BLACK OR WHITE
«Ammettetelo, ragazzi, ci avete battute alle Provinciali solo perché il giudice pagliaccio era fattissimo» ci disse Santana qualche settimana dopo Natale, mentre io, lei, Mercedes, Brittany, Blaine e Kurt camminavamo per i corridoi del McKinley.
Io, Blaine e Kurt alzammo gli occhi al cielo.
Ancora con quella storia?!
«E perché noi Nuove Direzioni abbiamo cantato Michael e voi ragazze no» le fece notare Kurt con aria ovvia «Ma è successo settimane fa» aggiunse.
«Già, perché ne stiamo ancora parlando?» chiesi io confusa e anche un po' stanca.
«Una sola parola, ragazzi: Michael» rispose Mercedes.
Ah, ecco!
Alle ragazze rodeva perché non si erano potute esibire con le canzoni di Michael Jackson.
Non avevano tutti i torti allora.
«Tranquille» disse allora Blaine «Immortal, il tributo del Cirque Du Soleil a Michael Jackson, va in onda a Columbus a giugno, potremmo andare!» spiegò, cercando di rincuorare le nostre amiche.
«Possiamo avere i biglietti a metà prezzo!» esclamai io illuminandomi «Uno degli acrobati è un ex-allievo di mio padre» precisai.
Ma Mercedes non sembrava per niente rincuorata da quella nostra proposta.
«Forse non avete capito» disse infatti «Io non voglio andare a vedere uno spettacolo su Michael, io voglio essere quello spettacolo» spiegò con decisione.
Anche in questo caso non aveva tutti i torti, fare Michael Jackson alle Provinciali era stato magnifico, e in effetti mi dispiaceva che le mie amiche se lo fossero perso.
«Cosa sta succedendo, ragazzi?» chiese in quel momento il professor Schuester, che era di passaggio ed evidentemente aveva sentito la nostra conversazione.
«Siamo felici di essere tornate nelle Nuove Direzioni, professor Schue, però abbiamo perso l'occasione di cantare Michael Jackson» gli disse Mercedes con voce lamentosa.
Il professor Schuester le diede ragione, e ci disse che stava pensando di rifare Michael anche alle Regionali.
Io e Brittany ci guardammo con gli occhi spalancati e un sorriso entusiasta. Per noi ballerine del gruppo Michael Jackson era un punto di riferimento, e l'idea di poterci esibire di nuovo con sue canzoni ci faceva impazzire.
«In qualsiasi caso, io so esattamente con che canzone vorrei aprire» ci informò Blaine guardandoci con aria complice.
Poi iniziò a cantare "Wanna Be Startin' Somethin'" ovviamente di Michael Jackson, e io, Santana, Brittany, Mercedes e Kurt lo seguimmo ballando.
Sì, è proprio per questo che tutti gli studenti ci odiano, partiremmo a cantare a qualsiasi ora del giorno, e inizieremmo a ballare girando per la scuola qualsiasi canzone sia partita. Posso capire che per qualsiasi persona normale possa essere fastidioso, ma noi del Glee Club siamo fatti così, e ci piacciamo così.
Quello stesso pomeriggio poi, ci esibimmo con la stessa canzone ma in auditorium, tutti con addosso degli indumenti tipici di Michael Jackson.
Eravamo bellissimi!
Peccato che ci fosse solo il professor Schuester come spettatore.
Ma a noi non importò molto, lo facevamo per noi, e ci divertimmo un mondo!
Ma il divertimento e la gioia di fare Michael alle Regionali si spense in pochissimo tempo. Infatti il giorno dopo ricevemmo una brutta notizia, e scoprimmo anche che era tutta colpa del mio caro e bellissimo migliore amico.
Gli Usignoli avevano scoperto che volevamo fare Michael alle Regionali, e Sebastian aveva deciso che lo avrebbero fatto anche loro. Ma non potevamo farlo entrambi, quindi era nata una guerra di quelle molto molto aspre, perché entrambi eravamo determinati a vincere.
Certo che ora dico perché ho detto essere stata colpa di Blaine!
