Capitolo 16 - Never Stop Smiling

Aidan si svegliò nella sua amaca. La sera prima era stata sfiancante, perciò si sentì sfinito anche dopo le ore di sonno. Quella mattina faceva piuttosto freddo. Il biondo non riusciva nemmeno a togliersi di dosso la coperta. Alla fine decise di non poter rimanere lì tutto il tempo. Si alzò ed uscì dalla stanza, stringendosi le braccia in cerca di calore. Come al solito, molti si erano già svegliati ed erano al lavoro. Perfino il capitano stava osservando i pirati. Quando vide il biondo, lo salutò e gli fece segno si avvicinarsi.
-Ho saputo che sei stato aiutato da Violet- cominciò il discorso.
Aidan annuì con un po' di preoccupazione
-Come fa a saperlo?-
-Ragazzo, io sono un capitano. Ho i miei informatori- mise un dito davanti alle labbra -Ma non preoccuparti, puoi fidarti di Violet. È una dei capitani di cui mi fido maggiormente-
-Oh...- si sentì sollevato.
Il capitano lo osservò per un paio di secondi.
Aidan si sentì a disagio
-Ragazzo, sei davvero orrendo- affermò.
Il biondo si sentì leggermente offeso e anche sbalordito. Nessuno gli aveva mai detto una cosa del genere. Il capitano sembrava aver letto i suoi pensieri
-No no, sono serio. Sei più bianco delle vele dell'albero maestro. Sicuro di stare bene?-
-Io sto bene- dopo questa affermazione, fu come se avesse provocato qualcosa e cominciò a sentirsi ancora più stanco. Scosse la testa
-Vado a lavorare-
Fu il suo turno di lavare i pavimenti. Cominciò dal ponte anteriore. Si sentiva uno straccio e quasi non riusciva a muoversi, ma probabilmente era la stanchezza del giorno prima. Aveva lavorato tutto il giorno e le corse erano più frequenti delle altre volte.
Cominciò ad affannarsi. Poi cadde. I suoi occhi cominciarono a chiudersi e l'ultima cosa che vide fu una mandria di pirati mettersi in cerchio intorno a lui.

~~~

Aidan si risvegliò in un letto bianco. Le pareti attorno a lui erano in legno e c'era uno strano odore come di erbe e anice per tutta la stanza. Le finestre della stanza erano aperte e facevano entrare la luce del sole. Dalla parte opposta, la camera si allargava e molti altri letti erano disposti tutti separati tra di loro da una tenda. Anche se aveva vari strati di coperte addosso aveva i brividi e sentiva parecchio freddo. Non riusciva a muoversi, si sentiva debole. Percepiva qualcosa di freddo premergli sulla fronte.
-È...ghiaccio?- pensò.
Non riusciva neanche a parlare e si sentiva come se potesse addormentarsi da un momento all'altro.
Poi un cigolio lo allertò. Dei passi leggeri si avvicinarono al suo letto. Anche se non riusciva a tenere aperti gli occhi, riuscì a focalizzarsi sul suo visitatore.
-Ti ho svegliato? Scusami- era Nathan, nel suo solito cappotto rosso.
Non lo vedeva da un po' in effetti e sembrava leggermente turbato.
Aidan scosse la testa per quel che poteva per rispondere alla sua domanda.
Nathan sospirò
-Ti stai chiedendo dove ti trovi, vero?- si sedette in una sedia accanto al letto -Sei in infermeria. Sei svenuto improvvisamente qui fuori. Hai proprio un febbrone- scostò la busta di ghiaccio per toccargli la fronte -Ma che hai fatto ieri? Ti sei buttato in mare a notte fonda?- disse ironicamente.
Aidan rise mentalmente, dato che fisicamente gli era impossibile. In effetti, pensandoci la sera prima si era tuffato in acqua per sfuggire alle guardie e in più pioveva a dirotto e faceva freddo. Tornato alla nave si era solo asciugato con degli asciugamani e si era messo a dormire. La febbre o gli veniva o gli veniva.
Il biondo sentì le palpebre pesanti. Decise di chiuderle un attimo, un attimo che però durò di più. Le riaprì di scatto e la cosa andò avanti altre due volte.
-Non preoccuparti, dormi pure. Hai bisogno di riposo. Il nostro medico è competente, perciò tra qualche giorno starai meglio- sorrise con incoraggiamento.
Aidan non se lo fece ripetere due volte. Chiuse gli occhi e si addormentò immediatamente. Nathan stette con lui per ancora qualche minuto. Anche mentre dormiva, Aidan sembrava un angelo, coi capelli biondi spettinati, il viso tranquillo, le labbra semischiuse...
La ragazza scosse la testa violentemente allontanando quei pensieri. Si alzò dalla sedia facendo attenzione a non fare rumore e si allontanò verso l'uscita. Osservò il ragazzo dormiente ancora una volta ed aprì la porta per andarsene, senza torgliegli gli occhi di dosso finché non la chiuse sospirando. Girandosi andò a sbattere contro qualcuno. Era Andrew, fermo davanti alla porta a braccia incrociate.
-Come sta?- chiese
-Non si può dire che stia bene. Per ora sta riposando-
-Tornerà presto alle missioni?-
-Andrew! Non ti interessa nient'altro che le missioni?-
Il corvino abbassò lo sguardo quasi imbarazzato e fece spallucce indifferentemente.
-Sei preoccupato?- chiese Nathan.
Andrew sgranò gli occhi
-No! Cioè sì! Cioè...insomma ci stanno arrivando continuamente incarichi e non riesco a fare tutto da solo e...e...- spiegò velocemente per poi abbassare nuovamente lo sguardo -Si riprenderà?-
La rossa sospirò e sorrise
-Certo. Non lo ucciderà di sicuro una misera influenza. Non preoccuparti- gli mise una mano sulla spalla e se ne andò scendendo le scale.
Andrew guardò l'amica allontanarsi
-Sei la più preoccupata qui, vero?- mormorò tra sé e sé.

