nera e stivali bianchi, o pantaloni bianchi e stivali neri?» gli chiesi, guardando pensierosa le due opzioni che avevo messo sul mio letto.
«Pantaloni bianchi e stivali neri» sentenziò lui annuendo «Metti il dolcevita verde?» mi chiese poi.
«Ovvio! Lo sai che quando mancano pochi giorni a Natale lo metto sempre» gli risposi io con un sorriso.
Sì lo so, posso sembrare un po' maniaca, però il verde è il colore della speranza, ed è perfetto per il Natale. E poi, quello è il mio dolcevita preferito: è verde pino (mio colore preferito) e non per tirarmela, ma mi sta davvero bene. Ancora adesso lo indosso spesso, e non passerà mai di moda.
«Andiamo?» chiesi a Blaine dopo aver infilato maglione e stivali, e aprendo la porta di camera mia per farlo uscire.
Lui annuì, così scendemmo le scale e raggiungemmo l'ingresso, dove presi cappotto, sciarpa e cappello, e dove mia madre diede un contenitore di biscotti a Blaine.
«Se ti viene fame durante il giorno» gli disse con un sorriso.
«Tua madre mi vizia, Shug. Se venissi qui tutti i giorni ingrasserei a vista d'occhio» mi disse Blaine incredulo.
«Perché, non vieni qui tutti i giorni?» chiesi io con finto tono sarcastico.
Blaine mi fece una smorfia, poi ringraziò mia madre e uscimmo in strada per incamminarci verso il McKinley.
«Adoro l'inverno!» esclamai dopo pochi passi guardandomi intorno.
«Io no» disse Blaine con aria disgustata «Fa troppo freddo» aggiunse scuotendo la testa.
«È per questo che mi piace! Posso indossare gli stivali senza avere caldo!» esclamai ancora io eccitata.
Blaine mi guardò stranito.
«Hai mai pensato a chi gli stivali non li può mettere?» mi chiese guardandosi i piedi «O a chi non ha i capelli lunghi che gli coprono le orecchie» aggiunse, guardandomi con un'espressione buffa e stringendosi nelle spalle per sentire meno freddo.
Io scoppiai a ridere, poi mi avvicinai e gli sistemai meglio il cappellino sulle orecchie per ripararlo dal freddo.
Proprio in quel momento cominciarono a cadere i primi fiocchi di neve, e le strade iniziarono a imbiancarsi in fretta.
Io e Blaine alzammo lo sguardo per accogliere la neve con un sorriso.
Al mio migliore amico non piacerà il freddo, ma la neve è sempre stata una delle sue cose preferite.
«È Natale!» esclamai io facendo un giro su me stessa, guardando il cielo.
«Veramente mancano tre giorni» disse Blaine prendendomi in giro.
Io lo guardai con gli occhi ridotti a fessura, poi gli feci una smorfia come aveva fatto lui poco prima.
Lui scoppiò a ridere e poi mi fece segno di avvicinarmi. Mi prese sotto braccio e ricominciò a camminare verso il suo primo Natale al McKinley, ammirando le luminarie della città e le persone che salutavano per strada augurando un buon Natale a tutti quelli che incontravano.
~~~
Non c'era periodo migliore per noi del Glee Club!
Si sa che a Natale si canta in qualsiasi momento, e noi non potevamo essere più felici!
Facendo l'albero di Natale cantammo tutta la compilation delle canzoni di Natale, e se a qualcuno veniva in mente qualcosa iniziava a cantare e gli altri lo seguivano, senza protestare e armonizzando sulla canzone come se nulla fosse.
Che bello fare l'albero di Natale!
E inoltre quell'anno c'era una grande novità per noi Nuove Direzioni.
«Ho appena parlato con il direttore dell'emittente locale del circuito PBS, ed è saltato fuori che quest'anno non ci sarà l'accensione del ceppo natalizio, perché non possono più permettersela» iniziò il professore Schuester quando l'aula canto fu completamente addobbata e noi prendemmo posto sulle sedie «Però il direttore vi ha visti alle Provinciali ed è rimasto colpito. Quindi vi vuole...» continuò, ma venne interrotto da Rachel (come sempre).
