I'M IN LOVE
«Roxie, sono innamorato!»
Io e Blaine stavamo cenando al Bel Grissino, quando lui esordì con questa frase che mi lasciò un attimo spiazzata.
Innamorato?
Faceva un po' male sentirsi dire una cosa del genere, però in parte ero contenta che avesse finalmente capito cosa provava per Kurt.
«Cosa?!» mi chiese lui confuso e fermandosi con un grissino a mezz'aria quando glielo dissi.
Io lo guardai spalancando gli occhi confusa quanto lui.
«Hai detto che sei innamorato?» gli chiesi allora con aria ovvia.
«Sì, ma non di Kurt» mi rispose lui aggrottando le sopracciglia.
Mi si raggelò il sangue. Speravo che non mi avesse sentito.
«Chi ha parlato di Kurt?» gli chiesi allora io facendo la finta tonta.
«Tu!» mi rispose Blaine con aria ovvia.
Io lo guardai per un attimo confusa. Non sapevo cosa fare, avevo appena fatto una figuraccia assurda e non sapevo cosa dire.
«Beh, vuoi dirmi di chi sei innamorato o devo tirare a indovinare?» chiesi allora a Blaine, impaziente di sapere chi fosse il fortunato e di cambiare argomento.
«Si chiama Jeremiah e lavora al Gap del centro commerciale» mi rispose Blaine, lasciando cadere l'argomento precedente (per mia fortuna) e assumendo un'aria sognante «È più grande di noi, però ha un sorriso meraviglioso» aggiunse, appoggiando il mento sulle mani e sospirando.
Io lo guardai confusa.
Blaine si era innamorato (o almeno lui diceva così) di un ragazzo più grande di lui, che probabilmente non faceva più il liceo e che lavorava in un centro commerciale?
Suonava strano, e non era il massimo dal mio punto di vista.
Infatti quello non era propriamente il giorno più felice della mia vita, perché il mio più grande timore si era appena avverato: Blaine aveva trovato un ragazzo che presto o tardi mi avrebbe rimpiazzata nel suo cuore, quindi non ero al settimo cielo. Però allo stesso tempo mi suonava strano quello che diceva Blaine: a sentirlo parlare sembrava che quel Jeremiah gli piacesse, però sembrava più una cotta passeggera che amore. Conoscevo i suoi occhi quando erano innamorati, e non erano come in quel momento.
«Sa che esisti?» gli chiesi allora un po' scettica.
Sì, ero stata un po' cattiva, però non volevo che il mio migliore amico rimanesse ferito per colpa di uno stupido sconosciuto che magari non era nemmeno gay.
«Certo che sì!» esclamò Blaine in risposta, leggermente offeso «Siamo usciti un paio di volte» aggiunse poi con aria stizzita.
Io alzai le sopracciglia.
«Siete usciti un paio di volte e non mi hai detto nulla?!» gli chiesi fingendomi offesa.
E in effetti un po' lo ero.
«Non me lo hai chiesto» mi rispose lui alzando le spalle con innocenza.
Io lo guardai con occhi di fuoco.
«E dopo un paio di appuntamenti ti dichiari innamorato?» gli chiesi poi, tornando a Jeremiah per non rispondergli male.
Lui sospirò alzando gli occhi al cielo.
«È davvero davvero carino, e sì, è gay!» disse guardandomi male e indovinando cosa avessi in mente.
A quel punto sospirai anche io. Non potevo vietargli di provare dei sentimenti per qualcuno, e anche se non ero convintissima della cosa, il mio compito era quello della migliore amica che sostiene, quindi non potevo essere troppo cattiva.
«Comunque» disse dopo qualche attimo di silenzio Blaine, riattirando la mia attenzione su di lui «Volevo fargli una sorpresa per San Valentino» aggiunse con un sorriso eccitato.
Io invece spalancai gli occhi spaventata. Sapevo cosa significava per Blaine fare sorprese, e il rischio era che quel Jeremiah si sarebbe spaventato.
«Cos'hai in mente?» gli chiesi allora per indagare.
Lui mi guardò con aria complice.
«Cosa posso avere in mente se non di cantargli una canzone?» mi chiese poi con aria ovvia.
Lo sapevo avrebbe risposto così.
