6 - Bigbaldhead

JEFFREY's POV

Ci mancava solo questa. Prendo il telefono e lo tengo stretto con entrambe le mani.
Preferisco che Jennifer non senta che sono in compagnia. Cazzo, non so neanche io perché lo sto facendo.

E ora cosa faccio? Forse sarà meglio che mi allontani. Quella donna riesce sempre a farmi incazzare, ultimamente.

Non voglio di certo che Jay mi veda così, sembra già essersi innervosita. Che sia vero allora che non sa proprio nulla sul mio conto?

Meglio che non mi allontani, non voglio che vada via. Le chiederò di pazientare qualche minuto, non ci vorrà poi molto. Jennifer vorrà solo assillarmi con qualcuna delle sue puttanate.

"Scus-"

Ma che sta facendo? Si sta alzando. Non mi ha dato neanche il tempo di aprire bocca. Vuole davvero andarsene? Dovrei fermarla...

"Grazie per il whisky, signor Morgan. Le auguro una buona serata."

Piccola stai scherzando spero?

"Prontooo! Pronto?!? Ma che diavolo vuoi rispondere?"

Appena poggio il telefono sul bancone per raggiungere Jay sento la voce di quella stronza provenire da esso.
Doveva chiamare proprio ora?
Mi giro un attimo verso il telefono e poi guardo le scale. Lei si è dileguata.

Lo sapevo, cazzo!
Meglio liquidare in fretta Jennifer. Jay sarà ancora di sotto, farò in tempo.

"Si può sapere cosa vuoi?"

"Finalmente Jeffrey Dean." odio il modo in cui pronuncia il mio nome "Potresti almeno salutarmi?"

"Ciao Jennifer. Ora mi dici cosa vuoi? Ho da fare."

"So benissimo che non lavori questo weekend. Non raccontarmi stronzate. E non venirmi a dire che dopo quindici anni hai imparato a divertirti di venerdì sera."

"Hai intenzione di dirmi cosa vuoi, si o no? Pagherò qualcuno per sorbirsi le tue minchiate se hai voglia di sfogarti. Mi era parso di averti già spiegato che non puoi più tartassarmi al telefono solo perché ti annoi."

"Da quando ti sono cresciute le palle, Jeffrey Dean?"

"Addio, Jennifer."

"Jeffrey, NON RIATTACCARE!!" adesso urla anche. Non avrei dovuto rispondere a questo dannato telefono "Domani mattina alle 11 devi essere in tribunale. Dobbiamo rivedere gli accordi per il divorzio e firmare alcune carte."

"Cazzo, Jenni sono a New York. Mi spieghi come diavolo faccio a presentarmi in tribunale, a Los Angeles, entro le 11?"

"È un problema tuo, Jeffrey Dean. Se non ti farai vivo sarò io a scegliere le clausole del divorzio. Ci vediamo."

Lo sapevo che mi avrebbe rovinato la serata. Meglio che mi sbrighi, adesso.
Comincio a cercare fra le tasche a caccia del mio telefono.

"Mi dica, signor Morgan."

Come diamine fa Griffin a rispondere quando il primo squillo ancora deve terminare mi è ancora un mistero.

"Griffin, fai preparare il jet. Devo essere in tribunale entro le 11 di domani mattina."

"Certo, signore, mi trova ad aspettarla fuori dall'albergo."

Scendo le scale di corsa mentre cerco goffamente di infilarmi il telefono in tasca. Scruto velocemente la sala.
Quello è il ragazzo che canta con lei. E quelle le altre due del gruppo. Ma dov'è lei?
Sono un fottutissimo idiota. Avrei dovuto bloccarla subito.
Chissà dove sarà ora.
Mi dirigo verso l'uscita demoralizzato.
Potrei passare da casa sua prima di andare in aereoporto.

Sì certo, cazzone. E cosa le dirai?
"Ciao Jay, hai frainteso sai? Ora scappo ti spiegherò un altra volta, ci vediamo!"
E sarai etichettato a vita come il coglione del secolo.

Ormai arreso entro nella limousine.
Jennifer ha vinto anche questa volta.

*****
- IL POMERIGGIO SEGUENTE -

"Cazzo, amico, hai finito con tutte queste dannate foto? Voglio quel maledetto caffè, non possiamo fermarci ogni dieci minuti!"

"Sei più insopportabile del solito oggi, fratello. L'ultima e partiamo."

