My favorite nerd

Era l'ora di ginnastica Harry odiava la materia, perché durante le lezioni, soprattutto nelle partite di dodgeball, le pallonate sembravano arrivare solo a lui, come l'ultima volta che era finita dritta nei genitali del riccio; mentre a Louis piaceva da morire, era la sua preferita.
Harry e Louis si ritrovarono in quasi tutti i corsi comuni, perché quest'ultimo era stato bocciato un paio di volte.

Negli spogliatoi, il ragazzo riccio con il gel tra i capelli, si andava a nascondere nei bagni per cambiarsi, per due semplici motivi:
a) perché era gay e gli ormoni andavano a mille sono nel guardare Louis William Tomlinson, figuriamoci vederlo semi-nudo.
b) perché non gli piaceva il suo corpo e si sentiva a disagio.     

Qualcuno bussò alla porta del bagno dove c'era il ragazzo riccio.
"Occupato" disse piano Harry.
La serratura del bagno purtroppo era rotta, e il ragazzo dall'altra estremità della porta, non avendo sentito la flebile voce di Styles, entrò, proprio mentre era a torso nudo e si stava mettendo una maglietta azzurra con tanto di anatroccoli sopra.

Per la gioia degli occhi di Harry, spuntò un Louis con soli i boxer.
Il riccio arrossì di botto, mentre il più grande ridacchiava.
"Cosa c'è Styles, la mia presenza non ti garba?" Chiese sfacciato.
"N-no.. c-cioè si-i! Ooh" balbettò nascondendosi il volto tra le mani più rosso di un pomodoro.
Il più grande ridacchiò.
"Vieni con me" disse.
"Ma.. c'è la le-lezione e se.. se la saltiamo" il riccio non riuscì a finire la frase, perché Louis lo tirò per il braccio.

Si vestì velocemente e corse, con a seguito Harry, per non farsi sgamare dal professore.
Si ritrovarono nel posto più affollato della scuola, Louis fece mettere il compagno al centro, prendendolo per i fianchi da dietro.
Inutile dire che il cuore di Harry batteva all'impazzata e sembrava stesse per avere un infarto in quel preciso momento.
Neanche il tempo di metabolizzare il tutto che sentì freddo alle cosce e le lacrime agli occhi.
Louis, il ragazzo dei suoi sogni gli aveva appena tolto i pantaloni e i boxer davanti a tutta la scuola, che rideva di lui.

Corse via subito e si rinchiuse in uno stanzino vuoto, probabilmente il ripostiglio.
Sentiva ancora le voci delle persone che ridevano di lui oltre la porta.
"Hai visto la sua faccia? Che sfigato ma cosa pensava?" Disse un ragazzo al di fuori mentre rideva ad alta voce.
"Un po' mi dispiace per lui, ma dopo tutto se l'è meritato, così impara a non passarmi i compiti" aveva riconosciuto la voce della sua compagna del corso di matematica.

Quel giorno il ragazzo con gli occhiali era rimasto dentro lo stanzino per tutte le ore scolastiche rimanenti, a piangere sentendo il cuore spezzarsi ancora di più, ancora una volta.
Non capiva perché l'avesse fatto.
Dopo tutto doveva essere abituato alle continue prese in giro, ma da Louis, proprio non se lo aspettava.
E forse la cosa che ha fatto più male al cuore di Harry è stato vedere gli occhi di Louis, quegli occhi che ogni volta lo facevano tremare per la loro intensità, con una scintilla di cattiveria dentro, senza neanche un segno di pentimento.






Era finita la scuola da quasi un'ora e Harry decise di alzarsi tirando su con il naso e asciugandosi le ultime lacrime che gli rigavano il volto.
Aprì la porta guardandosi bene in torno, non c'era nessuno, se non per i bidelli che stavano finendo di pulire le ultime cose.

La scuola senza tutta la gente era così silenziosa.
Controllò se ci fosse il suo insegnante di matematica, sapeva che lui rimaneva spesso a scuola per preparare le lezioni del giorno seguente.
Dato che la mattina non si era presentato a lezione, si recò nella sua aula.

Bussò piano, sentendo qualcuno rispondere da dentro la classe, aprì la porta ed entrò.
"Styles, come mai a scuola? Sta mattina non ti ho visto tutto bene?"
Chiese l'uomo staccando gli occhi dal foglio che aveva in mano e posizionandoli su quelli di harry.
"S-si, salve prof, non mi sono se-sentito bene oggi per questo ho saltato le sue lezioni, p-penso di avere un po' di febbre." Mentì balbettando.
"Oh, beh mi dispiace Harry, ma siediti pure" gli indicò la sedia davanti a lui.
"Allora, dimmi come mai sei qui invece di essere a casa a riprenderti?" Chiese premuroso.

Ad Harry si riempì il cuore, ogni qualvolta che il suo prof gli parlava in quel modo, sembrava che tenesse a lui, così gli fece un bel sorriso di gratitudine.
Era un'ottima compagnia, aveva buoni rapporti con quest'ultimo, fin dal primo anno.
Era un uomo molto affascinante, sulla trentina, capelli color miele ed occhi scuri molto intensi.
Le labbra carnose, con un filo di barba a ricoprire le sue guance.

"S-sono passato a chiederle che argomenti ha affrontato nella lezione di oggi signor Payne" disse Harry incorniciando le gambe.
"È molto premuroso da parte tua Harry" gli disse.
Il riccio arrossì di colpo.
Dopo avergli spiegato gli argomenti fatti in classe la mattina Harry rimase a parlare un po' di più con il suo prof, sentendosi bene per la prima volta in quella giornata.

"Ah Harry, mi sono dimenticato di dirti che ho corretto la tua verifica di trigonometria sulle funzioni circolari" gli disse tornando serio.
"E-e come è andata signor Payne?"

Chiese con il panico negli occhi, sapeva di andare bene, ma aveva paura di rovinare la sua media del 9.98 prendendo soltanto la sufficienza.
Harry era fatto così puntava sempre al meglio e di certo puntava alla borsa di studio per andare ad un college di livello per le sue competenze.
Per lui la scuola era tutto, lo studio era il suo mondo anche se molte persone lo deridevano e non capivano le sue necessità.

"È andata molto bene Harry" disse.
"Ma?" chiese il riccio mordendosi una guancia all'interno.
"Ma, sei andato fuori dalla tua media scolastica" gli disse serio Payne.
"Di quanto?" chiese il riccio deglutendo e portandosi gli occhiali sul naso poiché stavano cadendo.

Gli mostrò il foglio della verifica, non lo girò subito per vedere il voto, ma si concentrò nel vedere segni rossi sugli errori che aveva fatto.
Nella prima pagina non ne trovò e neanche nella seconda.
Girò il foglio e vide il voto massimo.
Sorrise ampiamente, facendo un grosso respiro di sollievo.
"G-grazie Signor Payne, grazie davvero" disse con gli occhi pieni di gioia.

"Puoi chiamarmi Liam, lo sai, Payne è così formale" gli sorrise provocatorio.
Harry arrossì di nuovo schiarendosi la voce.
"O-okay L-Liam?"
Il prof gli fece l'occhiolino, fissandolo intensamente e mordendosi le labbra.
Harry distolse lo sguardo.
"Ora d-devo andare, è stato un piacere signore, a domani" lo salutò cordialmente.

Inutile dire che quella notte Harry non riuscì a dormire, ricordandosi i gesti di Louis e sentendo ancora il calore delle sue mani sulla sua pelle, che bruciava al suo tocco.
Che effetto strano che gli faceva quel ragazzo era in grado di portarlo al settimo cielo ed un secondo dopo farlo sentire come l'ultima anima dei gironi infernali.
Pianse tanto, troppo, pensando a quanto fosse stato stupido da parte sua farsi abbindolare in quel modo.

Sentì una vibrazione da sopra il suo comodino, afferrò il telefono e guardò l'orario.
Erano le tre di notte, chi poteva inviargli un messaggio a quell'ora se non Niall.
Un biondino tutto tinto, con sempre il sorriso sulle labbra, che riuscì ad entrare nel cuore di Harry fin dal primo anno.
Guardò il messaggio e vide che era un video, lo scaricò e lo aprì.

Non poteva crederci, fiumi di lacrime iniziarono a scendere dai suoi occhi.
Qualcuno aveva registrato lo scherzo che gli avevano fatto.
Si soffermò sulla prima parte del video, dove Louis lo mise al centro della scuola, prendendolo per i fianchi, si ricordava bene le sensazioni che aveva provato in quel momento.
Si diede dello stupido da solo, addormentandosi con il cuore ancora un po' più rotto e gli occhi ancora un po' più bagnati, sognando due fottutissimi occhi azzurri che lo deridevano.






La sveglia suonò puntuale come tutte le mattine ed Harry esausto si alzò dal letto, con molta fatica.
Andò in bagno e si fece una lunga doccia per riprendersi.
Si asciugò i ricci che ricadevano da tutte le parti, facendolo sembrare un leoncino.