A quanto pare lui e Sebastian si scrivevano regolarmente dopo quell'uscita allo Scandals, e il mio migliore amico aveva pensato bene di spifferare al leader degli Usignoli i nostri piani per le Regionali.
«Ma come diavolo ti è saltato in mente di dirgli una cosa del genere?!» chiesi indignata a Blaine quel giorno, mentre entravamo in aula canto.
«Non ci ho pensato, scusate» si difese lui alzando le spalle con innocenza.
«Beh, pensaci la prossima volta! Ci hai messo nei guai, Blaine!» lo rimproverò Quinn, mentre io lo guardavo male.
«Mi è scappato ok?!» disse ancora Blaine in sua difesa, iniziando anche a scaldarsi.
Faceva anche l'offeso?!
Con che coraggio?!
«La prossima volta cerca di controllare quello che dice la tua bellissima bocca» gli dissi io con rabbia «E comunque, non hai il diritto di scaldarti perché ti stiamo accusando, quindi cambia tono» aggiunsi puntandogli il dito contro con aria minacciosa.
Blaine alzò gli occhi al cielo sbuffando, mentre entravamo in aula canto preceduti da Tina e Mike, scocciati quanto me e Quinn.
«Devo pur esserci un modo di reclamare questa cosa!» esclamò Tina indignata.
«Non esiste un comitato dei Glee Club?» chiese Mike cercando una soluzione.
Blaine sbuffò.
«Ok, forse è un po' sconcertante, ma non è la fine del mondo» disse poi «Alle Provinciali vi hanno rubato la scaletta il giorno della gara e ve la siete cavata lo stesso» aggiunse con aria ovvia.
Io scossi la testa.
Rubarci la scaletta prima della gara era un conto, ma Michael non potevano rubarcelo!
Lo avevamo scelto noi per primi!
Infatti Artie disse al stessa cosa, entrando stizzito in aula canto seguito da Rory.
«Non credo sia il caso di parlarne in presenza di Blaine» disse in quel momento Puck con rabbia.
Io lo guardai male.
Va bene tutto, però ora non dovevano prendere Blaine come un traditore, gli era scappata una cosa, e anche se avrebbe potuto pensarci prima di spifferare tutto a Sebastian, ero comunque dalla sua parte.
«Usignolo una volta Usignolo per sempre» aggiunse Puck.
A me salirono i nervi a sentire quella frase, perché mi venne in mente la prima persona a cui l'avevo sentita pronunciare poche settimane prima, e che guarda caso era anche la persona che aveva causato tutto quel trambusto tra di noi.
«Come scusa?» chiese Blaine voltandosi verso Puck, che era seduto alle nostre spalle.
«Hai detto agli Usignoli di Michael Jackson, cartellino giallo, Anderson» spiegò Puck con cattiveria, mentre Mike che era alla mia destra lo guardava con occhi di fuoco.
Blaine fece un'espressione evidentemente offesa.
«Ok, ragazzi, calma» dissi allora io.
Ce l'avevo con Blaine, ma vederlo così mi dispiaceva.
«Lo sappiamo che l'ultima cosa da fare è attaccarci a vicenda» aggiunsi cercando di calmare gli animi.
«Come si fa a non attaccarsi quando qualcuno ha rivelato quello che avevamo in mente per le Regionali?» mi chiese Mike indignato.
Io sospirai.
«Tutti sbagliano» dissi poi con calma.
«Dobbiamo stare tutti in guardia, perché quello che ha fatto Blaine sarebbe potuto succedere a ognuno di noi» disse Finn appoggiandomi «Gli Usignoli sono i nostri più grandi rivali dopo i Vocal Adrenaline, quindi se vogliamo batterli in questo che sarà l'ultimo campionato per alcuni di noi, dobbiamo smettere di parlare di loro e pensare a batterli» aggiunse quasi con rimprovero verso chi si attaccava a vicenda.
Aveva ragione!
Eccome se ne aveva!
«Non avrei saputo dirlo meglio!» esclamò infatti il professor Schuester, entrando in aula e prendendo il pennarello per scrivere alla lavagna «Il compito della settimana è "Cosa farebbe Michael Jackson", perché solo pensando come lui possiamo capire come sconfiggere gli Usignoli» ci spiegò poi.