«Far fare un'apparizione nello speciale di Natale?!» chiese speranzosa «Ha accettato vero?!» chiese poi, guardando il professor Schuester con occhi di fuoco.
«Sì, ho accettato» le rispose il professor Schuester facendoci esultare.
Uno speciale di Natale?!
In TV?!
Wow, wow, wow!
«Inoltre mi ha detto che stavano cercando un regista per lo speciale e... io ho proposto te, Artie!» concluse il professore, puntando gli occhi sul ragazzo sulla sedia a rotelle.
Lui sembrò titubante come al solito, ma poi accettò con un sorriso.
Uno speciale di Natale?!
In TV?!
Condotto da Artie?!
Wow, wow, wow!
Non vedevo l'ora di farlo!
E non vedevo l'ora di sapere cosa avesse in mente Artie, che ha sempre avuto delle idee molto brillanti e molto molto interessanti.
«Lo speciale comincia sulle Alpi Svizzere, nella città di Gstaad, nel magnifico soggiorno dello schickissimo chalet di Kurt e Blaine...» iniziò a raccontare Artie, dopo che assistimmo a una noiosissima esibizione di Rachel che cantò "River" di Joni Mitchell.
Io e Brittany ci guardammo eccitate.
Sembrava bello!
«...un imponente albero addobbato, la ghirlanda sul caminetto, le calze appese piene di regali...» continuò Artie, mentre io e Brittany assumevamo un'aria sognante «I nostri perfetti padroni di casa hanno invitato i loro amici per una serata canora all'insegna dell'ironia e della più spassosa gioia» disse ancora fiero della sua idea.
E faceva bene!
Era una gran bella idea!
«Quindi noi siamo gli invitati alla loro festa?» chiesi ad Artie, guardandolo curiosa ed eccitata.
«Esatto!» confermò lui «Per questo voglio gioia, Rachel, non quella canzone da suicidio che hai appena cantato» aggiunse rivolto a Rachel con tono di rimprovero.
Lei lo guardò offesa.
«La serata si concluderà con Rory vestito da Elfo Itchy, che vi racconterà la storia di Frosty il pupazzo di neve» concluse Artie, ignorando le occhiatacce di Rachel.
«Ma alla fine Frosty si scioglie e muore, no?» chiese Sam confuso.
In effetti se Artie voleva fare qualcosa di felice perché raccontare quella storia?
«Non nella mia versione!» lo corresse Artie «Io non lo farò sciogliere, e nemmeno morire» aggiunse fiero della sua idea.
Ora sì che aveva senso!
Però Sam non era rimasto entusiasta da quella risposta che gli aveva dato Artie, infatti protestò dicendo che non c'era niente di male in un po' di tristezza a Natale.
«È la tristezza che ci fa ricordare le cose importanti» aggiunse deciso.
Artie lo smentì di nuovo, e così Sam uscì dall'auditorium scocciato, dicendo che sarebbe andato in centro a suonare le campanelle all'uscita del centro commerciale per raccogliere fondi da dare ai più bisognosi.
Sì, Sam è sempre stato una persona molto caritatevole, e si è sempre impegnato per le buone cause, soprattutto perché sa cosa vuol dire avere bisogno anche solo di una persona che ti sorride e che ti aiuta come può. Infatti fu anche l'unico, insieme a Quinn, ad andare al ricovero per i senzatetto ad aiutare a distribuire loro il cibo e dare un po' di gioia a quelle persone che soffrivano tutto l'anno, e che almeno a Natale si meritavano un po' di spensieratezza.
Anche noi avevamo acconsentito ad andare inizialmente, ma quando il professor Schuester ci aveva dato la notizia dello speciale, e avevamo scoperto che era lo stesso giorno che saremmo dovuti andare al ricovero, scegliemmo ovviamente lo speciale.
