Hado Nejire x Reader ITA

Richiesta da _extreme00_. Spero che ti piaccia!

[Nome Cognome] sentiva la rabbia ribollire dentro di sé e dovette fare appello a tutta la sua forza di volontà per non farla uscire fuori; tuttavia le sue buone intenzioni non gli impedirono di battere violentemente un pugno a terra: unico gesto che si concesse per scaricare la collera.

Ancora una volta era stato sconfitto da Mirio Togata, non riusciva mai a vincere contro di lui né trovare un modo per contrastare la sua Unicità apparentemente invincibile. Togata era sempre qualche passo davanti a lui e questo non riusciva a digerirlo.

Tra tutti i suoi compagni di classe, [Cognome] non sopportava di perdere contro tre di loro: Mirio Togata, Nejire Hado e Tamaki Amajiki. Venivano soprannominati "Big-Three", ovvero i tre studenti migliori dell'intera scuola. Nonostante fossero ancora studenti liceali assistevano ciascuno un eroe professionista presso la propria agenzia, facendo quindi numerose esperienze sul campo.

-"Complimenti, sei stato un avversario temibile!"

[Cognome] alzò lo sguardo e vide Togata che sorridente gli tendeva una mano per aiutarlo a rialzarsi, ma quel gesto non fece altro che infastidirlo ulteriormente. Era come rigirare il coltello nella piaga e per questo scansò violentemente la sua mano e si rimise in piedi senza il suo aiuto.

-"[Cognome]! Non è così che ci si comporta!" lo rimproverò il professore. 

Normalmente non si sarebbe mai comportato in quella maniera, poiché era uno che ammetteva la sconfitta e non serbava rancore, ma quando si trattava dei "Big-Three" diventava un'altra persona. Ignorò le parole dell'insegnate e fulminò con lo sguardo quello che fino a pochi istanti prima era il suo avversario, il quale era visibilmente a disagio e aveva ormai abbandonato il sorriso.

-"Volevo solo essere gentile..."

-"Non mi interessa la tua gentilezza!" tagliò corto [Cognome] dandogli una spinta. -"Prima o poi vi farò abbassare la cresta!"

-"Adesso stai esagerando! Si può sapere che ti prende!?" domandò incredulo il professore mettendosi tra i due. -"Ti sembra questo il modo di trattare un tuo compagno di classe!?"

-"[Nome] ha ragione!" intervenne un ragazzo. -"Si danno troppe arie. Chi si credono di essere!?"

Altri ragazzi si fecero avanti, tutti amici di [Cognome] che proprio come lui non sopportavano le attenzioni che ricevevano quei tre.

-"Si può imparare molto da loro, in fin dei conti sono gli studenti migliori della scuola." li ammonì il docente. -"Ed è proprio per questo che terranno una lezione speciale agli studenti della 1-A."

Quella rivelazione lasciò di stucco i ragazzi, ignari a quella novità, e allo stesso tempo fomentò ancora di più il loro malcontento.

-"Come sarebbe a dire!?"

-"Non sarebbe più giusto che andassimo tutti noi!?"

-"Il professor Aizawa ha chiesto espressamente la presenza dei "Big-Three"!" tagliò corto l'uomo. -"Questo è tutto."

Con quelle parole liquidò i suoi studenti e accompagnò Togata, Hado e Amajiki alla classe 1-A. [Cognome] e i suoi amici lasciarono la scuola di pessimo umore.

-"È davvero inaccettabile! Si può sapere cos'hanno loro in più di noi!?" esclamò il ragazzo adirato.

-"Un bel niente, è questa la verità!" gli rispose uno. -"Vengono elogiati solo perché hanno avuto la fortuna di essere stati scelti da alcuni eroi professionisti..."

-"Chissà come staranno gongolando..."