«Michael Jackson si batterebbe» disse Finn con convinzione «Sono le nostre Regionali, e se ce le vogliono portare via che provino a strapparcele dal guanto di lustrini» aggiunse, facendo un sorrisetto e citando il più famoso indumento di Michael Jackson.
Noi annuimmo d'accordo con lui.
«Lo so io cosa farebbe Michael» disse allora Blaine «Risolverebbe tutto in strada» aggiunse con aria di sfida e complice allo stesso tempo.
Io lo guardai con un sorriso, come molti altri di noi.
Aveva trovato il modo di farsi perdonare!
~~~
Così, quella sera stessa, avevamo organizzato un incontro con gli Usignoli in un parcheggio, pronti a batterci per conquistare Michael.
No, non avevamo intenzione di fare a botte, ci saremmo battuti nello spirito del Glee Club: con un canzone.
«Roxie, hai intenzione di sfidare a sangue il tuo ragazzo?» mi chiese Rachel incredula, mentre aspettavamo l'arrivo dei nostri rivali.
«Premesso che non ci sarà sangue, è un po' quello che facciamo sempre. Sappiamo entrambi che sul palco siamo grandi nemici, ma sappiamo anche che riusciamo ad amarci alla follia una volta dietro le quinte» le risposi io alzando le spalle con innocenza.
«Sei sicura che non ci sarà sangue?» mi chiese Puck avvicinandosi con fare da spaccone «Perché potrebbe partirmi un gancio destro verso il viso del tuo bell'Usignolo, e allora potrebbe sì essercene» aggiunse, ammirando il suo pugno serrato e mostrandolo anche a me.
Io lo guardai con occhi di fuoco.
«Non oseresti mai» gli dissi con aria di sfida.
«Invece sì che oserei. Ti sei mai accorta che il tuo ragazzo ha la faccia un po' storta? Potrei raddrizzargliela» ribatté lui alzando le spalle con noncuranza.
In quel momento sentimmo dei passi, e voltandoci puntammo gli occhi sugli Usignoli che si stavano avvicinando a noi.
«Prova ad alzare un solo dito sul mio Nick e sei morto» dissi a Puck con aria minacciosa, prima di seguire i miei compagni, che si fermarono esattamente di fronte a Sebastian e i suoi compagni.
I miei occhi incontrarono quelli di Nick, e lui mi fece un mezzo sorriso prima di mimarmi con le labbra un «Vinceremo noi» con aria di sfida.
In risposta io gli mimai un «Non credo proprio» facendo poi un sorrisetto furbo.
Ero pronta a battermi per Michael Jackson, e anche i miei compagni lo erano.
Così iniziammo a cantare "Bad" proprio del re del pop, e la nostra lotta diventò una guerra all'ultimo passo di danza. Quando fu ovvio che stavamo chiaramente vincendo noi (insomma, come sarebbe stato possibile il contrario con le mosse che facevamo io, Mike e Brittany e con il talento vocale di Santana, Artie e Blaine?), tra gli Usignoli iniziò a girare un sacchetto di carta, che solo alla fine della canzone capimmo cosa contenesse.
Sull'ultima nota dell'ultimo ritornello il pacchetto era arrivato a Sebastian, che ne estrasse un bicchiere di quelli delle granite, e si preparò a lanciarlo in faccia alla persona che aveva di fronte, ovvero Kurt. Ma il mio migliore amico se ne accorse, e in un gesto da eroe si lanciò davanti a Kurt per salvarlo, prendendosi la granita in piena faccia. In un attimo era a terra che urlava in preda al dolore e con le mani sugli occhi.
Noi eravamo tutti sconvolti, e mentre Kurt si inginocchiava cercando di aiutare Blaine, io sentii la rabbia crescere e non mi trattenni. Prima che potessi contare fino a 10 stavo rincorrendo Sebastian e gli Usignoli.
«Roxie, no!» sentii esclamare da Santana.
Ma niente avrebbe potuto fermarmi in quel momento, ero una furia che si stava per abbattere su Sebastian e anche sul mio povero Nick.
«Ehi! Cosa diavolo ci hai messo?!» esclamai appena raggiunsi gli Usignoli.