Era l'opportunità di una vita, forse la nostra unica opportunità di apparire in televisione, non potevamo farcela scappare!
«Anche per quelle persone è l'opportunità di una vita!» mi aveva fatto notare Quinn uscendo dall'aula canto pochi giorni prima di Natale «Molti di loro potrebbero non esserci più l'anno prossimo, oppure potrebbero non esserci abbastanza fondi per avere ancora un ricovero per i senzatetto. Si meritano un Natale diverso, gioia per una volta nella loro vita» aveva aggiunto con tono di rimprovero.
Aveva ragione, ma io volevo andare in televisione, come tutti i miei compagni, e non mi sarei lasciata scappare quell'opportunità per nulla al mondo.
Infatti appena Quinn si allontanò con grande disappunto, raggiunsi Artie, curiosa di saperne di più sullo speciale che avremmo fatto da lì a pochi giorni.
«Artie...» iniziai, guardandolo con aria ruffiana «Posso sapere cosa farai fare a me durante lo speciale di Natale?» gli chiesi mettendomi dietro di lui e iniziando a spingerlo per il corridoio.
«Tu, Tina, Brittany, Santana e le altre cheerleader avrete un cortissimo e molto sexy vestito da Mamma Natale...» iniziò lui «...e per te, ho deciso che indosserete degli stivali bianchi» concluse alzando gli occhi su di me con aria complice.
Aveva appena detto stivali bianchi?!
Non vedevo l'ora!
«Posso tenerli poi?» gli chiesi implorante.
«Se li paghi certo che puoi!» mi rispose lui.
Io feci una risatina, però poi gli dissi che se mi fossero davvero piaciuti li avrei comprati assolutamente.
Artie scoppiò a ridere, poi mi raccontò anche il resto che sarebbe successo allo speciale di Natale.
Come aveva già accennato, lo speciale iniziò con Blaine e Kurt nel loro chalet in Svizzera, che fecero il loro tradizionale duetto di Natale cantando "Let It Snow". Poco dopo la fine della canzone arrivarono Mercedes e Rachel, che insieme ai due padroni di casa cantarono "My Favorite Things" dal musical Tutti Insieme Appassionatamente. Poi arrivarono Finn e Puck vestiti rispettivamente da Luke Skywalker e Han Solo (sì, Artie aveva deciso di aggiungere dei riferimenti a Star Wars non so perché), che presero batteria e chitarra per iniziare a suonare "Santa Claus Is Coming To Town" in una versione decisamente rock. Poi arrivò il nostro turno, intendo mio, di Tina, Santana, Brittany e le altre cheerleader, che come aveva detto Artie, entrammo in scena vestite nella versione molto sexy di Mamma Natale con dei bellissimi stivali bianchi ai piedi. Con noi entrò in scena anche Mike vestito da Babbo Natale (sì lo so, troppi addominali per essere Babbo Natale ma non importa) e tutti insieme ballammo sulle note di "Christmas Wrapping" cantata da Brittany. Alla fine, come già detto, entrò in scena Rory, che avrebbe dovuto raccontare una versione rivisitata di Frosty il pupazzo di neve, ma che invece decise di stravolgere le carte in tavola.
«Guardandomi dentro ho deciso di attingere da un altro libro, un libro che ricorderà a tutti i popoli qual è il vero spirito del Natale» disse appena mise piede nell'inquadratura dello schermo, lasciandoci tutti spiazzati, mentre il panico prendeva possesso di noi.
Non poteva cambiare la sceneggiatura!
Avrebbe rovinato tutto!
Ma Rory continuò imperterrito, e iniziò a raccontarci la storia dell'annuncio ai pastori tratta ovviamente dal Vangelo.
