Capitolo 3 - Scar

Cosa c'è di meglio del cinguettio degli uccelli per svegliarsi e il rumore delle onde che si infrangono dolcemente? Non una secchiata d'acqua congelata.
Sul serio ragazzi, non provateci a casa.
Ad Aidan ci volle qualche secondo e tante boccate d'aria per svegliarsi totalmente e capire cosa fosse successo.
-Svegliati pidocchio- Andrew era lì di fronte a lui con un secchio in mano -Ho una buona notizia e una cattiva-
-Avete deciso di lavarvi più spesso?-
-Ahah divertente- rispose per poi puntargli un coltello alla gola -Ma io non ho molto senso dell'umorismo-
Aidan ritrasse la testa e deglutì
-Okay okay, ricevuto-
Ritirò il coltello e lo rimise nel fodero
-Stavo dicendo. La buona notizia è che il capitano ha accettato di tenerti in vita- gli si avvicinò e taglio le corde che lo legavano.
Il biondo osservò i polsi doloranti e segnati dalla stretta. Aggrottò le sopracciglia
-Davvero? Così? Senza incontrarmi? Senza accertarsi della mia identità?-
-Diciamo che ho avuto qualche problema nell'arruolamento di ieri sera-
-Ha cacciato tutti via!- arrivò gridando una voce da dietro
-Non intrometterti e vai a lavorare Nathaniel!- rispose Andrew girandosi verso la voce
-E...la brutta notizia?- si alzò lentamente.
Il corvino lo osservò
-Sei stato affidato a me- si girò e cominciò a camminare
-...andremo molto d'accordo...-

~~~

-Regola numero uno: non parlarmi mentre mangio. Regola numero due: non parlarmi mentre lavoro. Regola numero tre: non parlarmi di sopra. Regola numero quattro: non contraddirmi. Mai. E per ultimo, regola numero cinque: se dormo non svegliarmi. Per.nessun.motivo. Ah e butta via quel taccuino-
-Perché?- Aidan stava annotando tutto quanto su un libretto
-Perché ti fa apparire come ciò che sei: uno smarrito pidocchio sfigato. E io non voglio rovinarmi la reputazione camminando accanto ad uno...così- lo guardò dall'alto al basso
-Ehi!-
-Regola numero quattro!-
Sbuffò
- 'Non contraddirmi' certo certo...-
-Memorizza le sei regole e potrai sopravvivere su questa nave-
-Ma non erano cinque?-
-Fa silenzio-
-E poi queste regole riguardano solo te, no? Hai qualcosa di insegnarmi davvero? Sul serio sei importante su questa nave?-
Andrew si fermò di scatto e si girò puntandogli un dito contro
-Okay mi hai fatto venire in mente la regola numero sei: stai.zitto.-
-E dai è nuovo, così lo spaventi- lo stesso pirata della sera prima si avvicinò e allungò la mano
-Nathaniel Ravenmar. Primo ufficiale della nave-
Gli strinse la mano
-Aidan Eri...amon. Aidan Eriamon-
-Bene, Aidan Eriamon, credo che ti serva un bel giro sulla nave-
-Ti stai offrendo per accompagnarlo? Bene, allora io vado a dormire. Ti affido il pidocchio-
-Ehi non ho detto di volerlo! Tienitelo tu!-
-Non ti sento- il corvino mise le dita nelle orecchie mentre Nathaniel sospirò.

Dopo un giro completo della nave, il ragazzo si fermò davanti ad una porta che portava ad una cabina, una cabina isolata dalle altre.
-La cabina del capitano- spiegò -In questo momento è molto indaffarato, forse potrai conoscerlo stasera-
Ci fu qualche secondo di silenzio, cosa che rese il tutto imbarazzante
-Quindi, hai esperienze in mare?- chiese Nathaniel
-Non...non particolarmente... cioè sì, ho fatto qualche giro in barca- -Una barca molto costosa- -Ma niente di speciale-
D'un tratto il galeone si mosse inclinandosi a sinistra. Molti dell'equipaggio persero l'equilibrio e si aggrapparono al passamano
-Tim! Che stai facendo!?-
-Scusa scusa, uno scoglio individuato all'ultimo secondo!- rispose la voce al timone.
La nave si raddrizzò e continuò normalmente la sua rotta, seguita dal lamento e dalle imprecazioni dei pirati a bordo
-Woah potevate avvertire prima! Succede spesso Nathaniel? Nat...Nathan?-
Il ragazzo aveva la faccia verde e si teneva una mano davanti la bocca
-Nathan? Stai bene?- Aidan cercò di aiutarlo ma Nathaniel lo spostò
-Sto bene sto bene. Scusami, ritorno sottocoperta- e se ne andò lasciando il biondo con una lieve preoccupazione.