Cercò di sistemarli al meglio con il gel ed il pettine, proprio non si vedeva con i capelli al naturale, pensava di essere troppo disordinato.
Arrivato in camera prese i boxer con tanto di Spider-Man sopra, e si mise il suo amato gilet di lana, con sotto una camicia a scacchi, bianca e nera.
I classici pantaloni eleganti neri ed ai piedi le stringate del medesimo colore.
Prese gli occhiali da sopra il comodino ed il suo cervello in quell'attimo si ricordò quando l'anno prima Louis gli aveva detto che senza occhiali sarebbe molto più bello.

Delle lacrime scesero silenziose dai suo occhi verdi, di un verde spento.
Prese le chiavi della macchina e per poco non investiva una vecchietta che cercava di attraversare la strada.
Arrivato a scuola, Niall gli andò in contro, sorridendogli.

"Hey Harry, come stai?" Chiese premuroso.
"Non ho voglio di parlare Niall" disse guardando in basso.
"Vorrei solo essere a casa sotto le coperte in questo momento, mi stanno fissando tutti" guardò in basso, lanciando un sassolino con le scarpe.
"Hey amico andiamo, anche prima ti guardavano, è normale routine e poi sono sicuro che si saranno già dimenticati, non preoccuparti" cercò di rassicurarlo Niall.

In quell'istante passo la persona che meno voleva vedere sulla faccia della terra, Louis, seguito dal suo gruppetto dei fighi e popolari della scuola.
"Belli i tuoi boxer Styles" disse un certo Zayn ridendo e battendo il cinque ad occhi blu.

"Sembravi un cucciolo sperduto, poi quando ti ho tolto i pantaloni e sei rimasto col cazzo di fuori è stato magnifica la tua reazione, comunque complimenti, bel fagiolino" disse stronzo Louis, continuando a ridere.
Harry lo guardava con sguardo triste, il più triste mai visto al mondo, con le lacrime che minacciavano di uscire.
"Lasciatelo in pace!" Urlò Niall cercando di difendere l'amico.
"Lascia perdere Ni, andiamo per favore?" chiede Harry rivolgendosi all'amico che prese sotto braccio e scapparono dentro la scuola.

Le lezioni non finivano più, si sentiva costantemente fissato, giudicato.
Sentiva in sottofondo qualcuno che lo provocava, ma non si era mai girato per dargli retta.
Alla quarta ora, esattamente l'ora di matematica Harry si mise in prima fila, entrando per primo in aula, già occupata dal suo prof preferito.

"Ciao Harry" disse Liam andandogli vicino.
"S-Salve Signor Payne" balbetto Harry, già rosso in viso ricordandosi la chiacchierata del giorno prima.
"Ti sei ripreso? Sei sicuro di non avere più la febbre? Ti vedo scosso" chiese premuroso il suo insegnante.
"C-certo, sto bene grazie" disse Harry sistemandosi gli occhiali.
"Allora mi fido se lo dici tu" gli fece l'occhiolino Liam.
Harry arrossì, mentre il suo prof ci stava spudoratamente provando con lui.

In quell'istante entrò Louis, seguito da altre persone, che vedendolo tutto solo decise di sedersi in prima fila accanto ad Harry.
Liam lo guardò male, staccando subito gli occhi di dosso a Harry.
Il riccio guardò il ragazzo di fianco a se decidendo di ignorarlo, mentre il suo cuore partiva per un viaggio di sola andata senza il suo permesso.
Si torturò le pellicine delle unghie, da quanto era nervoso con lui di fianco.
Durante l'ora cercava di prestare attenzione il più possibile, volendo evitare al massimo un qualsiasi sguardo o sfioramento con il compagno.

In tanto Payne, non si decise a staccare gli occhi dal riccio neanche per un secondo, facendo allusioni sessuali portandosi alla bocca il pennarello della lavagna mentre spiegava, fissando ovviamente il ragazzo.

O di quando bevve facendo cadere di proposito delle gocce d'acqua dalla sua bocca, per non parlare di quando ha appoggiato la bottiglia con un movimento molto lento di mano sulla cattedra.
Tutti segnali che ovviamente Harry non colse, o forse non voleva.

Le sue compagne di classe con gli ormoni a palla che sghignazzavano da dietro.
"Stava guardando me" disse una.
"No me!" Ribatté l'altra.
Harry alzò gli occhi al cielo.
Quando ad un tratto si ritrovò un bigliettino sul banco da parte di Louis, con testuali parole:
Il prof ci sta provando con te o è una mia impressione?
Con cui Harry rispose:
Ma cosa stai dicendo?

Era imbarazzatissimo e non capiva perché Louis stesse parlando con lui, dopo quello che gli aveva fatto passare il giorno prima.
Vide il pezzo di carta sopra il banco passatogli da Louis e lo aprì di nuovo.
Perché allora sei diventato rosso?
Se è possibile Harry diventò ancora più simile ad un pomodoro.
Decise di non rispondergli cercando di prestare attenzione, in fondo era ancora arrabbiato con lui.






Passarono due settimane da quell'avvenimento, due settimane in cui Harry evitava fortemente l'argomento Louis ed il suo rapporto con il professore di matematica si faceva sempre più strano.
Per non parlare delle continue prese in giro e dei continui pianti di Harry.

Si sentiva sempre inferiore a tutti e stava sempre male per un nanetto dagli occhi profondi ed il culo perfetto.
E ogni volta che passava lo fissava da lontano con gli occhi a cuoricino, sentendosi sempre più stupido.
Louis era il classico bulletto della scuola, colui che aveva tutti ai suoi piedi, il capitano della squadra di calcio, le più belle ragazze dell'istituto gli andavano dietro.
Ed Harry si sentiva sempre male per questo motivo, per il semplice fatto che non l'avrebbe mai calcolato.

Il pomeriggio verso le quattro si doveva incontrare con il suo prof di matematica in una caffetteria vicino alla scuola, un appuntamento che di certo non poteva rifiutare, ovviamente da parte di Liam.
Dopo essersi lavato e sistemato si recò in anticipo alla caffetteria destinata.
Aspettò un paio di minuti e si presentò in tutto il suo splendore un Liam vestito sportivo, e con un sorriso quasi accecante.

Harry non potè non ridere ed arrossire di forte al suo professore.
"Adoro le tue fossette Harry'' disse Liam sedendosi vicino a lui
"G-grazie signore" disse abbassando la testa.
"Oh ti prego non siamo più a scuola chiamami Liam" disse guardando meglio occhi il ragazzo di fronte a se.
"S-si certo, ma mi viene molto dif-difficile ecco" provò a giustificarsi, ridendo leggermente.
"Sono sicuro che riuscirai a fare uno sforzo" gli disse fissandolo intensamente e leccandosi le labbra con la lingua.
Harry deglutì si sentiva tremendamente a disagio.
Per fortuna arrivò il cameriere a salvarlo, appoggiando sul tavolo i due caffè ordinati in precedenza.

Passarono un pomeriggio piacevole ma purtroppo Harry doveva tornare a casa a finire di studiare filosofia, dato che il giorno dopo avrebbe avuto una verifica.
Si stava infilando il suo cappotto lungo, quando il prof gli prese la mano da sopra il tavolo e lo fissò intensamente.

"Ho passato davvero un bel pomeriggio con te Harry, mi piacerebbe molto ripeterlo" gli disse Liam accarezzandogli il dorso della mano.
"Anche io, davvero, mi farebbe molto piacere" arrossì il riccio.
Harry si alzò e Liam con lui, per salutarlo con un bacio sulla guancia che fece colorare il ragazzino di un rosso molto intenso.
"A-allora a domani" disse sbattendo le ciglia più volte del normale da sotto gli occhiali.
"A domani" disse il professore con tono provocatorio.

Uscito dal negozio si incamminò verso casa, abitando in una città molto trafficata e con livelli sociali differenti, vedeva molto spesso, se non sempre ragazzi e ragazze sullo skateboard, barboni in cerca di cibo o al contrario il riccone di turno che guardava dall'alto al basso tutti.

Sentii delle rotelle sull'asfalto dietro di lui, ormai abituato a tutti quei rumori non ci fece caso.
Quando il ragazzo però si accostò di fianco ad Harry, quest'ultimo stava per morire all'istante.
Si fermò improvvisamente.
"D-da quanto mi stavi seguendo-o?" Chiese balbettando.
"Abbastanza da conoscere a memoria il tuo culo e il fatto che butti sempre prima il piede destro e poi il sinistro, o che ti sistemi gli occhiali almeno due volte al minuto" rispose Louis guardandolo dritto negli occhi.

Lo stomaco di Harry stava diventano un campo minato, si sentiva non a disagio, di più.
Stava quasi tremando ed era rossissimo.
"Sei carino quando arrossisci Styles" continuò il liscio.
Harry deglutì.
"G-grazie?" Chiese un po' incerto riprendendo a camminare ignorandolo e lasciandolo nel punto dove avevano parlato.

Le gambe che stavano tremando ed Harry che voleva arrivare a casa il prima possibile.
Ma a quanto pare Louis non era del suo stesso parere, infatti decise di seguirlo a passo d'uomo sullo skate.

"Così il professore di matematica ti ha chiesto di uscire?" Chiese con quel sorriso bastardo di chi ne sa una più del diavolo.
"D-dovevamo parlare di u-un progetto" si giustificò Harry cercando di rimanere calmo, mentre il suo cuore non si decideva a ritornare al normale battito cardiaco.
"Certo Harry, certo" disse.
A sentire il suo nome pronunciato da quelle labbra che tanto bramava si sciolse.