~~~

-Svegliati...svegliati!-
-Oh avanti, smettila!-
-Ehi magari si sveglia davvero-
-Non funziona così!-
-Smettetela di gridare entrambi! Siete in infermeria!-
-Idioti-
-Oh! Guarda! Si sta svegliando!-
Aidan aprì gli occhi sentendo delle voci rimbombargli in testa, come se fossero chiuse in una campana.
-Ve l'avevo detto che avrebbe funzionato- Vincent era accanto al letto con un espressione trionfante in volto
-A forza di gridare mi pare ovvio- l'altro a parlare fu Lukas, dal lato opposto
-Ehm...scusa se ti abbiamo disturbato- questa volta fu Nathan, avvicinandosi accanto al biondo
-È sveglio. Possiamo andarcene ora?- Andrew parlò da seduto, nella sedia precedente
-No!- lo rimproverò la rossa, ottenendo come risposta uno sbuffo.
-Cosa ci fate qui?- sussurrò Aidan cercando di sollevarsi.
-Ehi no sta giù- cercò di aiutarlo Nathan.
Aidan rifiutò l'aiuto
-No no, sto bene. Mi sento molto meglio. E...ho fame-
-E ci credo!- affermò con le mani sui fianchi Vincent -Dormi da giorni!-
Inizialmente Aidan pensò fosse uno scherzo e rise. Poi vide le facce serie degli altri
-State scherzando?-
Si guardarono tutti tra di loro.
Lukas si fece avanti
-Sei stato davvero male. Ti contorcevi nel letto, pur non avendo la forza di muoverti. Non riuscivamo a svegliarti. La febbre ha cominciato a salire. Ad un certo punto pensavamo stessi per morire. Eri bianco e freddo. C'eri davvero, davvero vicino-
Sentire queste cose di sé stesso fu traumatizzante. Come se qualcuno ti stesse raccontando la vita di qualcun altro, solo che eri tu il protagonista, e te ne saresti andato senza accorgertene. Nessuno ti avrebbe più potuto raccontare questa storia.
Improvvisamente sentì un senso di nausea e si irrigidì.
-Ma ora sei sveglio e stai bene!- Vincent gli diede un colpo nella schiena così forte da fargli quasi vomitare le interiora, dato che non aveva cibo da espellere.
-Vado a dire agli altri che stai bene- disse Lukas
-Gli altri?-
-Sì, la ciurma. Erano tutti preoccupati. Si sono affezionati a te- aprì la porta uscendo
-Vengo con te- lo seguì Andrew.
-Oh! Vado a prenderti da mangiare! Aspetta qui!- disse Nathan correndo verso l'uscita
-Non vado da nessuna parte- rispose ironicamente Aidan.
Nathan sorrise e si chiuse la porta alle spalle.
Nella stanza rimasero Aidan e Vincent
-Davvero sono tutti così preoccupati?-
Vincent fece un sorriso come a dire 'Vuoi prendermi in giro?'
-Quando la tua situazione è peggiorata, il capitano ha fatto cambiare immediatamente rotta. Ci ha portati all'isola più vicina. Ha corso ovunque per trovare le erbe medicinali che servivano a farti guarire. Si sono rimboccati tutti le maniche. Nessuno ha rinunciato fin quando le hanno trovate. Julien e Shiriki comandavano le squadre di difesa e ricerca. Andrew ti ha fatto da guardia per tutta la notte. Nathan ha pianto, eccome se ha pianto- abbassò lo sguardo sorridendo con gli occhi puntati nel nulla -Erano tutti spaventati. Sai, sei stato come un raggio di sole per tutti, una mascotte anche. Non te ne rendi conto, ma la tua innocenza ha portato allegria tra di noi. Ogni volta che sbagliavi, ogni volta che ti scusavi o semplicemente sorridevi a qualcuno davi un senso di sollievo- Vincent fece un altro sorriso, questa volta malincono e affettuoso -Non smettere mai di sorridere-

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