[Cognome] si bloccò e nella sua mente vide i "Big-Three" ridere di lui e pavoneggiarsi di fronte agli studenti più piccoli. Chissà come sarebbe stato rappresentato: probabilmente come un debole contro il quale non bisognava sforzarsi troppo per vincere. Serrò i pugni e si voltò verso i suoi amici.

-"Dobbiamo allenarci!"

-"A-Adesso!?"

-"Dobbiamo sfruttare ogni occasione per migliorare. Solo così potremmo superarli!"

Era fermamente convinto in ciò che diceva, ma a quanto pare non era lo stesso per i ragazzi che aveva davanti che lo fissavano sgomenti.

-"Siamo appena usciti da scuola... non ti sembra di correre un po' troppo?"

-"Esatto... in fondo che fretta c'è?"

Di fronte a quella reazione al ragazzo non restò altro che scrollare le spalle e farsi scivolare tutto addosso. -"Se non volete unirvi a me, non posso certo obbligarvi." 

Si salutarono e si separarono: mentre i suoi amici si recarono nelle rispettive case, [Cognome] andò al parco, il luogo dove preferiva allenarsi. Una volta arrivato, poggiò le sue cose su una panchina e iniziò i suoi esercizi. Amava allenarsi all'aria aperta e sapeva che in quell'orario il parco sarebbe stato deserto, quindi avrebbe avuto quello spazio tutto per sé.

Iniziò prima con un riscaldamento e poi si dedicò a una serie di addominali e flessioni. Mentre svolgeva l'ultimo esercizio, avvertì una strana sensazione, come se qualcuno lo stesse osservando. Alzò lo sguardo e sobbalzò quando vide Nejire Hado. Preso alla sprovvista, si mise in piedi in fretta e furia. Tra lo spavento e la fatica degli allenamenti aveva il fiato corto, ma si sforzò di apparire composto e perfettamente a suo agio. La ragazza invece lo guardava sorridendo senza dire una parola.

-"Che c'è!?" le domandò il ragazzo per porre fine a quella situazione imbarazzante.

-"Niente, passavo da queste parti e ti ho visto qui." gli spiegò Hado. -"Cosa stavi facendo?"

-"Secondo te? Mi stavo allenando." 

-"Davvero? Perché allora indossi la divisa della scuola?" gli chiese lei incuriosita. -"Per allenarsi non è meglio indossare una tuta?"

-"Va bene così..." taglio corto lui che effettivamente con la fretta di volersi allenare non aveva pensato di passare prima a casa a cambiarsi.

-"Dici sul serio? Non ne avevo idea!" esclamò la ragazza sorpresa. -"Allora dovrei provarci anche io!"

[Cognome] la fissò allibito, non gli era mai capitato di fare due chiacchiere con lei e di certo non se lo era immaginato così.  -"Lascia stare."

Detto questo si sedette sulla panchina e rovistò nella borsa alla ricerca della sua bottiglia d'acqua. Quando la tirò fuori si accorse che fosse vuota e si maledisse per non averla riempita a scuola. Quella sessione di allenamento improvvisata lasciava molto a desiderare: non solo non aveva indossato gli abiti adatti, ma non aveva nemmeno nulla da bere.

-"Anche non avere con sé l'acqua va bene?"

Hado gli si era avvicinata e lo fissava incuriosita.

-"Dobbiamo proprio litigare io e te?" le domandò il ragazzo alquanto infastidito.

-"Certo che no! Non è assolutamente mia intenzione!" rispose lei per poi rovistare nella propria borsa. Tirò poi fuori la sua bottiglia d'acqua e la porse al ragazzo. -"Prendi!"

[Cognome] osservò prima Hado e poi ciò che gli offriva indeciso se accettare o meno. Aveva davanti una dei "Big-Three" e non voleva sentirsi in debito con loro, tuttavia stava morendo di sete. La sua gola secca ebbe la meglio sul suo orgoglio, per cui afferrò la bottiglia e la scolò tutta d'un fiato.

-"Grazie..." disse mentre gliela restituiva.