"Non penso di-di doverti delle spiegazioni, a malapena m-mi parli a scuola" cercò di risuonare sicuro di quello che stava dicendo.
"Ho pur sempre una reputazione da mantenere, non posso farmi vedere in giro con sfigati come te, comunque grazie dell'informazione, farete un grande scandalo. Domani parleranno tutti di voi, addio sfigato!" Disse Louis sfrecciando via con lo skateboard, il più lontano possibile.

Harry si sentiva così stupido, ancora una volta il suo cuore batteva per una persona che non lo meritava.
Arrivato a casa, pianse lacrime amare, addormentandosi quasi subito, senza riuscire ad aprire un libro per il giorno seguente.

Dall'altro lato però Louis non si sentiva per niente bene, anzi a dire la verità stava di merda.
In fondo doveva sempre mantenere la sua reputazione dopo tutto.
Così pensava di aver fatto il suo dovere da figo della scuola.
Passando casualmente da bar dove c'era Harry, aveva visto quest'ultimo in atteggiamenti strani con il loro professore di matematica.

In tal caso decise di fare una foto proprio mentre si stavano tendendo per mano ed il prof lo baciava sulla guancia.
Così aveva mandato le foto al suo migliore amico, Zayn, che da sempre aveva una cotta per il loro professore.
Sapeva benissimo che si fosse vendicato dello sfigato e in parte gli dispiaceva, ma dall'altro lato si sentiva in dovere di farlo.

Ci aveva messo così tanto a guadagnarsi la reputazione che aveva a scuola.
Tutti gli cadevano ai piedi e lo rispettavano, aveva ragazze che spuntavano da ogni angolo supplicandolo per una notte insieme.
In somma tutto quello che un ragazzo vorrebbe.

Dopo averlo visto uscire dal bar lo pedinò per dieci minuti buoni, in realtà senza un fine logico a tutto ciò.
Forse perché sapeva di interessare al riccio, insomma si vedeva e forse perché si sentiva messo al secondo posto da questo Liam.
Decise di vendicarsi in un qualche modo, tutti devono mettere Louis Tomlinson al primo posto.

Gli andò di fianco dopo aver scrutato ogni minimo movimento del ragazzo.
Si sentiva un po' in colpa per quello che aveva appena fatto e cercò di pararsi un po' il culo.
Ma poi la sua parte da stronzo prevalse e ferì nel profondo il ragazzo dagli occhi verdi.

Sfrecciò con il vento tra i capelli, il più lontano possibile arrivando al suo posto segreto, che usava quando voleva stare da solo e pensare a tutta la sua vita.
Dopo tutto era un ragazzo buono e sapeva quando sbagliava o trattava male qualcuno.

In questo caso una testa piena di gel, con gli occhi più verdi mai visti prima e delle fossette meravigliose.
Silenziosamente gli scese una lacrima, che raccolse subito, neanche con se stesso si sentiva libero.
Per mantenere la sua reputazione avrebbe fatto di tutto, non voleva tornare come prima, non poteva permetterselo.






Il giorno seguente a scuola un piccolo Harry era seduto al primo banco con gli occhi più piccoli del solito per la stanchezza e i pianti fatti durane la notte.
Ascoltava attentamente il suo professore di matematica, che ovviamente ci stava provando con lui, ma vendendolo così vulnerabile decise di smetterla.

Era perso nei suoi pensieri, quando un Louis bagnato fradicio si presentò all'interno della classe.
Inutile dire che a Harry si seccò la gola dalla bellezza del ragazzo in quelle condizioni ed ebbe un piccolo problemino intimo da risolvere prima che qualcuno potesse accorgersene.

"Scusi per il ritardo ma c'era il temporale fuori" disse con il fiatone Louis, andandosi a sedere in ultima fila.
Harry sospirò al suono della sua voce.
"Tomlinson vieni davanti, vicino a Styles c'è un termo, almeno non ti viene la febbre" disse Liam un po' seccato.
Louis alzò gli occhi al cielo spostandosi davanti, mentre Harry cercava di prendere fiato.

Le due ore di matematica non passarono mai per Harry avendo Louis vicino.
Si costrinse a non guardarlo, anche se non ci riuscì molto.
"Che cazzo guardi?" Chiese infatti il liscio.
Harry arrossì "i-io non, non, sc-scusa" disse abbassando lo sguardo.
Louis ghignò guardandolo.

"So di essere bello ma se vuoi una mia foto basta dirmelo" continuò a prenderlo in giro.
Harry non rispose, scarabocchiò qualcosa sul suo quaderno.
"Cosa scrivi?" Chiese Louis curioso.
"N-nulla" disse Harry nascondendo il suo quaderno.
"Voglio saperlo" disse autoritario Louis.

"Styles, Tomlinson, fuori!" Urlò ad un certo punto Liam.
"S-scusi" disse il riccio.
"Andiamo! Ci ha sbattuto fuori" disse il ragazzo dagli occhi azzurri trascinando Harry per un braccio.
Liam lo fissò mentre bruciava di invidia.

"D-dove stiamo andando?" Chiese occhi verdi.
"Negli spogliatoi, non vorrai che mi venga la febbre spero. Sono ancora bagnato dopo tutto, mi devo asciugare" spiegò Louis mentre si dirigevano dall'altro lato della scuola.
Gli spogliatoi erano vuoti, perché erano andati in quelli della squadra di calcio e dato che non c'era nessuna partita e o allenamento, non c'era nessuno.

Harry si sedette sulle panchine, sentendosi a disagio più che mai e per completare l'opera Louis si tolse la felpa lasciando il riccio a bocca aperta.
Si sistemò gli occhiali sul naso e rimase a fissare il suo petto tatuato, mentre il suo cuore galoppava talmente forte che lo sentiva anche in gola.

Quando si accorse di starlo guardando troppo abbassò lo sguardo.
"Se mi guardi non mi infastidisci Honey" disse Louis andandogli vicino provocatorio.
Harry si sentiva strano per due semplici ragioni.
La prima era per il soprannome che gli aveva appena dato Louis.
La seconda era per le dita del ragazzo dei suoi sogni sotto il suo mento, che lo costringevano a guardarlo tirano su la testa.
Deglutì rumorosamente.

"P-prima non m-mi sembrava così in classe" disse tutto ad un fiato Harry sentendosi stupido subito dopo.
Aveva appena confermato le ipotesi di Louis.
Il cuore del liscio perse un battito per il tono dolce del ragazzo.
Accorgendosi di questa cosa si staccò, credendosi troppo debole allo sguardo del riccio.
"Vattene Harry!" Disse Louis tutto ad un tratto.
"Cosa?" Chiese il riccio sconvolto dal comportamento del ragazzo.
"Ho detto, vattene!" Disse più serio Louis, mentre contraeva la mascella per non farsi scappare nessun tipo di emozione.

Harry sconvolto si alzò e prese la sua roba andandosene, non accorgendosi però che il quaderno dalla copertina nera gli era scivolato dallo zaino.
Louis accorgendosi di questa cosa stava per restituirglielo, quando si rese conto di cosa si trattava.

Lentamente prese in mano il quaderno e accarezzò con il dorso la copertina.
Fece un grande sospiro e per un motivo a noi sconosciuto non trovò la forza di aprirlo, di invadere in un modo così brutto la privacy del riccio, così semplicemente se lo infilò dentro il suo zaino, uscendo dagli spogliatoi e camminando a testa bassa.

Ritornando all'interno dell'edificio si andò a sedere accanto al suo migliore amico Zayn durante l'ora successiva.
"So come fargliela pagare Lou" sorrise a denti stretti il moro rivolgendosi al liscio.
"Di cosa stai parlando?" Chiese confuso non capendo esattamente l'intenzione di Zayn.

"Oh meglio, di chi" sorrise
"Di Styles ovviamente" continuò guardando il ragazzo di fianco.
Louis a quelle parole gelò all'istante, senza però fare realmente qualcosa di utile per fermare il moro.
Si limitò ad annuire poco convinto mentre la professoressa entrò in classe e iniziò la lezione.
Louis era molto distratto, si accasciò sul banco con la guancia sopra il suo braccio, con la testa rivolta verso Zayn.

"A volte non ti sembra che tutto questo forse sotto sotto non fa per noi?" Chiese speranzoso.
"Cosa intendi?"
"Non so Zay, tutta questa popolarità che vogliamo a tutti così, questa voglia di vendetta, non so, anni fa non era così e stavamo bene" disse Louis sognate ricordando i vecchi tempi con Zayn.
"Si a volte, ma poi sai cosa?" Chiese.
"Cosa?"

"Mi ricordo di quei bastardi Louis, di quella notte che mi sogno ancora, che mi tartassa dentro e li, tutte le mie paure svaniscono e mi ricordo il perché ci siamo costruiti questa vita, questa maschera" ingoiò un boccone amaro.

"E se ti stai chiedendo se non mi sento in colpa per quello che facciamo, a scuola, allo skatepark o in qualsiasi altro posto, con quelle persone che ci guardano con disgusto, si, mi sento una merda Louis, ma fidati, è meglio essere temuti che amati" sospirò senza dare troppo nell'occhio.
"Ma queste citazione alla regina di cuori" disse cercando di sdrammatizzare l'aria pesante che si era creata in torno a loro due.
"Coglione" gli fece il dito medio Zayn.