Lo conoscevo troppo bene!
Però ero titubante, e infatti lo guardai arricciando il naso.
«Che c'è?! Sai che quando faccio le dichiarazioni d'amore le faccio cantando» mi disse lui alzando le spalle con innocenza.
Questo era vero, e lo sapevo bene.
«L'ho fatta anche a te così. Ti ricordi?» mi chiese poi con aria maliziosa.
Certo che mi ricordavo!
Eccome se mi ricordavo!
Mi aveva cantato "Good Old Fashioned Lover Boy" dei Queen, ed era stato impossibile dirgli di no.
Anche perché quella canzone era decisamente perfetta per Blaine!
«Tutto bene?» mi chiese in quel momento il mio migliore amico.
Evidentemente avevo appena sospirato un po' troppo rumorosamente.
«Sì, sì» dissi in fretta, forzando un sorriso «E... dove hai intenzione di esibirti?» gli chiesi curiosa.
Stavo pensando di dirgli che forse non era il caso di fare quello che aveva in mente, però prima volevo andare fino in fondo e scoprire che idea avesse.
«Nel suo negozio ovviamente!» mi rispose lui entusiasta.
Oh no!
Proprio come immaginavo!
«Non credi che sia un po' azzardato?» gli chiesi allora un po' titubante.
Non volevo che si scoraggiasse o che credesse che non fossi dalla sua parte, però dovevo dirgli che ero dubbiosa.
«Insomma, siete usciti solo due volte, magari vuole prendersela con calma» spiegai, quando vidi Blaine diventare di colpo serio.
«Sei gelosa?» mi chiese con sguardo interrogativo.
Quella domanda mi lasciò spiazzata. Non me la aspettavo.
Cosa dovevo fare, rispondere di sì?
Oppure mentire e trovare un'altra scusa?
«No, no, Blaine, non sono gelosa» risposi dopo qualche attimo di silenzio «È solo che... non voglio che tu rimanga scottato. Sai che non sono brava a consolare, e non mi piacerebbe vederti ferito» spiegai poi, guardandolo con apprensione.
Lui mi fece un mezzo sorriso e poi mi prese le mani nelle sue.
«Non rimarrò ferito, starò attento a non farmi prendere troppo dalla situazione» mi assicurò annuendo.
Io gli feci un sorriso, non convinta della cosa, ma comunque cercando di essere felice per lui e per quel suo nuovo amore.
Chissà cosa ne sarebbe venuto fuori.
~~~
Il giorno dopo ero al mio armadietto, mi stavo preparando per andare al Lima Bean visto che avevo un turno, quando mi si affiancò Rachel.
«Visto che è una tua grande amica, sai qualcosa di Quinn?» mi chiese con sguardo indagatore.
Io la guardai stranita.
Di cosa stava parlando?
Sapevo un sacco di cose su Quinn, ma non potevo dirle tutto, e non avevo idea di che cosa volesse sapere.
«Intendo, sai se tra lei e Finn c'è qualcosa?» mi chiese allora Rachel, dopo aver sbuffato sonoramente.
«Rachel, Quinn sta con Sam» le dissi con aria ovvia.
«Lo so! Ma non dirmi che non ti sei accorta di come la tua amica guarda il mio Finn» mi disse lei.
Io sospirai, eccome se me ne ero accorta!
E avevo anche già intenzione di chiederle che cosa le stesse succedendo. Era evidente che quando puntava gli occhi su Finn le si illuminavano come non mai, e sembrava ancora innamorata del Quarterback, che in quel momento, essendo single, attirava ancora di più l'interesse femminile.
Così quel pomeriggio ne approfittai per chiarirmi le idee e chiesi a Quinn di passare al Lima Bean per prendere un caffè una volta finito il turno.
«Quinn, che cosa stai facendo?» le chiesi senza mezzi termini «Ho visto come guardi Finn ultimamente» spiegai poi guardandola seria.
Dovevo sapere la verità, ed era inutile tergiversare. Devo dire che lei capì al volo cosa le stavo chiedendo, e non fece nemmeno finta che non stesse succedendo nulla, dicendomi subito la verità.