«Dove scusa?» mi chiese Sebastian voltandosi verso di me con una risatina sarcastica.
«Non fare il finto tonto! Nella granita, cosa ci hai messo?!» chiesi ancora furiosa.
Che voglia di prenderlo a pugni!
«Nulla, era una semplice granita» mi rispose Sebastian con aria ovvia, e mantenendo quella sua espressione sarcastica che tanto odiavo.
«Ma per favore! So bene come sono fatte le granite normali, e non fanno quell'effetto!» ribattei io con rabbia.
«Deve aver avuto una reazione allergica, non so cosa dirti» si difese Sebastian alzando le spalle con noncuranza.
Mamma mia che nervoso!
Che voglia di saltargli addosso!
«Smettila di pararti il culo e dimmi cosa diavolo hai messo in quella maledetta granita!» urlai di nuovo esasperata.
Vedere Blaine cadere al suolo in preda al dolore mi aveva devastata. Urlava come non mai, ed era ovvio che stesse soffrendo.
«Ti ho già detto che non c'era niente» ripeté Sebastian con cattiveria e diventando di colpo serio.
«Devo spaccarti quella faccia da viscido per farti confessare?!» gli chiesi, facendo qualche passo avanti verso di lui.
«Uuuh, che paura!» esclamò Sebastian scoppiando poi a ridere.
«Ok, Roxie, tranquilla, tranquilla» mi disse in quel momento Nick, mettendosi tra me e Sebastian e spingendomi un po' indietro, mettendomi le mani sulla vita.
«Tranquilla?! Nick, lo hai visto?! Hai visto Blaine?! Stava urlando dal dolore!» gli urlai contro io, sentendo delle lacrime di rabbia minacciare di uscire.
«Ti conviene calmarti se non vuoi ricevere una granita in piena faccia anche tu» mi disse Sebastian con aria minacciosa.
«Ehi, forse ora sei tu quello che deve calmarsi!» gli disse Nick voltandosi a guardarlo con occhi di fuoco.
Sebastian fece un'altra risatina sarcastica.
«Andiamo, ragazzi» disse poi, facendo segno agli altri di seguirlo.
«Non finisce qui, te la faccio pagare!» gli dissi puntandogli contro il dito.
Sebastian fece un altra faccia da finto spaventato, prima di scoppiare a ridere di nuovo e poi iniziare ad allontanarsi.
«Roxie, calma» mi sussurrò Nick avvicinandomi di più a lui.
Io puntai i miei occhi, ormai pieni di lacrime, nei suoi, e lo vidi dispiaciuto, ma la mia rabbia non avrebbe fatto sconti nemmeno a lui. Infatti in un attimo gli avevo tolto le mani dalla mia vita e avevo fatto un passo indietro guardandolo male.
Lui mi guardò confuso.
«Dimmi cosa c'era in quella granita» gli dissi con rabbia ma senza alzare la voce.
«Roxie, non lo so... non... te lo giuro» mi rispose lui scuotendo la testa.
«Non mentire, Nick» gli dissi io quasi implorandolo.
«Roxie, ti ho detto che non lo so» ribadì Nick.
Io lo guardai male, ed ero talmente arrabbiata che iniziarono a tremarmi le mani, allora Nick le prese nelle sue e si avvicinò provando a darmi un bacio. Ma io mi scansai in fretta. Non ero in vena di baci.
Lui mi guardò deluso.
«Nick, andiamo» gli disse in quel momento Jeff, che si era fermato ad aspettarlo «Di' a Blaine che ci dispiace» disse poi a me, mentre Nick mi dava le spalle per allontanarsi con lui.
Lo avevo trattato male, però vederlo allontanarsi senza un saluto e senza voltarsi indietro mi fece male. Infondo averlo così vicino mi rilassava un po', e ora che se ne era andato sentivo che la rabbia mi stava distruggendo.
~~~
«Come sta?» chiese la mattina dopo Rachel a Kurt, mentre il ragazzo entrava in aula canto con aria assente.
Io ero già seduta su una sedia, e dovevo avere la stessa espressione di Kurt, perché sentivo e vedevo tutto a stento, proprio come se fossi assente.