"E vedi di starmi dietro."

Quando avevo chiamato Norman, per dirgli che ero a Los Angeles, lui colse al volo l'occasione e mi trascinó in uno dei suoi viaggi in moto a caccia del nulla.
Sono sempre più convinto che ormai esca in moto solo per farsi selfie.

Raggiungiamo una caffetteria che, secondo lui, fa il caffè più buono di tutta la costa.

Sicuramente esagera come al solito.

"Allora mi spieghi che cosa ti passa per la testa? Sembri un uomo delle caverne oggi." Norman ha ragione. Mi sento una merda.

"I soliti casini per il divorzio."

"E allora stasera andiamo di nuovo a bere da qualche parte e non ci penserai più."

"Non ne ho voglia."

"Ti verrà dopo la seconda birra."

"Sono troppo stanco, ho passato la notte in aereo. Non rompere le palle."

"Sicuro di non avere il ciclo?"

"Sei una testa di cazzo!"

Scoppiamo entrambi a ridere. Quando siamo insieme mi sembra di tornare vent'anni nel passato.

"Dai parla. Non ci credo che Jennifer dopo sei mesi ancora ti fa questo effetto."

"Fanculo Jennifer. Ormai l'ho superata."

"Sicuro?"

"Beh. Diciamo che va meglio. Andava sicuramente meglio fino a ieri sera."

"Cosa mi sono perso?"

"Stavo bevendo con Jay ieri sera. Jennifer ha chiamato al momento sbagliato e in un attimo lei si è dileguata. Avrà pensato che fossi uno di quelli che si divertono alle spalle delle proprie mogli."

"Chi cazzo è Jay?"

"Ma cosa ci parlo a fare con te se non ti ricordi mai un cazzo?"

"Dai, è solo che non mi ricordo di preciso chi è! Me ne avrai parlato al massimo un paio di volte. La tipa del bar o quella del concorso?"

"Sei serio?"

"Ho capito. È quella che hai accompagnato a casa, giusto?"

"Guarda che è una sola la ragazza."

"Beh dai almeno ricordo i dettagli."

"Sei un coglione."

"Ah sarei io il coglione? Guarda che non sono io quello che a quarantacinque anni cade in depressione per una ventenne."

"Ma quale depressione. Cristo, Norm, è solo che non conoscevo nessuno di interessante da parecchio. La cosa mi stava divertendo. Mi distraeva."

"Sarà." si accende una sigaretta porgendomene una, che non posso non accettare. "Ma non ho capito? Perché è andata via? Hai beccato l'unica donna sulla faccia della terra che non sa del tuo divorzio?"

"Guarda che non sapeva neanche il mio nome."

"Quella ti prendeva per il culo, fratello. Mi sa che era lei a voler divertirsi con te."

"Credimi se voleva solo divertirsi le sarebbe bastato schioccare le dita per avermi. Nemmeno tu resisteresti ad un paio di gambe così."

"Amico, ti ricordo che sei tu quello a cui dovrebbe bastare uno schiocco di dita per avere una donna. Ti stai rincitrullendo da quando l'hai conosciuta. Come quella rossa che ti sei lasciato sfuggire il mese scorso a Los Angeles. La mangiavi con gli occhi e poi neanche ci hai parlato. Quella si che aveva delle gambe da urlo."

"È sempre Jay quella, idiota."

"Ma non era mora?"

"Avrà indossato una parrucca."

"E perché?"

"Cosa cazzo vuoi che ne sappia io?" spengo la sigaretta. Ero venuto qui per distrarmi e adesso lei è nei miei pensieri più di prima, grazie Norman. "Cambiamo discorso, tanto non ci sta portando a nulla. Un tempo eri più bravo a dare consigli."

"È davvero un consiglio che vuoi, amico? Mettiamola così: tua moglie ti ha mollato 6 mesi fa e sta cercando di portarti via ogni centesimo che ti sei guadagnato. Insomma, hai passato gli ultimi quindici anni della tua vita con una stronza colossale. Sei sommerso dal lavoro e stai ancora cercando di accettare il divorzio.
Sei sicuro di volerti buttare così presto in qualcosa di serio?
Hai quarantacinque anni, cristo! Goditi la vita finchè sei in tempo.
Vedrai che non avrai né il tempo né la testa per una nuova relazione."

"Non ho mai parlato di una relazione."