Dopo la scuola Zayn e Louis si recarono allo skatepark per allenarsi ad alcuni trick che a detta del moro era indispensabile saperli compiere.
Fecero una breve pausa, seduti sull'asfalto con sotto i loro skateboard a sorreggere il peso dei corpi stanchi.

Zayn accese una canna facendo alcuni tiri, passandola poi a Louis che lo guardava come se non desiderasse altro al mondo.
"Posso chiederti un favore Zayn?" Chiese aspirando forte.
"Ti vuoi approfittare di un povero ragazzo in condizioni deplorevoli?" Disse ridendo sommessamente.
Louis alzò gli occhi al cielo facendosi sfuggire una risatina.
"No" gli diede un buffetto sulla spalla e ci appoggiò la testa sopra.

Era strano come in compagnia del moro Louis riuscisse a sentirsi se stesso al cento percento.
Erano cresciuti insieme e Zayn lo capiva sempre, in tutto e per tutto.
Con lui riusciva ad esternare un lato ormai nascosto negli anni, un sentimento seppellito nelle macerie che era il suo cuore, la dolcezza.

Ma anche l'amore, non l'amore che però si prova per la propria anima gemella, più un amore fraterno.
Zayn lo faceva sentire vivo e dannatamente felice al suo fianco e sapeva che la cosa era ricambiata.

"Potresti non fare nulla con le foto che ti ho inviato di Harry ieri? Per favore?" Fece lo sguardo da cucciolo, sapendo perfettamente che Zayn non poteva resistere a quei pozzi blu.
"Come mai?" Chiese un po' titubante e fissandolo intensamente negli occhi.
Come se gli stesse leggendo l'anima oserei dire.

"Non so, ma ti prego, fallo per me" disse sbuffando, non capendo a pieno il suo stato d'animo.
Semplicemente gli andava di aiutare in un certo senso il riccio.
"Lo faccio solo per te. Ma sappi che il discorso non finisce qui, non puoi mentirmi a lungo" disse fissandolo e poi alzandosi buttando il mozzicone per terra.
"Ora dai, aiutami a fare sto dannato trick"
"Mi stai per caso chiedendo aiuto Malik?" Lo stuzzicò Louis ridendo allegramente.
"Fottiti!"






Il giorno successivo Louis non si aspettava di certo una visita di Harry durante la fine della sua ultima partita.
Aveva aspettato cautamente che tutti uscissero dagli spogliatoi, sapeva esattamente che Louis era l'ultimo ad uscire, anni ed anni passati ad osservarlo erano pur serviti a qualcosa.

Entrò bruscamente senza però far girare Louis, convinto che fosse un suo compagno che avesse dimenticato qualcosa.
"Dove l'hai messo?" Chiese Harry un po' alterato.
Louis si girò di scatto al suono di quella voce.
Si infilò velocemente la maglietta che aveva in mano e camminando a passo spedito verso Harry si bloccò davanti a lui.

"Dove ho messo cosa?" Chiese non capendo a cosa si stesse riferendo il ragazzo dai capelli ricci.
Si rese conto solo in quel momento che Harry non aveva gel tra i capelli e portava dei vestiti sportivi, senza apparire elegante e tirato come suo solito.

Deglutì a vuoto a quella vista, rimase spiazzato completamente.
"Il-il mio quad-quaderno" disse piano, ed ecco il solito ragazzino tutto timido e con la testa bassa dall'imbarazzo, diventando sempre più rosso, dopo tutto stava sempre parlando con la sua cotta secolare.
Ed il coraggio di poco prima lentamente andò a farsi fottere quando vide Louis che lo stava fissando in modo alquanto strano.

"Oh parli del quaderno con la copertina nera?"
"S-si" disse abbassando lo sguardo.
"T-tu l'hai per caso a-aperto?" Chiese con il terrore nello sguardo.
Louis a quelle parole quasi si sciolse e voleva davvero digli come erano andate le cose, ma il suo ego prese il sopravvento.
"Si, e, wow non me lo aspettavo da te Styles" si inventò presto una frase ad effetto da sfoggiare al ragazzo che ora aveva preso visibilmente a tremare.
"I-io posso spiegarti" disse cercando di cacciare indietro le lacrime che minacciavano di uscire.

Il quaderno che aveva trovato Louis era semplicemente la sua intera esistenza.
All'interno c'era scritto tutto del riccio, addirittura scrisse anche che una volta si provò a contare i capelli ad uno ad uno per la noia.
Ma la cosa più imbarazzante era che c'era scritto tutto quello che sapeva e aveva scoperto sul liscio, qualsiasi cosa.
E come se non bastasse affiancato a tutto ciò c'erano sempre dei disegni.
Anzi in realtà erano più le pagine con i disegni che il resto, una passione che ha sempre portato nel cuore.

Ed è inutile dirlo, ma raffiguravano quasi tutti Louis, fatta eccezione per alcuni in cui aveva elegantemente messo accanto o in braccio o a letto (ma questi sono dettagli) la sua figura.
Al solo pensiero che qualcuno potesse vedere il suo quaderno tremava visibilmente e sapere che ora Louis lo aveva visto, per poco non svenne.

"Cosa puoi spiegarmi?"
"Harry tutto bene? Ti vedo pallido" Chiese Louis cercando di sventolargli una mando davanti al viso.
Il riccio non ripose, si accasciò al suolo dall'imbarazzo che stava provando, ormai era stato scoperto.
Louis visibilmente preoccupato si andò a sedere di fianco a lui.
"T-tu non mi odi?" Chiese talmente piano che aveva paura Louis non l'avesse sentito.

"Perché dovrei?" Chiese però occhi blu.
"P-per quello che c'era scritto" disse continuando a fissare le sue mani che si muovevano freneticamente.
"Okay, okay lo ammetto, non l'ho letto, non l'ho neanche aperto l'ho semplicemente messo dentro il mio zaino e volevo aspettare il momento migliore per ridartelo" disse finalmente Louis togliendosi un peso all'altezza del petto che aveva iniziato a farsi strada quando vide Harry così sconvolto.

"Davvero?" Il riccio alzò la testa e raccolse subito una lacrima solitaria, sfoggiando un sorriso con tanto di fossette.
Louis a quella visione rimase pietrificato ed ebbe la forza soltanto di annuire, sentiva che qualcosa non andava dentro di lui.
Tutti i muri che si era costruito con il solo sorriso di Harry stavano lentamente crollando e questo non poteva accadere.

Così si alzò senza dire una parola e prese dal suo zaino il quaderno del riccio.
"Si, non l'ho letto, ma posso sempre rimediare ora" disse con fare da stronzo.
Harry riconobbe lo sguardo che Louis faceva ogni volta che doveva dimostrare a qualcuno chi era lui.
Quello sguardo che a Harry sapeva tanto di falso, perché lui sapeva che in realtà la sua cotta era una persona buona.
L'aveva visto anni prima durante la sua infanzia e durante i primi anni del liceo e da alcuni sguardi o momenti in cui erano da soli, che quelli lo tradivano sempre.
Poi da un momento all'altro era cambiato, non sapeva esattamente il motivo però.

"No, non puoi" disse alzandosi dal pavimento pulendosi le mani tra di loro e spingendo gli occhiali sul naso.
"E chi me lo vieta? Tu?" Chiese ghignando tra i denti.
Harry spinto da una forza a noi sconosciuta andò con passo spedito verso Louis. "Si!"
Il ragazzo rimase sorpreso dalla sua affermazione, tanto che dovette deglutire e fare un passo indietro per la troppa vicinanza.
"Dammelo" Chiese Harry con una mano tesa verso il ragazzo ed una mano appoggiata sopra i suoi capelli, che cercava di tenere fermi.

A quella vista per poco non svenne un Louis con gli occhi spalancati che preso da un attacco di dolcezza, si fa per dire, scaraventò il quaderno sul pavimento, facendo girare Harry di scatto.
Il quaderno si aprì nella pagina preferita di Harry, era il disegno di Louis tutto nudo che lo guardava con aria provocante.

Il riccio divenne improvvisamente rosso come un pomodoro.
Prese il quaderno e corse a gambe levate da quel posto, lasciando Louis più confuso che mai.






"N-non pensa che.. si insomma" Harry non riuscì a terminare la frase.
Il pomeriggio successivo il suo professore di matematica l'aveva invitato a bere un tea a casa sua.
Harry avrebbe tanto voluto rifiutare l'offerta, ma la scuola era importante e non poteva rifiutare una proposta così.

Di certo non si immaginava che sarebbe finita con Liam attaccato al suo collo che gli leccava e succhiava porzioni piccole di pelle sopra il suo divano.
Ad Harry piaceva terribilmente, ma sapeva quanto fosse sbagliato.
Si sentiva anche in colpa perché il suo cuore non apparteneva al professore e forse era stato lui a dargli un'idea sbagliata.
Così si staccò lentamente dalle grinfie dell'uomo.