-"Figurati!" rispose lei e si sedette vicino a lui. -"Va molto meglio adesso, vero?"

Il ragazzo si limitò ad annuire mentre dentro di sé sii sentiva sempre più imbarazzato. Non riusciva a comprendere il motivo per cui gli rivolgesse la parola.

-"Posso farti una domanda? Perché hai fatto quella scenata prima a scuola?" gli domandò lei di punto in bianco.

-"Di cosa stai parlando?"

-"Perché hai detto quelle cose? Perché hai rifiutato l'aiuto di Mirio? Voleva aiutarti a rialzarti, non lo avevi capito?"

-"Non avevo affatto bisogno della sua falsa generosità..."

-"Perché la definisci falsa?" lo interruppe lei incuriosita. -"Io non ci ho visto niente di male."

-"Ma per favore... mi ha sconfitto senza alcuna difficoltà e poi ha il coraggio di dirmi che sono stato un avversario temibile?"

-"E allora? Cosa c'è di sbagliato?"

[Cognome] fece appello a tutta la sua forza di volontà per mantenere la calma. Tutte quelle domande lo stavano infastidendo parecchio, ma l'espressione della ragazza gli suggeriva che non avesse cattive intenzioni, piuttosto che fosse semplicemente curiosa.

-"È ovvio che mi stesse prendendo in giro. Sa di essere nettamente superiore a me, quindi può tranquillamente risparmiarsi queste falsità."

-"Mirio non è un ragazzo che parla a sproposito. Se ti ha detto quella cosa, vuol dire che lo pensa veramente."

-"Certo, immagino."

-"Dico sul serio! Io stessa riconosco il tuo grande potenziale."

Il ragazzo la fissò stupito. Davvero aveva sentito quelle cose? Nejire Hado, una dei "Big-Three", credeva veramente che lui avesse un gran potenziale? Questa scoperta gli fece un gran piacere.

-"Perché sorridi?" gli domandò lei confusa. -"Ho detto qualcosa di buffo?"

-"No, no... sono solo sorpreso. Non me lo aspettavo."

-"Perché? Non hai fiducia nelle tue capacità?"

Lui ridacchiò, cominciava a trovare divertenti tutte quelle domande che gli rivolgeva. Sembrava una bambina per quanto i suoi quesiti fossero ingenui.

-"Conosco bene i miei punti di forza e le mie debolezze, ma non credevo che poteste pensare una cosa del genere verso qualcun altro."

-"Ci siamo mai comportati male con qualcuno?"

Questa volta il ragazzo non seppe rispondere. Iniziò a fare mente locale e si rese conto che effettivamente nessuno dei "Big-Three" aveva mai avuto una condotta sbagliata. Non li aveva mai visti deridere qualcuno o darsi delle arie.

"Perché allora ce l'ho così tanto con loro?" pensò e la risposta non ci mise molto ad arrivare. "Perché sono davvero i migliori della scuola e io non riuscivo ad accettare di essere inferiore a loro. Pur di non ammettere la loro superiorità gli ho addossato delle colpe che non hanno..."

Si alzò all'improvviso e raccolse le sue cose. -"Devo andare!"

-"Oh, va bene..." disse Hado sorpresa. -"Ci vediamo domani a scuola?"

[Cognome] si limitò ad annuire e corse a casa a tutta velocità. Si era comportato malissimo con loro e provò una profonda vergogna. Arrivato nella sua stanza, cercò di calmarsi e iniziò a pensare a come poter rimediare alle sue colpe.

La mattina seguente si recò a scuola agitato come non lo era mai stato. Si sentiva una nullità e nonostante i suoi buoni propositi sperava di non incontrare nessuno dei "Big-Three".  

-"Buongiorno, [Cognome]!"