Conoscevamo a memoria quella storia, ma risentirla in quel momento ci colpì molto. Forse Rory aveva cambiato la sceneggiatura rovinando lo speciale di Natale, però le sue parole avevano fatto breccia nei nostri cuori, e ora sapevamo cosa fare. Pochi minuti dopo entrammo con dei sorrisi smaglianti, il tacchino e tanti regali, nella sala da pranzo del ricovero per i senzatetto.
Eh sì, avevamo capito che la cosa giusta da fare era aiutare i più bisognosi, perché noi non avevamo bisogno di andare in televisione, invece quelle persone avevano davvero bisogno di un po' di gioia.
«Non guardarmi così, ho deciso di fare la cosa giusta» dissi a Quinn avvicinandomi a lei, che mi stava guardando con rimprovero.
«Però hai fatto anche lo speciale» mi fece notare lei alzando un sopracciglio.
Io sospirai.
«Sì, ma ora sono qui, perché ho capito che loro hanno più bisogno di me» dissi io annuendo «E... sì, avevi ragione» aggiunsi, alzando gli occhi al cielo e poi facendo un sorriso a Quinn.
Me ne fece uno anche lei, facendo poi una delle sue bellissime risate, e si avvicinò per stringermi in un abbraccio.
«Questa è la mia migliore amica!» esclamò entusiasta.
Allora io la presi per mano e la portai vicino agli altri ragazzi, e tutti insieme cantammo "Do They Know It's Christmas?", durante la quale io, Mike e Brittany prendemmo alcuni bambini per farli ballare con noi.
Quello era lo spirito del Natale!
Quello era lo spirito del Glee Club!
~~~
«Ho un'idea per il nostro film della Vigilia di Natale!» esclamai la mattina della Vigilia di Natale, scendendo dalle scale con un balzo ed entrando in cucina con un sorriso smagliante.
«Wow! Non ti ho mai vista così attiva di prima mattina» disse mia madre ridendo.
«Sono sveglia da un po', stavo scegliendo il film da vedere stasera» le spiegai io facendo poi un altro sorriso.
Fin da quando ero piccola, io e la mia mamma avevamo la tradizione di guardare un film Natalizio la sera del 23 dicembre, perché era l'ultima sera libera prima di Natale. Il 24 di solito andavamo da Blaine, e il 25 e il 26 da tutti gli altri parenti. Considerando che era ormai due anni che non facevamo la Vigilia con gli Anderson, il film del 23 dicembre era diventato il film del 24 dicembre.
«Che ne dici se guardiamo Nightmare Before Christmas?» chiesi a mia madre guardandola impaziente.
«Come l'anno scorso e due Natali fa?» mi chiese lei alzando un sopracciglio divertita.
Io sbuffai.
«Non è vero! L'anno scorso abbiamo guardato Qualcuno Salvi Il Natale per la milionesima volta!» la corressi poi scocciata.
Lei si mise a ridere.
«Beh, comunque, niente film della Vigilia quest'anno» mi disse poi scuotendo la testa.
«Cosa?... Perché?» le chiesi io,
confusa e leggermente offesa.
Come osava infrangere quella tradizione?!
«Siamo state invitate a cena» mi disse mia madre.
E da chi?!
Chi osava infrangere la nostra tradizione?!
«Da Pam!» esclamò mia madre entusiasta.
Pam?!
Cioè, la mamma di Blaine?!
Quella sera avremmo fatto la cena della Vigilia di Natale con gli Anderson?!
Come alle origini?!
Non vedevo l'ora!
Feci un urletto eccitata, e poi iniziai a ballare per la stanza canticchiando "Extraordinary Merry Christmas", canzone scritta da noi del Glee Club per quella festa di Natale, e che Blaine e Rachel avevano cantato pochi giorni prima in aula canto.
«Sei contenta?» mi chiese mia madre ridendo.
Io annuii con un sorriso a trentadue denti.
«Ma ci pensi, mamma?! Passeremo il Natale di nuovo con Blaine e i suoi! Come quando eravamo piccoli!» esclamai eccitata.
«Lo abbiamo fatto fino a due anni fa» mi fece notare mia madre.