"Mi- mi dispiace ma penso che t-tu abbia interpretato male, in..in senso non che tu sia stupido, ma-ma, insomma io" non riuscì a finire la frase che Liam lo guardò molto confuso, non capiva davvero dovevo voleva andare a parare il ragazzo, o forse semplicmente non voleva ammetterlo a se stesso.
"Cosa mi stai cercando di dire Harry?" chiese al quel punto guardandolo più dolcemente possibile.
"Non, penso d-di volere la stessa cosa che vuoi tu" disse alla fine togliendosi quel peso al petto, che aveva preso possesso da quando era entrato nella casa.
Liam lo guardò spaesato, scusandosi immensamente, prima che il silenzio calasse tra di loro.
"Io ora, ecco credo sia meglio che me ne vada" Harry prese le sue cose e si diresse verso l'ingresso della casa, per uscire.

Camminò lentamene per le strade della città quando come un flashback qualcuno non gli si piazzò di fianco, facendolo spaventare visibilmente.
"Cosa stai cecando di fare?" la voce di Zayn gli arrivò dritta nel cervello.
"Stai p-parlando con me?" chiese iniziando a balbettare un Harry visibilmente scosso.
"Con chi sennò?"
"Ti ho visto uscire da casa del professore di matematica e la cosa non mi piace. Louis mi ha chiesto di non fare niente con le foto ma a questo punto.." disse Zayn fissandolo intensamente negli occhi.
"Louis ti ha detto q-questo?" Chiese Harry leggermente sconvolto.

"Si ricciolino, ma sai quando mi incazzo mi incazzo e non ci sono terzi che tengano e ora lo sono" disse sbattendo Harry verso il muro di una casa.
Il riccio deglutì visibilmente spaesato e sconvolto.
"C-cosa?" Non capiva cosa stesse succedendo, ma quando Zayn gli si parò davanti avrebbe tanto voluto piangere e dimenticarsi tutto.
"Non devi avvicinarti a Liam" disse a denti stretti.
"O te lo sei già portato a letto?" Chiese tenendolo ora per il colletto della camicia con il pugno chiuso.
"I-io non ho fatto n-nulla" disse Harry terrorizzato.
"Non credo" ribatté il moro osservano il segno rosso presente sul collo niveo del giovane.

Fortunatamente Louis passò da lì e vedendo la scena andò diritto a bloccare il pugno di Zayn che si stava scagliando sullo zigomo del ragazzo riccio.
Harry non sentendo nulla sulla sua guancia aprì gli occhi spaesato.
"Sei stato fortunato" gli disse Zayn scappando con il suo skateboard.

"G-grazie?" Chiese arrossendo a Louis.
"Credo che tu mi debba raccontare cos'è successo" disse iniziando ad andare sullo skate a passo d'uomo in modo che Harry lo seguì immediatamente.
Dopo quasi mezz'ora di camminata in religioso silenzio uscirono dalla città andando verso un bosco poco distante, iniziando a camminarci all'interno.

Si ritrovarono in un posto che Harry non aveva mai visto, una specie di parco naturale, con una cascata reduce del rumore dello scroscio dell'acqua.
Si piazzarono ai piedi di essa sopra l'erba asciutta, cosparsa da margherite.
Era uno spettacolo meraviglioso, agli occhi di Harry era perfetto, si trovava in compagnia della sua cotta in un parco naturale ai confini del mondo, cosa poteva chiedere di più.

Il luogo sembrava quasi incantato e non c'era davvero nessuno, le uniche forme di vita presenti erano Harry e Louis, a contornare il tutto c'erano animali sia piccoli che grandi.
Gli alberi sempre verdi erano la cornice perfetta di un quadro che aveva del fantastico al suo interno.

"Allora Harry, mi spieghi cos'è successo?" Ruppe il silenzio che aveva caratterizzato la loro fuga, Louis.
"I-io non so esattamente, stavo c-camminando quando Zayn mi ha attaccato, dicendo di stare l-lontano dal nostro professore" Harry diventò balbuziente e tutto rosso.

"Oh" rimase sorpreso Louis.
"E come mai?"
"Ecco... io" il riccio non terminò la frase.
"Tu cosa?" Chiese spazientito Louis, toccando la coscia di Harry con la sua mano.
Il riccio sobbalzò a quel tocco, come se gli stessero brucando la carne viva sul fuoco.
"C-come mai siamo qui?" Chiese Harry volendo scappare dalla situazione scomoda che si era appena creata.

Louis rimase un po' spiazzato dalla domanda, la verità era che non sapeva esattamente perché aveva portato il riccio in quel luogo.
Più precisamente nel suo luogo, era il posto di rifugio di Louis, non aveva mai portato nessuno a farne parte, proprio come il suo cuore, nessuno poteva entrare, fatta eccezione per un dannato ricciolino con gli occhi verdi e le fossette scavate sulle guance.
E Louis lo sapeva bene, sapeva che stava prendendo possesso del suo cuore e sapeva di non poterlo evitare, neanche con tutta la forza che aveva in corpo.
Semplicemente con Harry si sentiva vivo.

"Non rispondere alla mia domanda con un'altra domanda" lo sgridò il ragazzo.
Harry intimidito abbassò la testa riccioluta di colpo e poi prese a parlare.
"Ero a casa di Liam, ha provato a baciarmi e.. e insomma fare altro ecco".
Louis dopo la dichiarazione del ragazzo strinse i pugni più che mai facendo diventare le nocche della mano bianche.

Harry preso d'istinto strinse la mano attorno al pugno di Louis, guardandolo teneramente negli occhi.
"Io" Si schiarì la gola "l'ho rifiutato e me ne sono andato" disse in fine.

Il cuore di Louis perse un battito al contatto della sua mano fredda con quella calda di Harry, ma non si lamentò affatto, non trovando la forza di togliersi da quel gesto d'amore, involontariamente sorrise.
Si sentiva con il cuore più leggero, sapendo del rifiuto del riccio per il loro professore, ma un sentimento molto conosciuto arrivò a prendere possesso del suo corpo, la gelosia.

Mandò giù un boccone amaro e si alzò dal prato, iniziando a svestirsi.
Si tolse gli indumenti che aveva addosso, molto lentamente, sapendo di star facendo impazzire il ragazzo di fronte, con un sorrisetto difficile da dimenticare.

Harry dal canto suo, non riusciva a staccargli gli occhi di dosso, mentre il suo cervello cercava di incanalare più ossigeno possibile, iniziò ad avere caldo e si mise le mani sugli occhi, quando Louis prese a togliersi anche l'ultimo pezzo di stoffa che aveva in corpo.

"Vieni?" Chiese togliendogli le mani dal viso ed alzandolo dal terreno.
A Harry sembrava di star vivendo un sogno con la paura di svegliarsi da un momento all'altro.
"D-dove?" Chiese con la bocca asciutta alla vista del petto muscoloso del ragazzo di fronte.

Con lo sguardo non ebbe il coraggio di guardare più in basso, il massimo in cui si era spinto erano i primi peli all'altezza dell'inguine.
"A fare un bagno, dove sennò?" Chiese Louis con il suo sorriso bastardo stampato in volto.
Harry sembrava non volersi muovere da quella posizione, aveva piantato i piedi a terra e la sua bocca era leggermente aperta, cercando di deglutire.
L'autocontrollo del liscio andò lentamente scemando, camminò verso il riccio, togliendogli lentamente gli occhiali.

Rimase spiazzato dalla bellezza delle iridi del ragazzo, il verde che guardava il blu, il cielo che guardava la terra, cercando di rimanere concentrato, si posizionò alle sue spalle.

Harry sperava davvero che il ragazzo dagli occhi blu non sentisse il suo cuore battere all'impazzata nella cassa toracica, quando gli infilò le mani sotto la maglia.
"Hey riccio calmati, mica ti voglio stuprare" sussurrò sensualmente all'orecchio sinistro del ragazzo, procurandogli una serie di brividi non indifferenti.

Harry chiuse gli occhi e tentò di respirare normalmente, ma fallì visibilmente quando Louis gli tolse la maglia lanciandola al suolo.
Aveva il ragazzo dei suoi sogni alle spalle, che lo stava spogliando lentamente, nudo, inutile dire che gli si formò un principio di erezione molto evidente.
Soprattutto quando Louis iniziò a baciargli il collo, le spalle, scendendo fino alla schiena.

Ed Harry si dovette trattenere più che mai per non fare uscire nessun tipo di suono dalle sue labbra, in fondo non sapeva cosa fare con Louis, un attimo prima era dolce e gentile e subito dopo faceva lo stronzo.
"Ti piace Harry?" Gli sussurrò sensualmente all'orecchio morendo leggermente il lobo.

Harry era visibilmente sconvolto ed estasiato, quando le mani del più grande gli strinsero i fianchi, scendendo sempre di più fino a togliergli tutto in una sola mossa.
E dovette chiamare in appello tutto il suo autocontrollo per non girarsi e baciarlo.

La mano di Louis andò a prendere una natica scoperta del riccio, palpandola, mentre con l'altra gli accarezzava dolcemente il torace.
Harry non ci vide più ed iniziò a gemere ad ogni tocco del più grande.
Louis soddisfatto del risultato si allontanò dal corpo del ragazzo camminando verso la cascata, sicuro che Harry l'avrebbe seguito e così fece.