"Beh se vuoi solo scopartela hai la mia benedizione. Non ti ho mai detto nulla quando spargevi il tuo seme qua e là ancora fresco di separazione."

"Se avessi voluto solo scoparmela lo avrei già fatto."

"E allora cosa vuoi?"

"Non lo so."

"Appunto. Lascia stare subito questa faccenda, quando si è troppo indecisi si finisce inevitabilmente per fare la scelta sbagliata."

Forse ha ragione. Cosa mi dice il cervello? L'idea di continuare a vedere Jay mi stuzzica. Ma non posso offrirle nulla di concreto. Non ora. E lei non è di certo una da una botta e via.
O forse sono io ad avere questa immagine tanto perfetta di lei?
Jeff, non fare il coglione, quella ragazza non meriterebbe una bastardata simile da parte tua.

"Ce la facciamo una birra?" Norman si è sicuramente accorto che ho ripreso a viaggiare con la mente.

"Dobbiamo guidare." gli rispondo.

"Possiamo restare qui stanotte. Stacchiamo la spina in mezzo al nulla."

Annuisco e gli sorrido. Lui mi batte il cinque e poi si alza per prendere le birre.

Quando fa così mi ricordo perché è il mio miglior amico. Sarà pure irritante a volte, ma sa sempre come svoltare la giornata al meglio.

Torna in una manciata di secondi, mostrandomi fiero le due bottiglie. Le poggia sul tavolo e poi si avvicina a me.

"Selfie?!?"

Resterai sempre una grandissima testa di cazzo! 👻


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JAY's POV

Ma erano così tanti anche prima questi gradini?
Devo trovare gli altri. Non posso di certo andare via senza dir nulla.
Non mi va di restare qui. Comincio a sentire la testa pesante.

Finalmente li vedo. Per fortuna sono un po' distaccati dal resto della folla, altrimenti ci avrei impiegato un'ora prima di riuscire a raggiungerli.

"Ma dove ti eri cacciata?" mi chiedono quasi in coro.

"È che qui il bar era troppo affollato e ho sentito che ce n'era un altro di sopra..."

Rob allunga la testa verso il mio bicchiere.
"E da quando bevi whisky?"

"Avevano solo questo." mento, sperando che mi creda. "Sentite ragazzi io me ne torno a casa, non prendetevela ma ho mal di testa e la musica comincia a essere quasi fastidiosa."

"Parla. Ora!" dice Kate

"Cosa ti è successo?" Emily rincara la dose.

"Niente, niente, sul serio. Non voglio solo che mi scoppi un'emicrania, lo sapete che non posso permettermi di saltare il lavoro."

Finalmente riesco a convincerli. O almeno spero di averli convinti.

Per fortuna fuori dall'albergo c'è una fila di taxi. Almeno stasera sono sicura di non rivederlo.

Entro nel taxi. Comunico l'indirizzo all'autista che prontamente comincia a guidare.
Rivederlo, certo. Jay ti rendi conto che non ha neanche provato a fermarti? Sei stata in sala con gli altri un paio di minuti, ha avuto tutto il tempo di scendere le scale e raggiungerti. Ma non l'ha fatto.
Già, ma poi perché mai avrebbe dovuto farlo? Ti stava solo offrendo da bere per ringraziarti.
E ti stava invitando a cena. Ma magari lo diceva tanto per.
Ammettiamo per un secondo che fosse serio per la cena... era comunque solo una cena.

Ovvio che non ti abbia seguita.

È un uomo adulto, sposato con chissà quale strafiga, che si stava solo dimostrando gentile verso una ragazza. Molto gentile. Forse troppo gentile?
Se cercava l'avventura di una notte non avrebbe continuato a cercarmi.
Ora però mi sto montando la testa.
Però, insomma, se cerca solo divertimento potrebbe avere certamente di meglio. Solo stasera c'erano almeno una ventina di ragazze decisamente più avvenenti della sottoscritta.

"Signorina? Ehilà? Mi sente? Siamo arrivati!"

Per fortuna. Sarà meglio pagare il tassista e tuffarsi a letto.

*****

Finalmente, letto mio!
Una doccia era proprio quello che ci voleva.
Cos'è questo rumore? La porta a quest'ora? E chi diavolo sarà?
'Te lo ricordi che lui sa dove abiti, vero?'
Mi dice una vocina. Sì certo, è più probabile che sia Babbo Natale.