«Beh, eravamo piccoli» ripetei io annuendo.
Mia madre scoppiò a ridere, e poi confermò che eravamo piccoli.
«🎶It's a very very merry merry Christmas🎶» continuai poi io canticchiando «🎶Gonna party on 'till Santa grants my wishes 🎶»
Dling dlong!
«Hai sentito, mamma? Era a tempo!» esclamai spalancando gli occhi «È proprio Natale!» dissi sospirando.
«Ecco, visto che è Natale, fai la brava e vai ad aprire la porta» mi disse mia madre guardandomi male ma divertita.
Io alzai gli occhi al cielo e poi andai all'ingresso ad aprire la porta.
«Papà!» esclamai, appena l'aria fredda tipica delle mattine di dicembre mi colpì la faccia.
«Buon Natale!» esclamò mio padre allargando le braccia con un sorriso.
Io gli saltai in braccio felice che fosse lì, e lo sentii stringermi con tenerezza.
Mi era davvero mancato il mio papà!
Insomma, ero abituata a vederlo poco, e anche se ci sentivamo una sera a settimana per raccontarci le cose più importanti che erano successe, non averlo fisicamente in casa tutti i giorni si faceva sentire.
«Potevi essere solo tu ad aver suonato il campanello a tempo con la canzone che stavo canticchiando!» esclamai divertita.
Mio padre mi guardò stranito.
«Vuoi provare?» gli chiesi «Mamma, vieni a sentire!» urlai poi, quando lui annuì.
Mia madre si affacciò dalla cucina, e io ricominciai a canticchiare la canzone, mentre mio padre si preparava a suonare il campanello.
«🎶Got my halo on, I know what I want: It's who I'm with🎶»
Dling dlong!
«🎶It's an extraordinary merry Christmas🎶«
Dling dlong!
A quel punto scoppiai a ridere insieme a mio padre.
Eravamo pazzeschi io e il mio papà!
«È davvero straordinario questo Natale!» esclamai con un sorriso smagliante.
«Di sicuro non noioso» disse mia madre alzando un sopracciglio.
Io e mio padre scoppiammo a ridere di nuovo, poi lui entrò, si tolse la giacca e prendemmo posto sul divano.
«Che bello averti a casa per Natale, papà!» esclamai stringendomi a lui con l'ennesimo sorriso.
«Non potevo stare lontano dalle mie donne per le feste» disse lui con un sorriso ruffiano.
«Siamo stati invitati dagli Anderson per cena» lo informò mia madre.
«Che bello! Come ai vecchi tempi!» esclamò lui felice «Spero non abbiano problemi nel ricevere un ospite in più» aggiunse poi facendo una smorfia con la bocca.
Io feci una risatina.
«Non ci saranno problemi, la mamma di Blaine cucina sempre per un reggimento a Natale» gli feci notare io con aria ovvia.
I miei scoppiarono a ridere e poi mi diedero ragione.
E certo che avevo ragione!
Un altro dei motivi per cui mi piaceva fare il Natale da Blaine era perché sua madre faceva davvero da mangiare per un sacco di persone (e di solito faceva anche i miei piatti preferiti).
«Comunque, papà, hai portato quello che ti avevo chiesto?» chiesi a mio padre impaziente.
Visto che il mio papà viveva a New York, durante le feste natalizie lo sfruttavo molto per i regali, e anche quell'anno non mi ero risparmiata.
«Certo! Ecco qui!» mi rispose mio padre, porgendomi due pacchi regalo perfettamente impacchettati.
«Wow! Hai già anche fatto il pacchetto?» gli chiesi sorpresa.
Lui mi guardò divertito.
«Ma secondo te? L'ho fatto fare dalla commessa!» mi rispose poi con aria ovvia e scoppiando a ridere.
Mi misi a ridere anche io.
«Sono un insegnante di danza quindi la precisione non mi manca, ma sono pur sempre un uomo» mi fece notare ancora divertito.