Louis si buttò nell'acqua fresca di maggio, con i petali dei fiori che galleggiavano a creare un'atmosfera molto romantica.
Harry era rimasto imbambolato a guardare Louis fare un tuffo di testa, mentre si copriva le sue grazie con le mani per la troppa vergogna.
"Ti muovi o vengo io a prenderti?" Disse Louis schizzandogli l'acqua addosso.

Harry decise di fare un passo verso il piccolo fiume, toccando la superficie con le dita dei piedi.
"Ma è fredda!" Piagnucolò alla fine.
Louis prese a ridere interrottamente, avvicinandosi al più piccolo e prendendolo per mano, per trascinarlo nell'acqua con lui.

"Hai freddo piccolo?" Chiese vedendo Harry battere i denti quando ormai l'acqua gli arrivava al busto.
"U-un po'." Louis a quell'affermazione lo strinse a se in un abbraccio non indifferente per il cuore di entrambi.
Stando così vicino al riccio si accorse dell'erezione premuta contro la sua coscia e iniziò a ridere maliziosamente.
Fece un passo verso Harry costringendolo ad indietreggiare, finché non si appoggiò alla parete rocciosa della cascata.

Iniziò a baciargli lentamente il collo, facendolo genere rumorosamente e sentì qualcosa risvegliarsi dal basso.
Iniziò a leccare e succhiare un punto tra la clavicola e la spalla lasciandogli un segno violaceo molto evidente.
Con la lingua tracciò una scia risalendo verso la mascella ed andando a finire nell'angolo della bocca del riccio.
Mosse lentamente le sue labbra, dandogli rapidi dolci e veloci baci nel contorno della sua bocca, finché non si decise a baciarlo.

Harry rispose immediatamente al bacio, non volendo altro al mondo, da quando lo aveva visto la prima volta.
Desiderava così tanto le sue labbra da sognarle molto spesso, aveva immaginato un sacco di volte il loro primo bacio ed il sapore di Louis.
Ma tutto questo aveva certamente superato le aspettative del riccio.

Il sapore di Louis era uno dei migliori mai assaggiati prima, in grado di crearti dipendenza solo al primo tocco.
Le sue labbra fini, si trasformarono in vere navi da guerra una volta scontrate con quelle gonfie e grandi del riccio.
Creavano un'armonia perfetta, le une completavano le altre.

Il bacio inizialmente era nato come un gesto dolce, scontrando le loro bocche, facendo perdere un battito e fare accelerare gli altri successivi dei loro cuori.
Si trasformò presto in una danza vera e propria, fatta di lingue che si scontravano tra di loro, in un disperato appello d'aiuto.

Le mani del maggiore che vagavano nel busto asciutto e tatuato di Harry, mentre le mani di quest'ultimo avevano trovato rifugio nei capelli bagnati del liscio.
"Questi quando gli hai fatti?" Chiese con il fiato corto Louis, riferendosi ai tatuaggi del riccio.
"Mi sono sempre piaciuti i tatuaggi" disse in un sussurro.
"È da quando ho 16 anni che mi tatuo" continuò leggermente imbarazzato.

"Sono bellissimi" disse il ragazzo più grande accarezzando la farfalla che aveva disegnata sullo stomaco.                                
"G-grazie, anche i t-tuoi sono belli" continuò Harry scrollandosi i capelli bagnati con la mano destra.

Poco dopo si decisero ad uscire dall'acqua, rivestendosi, ma restando con il petto scoperto, distesi sopra l'erba, guardando il cielo che si stava incupendo lasciando spazio alla notte.

Louis era steso completamente a terra, con la schiena attaccata al terreno ed in mano una canna appena accesa.
Portò il filtro alle sue labbra ingoiando il fumo che ricadeva nei suoi polmoni, liberandolo in un dolce sospiro.
Harry piegato di fianco, steso sul lato sinistro del suo corpo, lo guardava ammaliato, come se fosse la cosa più bella del mondo.

Il ragazzo si sentiva così ogni volta che guardava Louis si sentiva perso, in cerca d'aria per la troppa bellezza che emanava, il suo cervello andava in tilt lasciando spazio solo al suo cuore che martellava e prendeva il ritmo di una danza tutta sua.
In quel momento rilassò tutti i muscoli tesi del proprio corpo, facendosi scappare un leggero sorriso che incorniciava il suo volto, con un adorabile fossetta che spiccava in tutta la guancia.

Louis lo guardò trasognante e quasi non si accorse della mano del più piccolo che prese lo spinello che aveva tra di esse.
Lo portò alle proprie labbra ed aspirò una quantità imbarazzante di fumo, riportando la canna alle labbra sottili del suo proprietario.

Proprio mentre stava facendo uscire il fumo che aveva in corpo la voce di Louis tuonò nel silenzio che aveva predominato il momento, guardandolo confuso ed ammaliato dai cerchi perfetti che uscivano dalla bocca carnosa del riccio.
"Non sapevo fumassi"
"Ci sono tante cose che non sai di me Lou" disse ridendo di gusto.


Dopo attimi interminabili e dopo aver diviso la canna facendo praticamente un tiro a testa, Harry si prese di coraggio ed allungò la mano sopra il petto formato di Louis.

Il motivo che lo spinse a fare quel gesto non gli fu molto chiaro, forse perché voleva farlo da una vita, ma decise di dare la colpa alla canna che stava facendo piano piano effetto all'interno del suo fragile corpo.

Andò ad accarezzare la cicatrice che aveva per tutto lo stomaco e che tanto gli piaceva.
"È-è orribile vero" Chiese Louis sentendosi per la prima volta dopo anni piccolo e fragile tra le braccia di qualcuno.
"A me piace da morire" disse il riccio sorridendo e guadagnandosi un bacio sfuggente da parte del moro.

Harry arrossì di botto dopo il gesto dolce ed improvviso del più grande, non se lo aspettava minimamente e per questo motivo fece battere all'impazzata il cuore del povero ragazzo dagli occhi verdi.
"Posso chiederti come te la sei fatta, oppure mi uccidi?" chiese sussurrando a Louis, il quale non realizzò subito di cosa stesse parlando.
"Non ti farei mai del male, neanche volendo Curly" disse il moro guardando il cielo sopra le loro teste.

Sbuffò rassegnato ed iniziò a raccontare ad Harry una storia che era rimasta chiusa dentro il suo cuore per troppo tempo, una storia che aveva segnato la vita del ragazzo dagli occhi azzurri, per la quale aveva perso tante persone e si era procurato tanto dolore, sia fisico che mentale.

"Era il Ferragosto di tre anni fa, io e Zayn eravamo in spiaggia a guardare il tramonto, come tutti gli anni, davanti ad un gigantesco falò, insieme a noi due c'erano altri tre ragazzi, immischiati in un giro di droga talmente grande che io e Zayn neanche potevamo immaginare.
Ogni tanto capitava che si facessero qualche canna e fin qui tutto normale; dopo alcune ore che eravamo in spiaggia, alle nostre spalle sentimmo arrivare delle persone ed i tre ragazzi urlare, sul momento non capì subito cosa stesse accadendo."
Fece un respiro profondo prima di continuare a raccontare.

"Quella notte ho visto i miei tre migliori amici morire davanti ai miei occhi, questa cicatrice me la sono procurata quando ho cercato di salvarli, ma gli altri ragazzi che erano in netta maggioranza, mi hanno buttato addosso al fuoco e se non ci fosse stato Zayn a quest'ora probabilmente non sarei qui" concluse il discorso con le lacrime che segnavano le guance scavate di Louis e gli occhi blu liquefatti da tutto il dolore subito.

Harry rimase in mobile dopo la dichiarazione avuta dal moro, durante tutto il racconto sgranò gli occhi con una mano appoggiata sulla bocca, non sapeva davvero che dire o cosa fare, così decise di rimanere in silenzio e confortare il suo Louis, perché ormai nella sua testa era diventato così, con un abbraccio caloroso e pieno d'amore.

Un gesto così semplice e così scontato che agli occhi del più grande sembrò un tesoro stretti tra le dita, dopo anni interminabili di ricerca.








Dopo la loro "fuga d'amore", chiamata così da Harry i due ragazzi non si parlarono più.
Sembrava essere tornato come giorni prima, come quando Louis ignorava il riccio e lo derideva bellamente davanti tutta la scuola.

Sembrava non essere mai accaduto nulla tra di loro, tanto che Harry pensava di esserselo sognato.
I giorni passavano e di Louis non aveva nessuna notizia, era semplicemente come sempre, come al solito.
A momenti preferì quando il ragazzo dagli occhi blu lo derideva, non ne poteva più dell'indifferenza.
Neanche un messaggio, una parola, una spinta, o addirittura uno sguardo.
Era diventato improvvisamente invisibile agli occhi del più grande.

Una dolorosa ma famigliare stretta al cuore si impossessò di Harry quando vide Louis camminare per mano con una ragazza lungo i corridoi della scuola.
La ragazza in questione il riccio la conosceva bene, era un'amica di sua sorella, la conosceva da quando era piccolo, Eleanor Calder era un'amica di famiglia e i suoi genitori erano i migliori amici di quelli di Harry.