Quinn era al mio fianco, ma non sapeva cosa fare, mi guardava con occhi pietosi e basta.
«Ha subito una grave abrasione della cornea all'occhio destro, deve operarsi» rispose Kurt.
Ero stanca di sentire quella frase, mi faceva venire l'ansia tutte le volte che la sentivo. Così iniziai a muovere nervosamente la gamba, e Quinn accorgendosene allungò una mano per stringere la mia cercando di tranquillizzarmi.
«In tanti anni da studente e insegnante non ho mai sentito di una granita che possa provocare così tanti danni» disse il professor Schuester sconvolto.
«Certo! Perché non era una semplice granita!» dissi io bruscamente e con aria ovvia, senza puntare gli occhi su nessuno.
«C'erano dei sassi o qualcosa... voleva fare del male con quella granita» disse Finn con rabbia.
Il professore sospirò.
«Senza prove però non possiamo coinvolgere la polizia» ci informò poi dispiaciuto.
Io alzai gli occhi su di lui con rabbia.
«Lo faccio parlare io quello str...» iniziai a dire poi con foga, facendo per alzarmi.
Ma venni fermata da una mano che si stringeva intorno al mio polso per bloccarmi.
Era Quinn, che con gli occhi mi implorò di risedermi.
Io lo feci, ma non ero per niente tranquilla, e oltre a Quinn se ne accorse anche Mike, che era seduto davanti a me e si girò per prendermi una mano e stringerla nella sua. Io lo guardai confusa, e incontrando i suoi occhi color cioccolato, non so perché, ma mi calmai leggermente, riuscendo anche a fargli un mezzo sorriso di gratitudine.
Mike era davvero magico!
E non solo quando ballava!
«Il preside Figgins e il preside della Dalton ne sono al corrente e hanno aperto un indagine, lasciamo fare a loro» ci disse il professore.
«No!» esclamò Artie con decisione «Gli altri Usignoli copriranno Sebastian, dobbiamo farci giustizia da soli» aggiunse risoluto.
«Già, occhio per occhio» gli diede man forte Mike con decisione, senza lasciare andare la mia mano ma voltandosi comunque verso il professore.
Non avevo mai visto i miei compagni così arrabbiati, soprattutto Mike, che di solito era il più pacifico del gruppo, e che fino a un attimo prima stava cercando di tranquillizzarmi con gli occhi pieni di calma. Occhi che in quel momento però, davano la sensazione di poter lanciare fulmini da un momento all'altro.
«Non possiamo non fare niente, dobbiamo reagire!» dissi io decisa pochi minuti dopo, mentre ero in corridoio con Santana e Quinn.
La mia amica sembrava scettica e preoccupata, Santana invece era più per la quale.
«Roxie ha ragione, Blaine merita vendetta» disse una voce alle mie spalle unendosi a noi.
Era ancora Mike, che era comparso al mio fianco e mi guardò facendomi un cenno di assenso.
Io lo guardai con gratitudine.
«Lasciate fare a me» ci disse Santana «Ho un piano» aggiunse con aria complice.
Poi ci diede le spalle e si allontanò a testa alta.
Non sapevo cosa avesse intenzione di fare, ma sapevo che era una maga della vendetta, e se c'era qualcuno che poteva farla pagare e far confessare Sebastian era lei. Così mi affidai nelle sue mani, e mi ripromisi di starne fuori per non creare problemi. Quando mi faccio prendere dalla rabbia posso mettermi nei guai, e non era il caso di dare ancora più pensieri al professor Schuester e ai ragazzi.
~~~
Avevo deciso di stare fuori dal piano per farla pagare a Sebastian, però da migliore amica avevo il compito di distrarre il più possibile Blaine passando un po' di tempo con lui. Così quella sera decisi di mantenere la tradizione della serata Bloxie visto che era mercoledì.
«Portagli questi» mi disse mia madre mentre uscivo, porgendomi un contenitore con dentro i biscotti preferiti di Blaine «E dagli un grande bacio da parte mia» aggiunse, dando un bacio rumoroso a me sulla guancia.