«Infatti i pacchi regalo in questa casa li ho sempre fatti io» disse mia madre con finto rimprovero.
Io la guardai male.
«Ma cosa dici?!» le chiesi poi «Quest'anno i pacchetti ai miei amici li ho fatti tutti io!» aggiunsi stizzita.
«Miracolo di Natale!» esclamò mia madre spalancando le braccia.
Io le lanciai uno sguardo di fuoco.
Anche alla Vigilia di Natale si metteva a fare le battutine per rimproverarmi?
«Tra l'altro...» disse in quel momento mio padre, attirando di nuovo l'attenzione su di sé e cercando di fermare quella lotta di sguardi tra me e mia madre «Ho dei regali anche per voi!» annunciò, tirando fuori da non so dove un altro sacchetto «Volevo darveli stasera, ma visto che siamo dagli Anderson forse è meglio farlo adesso» spiegò poi, porgendo un pacchetto color vaniglia a me e una scatolina blu a mia madre.
Io e lei ci guardammo curiose e poi aprimmo i nostri regali.
Nella scatolina di mia madre c'erano un paio di orecchini pendenti, molto semplici, con una goccia celeste come pendente.
«Wow!» esclamai io appena li vidi.
Erano davvero bellissimi!
E molto da mia mamma!
Il mio papà la conosceva così bene!
Lei gli fece un sorriso e lo ringrazio, mentre io mi godevo i suoi occhi luminosi mentre lo guardava.
Sì, ho già detto che i miei sono divorziati, ma ho anche detto che sono in buoni rapporti. Questo perché non hanno divorziato perché non si amavano più, hanno divorziato perché mia madre non voleva crescermi a New York, che trovava e trova ancora troppo caotica. Quindi entrambi si erano accorti che non era più possibile rimanere sposati e vivere in due città così lontane. Allora per il mio bene, e anche quello della relazione, avevano deciso di divorziare. Però, anche se si vedevano poco, non avevano smesso di amarsi. Alla mia mamma brillavano gli occhi come non mai quando li puntava sul mio papà, e anche lui aveva un sorriso smagliante in volto quando la guardava.
Nonostante fossero divorziati, la loro era il tipo di relazione che volevo arrivare ad avere con mio marito. Volevo arrivare a 40 anni passati, con i figli adolescenti, a puntare gli occhi su mio marito e sentirmi felice come quando lo avevo visto per la prima volta, e vederlo felice come quando mi aveva vista per la prima volta. Solo, avrei saltato tutta la storia del divorzio ecco.
Comunque, tornando ai regali, quando aprii il mio rimasi letteralmente a bocca aperta: dentro c'era un bellissimo vestito verde pino, con le maniche trasparenti e delle piccole stelline brillantinate sparse qua e là.
«Papà! È bellissimo!» esclamai quasi senza fiato.
Era davvero stupendo!
E molto da me!
Il mio papà aveva fatto un gran bel lavoro, anche se ero sicura che ci fosse lo zampino di mia madre. Il mio papà mi conosce, però, come tutti i papà e tutti gli uomini, non conosce il mio gusto nel vestire, quindi ero certa che avesse chiesto aiuto a mia madre nella scelta. In qualsiasi caso, aveva fatto bene, perché il vestito era davvero bello, e non vedevo l'ora di indossarlo.
«Hai fatto benissimo a darci i regali ora, papà, almeno so cosa indossare stasera» gli dissi poi, entusiasta di aver trovato un outfit, che ero certa Blaine avrebbe apprezzato.
I miei scoppiarono a ridere e si guardarono come per dire "È sempre la solita".
«Anche io credo che li indosserò stasera» disse poi mia madre ammirando i suoi orecchini.
Toccò a me scoppiare a ridere e guardare mio padre come per dire "È sempre la solita".
~~~
Così, la sera della Vigilia di Natale, io, mia madre e mio padre ci presentammo alla porta di casa Anderson con i regali e il buonissimo polpettone di mia madre.