Si sentii la terra scomparire da sotto i piedi, aveva una grande voglia di vomitare anche l'anima, il ragazzo di cui era follemente cotto, si stava baciando con la migliore amica di sua sorella.
La cosa che lo fece arrabbiare ancora di più era che la mora sapeva benissimo del debole di Harry, aveva passato giorni a consolarlo, fino all'anno scorso, perché Louis non lo calcolava ed ora che era riuscito a restaurare un rapporto col più grande lei glielo portò via.







La storia tra Louis e Eleanor andò avanti ancora per settimane, settimane in cui Harry si sentiva morire ogni giorno di più.
Pensava davvero in un futuro con Louis, dopo che si era aperto con lui, dopo che l'aveva consolato e stretto al petto ma a quanto pare per il ragazzo dagli occhi azzurri non era abbastanza.

Quelle settimane Niall cercò in tutti i modi di consolarlo, con una vaschetta di gelato tra le mani e la ragazza fonte delle sue sofferenze al piano di sopra con Gemma.

"Secondo me dovresti parlargli" sputò Niall dopo attimi di silenzi, portandosi in bocca una quantità esorbitante di gelato alla crema.
"E sentiamo, cosa dovrei dirgli?" Chiese retorico Harry andando a spettinarsi i capelli con le mani dalla frustrazione, sbuffando leggermente.

"Del bacio!" Disse il biondo come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
"La fai facile tu, io... noi... cazzo no" la frustrazione di Harry si faceva sentire sempre di più.
Ormai era diventato impossibile non percepirla, usciva da tutti i pori della pelle, facendo a botte con il forte spirito pacifista di Niall.

"Andiamo amico, se non lo fai tu, ci vado io e poi vedi come lo sistemo"
Harry avrebbe davvero voluto non ascoltarlo e ridergli in faccia, ma sapeva benissimo che quando Niall gli diceva una cosa, era quella e non c'era nessuno in grado di fermarlo.
Aveva avuto molti modi di dimostrarlo all'amico, fin troppi per i gusti di Harry e di certo avrebbe preferito parlare lui con Louis piuttosto che Niall, conoscendo il carattere dei due ragazzi.
"Ora!" Disse infine il biondo.

Così un piccolo Harry con lo sguardo basso ed il panico in corpo si diresse a casa del ragazzo che lo faceva restare sveglio la notte.
Lanciò dei sassolini trovati sul ciglio della strada dalla frustrazione e dall'imbarazzo.
La casa di Louis non era troppo distante dalla sua, abitavano praticamente nello stesso quartiere ma non aveva mai avuto il coraggio di avvicinarsi troppo al suo territorio.

Suonò il campanello della dolce casetta, in armonia con le altre abitazioni della zona, ne troppo trafficata ne troppo deserta.
Una donna, la madre di Louis, pensò Harry, aprì la porta d'ingresso con un sorriso stampato in faccia, che gli fece venire voglia di abbracciarla.
"Emh... ecco, i-io sto cercando Louis, è in c-casa?" Chiese cortesemente alla figura difronte balbettando leggermente a disagio.

"Oh tu devi essere un suo amico, certo certo, accomodati pure" disse Johanna presentandosi alla figura di Harry, spostandosi di lato per farlo passare.
"Scusa per il casino ma sai, con cinque figli è un po' difficile tenere in ordine tutto" si scusò la donna facendo un sorriso gentile ad Harry che ricambiò dicendo di non preoccuparsi e che anzi era molto più in ordine rispetto a camera sua.

La casa di Louis era piccola ma molto accogliente, con foto sparse un po' ovunque e decorazioni di ogni genere che facevano a gara per chi si notava maggiormente.
"La stanza di Louis è di sopra, la prima porta a destra" concluse Johanna con l'ennesimo sorriso per Harry che non si decideva a muoversi.

Una volta preso il coraggio necessario, si avviò alla destinazione stabilita poco prima, rischiando di inciampare e cadere dalle scale un paio di volte.
Una volta posto davanti alla porta del ragazzo dei suoi sogni decise di bussare, ricevendo l'invito di entrare da parte di Louis.
Una volta trovato faccia a faccia con il ragazzo tutti i discorsi mentali che si era preparato andarono a farsi benedire, insieme al suo auto controllo.
Bastò uno sguardo di Louis per far gelare il sangue ad Harry.

"Cosa ci fai qui Harry?" Chiese con un filo di voce il ragazzo seduto sul letto, ancora sotto shock per la presenza del più piccolo.
"I-io..." prese un respiro profondo prima di incominciare a parlare "ho bisogno di parlare con te, non ce la faccio più"

"Di cosa vuoi parlare? E chiudi la porta per favore" Disse sapendo perfettamente la risposta ad una domanda che non voleva davvero sapere ed affrontare.
"Di quello che è successo tra di noi Louis, tu... mi hai baciato, poi, cazzo ora stai con Eleanor e lei è la migliore amica di mia sorella" respirò affannosamente Harry e non ricevendo alcuna risposta dal liscio continuò il suo sproloquio.

"Mi hai raccontato una cosa molto privata settimane fa e mi hai portato in un luogo importante per te-" venne interrotto da Louis con un "come fai a sapere che era importante per me?" sussurrato.
"Te lo si leggeva negli occhi Lou, io ti conosco, so quando stai male, quando sei felice, emozionato o addirittura quando sei eccitato... non guardarmi così, non sono pazzo, sono solo follemente cotto di te, dalla prima volta che ti ho visto e so che la cosa non è ricambiata, ma cazzo... tu-tu me l'hai fatto credere, mi hai fottutamente dato un bacio! Mi hai toccato e mi hai protetto come nessun altro mai ha fatto.

So di non essere alla tua altezza perché cazzo tu sei un Dio greco ed io sono solo un povero sfigato da prendere in giro con il proprio migliore amico, ma cristo, anche io ho dei sentimenti Louis, e tu con la mossa bastarda che hai fatto, sei riuscito a distruggermi" Harry sputò fuori tutto quello che lo tormentava da settimane, facendosi sfuggire una lacrima solitaria che gli rigava il volto angelico.

Louis in tutta risposta, dopo il discorso del riccio, voleva davvero tanto prenderlo tra le braccia baciarlo e farlo suo, ma come sempre, ancora una volta, il suo origlio prevalse su tutta la faccenda, rompendo il cuore del povero Harry che dopo le parole di Louis scoppiò in un pianto amaro, disastroso e doloroso.
"Non ha significato nulla per me, io non sono gay!"





Dopo la dichiarazione di Louis, Harry scappò in lacrime da quella casa, ma soprattutto da quella persona che si era preso gioco dei suoi sentimenti.
Si sentiva usato ma ancora peggio umiliato, magari avrebbe sparso la voce in giro ed in men che non si dica l'avrebbero saputo tutti a scuola.
Il terrore si impossessò di Harry che dopo essere uscito dalla vita di Louis corse in un luogo lontano, che nemmeno lui sapeva, le gambe avevano deciso di prendere l'iniziativa da sole.

Louis dal canto suo si ritrovava in camera sua con le lacrime agli occhi per le parole che aveva usato con Harry, per i modi e per come l'aveva fatto soffrire.
Aveva capito già da tempo di provare forti emozioni per il riccio, ma non riusciva ad ammetterle a se stesso.
Lo trovava così bello, intelligente e sexy che molte volte si ritrovava a svegliarsi nel cuore della notte con un'erezione da sistemare.

Da quando l'aveva portato al suo posto e da quando l'aveva baciato, visto nudo e si era aperto con lui, non riusciva più a toglierselo dalla testa, provava emozioni così forti che decise di ignorarle, mettendosi con una ragazza senza un apparente significato, solo per copertura, solo perché non riusciva ad accettarsi.

Johanna avendo visto il ragazzo scappare da casa sua e forse ascoltando la conversazione avvenuta nella stanza di suo figlio poco prima, decise di intervenire, andando a sedersi vicino a Louis, sopra il suo letto grande.
"Tesoro, perché l'hai fatto?" Chiese semplicemente, accarezzando la schiena ad un Louis singhiozzante.

"Hai ascoltato t-tutto vero?" Chiese sapendo già la risposta della donna che appunto come si aspettava fu affermativa.
"Vai da lui" disse in fine.
"M-ma non mi vorrà più, hai visto come l'ho trattato, io... io non mi vorrei più" continuò a piangere tra le braccia di sua madre che lo consolò proprio come quando era piccolo e si faceva male sbucciandosi il ginocchio.

"Vai!" Sussurrò dopo minuti interi a coccolare e cercare di calmare il cuore del suo bambino.
"T-tu non sei arrabbiata con me? Cioè è un fottuto ragazzo!" Singhiozzò ancora in preda al panico.
"Di questo ne parleremo dopo, ora alzati e vallo a cercare!" Disse categorica Johanna, con un tono che non ammetteva discussioni ne tantomeno un rifiuto.

Louis corse fuori di casa con ancora gli occhi gonfi dal pianto, spingendosi fino a casa di Harry, ma non trovando la persona che stava cercando al suo interno decise di andare al loro posto, perché ormai era chiaro a tutti che Louis senza Harry non poteva vivere e che Harry senza Louis era perso.

Con tutto se stesso sperò che il riccio si trovasse li, pochi minuti dopo tirò un sorriso talmente sincero da far invidia agli angeli in paradiso quando si accorse che Harry era girato di schiena, che stava lanciando dei sassolini dentro l'acqua.