Il ragazzo sobbalzò e riconobbe all'istante quella voce. Si voltò e vide Nejire Hado che lo salutava allegramente e insieme a lei c'erano Mirio Togata e Tamaki Amajiki. Giorni addietro, se si fosse presentata una situazione del genere, li avrebbe ignorati e ripreso a camminare come se niente fosse, ma quel giorno era diverso e non poteva e soprattutto non voleva fare una cosa simile. Si fece quindi coraggio e si avvicinò ai tre. 

Hado e Togata gli sorridevano calorosamente, mentre Amajiki era visibilmente a disagio proprio come [Cognome]. Quest'ultimo particolare non sfuggì al ragazzo.

"In fin dei conti sono dei ragazzi come noi. Come ho potuto essere così cieco?"

-"Stai meglio oggi?" gli domandò la ragazza. -"Ieri sei scappato così all'improvviso..."

-"Sto bene, grazie." le rispose lui per poi rivolgersi a Togata. -"Volevo scusarmi con te... ieri mi sono comportato veramente male. Spero che tu possa perdonarmi..."

-"È tutto a posto, [Cognome]! Non devi scusarti!" lo rassicurò il biondo, ma il ragazzo scosse energicamente la testa.

-"Invece sì. Sono stato veramente uno stupido... Mi dispiace."

Hado si fece avanti e gli afferrò le mani. -"È tutto apposto. Vero, ragazzi?"

Amajiki si limitò ad annuire, mentre Togata si avvicinò a [Cognome] e gli mise un braccio intorno alle spalle. 

-"Va tutto bene. Quel che è stato, è stato. Adesso guardiamo avanti."

Il ragazzo tirò un sospiro di sollievo, era andata molto meglio di quanto potesse immaginare e lentamente la sua tensione si allentò. Al suono della campanella, tutti e quattro insieme si recarono in classe sotto gli occhi incuriositi di vari studenti.

-"Posso farti una domanda?" gli bisbigliò di punto in bianco Togata. -"Come mai questo cambiamento improvviso?"

Nonostante la vergogna, il ragazzo decise di essere sincero. -"È tutto merito di Hado... ieri l'ho incontrata e mi ha fatto capire molte cose..."

-"Nejire è una ragazza fantastica, vero?"

-"Molto." rispose il ragazzo senza la minima esitazione.

Con il passare del tempo, [Cognome] legò molto con i "Big-Three", ma si rese conto che per Hado non provava una semplice amicizia, ma qualcosa di più. Ogni volta che rimaneva solo con lei sentiva il proprio cuore accelerare i suoi battiti e un forte desiderio di stringerla tra le braccia e quel pomeriggio, mentre aspettavano Togata e Amajiki per andare a fare due passi, non fu eccezione.

-"Qualcosa non va [Nome]? Sei così silenzioso."

-"Va tutto bene, Nejire... ero solo sovrappensiero."

-"Pensavi a qualcosa di bello?"

-"Decisamente." rispose lui divertito.

-"Davvero? Di che si tratta?" domandò lei incuriosita. Non ricevendo una risposta, gli si avvicinò e gli strattonò scherzosamente un braccio. -"Per favore, dimmelo! Sono curiosa!"

-"In realtà non pensavo a qualcosa, ma a qualcuno..." 

-"A chi?"

-"Semplicemente a te."

A quella risposta, la ragazza si bloccò di colpo e fissò il ragazzo incuriosita. -"Pensavi a me...?"

Il ragazzo le si avvicinò e la interruppe con un bacio. Fu una cosa improvvisa ed è per questo che accadde: il sentimento che provava per lei lo aveva spinto a farsi avanti prima che le paure e le incertezze lo bloccassero. Le guance della ragazza si tinsero leggermente e sembrò sul punto di dire qualcosa, ma per la prima volta non le riuscì.

-"Non dici nulla?" le chiese [Cognome] preoccupato.

Lei gli si avvicinò e lo baciò a sua volta, poiché nessuna parola che avrebbe potuto dire poteva coronare quel momento.

Questa storia mi è stata chiesta da _extreme00_, spero vivamente che ti sia piaciuta così come per chiunque altro che la leggerà. :)

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