Io la guardai con gratitudine. Mi era servito quel bacio, e sapevo che lo sapeva.
Mentre mi chiudevo la porta di casa alle spalle mi suonò il cellulare: era Nick.
«Fai in fretta, sto andando da Blaine» gli dissi fredda e senza nemmeno salutare.
«Come sta?» mi chiese lui.
«Non lo so, ti ho detto che ci sto andando adesso» risposi secca.
Lo sentii sospirare.
«Roxie, mi dispiace» mi disse poi dispiaciuto «Non sapevo nulla di quella granita, e non so cosa ci fosse dentro» aggiunse.
«Lo so» mi limitai a dire io.
Ripensando ai suoi occhi il giorno prima, era evidente che fosse sincero, e anche se sul momento ero stata brusca, ora non volevo esserlo, anche se ero ancora arrabbiata.
«Però mi hai deluso molto quando te ne sei andato con gli altri senza fermarti ad aiutare Blaine. Potevi non sapere nulla, e ti credo, e ti ho anche visto voltarti per vedere come stesse Blaine, ma non mi è bastato per scagionarti» dissi ancora con rimprovero.
Stavolta toccò a Nick dire che lo sapeva, e poi si scusò di nuovo.
«Dimenticati di me per una settimana, Blaine ha più bisogno di quanto ne abbia tu adesso» gli dissi poi fredda.
Lo sentii sospirare di nuovo, e volevo dire qualcosa per sembrare un po' meno arrabbiata, ma ero arrivata davanti a casa di Blaine e non feci in tempo.
Proprio in quel momento vidi Finn e Rachel uscire dalla porta, e mi avvicinai aggrottando le sopracciglia.
Cosa ci facevano lì?
«Siamo venuti a fare compagnia a Blaine in nome di tutta la squadra» mi spiegò Rachel.
«E anche ad augurargli un in bocca al lupo per l'operazione» aggiunse Finn annuendo.
Io gli feci un mezzo sorriso di gratitudine.
«È su da solo ora?» gli chiesi poi.
«No, c'è Kurt» mi rispose Rachel.
«Allora forse è meglio se aspetto a salire» dissi con aria maliziosa.
«Veramente Kurt ha detto che aspettava te per tornare a casa, quindi forse è meglio se sali» mi consigliò invece Finn.
Io ascoltai il suo consiglio, e dopo averli salutati entrai in casa del mio migliore amico.
«Ciao, Roxie!» mi salutò suo padre.
Io gli feci un leggero sorriso e salutai sia lui che la madre di Blaine, prima di salire le scale per andare nella camera del mio migliore amico. Bussai alla porta (cosa che non faccio mai) per evitare di trovarmi davanti lui e Kurt a fare cose intime, e quando mi fu permesso di entrare aprii la porta con un sorriso.
Non ero in vena di sorrisi in quei giorni, ma non potevo farmi vedere arrabbiata e preoccupata da Blaine, era l'ultima cosa che gli serviva.
«Ehi, Kurt!» esclamai «Capitan Anderson!» aggiunsi, salutando il mio migliore amico facendo finta di togliermi il cappello.
Sull'occhio malato Blaine indossava una benda da pirata, per quello lo avevo chiamato così, facendolo anche ridere.
Quanto era bello quando rideva!
«Come stai?» gli chiesi avvicinandomi per lasciargli un bacio sulla guancia.
«Diciamo bene» mi rispose lui alzando le spalle con un sorrisetto innocente.
«E lui?» chiesi indicando l'occhio bendato.
«Fa un po' male ma... tutto sommato bene» mi rispose Blaine «Vuoi vederlo?» mi chiese poi.
Io arricciai il naso, mentre mi sedevo sul letto accanto a lui.
Non sapevo se volevo vederlo.
«Non c'è nulla si strano... credo» mi disse Blaine per convincermi, e prima che potessi fermarlo si era alzato la benda mostrandomi il suo occhio.
Non c'era nulla di strano in effetti, solo che la parte che di solito dovrebbe essere bianca era rosso sangue, completamente.
«Che schifo, Blaine!» urlai sconvolta.
Sono facilmente impressionabile, e la visione di quel suo bellissimo occhio così rovinato mi aveva fatto venire i brividi.