«Da quando ci ha fatto quel discorso prima delle Regionali dei Cheerios ho capito di provare ancora qualcosa per lui. Ho capito che l'anno scorso non ci stavo insieme solo perché era il Quarterback, ma anche perché avevo visto un potenziale in lui, un lato tenero ma tenace allo stesso tempo. E anche saggio azzarderei» confessò seria.
Si capiva che sentiva davvero tutto quello che aveva detto e che teneva davvero a Finn. Però io non riuscivo a smettere di pensare che avesse un ragazzo.
«E cosa mi dici di Sam?» le chiesi infatti.
La sentii sospirare.
«Non lo so. Voglio dire, è carino e tutto, però in questo momento so di provare sentimenti più forti per Finn e che la persona con cui voglio stare non è Sam» ammise scuotendo la testa.
Io pensai che il biondino ci sarebbe rimasto davvero male nel sentirle dire quelle cose, perché si vedeva che lui era preso, e tanto anche.
«Cosa pensi di fare quindi?» chiesi ancora a Quinn.
Io al suo posto sarei stata molto combattuta.
«Non ne ho idea» ammise sconcertata «So che voglio stare con Finn, costi quel che costi» aggiunse poi decisa.
«Promettimi che ne parlerai con Sam» le dissi allora io.
Tenevo al ragazzo della mia amica, ispirava fiducia e simpatia, e non volevo che ci rimanesse troppo male e soprattutto che subisse la sorte di quasi tutti gli adolescenti: il tradimento.
«Lo farò» mi disse Quinn con un mezzo sorriso.
Ne feci uno anche io, fiera della mia amica.
«Sai, capisco quello che stai provando. I sentimenti per Finn intendo. Quel senso di felicità che non sai da dove venga. Fino a ora li avevo provati solo con una persona, ma sembra che ora un altro ragazzo riesca a farmi sentire così» le dissi poi, mentre un sorriso nasceva spontaneo sul mio volto.
Sì, Quinn sapeva che mi piaceva ancora Blaine. Era l'unica a saperlo, e glielo avevo detto perché avevo bisogno di sfogarmi con qualcuno e di confidare a qualcuno i miei sentimenti. Di solito era Blaine il mio confidente di fiducia, ma in questo caso, per ovvi motivi, non lo avevo potuto dire a lui.
«Credo che le due persone di cui stai parlando siano appena entrate dalla porta» mi disse Quinn facendo cenno alle mie spalle.
Io mi voltai e vidi proprio Blaine e Nick avvicinarsi al nostro tavolo con i sorrisi che tanto mi facevano sognare stampati in viso.
"Quanto sono belli!" pensai tra me e me, guardandoli avvicinarsi.
«Ehi, ragazze! Che fate?» ci chiese Blaine appena ebbe raggiunto il nostro tavolo e dopo avermi dato un bacio sulla guancia per salutarmi.
«Oh nulla, una piccola conversazione tra amiche» rispose Quinn alzando le spalle con noncuranza.
«Uuuh, allora sarà meglio andarcene!» esclamò Nick facendo una faccia terrorizzata.
Io scoppiai a ridere e gli dissi che non era necessario.
«Ci siamo già dette tutto» aggiunsi, lanciando uno sguardo complice alla mia amica, che mi fece un cenno per confermare la mia ipotesi.
«Beh, in questo caso...» iniziò Blaine, prendendo una sedia dal tavolo accanto e aggiungendola al nostro «...ci offri un caffè, Shug?» mi chiese poi facendomi gli occhi dolci.
Io lo fulminai con lo sguardo.
«È sempre l'uomo che paga quando si esce» gli dissi con rimprovero.
«Ma io sono gay» mi disse lui in sua difesa, alzando le spalle con innocenza.
«Non cambia la situazione» ribattei io puntandogli il dito contro.
«Uuuh, quando punta il dito è meglio obbedire» gli sussurrò Nick all'orecchio ma in modo che sentissimo anche io e Quinn.
«Sì, hai ragione, fa davvero paura» confermò Blaine facendo una faccia spaventata.
Io li guardai male entrambi, ma poi mi sciolsi sotto il tocco della mano di Nick che si posava sulla mia coscia, prima che le se sue labbra iniziassero a baciare le mie.
«Ok, è abbastanza!» esclamò Blaine dopo qualche secondo, prendendo Nick per una spalla e tirandolo lontano da me.