~~~

Il tempo era passato, ed era già arrivato il pomeriggio.
Aidan chiudeva e apriva continuamente il suo orologio.
Era seduto sul cornicione della nave. La maggior parte dei pirati non notavano neanche la sua presenza, altri che invece gli si avvicinano, con sorrisi decisamente pericolosi, correvano via quando il biondo diceva loro di essere stato affidato ad Andrew.
Capì che se quegli uomini giganti erano spaventati da un ragazzetto di vent'anni, allora era meglio non voler vedere la causa di quell'agitazione.
Il sole stava tramontando. Il cielo era tinto di rosso in contrasto col blu e in cima si vedeva già qualche stella.
Aidan si rese conto di non aver mai visto un tramonto così. Certo, molte volte si era seduto sul molo del porto ad osservarlo, ma visto seduto in un galeone in mezzo al mare era tutta un'altra cosa.
-Che stai facendo?- una voce improvvisa lo fece svegliare dai suoi pensieri
-H...huh?-
L'uomo davanti a lui aveva circa una quarantina d'anni. I capelli neri erano tirati all'indietro. Gli occhi erano anch'essi neri come il cielo notturno. Indossava anche lui un cappotto da pirata, verde scuro.
-Ti ho chiesto cosa stai facendo qui- lo sollevò dalla maglia e lo posò per terra, senza smettere di tirarlo per i vestiti -I nuovi arrivati non mi sono mai piaciuti. Non credere di avere la vita facile solo perché sei stato affidato a quel ragazzino. Vai a lavorare. Ora-
Lo spinse via. Senza dire una parola, il biondo se ne andò via. Chi avrebbe mai potuto ribattere contro un mostro del genere?

Così ecco il primo incarico di Aidan: lavare il ponte. Era il primo lavoro della sua vita. Non aveva mai lavato niente in vita sua, la servitù era sempre a sua disposizione, quindi fu un inizio un po' complicato. La nave era gigantesca, fortunatamente non era solo a pulire. Anche se sarebbe stato meglio essere solo.
Non volendo, diede colpi di straccio, pestate di piedi e spinte a molti pirati. Era sicuro di essersi inimicato un decimo di ciurma. Dall'altra parte, alcuni lo avevano preso in simpatia, vedendolo come un cagnolino smarrito che ha bisogno di aiuto.
Quando le luci delle lanterne della nave cominciarono ad illuminarsi, finalmente finirono le pulizie. Aveva un disperato bisogno di una doccia, ma prima che potesse anche solo pensarlo, alcuni uomini gli misero un braccio in torno al collo trascinandolo in sala da pranzo.
L'aveva già vista durante il pranzo, ma ne rimaneva sempre stupito. Era tutto così grande, chiassoso, pieno di risate. E lo avevano rassicurato che il pranzo non era niente in confronto alla cena che sarebbe cominciata. Crescendo in mezzo alla nobiltà Aidan non era abituato a cose del genere. Era stato presente a molti banchetti e grandi tavolate, ma tutto era svolto in grande silenzio. Stava perfino per rimanere digiuno aspettando qualcuno che gli mettesse il cibo nel piatto. Quando si rese conto di ciò che stava succedendo, si allungò velocemente verso il centro del tavolo dove era sistemato il cibo e, infilandosi tra quelli che si stavano abbuffando e litigando per il cibo, acchiappò qualcosa senza vedere cosa fosse. Nonostante tutto, il cibo era buono. Squisito. Era quasi ai livelli dei grandi chef da cui aveva mangiato.
Un cucchiaio sbattuto ripetutamente contro una pentola richiamò l'attenzione di tutti facendo calare il silenzio.
Si girò anche lui. Il rumore proveniva dal tavolo privato. Il tavolo privato era destinato al capitano e agli ufficiali di bordo.
Aveva già notato a pranzo Nathan ed Andrew, e ora aveva anche notato l'uomo dai capelli neri del pomeriggio, ma del capitano a pranzo non c'era stata nessuna traccia. I pirati gli dissero che spesso il capitano mangiava privatamente nella sua cabina, però qualche volta non rifiutava di stare in mezzo a tutti gli altri.
Il pirata che aveva attirato l'attenzione diede un annuncio
-Il capitano cenerà con noi-
Un boato riempì la sala. A quanto pare non venivano degnati della sua presenza molto spesso.
Poi dei passi riecheggiarono nella stanza. Il silenzio calò nuovamente all'entrata di un uomo. Indossava un cappotto nero e un cappello da pirata dello stesso colore sopra a dei capelli neri. Quei passi sembrarono infiniti. Quegli attimi furono pieni di tensione. Fu come se il tempo non si volesse decidere a ripartire. Finalmente arrivo al suo tavolo, che era posizionato ad un livello più alto, raggiungibile tramite degli scalini. Alzò il viso e finalmente Aidan riuscì a vedere com'era fatto. Si mise a capo tavola e alzò un bicchiere per aria
-Amici! Con gioia eccomi qui a darvi una notizia: a qualche chilometro da qui si trova il forte di Bequia. Deprederemo il magazzino di rifornimento dei soldati e conquisteremo l'isola. Il nostro navigatore ha previsto l'arrivo domattina all'alba. Sarà in quel momento che attaccheremo. Perciò, cenate e riempitevi d'energie. Quello di domani sarà un grande giorno!-
Tutta la ciurma alzò il calice pieno schizzando alcol ovunque e gridando.
Il capitano sorrideva. I suoi occhi erano azzurri, sembravano quelli di un bambino felice. Aveva una quarantina d'anni, ma ciò che sorprese Aidan più di tutti era una sola cosa: una cicatrice. Una cicatrice che gli rigava l'occhio sinistro fino alla guancia.
Aveva già visto prima quegli occhi e quella cicatrice.
Quegli occhi che avevano messo tanto timore e ammirazione in un piccolo bambino impaurito.
Quegli occhi che per la prima volta lo guardarono oltre la sua nobiltà.
Quegli occhi che lo risparmiarono.
Quegli occhi che lo segnarono per sempre.

#spazioautrice
Andrew lì su in foto

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