Blaine scoppiò a ridere, mentre io mi coprivo gli occhi con le mani per non vedere quello scempio.
«Puoi guardarmi ora, l'ho ricoperto» mi disse dopo qualche attimo, prendendomi le mani e togliendomele dagli occhi.
Io lo lasciai fare, ma non lo avessi mai fatto!
Appena posai di nuovo gli occhi su di lui mi accorsi che non aveva affatto ricoperto l'occhio, e vidi ancora tutto quel rosso intorno alla sua bellissima iride e mi tornarono i brividi.
«Dai, Blaine!» urlai ancora, ricoprendomi di nuovo gli occhi.
Ma questa volta non bastò a calmarmi, infatti la visione di quell'occhio torturato mi continuava a girare per la mente, e iniziai a tremare sentendo le forze venire meno.
Sì, ero sul punto di svenire, e per chi è facilmente impressionabile come me sa che terribile sensazione sia.
«Blaine! L'hai spaventata davvero!» lo rimproverò Kurt, allungando una mano per stringermi un braccio cercando di calmarmi.
«No, Shug, no» disse Blaine avvicinandosi a me e stringendomi al suo petto «Non volevo spaventarti così tanto» mi sussurrò, accarezzandomi la schiena con una mano e lasciandomi un bacio tra i capelli.
Dopo qualche secondo mi ero calmata, così riuscii ad alzare la testa verso di lui (che intanto aveva davvero ricoperto l'occhio con la benda) e poi sciolsi il nostro abbraccio.
«Vado, mio padre, Finn e Carol mi stanno aspettando per la cena» disse in quel momento Kurt alzandosi dalla sedia.
Poi si chinò a dare un bacio a Blaine, prima di uscire dalla sua camera.
«Allora, cosa ti ha detto il dottore?» chiesi al mio migliore amico, appoggiando la schiena alla testiera del suo letto e voltando la testa per guardarlo.
Lo fece anche lui, ma poi mi chiese di cambiare lato per vedermi meglio.
«Se mi giro troppo sento tirare» mi spiegò mentre mi mettevo dall'altra parte.
«Comunque, come sai, devo fare un'operazione, e poi in teoria sarà tutto come prima» disse rispondendo alla mia domanda.
«Quindi niente più occhio rosso?» gli chiesi speranzosa e arricciando il naso al ricordo del suo occhio.
«Niente più occhio rosso» mi confermò lui con aria divertita.
Io feci un sorriso.
«E tu come ti senti? Intendo, per l'operazione?» chiesi poi precisando cosa intendessi.
«Bene, sono... sono positivo» mi rispose Blaine abbozzando un sorriso.
Era evidentemente preoccupato, ma forse lo ero più io di lui.
Comunque, era arrivato il momento di cambiare argomento, così mi allungai verso il contenitore con dentro i suoi biscotti preferiti.
«Guarda cosa ti ha fatto la mia mamma!» esclamai mostrandoglielo.
Lui scoppiò a ridere e poi mi disse che la amava.
«Ah, mi ha anche detto di darti questo» dissi ancora, prima di lasciargli un bacio sulla guancia.
Blaine sorrise, e poi posò le labbra all'angolo della mia bocca per ringraziarmi.
Ma non doveva ringraziarmi, avrei fatto qualsiasi cosa per lui, e stavo anche rischiando di perdere il mio ragazzo in quel momento.
~~~
Ma non era vero che non ci saremmo visti per una settimana io e Nick, perché già quel venerdì ebbi modo di fargli capire che non ero più arrabbiata.
Infatti il piano di Santana era stato quello di andare alla Dalton a sfidare Sebastian sulle note di "Smooth Criminal" per poi fargli confessare che nella granita ci aveva messo del sale grosso.
«Che str...» stavo esclamando io, ma venni interrotta da un «Roxie!» di rimprovero proveniente dalla sedia di Artie.
Alzai gli occhi al cielo.
Perché mi aveva fermata?
Sebastian si meritava quell'insulto!
Comunque, tornando al piano di Santana, aveva la registrazione della confessione di Sebastian, e ci disse che aveva intenzione di darla alla polizia.