Io guardai il mio migliore amico aggrottando le sopracciglia e poi un sorrisetto fiero nacque sul mio volto.
Era per caso geloso?
«Cosa fate a San Valentino, ragazze?» chiese poi Blaine a me e Quinn per stemperare la tensione, visto che Nick gli aveva lanciato un'occhiata di fuoco.
Eccolo lì, il suo argomento preferito!
«Oh no, Blaine, ti prego! Saranno un po' fatti nostri quello che facciamo a San Valentino!» esclamai io esasperata.
Era dall'inizio di febbraio che parlava di quella festa che lui tanto amava e che io stavo cominciando a odiare proprio grazie a lui.
«Lo sai che è la mia festa preferita» si difese Blaine alzando le spalle con innocenza.
Io lo guardai male.
Aveva sempre qualcosa da dire in sua difesa!
Sempre!
«Beh, sia io che Roxie abbiamo un ragazzo, quindi spero che abbiano organizzato qualcosa di romantico» rispose Quinn, lanciando un'occhiata a Nick come per ammonirlo.
«Vedrai, sarà una giornata speciale» mi sussurrò il mio ragazzo all'orecchio, facendomi sorridere.
«Oh lo spero per te» gli dissi io con aria maliziosa, lasciandogli un bacio a fior di labbra.
«Non dimenticarti che per due ore sei mio» gli disse Blaine con sguardo ammonitore.
«Come scusa?» gli chiesi io confusa.
Cosa doveva fare Blaine con il mio ragazzo?!
A San Valentino poi!
«Ho reclutato gli Usignoli per cantare la canzone a Jeremiah» mi spiegò il mio migliore amico.
«E ti servono due ore?!» chiesi sconvolta «Cosa devi fare, Blaine?! Un concerto intero?!» chiesi ancora guardandolo male.
Lui alzò gli occhi al cielo e decise di non rispondermi, iniziando invece a raccontare di Jeremiah a Quinn.
«Beh, qualsiasi cosa facciate durante il giorno, la sera dovete venire al Bel Grissino» disse Nick quando Blaine finì di parlare del sorriso perfetto di Jeremiah, e degli occhi perfetti di Jeremiah, e della voce perfetta di Jeremiah...
«Oh sì!» gli diede man forte il mio migliore amico «Quando vi ricapita di assistere a un'esibizione degli Usignoli gratis e senza essere sconfitte?» ci chiese poi tirandosela.
Io e Quinn alzammo gli occhi al cielo e ribattemmo che non avrebbero vinto alle Regionali. In nessun modo.
«Questo lo vedremo» ci disse Blaine guardandoci con gli occhi ridotti a fessura e sguardo di sfida.
~~~
Lo devo ammettere, quel San Valentino fu davvero indimenticabile. Ma non solo per un motivo, per tre. Due abbastanza piacevoli e uno un po' meno.
Partirei da quest'ultimo.
Quinn si era ammalata.
E Finn anche.
E voi direte: cosa c'è di male? Si sa che l'influenza è contagiosa.
Ma Quinn e Finn non si ammalarono di influenza, presero la mononucleosi, malattia unicamente trasmissibile tramite la saliva. Questo voleva dire che si erano baciati. Sarebbe potuto anche risultare normale, considerando che Finn aveva istituito uno stand di "baci a un dollaro", e che aveva baciato tutte le ragazze della scuola. E tra l'altro lui e Quinn si erano baciati sotto gli occhi di Sam, che aveva richiesto esplicitamente che lo facessero per essere sicuro che tra i due non ci fosse nulla.
Ma il problema è che Quinn e Finn non erano risultati malati il giorno dopo quel bacio, ma qualche giorno più tardi, segno evidente che si erano baciati di nuovo, e questa volta non per volere di Sam.
«Lo so cosa sei venuta a dirmi. Non voglio ascoltarti» mi disse Quinn quando mi presentai in infermeria, dove lei e Finn erano stati mandati dal professor Schuester e dove era stato accertato che fossero entrambi malati.
«Non sono qui per rimproverarti» le assicurai io «O meglio, avete fatto una cosa molto sbagliata, e Sam non se lo meritava. Però vi capisco» aggiunsi poi con aria apprensiva.