Senza farsi sentire si posizionò alle sue spalle, abbracciandolo forte da dietro, annusando il profumo del ragazzo che aveva addosso.
Harry in risposta tirò un sospiro di sollievo quando capì di chi appartenevano quelle braccia tatuate.
Si girò verso la figura che era ancora attaccata al suo corpo e proprio come la prima volta i loro occhi si specchiarono gli uni dentro gli altri, con la sola differenza che ora erano gonfi dal pianto e con la certezza di appartenersi.

"Mi dispiace" sussurrò Louis ad un soffio dalle labbra di Harry.
"Zitto e baciami stupido" sorrise il riccio emettendo quelle parole.
Il cuore di Louis batteva talmente forte che pensava si staccasse dalla sua gabbia toracica mentre appoggiava nuovamente le sue labbra contro quelle del più piccolo, che sembravano create apposta per lui.

Uno sfioramento leggero di carne sopra altra carne che presto prese vita sentendo il calore delle labbra gonfie di Harry.
Diedero vita ad un nuovo modo di amare, un modo tutto loro, da fuori sembravano due disperati alla ricerca di qualcosa, un qualcosa che trovarono non appena il contatto aumentò.
Un gioco furioso di lingue che ricordava i bambini che litigavano, i loro caratteri così diversi che si scontavano tra di loro, in una battaglia chiamata amore.

Perché si, loro stavano facendo e dando amore, soltanto guardandosi per sbaglio, soltanto toccandosi per secondi insignificanti agli occhi dei cechi.
Presto il turbine di emozioni che provarono fu interrotto dal più grande, che prese per mano Harry e lo trascinò in una casetta lì vicino.

Era la casa, se così di può chiamare, estiva di Louis, durante la stagione si ritirava da tutto e da tutti, neanche Zayn sapeva l'esistenza di quello spazio ritagliato dal mondo.
Prese le chiavi che aveva in tasca sotto lo sguardo curioso di Harry che scrutava ogni movimento del ragazzo.

Dopo essere entrati dentro l'abitazione, Louis portò il riccio verso la sua camera, dove si trovava un enorme letto matrimoniale, troppo grande per una sola persona, ma perfetto con due, proprio come si sentiva Louis ogni volta che stava con Harry, perfetto.

Iniziò a baciarlo, proprio come aveva fatto attimi prima, proprio come quando sei nel deserto e ti viene offerta dell'acqua, o come se da quel bacio dipendesse tutta la sua vita.

Le mani dei due giovani vagarono per tutti i loro copri bramanti di desiderio e di un qualsiasi contatto, le braccia di Harry incastrate tra i fianchi formosi di Louis, mentre le mani piccole ed esperte del liscio, accarezzavano i capelli ricci e scendevano fino alla schiena del ragazzo di fronte.

"Questi li togliamo?" chiese sorridendo tra le braccia del più piccolo riferendosi ai suoi occhiali che prese in mano e li appoggiò sopra un mobiletto vicino.

Harry in risposta preso da un momento di pura follia, prese Louis e lo buttò nel letto, mettendosi a cavalcioni sopra il corpo che tanto desiderava.

Louis boccheggiò in cerca di ossigeno, per la prima volta rimase senza parole, senza battute, ansimò solo molto pesantemente il nome del riccio e si sentì così stupido perché ancora non avevano fatto nulla, che arrossì immediatamente.

Harry sorrise tra le sue labbra, togliendogli la maglietta bianca in un gesto secco, cavandosi anche la sua.

Sempre restando sopra il più grande, scese lungo il suo petto formoso iniziando a baciare ogni centimetro di pelle tatuata del ragazzo, soffermandosi sulla cicatrice che prendeva tutto l'addome.

Dei piagnucolii di piacere e di disperazione uscirono dalla bocca di Louis, quando Harry, con le sue labbra delicate e bagnate, scese per tutto il corpo di Louis soffermandosi sull'ombelico scendendo verso il punto più delicato del maggiore.

Lo schivò iniziando a togliere i pantaloni ed i boxer di Louis, baciandogli la coscia destra e successivamente una volta tolti gli indumenti di troppo, tutta la gamba.

Louis era ridotto in poltiglia, riusciva solo a gemere il nome del suo amato, da quelle labbra sottili.
"H-harry... haz... cristo!"
Le mani del più piccolo vagarono per i fianchi del liscio, finendo sotto la sua schiena, prendendo per le mani le natiche sode di Louis, ricevendo in risposta un gemito più scuro degli altri quando iniziò a massaggiarle sotto il suo tocco esperto.

Con le labbra si fermò sopra il punto dolce di Louis, rosso e lucido di liquido pre seminale, soffiò leggermente sopra l'erezione formata del liscio, inglobandola lentamente.

Per poco Louis non svenne a quella sensazione, era decisamente il pompino più bello che gli avessero mai fatto.
Incastrò le sue mani tra i capelli soffici di Harry tirandoli leggermente.
"Harreh" disse allungando la 'e' presente nel nomignolo che gli aveva affibbiato.

Louis aiutò Harry andando in contro alla bocca del ragazzo spingendo i fianchi contro esso, che leccava, lambiva e pompava tutta la lunghezza del più grande.
Soffermandosi maggiormente sulla punta rossa che succhiò e con un grande schiocco si staccò da un Louis visivamente sconvolto.

"Ti è piaciuto?" Chiese timidamente Harry sussurrandolo all'orecchio del più grande, lasciando una macchiolina violacea alla base del suo collo.
"Cazzo, si" deglutì con fatica Louis, che con un movimento di fianchi ribaltò le posizioni, togliendo gli ultimi indumenti che separavano le loro pelli bramose.

Prese a baciare il riccio proprio come quest'ultimo aveva fatto, soffermandosi sul collo, scendendo fino alla clavicole e andando giù fino al bacino, però fermandosi prima di toccare con le mani di un bambino l'erezione di Harry.

"È la p-prima volta che... si insomma lo faccio con un ragazzo" disse Louis tutto d'un fiato.
"Mio piccolo verginello" gli sussurrò ridendo tra le labbra Harry.
"Coglione" disse Louis iniziando a baciare quel corpo che tanto desiderava avere.

"Ti aiuto io okay? Alla fine non c'è nulla di diverso che come con una ragazza, cambia solo il buco" disse ridendo della spiegazione appena data.
Louis in risposta rise sommessamente, facendosi spuntare le rughette che Harry tanto amava.

Il più grande mise due dita alle labbra di Harry che prese in bocca succhiando dolcemente, cospargendole di saliva.
Era una visione paradisiaca per Louis e si concentrò mentalmente per non venire come un ragazzino alla sua prima esperienza.

Posizionò le dita nell'apertura piccola e stretta di Harry, spingendo l'indice all'interno del ragazzo, che strabuzzò gli occhi in cerca d'aria.
Inizialmente fece male, ma dopo il terzo dito all'interno del proprio corpo Harry era un ammasso indefinito di gemiti, mentre Louis continuava a leccargli il collo bollente.

"T-ti prego" sussurrò Harry.
"Cosa?" Chiede ghignando il ragazzo sopra di lui.
"S-scopami Lou" sentenziò allungando l'ultima lettera del suo nome.

Il più grande non se lo fece ripetere due volte, entrando piano dentro le carni calde di Harry, intrecciando le mani tra di loro e baciandosi furiosamente, in cerca di qualche appiglio, trovando il loro posto nel mondo, trovando il loro amore e facendolo.

Con una spinta più forte delle altre toccò il punto più delicato di Harry, facendolo ansimare più del dovuto.
"Calmati tigre" infatti disse Louis all'orecchio del suo amante.
"Cazzo...Lou Lou Lou" graffiò la schiena del più grande vendendo tra i loro corpi, seguito subito dopo da Louis, che venne all'interno del suo.







L'estate era iniziata da un paio di settimane, finalmente la scuola era finita, ed Harry era riuscito a prendere il massimo dei voti in tutte le materie, spiccando in eccellenza in matematica, anche dopo la 'storia' avuta con il loro professore.

La relazione con Louis andava a gonfie vele, certamente i due erano parecchio diversi ed ogni tanto scappava una litigata, ma nulla che un buon bacio non poteva risolvere.
Il riccio si ritrovava fischiettando sulla strada mentre andava a casa del suo ragazzo.

Stava attraversando la strada, in quel quartiere desolato, per raggiungere la destinazione, i due quel giorno dovevano guardare un cartone.
Harry voleva a tutti così vedere Rapunzel dato che Louis non l'aveva mai visto, era riuscito a convincerlo dopo svariati sbuffi da parte del più grande.
All'improvviso un forte mal di testa catturò il riccio, ritrovandosi a strizzare gli occhi di botto, quando sentì il clacson di una macchina a tutta velocità che passò sopra il corpo piccolo del povero Harry.








Louis scoprii la morte del suo ragazzo soltanto giorni dopo, quando per un'intera settimana aveva tenuto la mano ormai senza vita di Harry in ospedale.
Ed un ragazzo riccio in lacrime, con l'ultimo soffio di vita rimasto riuscì a dire le ultime parole per il suo amato che scoppiò in un pianto disperato.

"È finita Louis, ti amo... e sempre l'ho fatto"








The end.
Xx _GaiaLarry_

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