7 - Invito

Jay e gli altri erano ormai alla decima esibizione.
Tre lunghe settimane erano trascorse dall'ultima volta che lei e Jeffrey si erano visti, e la ragazza si era ormai convinta che non avrebbe più incontrato l'uomo che le faceva battere il cuore con un semplice sorriso.
Il gruppo si era esibito ad inizio serata e ora girava per la sala a caccia di divertimento.

La location, questa volta, era un famoso ristorante italiano a Manhattan, modificato a dovere per la serata. I tavoli erano disposti in maniera disordinata sul lato sinistro della sala mentre sul lato opposto tre lunghi banconi servivano cocktail, al pubblico e ai partecipanti.
La folla che versava al centro non stupì affatto Jay, che ormai era abituata a muoversi tra la calca di persone che affollavano quegli eventi.

Vide Kate allontanarsi e si affrettò a chiedere ad Emily cosa le fosse preso: "Ma dove va?"

"Sicuramente va da Simon, il ragazzo che ha conosciuto la scorsa settimana." Quella risposta spiazzò Jay. Non sapeva chi fosse questo Simon e per questo si sentì in colpa; ultimamente era distratta e non essere aggiornata sulle ultime novità la faceva sentire una pessima amica.

"È salito sul palco dopo di noi, è stato eliminato, poveraccio!" Rob proseguì capendo il disagio di Jay. "Immagino che lei vorrà consolarlo."

L'occhiolino del ragazzo la fece sorridere.

"Avanti, prendiamo esempio da lei e diamoci da fare." Emily alzò il bicchiere sopra la sua testa cominciando a muovere i fianchi. "Stasera si rimorchia ragazzi. Dobbiamo divertirci anche noi!"

I tre amici cominciarono a girare per la sala divertiti. Cocktail alla mano, cominciarono a guardarsi intorno iniziando un gioco tanto stupido, quanto divertente: per ogni bel ragazzo che incrociavano mandavano giù un sorso.

Erano ormai al quarto bicchiere quando Jay si bloccò restando qualche passo indietro rispetto ai suoi amici.
Il tavolo alla sua sinistra aveva attirato la sua attenzione: un gruppo di uomini in giacca e cravatta discuteva animatamente, e Jeffrey era seduto tra loro.
Jay non potè fare a meno di restare immobile a fissarlo. Sapeva che doveva allontanarsi prima di fare qualche stupidaggine ma, quando lui si girò a guardarla, capì che era troppo tardi.
Gli sorrise abbozzando un cenno di saluto con la testa e quando vide le fossette cominciare a disegnarsi sul viso di Jeffrey si rallegrò.

"Jay ne avevamo già parlato." Rob aveva assistito a tutta la scena. "Ti ho vista fare gli occhi dolci a Mister fusto e di certo non posso biasimarti. Ricordati però cosa ti ho detto l'ultima volta."

"Ehi, andiamo, gli ho solo sorriso!"

"E tu quello lo chiami un semplice sorriso? Andiamo, tesoro, sapevamo tutti che questo momento sarebbe arrivato, ricordati solo che non sarai tu a fare il primo passo, fallo friggere per bene, intesi?"

Rob si avvicinò alla ragazza per baciarle la guancia, sussurrandole all'orecchio:
"Sta venendo verso di te, mi racconterai i dettagli dopo, ok?"

Un veloce occhiolino e Rob si dileguò, trascinando Emily con se.

Jay era nuovamente immobile, l'idea che da un momento all'altro avrebbe rivisto Jeffrey le fece tremare le gambe.

"Signorina Jay, come stai?"
Espirò profondamente prima di voltarsi ma, quando lo fece, restò comunque senza fiato.
L'abito chiaro che indossava slanciava particolarmente Jeff, che sembrava ancor più alto e muscoloso agli occhi di Jay. I capelli leggermente spettinati e la barba più lunga dell'ultima volta gli davano un'aria tenebrosa, che lei adorava. Cominciò a chiedersi come sarebbe stato sentire il solletico di quei peletti brizzolati sul suo collo.

"Bene, grazie Signor Morgan. E a lei come va?"

"Quindi siamo definitivamente tornati al lei?"

"Ciao Jeffrey, è un piacere riverderTI. Sto benone, e TU?"