Sapevo cosa voleva dire provare attrazione per qualcuno che non era il proprio ragazzo, mi succedeva tutti i giorni, e mi era successo anche in passato. Sapevo anche quanto non fosse facile controllarsi, perché come si dice "al cuor non si comanda". Però dentro di me pensavo che quella malattia fosse una punizione per quello che avevano fatto, e anche una specie di vendetta per il povero Sam.
«Davvero non sei arrabbiata?» mi chiese Quinn poco dopo, mentre la accompagnavo alla macchina dove la stava aspettando sua madre.
«Quello che hai fatto non mi riguarda» le dissi io divertita «È stata una tua scelta, non mia. E come ho già detto, vi posso capire» aggiunsi, alzando le spalle.
Quinn mi guardò colpevole.
«Però mi avevi promesso che ne avresti parlato con Sam prima di fare qualsiasi cosa» le dissi rimproverandola.
«Lo so, e mi dispiace. Chiarirò con lui» mi assicurò, arricciando il naso dispiaciuta «Mi dispiace perdermi l'esibizione dei ragazzi stasera» aggiunse poi con aria lamentosa.
«Vorrà dire che ti racconterò come è andata domani, quando verrò a trovarti» le dissi con un sorriso.
«Oh sì, anche perché mi devi dire tutto quello che succederà con Nick!» esclamò lei eccitata e con aria complice.
Le sorrisi, emozionata quanto lei, e poi la lasciai salire in macchina per poi incamminarmi verso casa, dove dovevo vestirmi e truccarmi per il mio primo San Valentino con Nick.
~~~
Stavo scegliendo il paio di stivali adatti per l'occasione, quando mi arrivò un messaggio del mio ragazzo che mi avvisava di essere arrivato. Diedi un'ultima veloce occhiata ai miei stivali e poi optai per i miei preferiti: neri lucidi, in finta pelle di serpente, con il tacco molto alto e molto a spillo.
Ero pronta!
Appena aprii la porta di casa non feci in tempo a dire nulla che Nick mi porse un mazzo di girasoli bellissimi. Poi, sempre senza dire niente, ne tirò fuori un altro che mi mise tra i capelli.
«So che sono i tuoi fiori preferiti» mi disse in un sorriso.
Io lo guardai incredula.
Come faceva a saperlo?
Non sapevo cosa dire, non avevo nemmeno parole per ringraziarlo, così mi fiondai sulle sue labbra cominciando a baciarlo con passione.
«Ehi, ehi calma!» esclamò lui staccandosi «Non è mica finita qui» aggiunse con aria divertita.
Poi mi fece salire in macchina e iniziò a guidare verso chissà dove.
«Dove mi stai portando?» gli chiesi allora con aria maliziosa e senza nascondere la mia curiosità.
«Sorpresa!» esclamò lui con tono teatrale.
Io lo guardai impaziente di sapere cosa avesse in mente, ma lui fu irremovibile e mantenne il segreto.
Per fortuna che la radio mi distrasse un po'!
Pochi secondi dopo la nostra partenza misero "I Was Born To Love You" dei Queen. Io e Nick ci scambiammo uno sguardo complice e poi iniziammo a cantarla insieme a Freddie Mercury.
Insomma, siamo entrambi in un Glee Club, credevate davvero che non ne avremmo approfittato per fare un magnifico duetto?!
E quella non fu l'unica canzone che cantammo, anzi, a dir la verità le cantammo proprio tutte!
Quel giorno mi accorsi che la mia idea era corretta, Nick aveva davvero una bella voce, ed era un peccato che non potesse farla sentire a tutti per colpa di quell'egocentrico del mio migliore amico. E devo ammetterlo, le nostre voci stavano davvero bene insieme, come noi d'altronde.
Comunque, polemiche a parte, finalmente arrivammo nel posto scelto da Nick per quel nostro San Valentino, e vi assicuro che rimasi a bocca aperta.
«Mi hai portata al planetario?!» gli chiesi incredula e quasi senza fiato.
«So che è sempre stato il tuo sogno, e ho pensato che sarebbe stato romantico portartici per San Valentino. Sai, solo io, te e le stelle» mi disse Nick mettendosi dietro di me, prendendomi per la vita e facendo dei gesti teatrali indicando il cielo.