«Buon Natale!» esclamò Blaine accogliendomi con le braccia aperte.
«Blainey, non è ancora Natale» lo rimproverai io, fiondandomi poi tra le sue braccia e stringendolo in un abbraccio.
Lo sentii sbuffare, ma poi mi strinse anche lui appoggiando per qualche secondo la sua testa alla mia.
Che bello, un altro Natale con Blaine!
«Arthur! Non credevo di vederti qui!» esclamò il padre di Blaine appena anche i miei misero piede in casa.
«Sono venuto a passare le feste con le mie donne» spiegò mio padre «Spero non sia un problema, Pam» aggiunse poi rivolto alla mamma di Blaine.
«Ma figurati! Siamo molto felici di averti qui!» esclamò lei con un sorriso.
Poi ci invitò a prendere posto a tavola.
«Shug, ma ci credi che stiamo per fare un altro Natale insieme?!» mi chiese Blaine prendendo la mia mano e stringendola eccitato.
Io gli feci un sorriso.
«Non ci ho creduto fino a che non mi hai abbracciata poco fa» gli dissi io divertita.
Blaine fece una risatina, poi si sporse verso di me e mi lasciò un bacio sulla tempia.
«Allora, Arthur, come va alla BAD?» chiese dopo un po' che mangiavamo la madre di Blaine a mio padre.
Sapevo che saremmo finiti su quell'argomento, ed ero curiosa di sapere cosa avesse da dire mio padre. Il college dove insegnava era dove volevo andare io una volta finito il liceo, e volevo sapere più cose possibili, anche se sapevo già un bel po'.
«Beh, direi bene! Quest'anno sembrano esserci molti più ragazzi che sono davvero convinti di quello che fanno» rispose mio padre «Succede spesso che i ragazzi decidano di iscriversi alla BAD solo perché incitati dai loro insegnanti di danza, e questo porta a poca convinzione e quindi scarso rendimento» spiegò poi «Però quest'anno ho molti allievi bravi e davvero sicuri che quella sia la loro strada» concluse annuendo.
Io lo guardai un po' sorpresa.
«Ma se fanno l'audizione e non sono convinti perché li prendete?» gli chiesi infatti confusa.
Non sono un esperta, però credo che si veda quando qualcuno non è convinto di quello che fa, e se lo notavo io poteva di certo notarlo anche mio padre.
«Perché all'audizione sono bravi, ballano effettivamente bene, non possiamo scartarli considerando le oscenità che ci si presentano» mi spiegò mio padre alzando le spalle.
«Oscenità?» chiese Blaine «Si presenta gente che non sa ballare?» chiese ancora incredulo.
«Oh sì! Lo sapete anche voi che quando la gente è convinta di essere brava niente la ferma. Mi si presentano molti ragazzi che non sanno neanche tenere il ritmo, e sono i più convinti» rispose mio padre annuendo divertito.
Blaine lo guardò ancora incredulo, e poi fece una risatina divertita come tutti noi.
Faceva strano pensare che per una scuola prestigiosa come la BAD si presentasse gente incapace.
«Una volta mi è successo di aver un ragazzo a un'audizione, che vi assicurò, non sapeva nemmeno battere le mani a tempo...» iniziò a raccontare poi mio padre.
Mi piaceva quando raccontava le sue esperienze e gli aneddoti che aveva vissuto insegnando alla BAD!
«... ovviamente gli ho detto che non era stato preso. Di solito inviamo le lettere, ma con i casi disperati non sprechiamo carta inutile. Due giorni dopo me lo sono ritrovato ancora sul palco, e non ero più nella sua città, ma in quella dall'altra parte dello stato!» continuò incredulo e divertito «Ha voluto a tutti i costi rifare l'audizione, e credo che sappiate che in due giorni non è possibile migliorare» concluse con aria ovvia.
Noi scoppiammo a ridere di nuovo, tutti stupiti dalla cosa.
Certe esperienze erano davvero assurde!
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