Jeffrey rise divertito.
Quando gli organizzatori del concorso lo avevano invitato a cena, per assistere alla decima fase eliminatoria e discutere sul futuro del programma, aveva accettato con titubanza.
Non si era più presentato alle altre serata per evitare di vedere Jay. Chissà cosa pensava la ragazza di lui dopo quella sera, si chiedeva.
L'idea di rincontrarla lo eccitava e al tempo stesso lo spaventava: gli sarebbe piaciuto scoprire di più sul suo conto, capire se quello che sentiva dentro quando la vedeva era semplice attrazione sessuale o qualcosa di più.
Quando la vide sul palco rimpianse di non aver assistito alle altre esibizioni; mentre ballava e cantava riusciva a trasformarsi in un altra persona, le sue movenze sensuali risvegliavano in lui istinti atavici che credeva assopiti da tempo, e la sua voce gli era talmente entrata in testa che continuava ad udirla pur non avendola più sotto il suo sguardo.

Scorgerla tra la folla, vederla sorridere, gli fece capire che aveva bisogno di lei. Doveva parlarle, doveva sentirla, doveva provare a recuperare ciò che gli sembrava ormai perduto.

"Fantastico ora mi prendi anche in giro, direi che è un passo avanti."

"Come mai sei qui?" Jay si fece seria.

"Sai benissimo perché sono qui."

'Per te. Solo per te.' Queste le parole che avrebbe voluto usare Jeffrey in realtà, le stesse parole che Jay avrebbe voluto sentire.

"Certo che lo so, controlli il tuo investimento. La tua dedizione per il lavoro è davvero ammirevole." Jay alzò il sopracciglio sorridendogli.

Jeff era quasi sorpreso della reazione della ragazza, che sembrava decisamente più sicura di sè, questa volta.
"Whisky?" chiese offrendole il braccio.

Jay lo assecondò ed insieme raggiunsero il bar.
Il barman servì Jeffrey in un attimo quando lo riconobbe.
Con i bicchieri in mano i due uscirono dalla sala, ritrovandosi nell'ampio parcheggio del ristorante.

"Perché sei andata via l'altra sera?"
Jeff si accese una sigaretta, offrendone una alla ragazza che rifiutò gentilmente.

"Non mi piacciono le attenzioni degli uomini sposati." la fredda risposta di Jay arrivò subito.

"Stavamo solo bevendo un whisky." lui allargò le braccia scuotendo la testa.

"Non mi piace bere whisky con un uomo sposato."

"E ora, allora, cosa stai facendo?"
L'uomo si portò il bicchiere alla bocca mandandone giù un bel sorso, lanciando uno sguardo malizioso alla ragazza.
A quel gesto lei sorrise. Alzò il bicchiere vicino al volto bevendo a sua volta.

"Ora so che non sei sposato."

"Non hai mantenuto la promessa allora?"


"Mantengo sempre le promesse." gli ricordò la ragazza. "I patti erano che non avrei cercato nulla su di te. Non comprendevano i pettegolezzi tra amiche."

"Quindi hai parlato di me alle tue amiche?"

"No." Jay non poteva ammettere che ormai parlava solo di lui con i suoi amici. La cosa l'avrebbe imbarazzata a morte. "Le mie amiche guardavano tua moglie in Tv ed hanno cominciato a parlare della vostra separazione. Mi hanno praticamente trascinata nel discorso, perché qualche settimana fa mi hanno vista seduta al tuo tavolo durante la cerimonia."

"E cos'altro ti hanno detto?"

"Nulla di interessante."

"Sei sempre più brava a fare a pezzi un uomo." Jeff era quasi stupito. La ragazza che arrossiva ogni volta che lui anche solo la guardava ora gli stava tenendo testa. "Quindi credevi sul serio che fossi sposato?"

"Sì."

"Ma ancora non capisco perché andare via così. Non facevamo nulla di male." tirò un'ultima boccata alla sigaretta per poi lasciarsela cadere ai piedi.

"Nulla di male, è vero. E dell'invito a cena che mi dici? Niente di sbagliato anche in quello?"

"Era solo un invito, per una semplice cena."

"Era? Quindi non è più valido?"

"Non cambiare discorso signorina."

"Sono una persona discreta."

"Cosa?" Jeffrey aggrottò la fronte in segno interrogativo. "Che cazzo c'entra la discrezione?"