Come faceva a sapere che non ero mai stata al planetario?
Insomma era vero, perché mi ricordo che in terza elementare ci sarei dovuta andare con la scuola, ed ero così eccitata all'idea che non stavo nella pelle. Per mia sfortuna però il giorno prima avevo preso la varicella ed ero dovuta rimanere a casa tutta la settimana, quindi non ero andata in gita. Mi uccideva l'idea che i miei compagni stessero ammirando le stelle mentre io non riuscivo a smettere di grattarmi da tutte le parti. Mi ero dovuta accontentare del racconto di un piccolo e riccioluto Blaine, che mi aveva descritto il planetario come un posto immenso, dove ci si separa dalla realtà e tutto sembra possibile.
Sì, forse Blaine aveva esagerato un po', è sempre stato un po' esagerato, e da bambini tutto sembra più grande di quello che è. Però da quel momento andare al planetario era diventato uno dei miei desideri più grandi, che man mano che crescevo sembrava non avverarsi.
Mai avrei immaginato di andarci a 16 anni con il mio neo-ragazzo a San Valentino.
Fu un'esperienza bellissima!
Essere sotto le stelle con il ragazzo che mi faceva battere il cuore all'impazzata era una cosa che avevo sempre sognato e che non pensavo potesse diventare realtà. Sentire la mano di Nick stretta nella mia e vedere le stelle riflesse nei suoi occhi era stato davvero romantico. Sarei rimasta lì per sempre, perché mi sembrava davvero che il mondo reale fosse sparito e che sotto quel cielo stellato (anche se finto) tutto era possibile.
«Ti amo» mi sussurrò Nick mentre ero con il naso all'insù.
Mi colse alla sprovvista, non sapevo cosa dire, non sapevo cosa fare. Non ero pronta a dirgli ti amo, era troppo presto, però era stato bello sentirselo dire e sapere di essere così importante per qualcuno. Per questo mi limitai a sorridere e baciarlo con gratitudine.
Lo so, sono stata pessima, e ancora oggi mi chiedo perché non gli abbia detto ti amo in risposta. Mi piaceva, era ovvio, e non mi sarebbe costato niente dirgli quello che provavo, perché ero sicura di amarlo. Forse però dentro di me qualcosa sperava ancora che Blaine cambiasse idea da un momento all'altro e ritornasse sui suoi passi.
Appena uscimmo dal planetario Nick mi portò a fare merenda da California Bakery (uno dei miei posti preferiti, e ancora una volta una cosa che non mi ricordavo di avergli detto), ma poi fummo costretti salire di nuovo in macchina perché Nick doveva aiutare Blaine con Jeremiah.
«Credimi, preferirei stare qui con te che vedere Blaine scaricato in tronco da quel ragazzo del Gap» mi disse Nick quando arrivammo davanti a casa mia.
Io lo guardai aggrottando le sopracciglia.
«Credi che verrà scaricato?» gli chiesi con aria dispiaciuta.
«Non credo che qualcuno al di fuori di un Glee Club possa apprezzare una dichiarazione d'amore cantata davanti a mille persone» mi rispose lui arricciando il naso.
«A me piacerebbe» gli dissi in difesa del mio migliore amico.
Nick mi fece un sorriso e mi strinse per le vita, avvicinandosi fino a sfiorarmi il naso con il suo.
«Tu sei nel Glee Club» mi fece notare alzando le sopracciglia con aria ovvia.
Io sorrisi e poi mi morsi il labbro.
Volevo difendere Blaine, ma non avevo nulla in mente, perché anche io pensavo che fosse una pessima idea cantare una canzone a quel Jeremiah davanti a tutti.
«Non morderti il labbro» mi disse Nick guardando le mie labbra.
«Perché?» gli chiesi io confusa.
«Perché voglio farlo io» mi sussurrò lui con aria maliziosa.
Io feci un mezzo sorriso, prima che lui si fiondasse sulle mie labbra e iniziasse a mordicchiarle dolcemente.
Quando si staccò sentii la mancanza di quel contatto, e così mi allungai in avanti per averne ancora. Ma Nick doveva davvero andare.
«Sono già in ritardo per l'operazione Bleremiah. Blaine mi ucciderà» mi disse di malavoglia.