«No, non possiamo farlo» disse Kurt fermandola.
«Perché no? Blaine avrà giustizia così» gli dissi io con aria ovvia.
«Sì, e probabilmente Sebastian andrà in riformatorio, ma gli Usignoli faranno comunque Michael alle Regionali e ci batteranno» mi fece notare Kurt «Daremo loro una lezione, perché se Michael fosse stato dietro tutti quelli che gli facevano un torto non avrebbe fatto musica» aggiunse «So come far capire agli Usignoli chi si merita di fare Michael alle Regionali, e ho prenotato l'auditorium, quindi se volete seguirmi...» concluse facendoci segno di seguirlo.
Noi ci alzammo, convinti dall'idea di Kurt, ma io passando accanto a Santana le sussurrai che mi piaceva il suo piano, vedendola farmi un sorriso complice.
«Come sta Blaine?» mi chiese in quel momento Quinn mettendosi alla mia destra.
«Già, è grave?» mi chiese Mike comparendo alla mia sinistra.
Io lo guardai un po' incredula.
Mi aspettavo che Quinn mi chiedesse notizie, ma non avevo mai notato tutta quella amicizia tra Blaine e Mike. Però mi fece piacere vederlo preoccuparsi per lui, ed ero sicura che anche Blaine ne sarebbe stato lusingato appena glielo avessi detto.
«No, non è gravissimo, se la caverà, e anche il suo occhio» risposi leggermente divertita.
«E psicologicamente?» mi chiese ancora Mike «Insomma, un'operazione all'occhio non è facile da sostenere» aggiunse preoccupato.
Io annuii.
«Credo di essere più in ansia io di lui» dissi poi, facendo ridere sia lui che Quinn.
Poi entrambi mi fecero un sorriso che io ricambiai, mentre entravamo in auditorium.
Dopo pochi minuti ci raggiunsero anche gli Usignoli, invitati da Kurt, che avrebbero assistito alla nostra esibizione di "Black or White" per fargli capire chi capiva davvero Michael Jackson e chi no. Verso la fine del pezzo Trent prese l'iniziativa e salì sul palco con noi, seguito dagli altri ragazzi tranne Sebastian, che continuò a guardarci dalla platea con quel suo sorrisetto sarcastico.
Che odio!
Cantando mi avvicinai al mio Nick, gli feci un sorriso e finita la canzone gli lasciai un bacio a fior di labbra facendo sorridere anche lui.
Poi il battito di mani di Sebastian, sarcastico come il suo sorriso, ci fece puntare gli occhi su di lui.
«Molto commovente» disse freddo.
«Dai, Sebastian! Rilassati!» provò a dirgli Nick un po' scocciato.
«Quell'atteggiamento ci ha fatto perdere le Regionali l'anno scorso» lo rimproverò lui puntandogli il dito contro.
Nick lo guardò deluso, e io feci scivolare una mia mano nella sua, intrecciando le nostre dita per confortarlo un po'.
«Potrei farti arrestare per quello che hai fatto a Blaine» gli disse Santana con tono di sfida.
«Se solo aveste una prova» ribatté Sebastian fingendosi dispiaciuto.
«Come questa?» chiese Santana, tirando fuori il registratore che ci aveva mostrato poco prima in aula canto e porgendolo a Kurt.
L'espressione di Sebastian cambiò all'istante, e finalmente quel sorrisetto saccente sparì dal suo volto per lasciare spazio a del leggero panico.
Sul mio di volto invece nacque un sorrisetto furbo.
Ce l'avevamo in pugno!
«Però in verità non sarebbe bello vincere le Regionali senza vederti soffrire per la sconfitta» disse Kurt lanciandogli il registratore.
Sebastian lo prese al volo, e poi uscì dall'auditorium con la coda tra le gambe.
Avevamo trionfato di nuovo!
E come sempre, senza la violenza!
«Ti amo» sussurrai a Nick, prima che sciogliesse l'intreccio tra le nostre mani.
«Anche io» mi sussurrò lui.
Poi mi lasciò un bacio a fior di labbra e uscì dall'auditorium con gli altri Usignoli.
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