"Quell'uomo parlava di una telefonata urgente. Non mi sarei mai permessa di origliare la conversazione intima di due coniugi." Jay si complimentò con se stessa. Non voleva dirgli che in realtà era andata via perché delusa.

"E dovevi andare via dalla sala per non sentirci parlare?"

"Sarai mica sceso a cercarmi?"

"Certo che sono sceso a cercarti."

"Sai dove abito, se volevi trovarmi ti sarebbe bastato uno sforzo minimo."

Jeffrey sospirò portandosi una mano al volto. Sapeva che aveva sbagliato tutto quella sera, che per colpa di Jennifer aveva rischiato di mandare tutto a puttane con Jay.

"È complicato Jay. Anche volendo non avrei proprio potuto quella sera." si limitò a dire, con aria dispiaciuta.

Jay non sapeva cosa dire. Voleva capire cosa passava per la testa di quell'uomo. Ogni sua parola era praticamente un enigma per lei.
Non capiva perché fosse là fuori con lei e si chiedeva come sarebbe andata a finire quella storia. Perché mai un uomo tanto importante quanto affascinante era lì, a giustificarsi con lei?

"Questa cena, allora?" Jeff interruppe i pensieri di Jay. "Possiamo parlarne di nuovo?"

"Penso di si."

"Domani sera? A che ora posso passare a prenderti?"

"Domani sarò a lavoro almeno fino a mezzanotte. Lunedì?"

"Prendi la serata libera, no?"

"Non funziona così. Quando fai la cameriera, per avere una Domenica sera libera, bisogna dare un largo preavviso. Se non mi presento mi licenziano. E non posso permettermelo. Lunedì stacco prima di cena però..."

"Lunedì devo essere in ufficio, a Los Angeles."

"Non credo che nessuno ti licenzierebbe se saltassi un giorno il lavoro, sai?"

"Normalmente no. Ma ho un incontro importante dopo pranzo, e non posso mancare." Jeff scosse la testa. Non voleva farsi sfuggire quell'occasione. "A mezzanotte hai detto? E dov'è di preciso che lavori?"

"Perché? Vuoi andare a cena dopo mezzanotte?"

"New York è piena di posti in cui mangiare. Se a te non dispiacciono a me andrà benissimo anche un hot dog."

Quella risposta sorprese Jay. Sul serio un uomo sicuramente abituato a mangiare nei migliori ristoranti del mondo era disposto a darsi allo Street Food pur di passare qualche ora con lei?

"Se ti piacciono gli Hot dog conosco il posto dove assaggerai quelli più buoni del mondo!"

"E allora dobbiamo andarci. Adesso però, vuoi che provi ad indovinare da solo il posto dove lavori o hai intenzione di dirmelo tu?"

"Aspetta nella borsa ho un bigliettino, così non puoi sbagliarti."

Quando Jay cominciò a cercare il portafogli nella borsa, per prendere il bigliettino da visita del ristorante, notò che lo schermo del suo telefono era illuminato.
Si affrettò a porgere il piccolo foglietto a Jeff e poi prese in mano lo smartphone.
C'erano almeno una decina di messaggi di Rob.
Jay voleva aprirli, sicuramente il ragazzo cominciava a preoccuparsi per la sua amica, ma le sembrò sgarbato mettersi ad usare lo smartphone in quella circostanza.

"Va tutto bene?" Jeff si accorse che la ragazza aveva frettolosamente riposto il suo telefono nella borsa.

"Si, si. È che gli altri si staranno chiedendo che fine ho fatto."

"Siamo qui da un po' in effetti, dovrei tornare al tavole anche io. Domani sera avremo modo di parlare con più calma." Jeff offrì la mano a Jay. In realtà gli sarebbe piaciuto restare con lei ancora per un po'. "Rientriamo?"

La ragazza gli porse a sua volta la mano e lui la prese sotto braccio.
Si avviarono, così, verso l'interno della sala.

Una volta arrivati Jeff fece un passo davanti alla ragazza, continuando a stringerle la mano.

"Allora, domani sera a mezzanotte?"

Jay si limitò ad annuire sorridendo.

"Non divertirti troppo stasera signorina." disse Jeff un attimo prima di chinarsi per baciarle la mano.
Quel gesto provocò nuovamente dei brividi lungo la schiena di Jay che questa volta, però, non ne fu affatto spaventata.
Si godette quella sensazione mentre lo guardava allontanarsi.

"Neanche tu, Signor Morgan."

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