"Tesoro ma hai rubato il pigiama a mia nonna?" mi dice Rob non appena apro la porta.
Cosa vogliono adesso?
Fingo un sorriso e li faccio entrare.

"Lo sapete che è l'una passata e io vorrei dormire?"

"Eh no amica" mi dice Kate "Tu adesso parli. Emily prepari un po' di caffè per favore?"

"Ci penso io al caffè," mi domando cosa sta succedendo. "siete miei ospiti."

"No cara tu devi sederti e raccontarci tutto, resta qui e dicci dove e sopratutto con CHI eri realmente!" Rob anche tu?

"Ragazzi ne parliamo domani, per favore, devo dormire."

"No Jay, tu stavolta non ti tieni tutto per te. E poi non hai scuse, domani abbiamo entrambe il turno alle 16 al ristorante, e non alle 7 come hai  detto prima, perciò abbiamo tutta la notte. Dormirai domani mattina." Rob non lascerà la presa tanto facilmente, purtroppo per me. "Avanti, racconta, ora!"

Resto in silenzio. Cosa dovrei dire? Loro non sanno niente stanno bluffando. Posso inventarmi qualsiasi cosa.

"Jay non pensare nemmeno ad inventarti qualche strana storia." Kate è serissima. Ma che fa, mi legge nella mente? "Dopo che sei scappata abbiamo visto Jeffrey Dean Morgan venire giù dalle stesse scale che avevi sceso tu qualche minuto prima. E stava cercando qualcuno. Anzi, qualcuna.
Andiamo parla, cosa ti ha fatto? Perché sei scappata?"

"Sentite non è successo nulla. Mi ha offerto da bere e voleva invitarmi a cena. Poi ha ricevuto una chiamata da sua moglie e io me ne sono andata. Lo so, lo so. Non ha fatto nulla di male, mi direte. Ma io non voglio avere nulla a che fare con un uomo sposato, neanche un drink."

Tutti e tre mi guardano e scoppiano a ridere. Mi state prendendo in giro, vero?

"Ma tu davvero non sai nulla di lui?" Emily mi chiede mentre mi passa una tazza di caffè "Non hai cercato info su di lui in queste settimane?"

"No. Non ci ho dato peso." mento. Non gli racconterò mai che ho tenuto fede ad una stupida promessa. "Mi ha solo detto che è uno dei finanziatori del concorso. Non so altro su di lui. E mi va bene così."

"Allora Jay, hai presente 'TV MODA'? Il canale che io e Kate guardiamo sempre. Quello che ti consiglio di seguire da quattro lunghi anni e che ti avrebbe risparmiato un sacco di outfit imbarazzanti?"

"Ehy!" esclamo interrompendola. Rob e Kate sono piegati in due dalle risate ormai. Emily intanto continua ad illuminarmi.

"Hai presente Jennifer? Jennifer Thompson? La dea bionda, fonte d'ispirazione per me e Kate? Quella gran gnocca che ha un programma tutto suo e che dispensa indispensabili consigli che tutti dovrebbero seguire?"

"Si ma cosa c'entra tutto questo adesso, Emily?" dico in tono scocciato.

"Quella, mia carissima amica," fa una pausa di qualche secondo "fino a 6 mesi fa era la signora Jennifer Thompson M-O-R-G-A-N! Lui faceva l'attore fino a qualche anno fa. Poi ha deciso di cambiare vita investendo i suoi soldi in alcune società e ora è a capo della 'Two Tower', una delle più importanti aziende pubblicitarie al mondo, ed è anche socio di tantissime altre società. Fino ad un anno fa ti avrei giustificata se non l'avessi riconosciuto. Ma da quando si sono separati le sue foto sono praticamente ovunque. Le donne farebbero a gara per accaparrarsi un partito del genere!"

Non credo di riuscire a spalancare la bocca più di così.
Rob, Kate ed Emily continuano a raccontarmi dettagli della sua vita.

So già che andranno avanti tutta la notte.

Sarà meglio che mi metta comoda.

~•~•~•~•~•~

Piccolo appunto: so che questo capitolo in prima persona stona col resto della storia.
Inizialmente il libro era nato come un racconto in prima persona, ma riscontravo non poche difficoltà nella scrittura. Questo è l'unico capitolo che mi piaceva e ho deciso di lasciarlo così com'era perché, onestamente, lo trovo leggero e "simpatico" e, a modo mio, mi ci sono affezionata. 😊

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