«Bleremiah?! Chi ha inventato questo nome?!» gli chiesi schifata.
Era davvero orribile!
«Jeff e Wess» mi rispose ridendo.
Scoppiai a ridere anche io, e poi lo guardai allontanarsi in macchina. Mi accorsi che mi stavo mordendo il labbro, e smisi all'istante, ricordandomi le parole che mi aveva detto Nick poco prima e non volendo rovinargli il lavoro.
~~~
Appena Nick aveva finito con "l'operazione Bleremiah" mi aveva raggiunta al Bel Grissino ancora con la sua divisa da Usignolo per cenare insieme. C'erano tutti, tutte le Nuove Direzioni erano lì, chi in coppia come Artie e Brittany, e chi da solo come Sam e Santana. Mancavano solo Quinn e Finn per ovvi motivi.
«Sono già pronto per l'esibizione» mi aveva detto Nick quando gli avevo chiesto perché fosse ancora in divisa.
Insomma era bello, però lo preferivo con i vestiti normali, che rendevano più giustizia al suo bellissimo corpo.
Comunque, ero curiosa di sapere come fosse andata a Blaine con Jeremiah, però Nick non era la persona giusta a cui chiedere. Una cosa però la volevo sapere subito: che cosa gli avessero cantato.
Era stata una canzone sdolcinata o avevano fatto un'esibizione energica?
«"When I Get You Alone" di Robin Thicke» mi rispose il mio ragazzo.
Woah!
Canzone decisamente spinta!
«Sì, un po' osé» confermò il mio ragazzo vedendo la mia faccia stranita.
Poi ci guardammo e scoppiammo a ridere senza riuscire a trattenerci.
Amavo ridere con lui!
Era davvero bello quando rideva!
Dopo pochi attimi Kurt entrò in sala, si mise dietro il microfono e iniziò a presentare gli Usignoli, mentre gli altri ragazzi entravano e prendevano posto schierati. Anche Nick si alzò, e dopo avermi lasciato un bacio fugace si unì ai suoi amici.
Kurt finì il discorso dicendo che era sicuro che quello sarebbe stato l'anno dei singol guardando Mercedes e Rachel, che erano pochi tavoli più in là di me. Mi girai anche io verso di loro e feci l'occhiolino alle mie amiche per fargli capire che ero d'accordo con Kurt. Poi gli Usignoli iniziarono a cantare "Silly Love Songs" di Paul McCartney. Mentre cantava incontrai gli occhi di Blaine, e nonostante mi fece l'occhiolino e un sorriso smagliante, mi accorsi che non sembrava al settimo cielo come si aspettava di essere dopo la sua dichiarazione a Jeremiah.
«Possiamo sederci qui?» ci chiesero Kurt e Blaine una volta finita la canzone, raggiungendomi insieme a Nick.
Io guardai il mio ragazzo e poi acconsentimmo. Eravamo stati da soli già abbastanza quel giorno, potevamo concederci un po' di compagnia.
«Blainey, come è andata con Jeremiah?» chiesi a Blaine, avvicinandomi per farmi sentire solo da lui.
Evidentemente però Kurt mi sentì, perché si fece prendere dall'imbarazzo e disse «Vado a salutare Rachel e Mercedes» sparendo in un battibaleno.
Nello stesso momento Blaine assunse un'espressione sconcertata.
«Non come speravo. Ma ti racconto domani» mi sussurrò poi, sedendosi di fronte a me.
«Serata Bloxie straordinaria?» gli chiesi, pensando che il giorno dopo era venerdì e che di solito facevamo i pigiama party di mercoledì.
«Ovvio! Mi devi raccontare tutto!» rispose lui con aria ovvia, ammiccando verso Nick.
Io guardai il mio ragazzo, che stava parlando con Jeff, con un sorriso. Poi lui si girò e mi sorrise un po' stranito.
«Perché sorridi?» mi chiese confuso.
«Perché sei bello» gli risposi io senza perdere il sorriso.
Allora lui si avvicinò e mi lasciò un bacio a fior di labbra con aria maliziosa.
In quel momento mi resi conto che avevo una cosa da dire al mio migliore amico, una cosa che non poteva aspettare fino alla sera dopo.
«Blaine, sono innamorata!»
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top