19 - Felponi e calze a rete

Quando Jay entrò nel locale non poté far a meno di notare il sorriso malizioso che Kate, rimasta sola con Emily a tavola, le lanciava.

"Dannazione, Jay, mi hai fatto perdere la scommessa con Kate!" le disse Emily mentre sbatteva sonoramente i pugni sul tavolo.

"Scommessa?" ripeté Jay guardandola dubbiosa mentre si faceva largo tra le sedie vuote per raggiungere la sua. "E dove sono finiti i ragazzi?"

"Volevano godersi una sigaretta nell'attesa delle ordinazioni. Sai, stavano venendo fuori da te ma Rob, vista la situazione, ha convinto gli altri a raggiungere il gazebo sul retro e fumare lì. Ha detto che non ci stavano in quattro sotto la capannina, anzi scusa... in sei!"
Il tono sarcastico di Kate non passò certo inosservato a Jay che, per tutta risposta, si portò le braccia sopra la testa ancora fradicia. "Beccata!" disse scuotendo le mani in segno di resa.

"Avevo scommesso con Kate che non saresti neanche rientrata a prendere le tue cose, mi aspettavo al massimo un messaggio. E ora per colpa tua mi tocca uscire con uno degli amici di Simon." Emily lasciò ricadere il volto imbronciato sulla spalla di Kate che non tardò a replicare.

"Sì, certo, come se tu non avessi già messo gli occhi su Seth." le disse roteando gli occhi che presto tornarono a interrogare quelli di Jay "Resta da te stanotte?"

"Ho fatto un casino..." rispose Jay infilandosi il cappotto "Era qui già da oggi pomeriggio e io ho ignorato le sue chiamate. Deve ripartire subito e ci accontentiamo di condividere almeno il tragitto verso l'aeroporto."

"Ma quando gliela darai a 'sto poverino?" la canzonò Kate sbuffando sonoramente mentre si alzava per avvicinarsi all'amica "Muoviti. Vai! Penseremo noi a qualche scusa per giustificare agli altri la tua assenza."

Jay abbracciò l'amica, rivolgendo poi un veloce occhiolino a Emily: "Date un bacio al mio ragazzone quando rientra. Giuro che non appena saremo di nuovo tutti e quattro liberi vi offro, come minimo, una pizza."

Con l'approvazione delle amiche si diresse verso l'uscita, mostrando loro il suo miglior sorriso un attimo prima di varcare la soglia.

Jeffrey era lì fuori, con la schiena poggiata al muro mentre tirava le ultime boccate alla sua marlboro.

"I tuoi amici cominceranno ad odiarmi per tutte le volte che li lasci per venire via con me." le disse tenendo lo sguardo basso, mentre con un piede schiacciava la sigaretta appena gettata in terra.

"Certo, sapessi quanto ti odiano. Ho dovuto supplicarli per convincerli a lasciarmi andar via."

Il sarcasmo di Jay e l'espressione beffarda con cui lo guardò, strapparono un sorriso a Jeffrey che si avvicinò alla ragazza allungandole un braccio intorno alle spalle.

"Va bene, ho capito l'antifona." le disse stringendola a sé mentre con la mano libera apriva l'ombrello "La limousine è dietro l'angolo, ti direi di alzare il passo ma, d'altronde... più bagnati di così non potremmo essere."

"L'ombrello in pratica è solo per far scena?"

"Solo per rubarti qualche bacio mentre camminiamo ed evitare occhi indiscreti."

Jeffrey abbassò l'ombrello e si curvò verso Jay, prendendo a lasciarle una raffica di sonori baci su guancia, occhi e naso che per poco non fecero inciampare la ragazza.
Raggiunsero l'auto praticamente barcollando a causa delle effusioni di lui che si placarono solo quando si staccò dalla ragazza per aprirle lo sportello.

Jay, accomodatasi sugli spaziosi sedili in pelle bianca, stava raccogliendo i capelli in una coda bassa, per cercare di darsi un'aria più ordinata, mentre Jeffrey prendeva posto al suo fianco sistemando l'ombrello accuratamente richiuso sotto il sedile.

"Allora, fanciulla, quando riusciremo a ritagliarci un po' di tempo solo per noi?" esordì improvvisamente lui tenendosi il volto con le mani e ruotando la testa per guardarla negli occhi.

"Spero presto." ribadì lei, che aveva appena terminato la lotta con la sua chioma, resa abbastanza ardua dall'auto che, in movimento, l'aveva fatta un po' sobbalzare "Stamattina sono passata dal ristorante e ne ho parlato con Xander, il mio titolare. Per lui è fattibile."

"Cosa? Il weekend libero?" Jeffrey ridente e incuriosito si portò indietro con la schiena per appoggiarsi con un gomito sullo schienale e voltarsi col busto verso di lei.

"In pratica lo staff, di solito, ha diritto a due settimane di vacanze estive. Gli ho chiesto se potevo anticipare almeno una delle due e, ti dirò, l'idea di avere una cameriera in più per l'estate non sembrava affatto dispiacergli." continuò lei poggiandosi di lato allo schienale, copiando la posa dell'uomo. "Mi farà sapere in questi giorni quando mi toccheranno le ferie, così noi due potremmo finalmente organizzare questo agognato weekend."

"Perché cosa hai intenzione di fare per tutto il resto della settimana?" la ammonì lui aggrottando la fronte.

"Mi vuoi tra i piedi per sette lunghi, pesanti e interminabili giorni? Hai idea di quanto sia difficile sopportarmi?"

Jeffrey sollevò le sopracciglia, facendo una smorfia con la bocca per velare il ghigno divertito che si faceva strada sulle sue labbra mentre annuiva: "Vorrei proprio farmela un'idea di come sia averti tra i piedi, sai?"

Jay stava cercando le parole giuste per rispondergli quando lui allungò una mano verso di lei, cominciando a sbottonarle delicatamente i grandi bottoni rossi che chiudevano il suo cappotto bordeaux, prendendola alla sprovvista: "Dipendesse da me ti porterei via stasera stessa pur di averti tra i piedi."

Lei lo lasciò fare, continuando a fissare l'espressione soddisfatta di lui che armeggiava con l'ultimo bottone rimasto ancora chiuso.
"Toglimi una curiosità: porti sempre queste camicette trasparenti?" le chiese inclinando la testa mentre scrutava l'intimo nero che si scorgeva attraverso la blusa "No, perché in tal caso dovremmo rivedere il tuo guardaroba..."

"Rivedere cosa?" domandò Jay scoppiando in una fragorosa risata "È bagnata non trasparente. Non vorrai mica che ritorni ai vecchi felponi larghi che mettevo al college proprio ora che Emily comincia a non stressarmi per come mi vesto?"

"Beh, i felponi sembrano una buona idea."

"Non giocare con me a fare il geloso, signor Morgan."

"Geloso? Più che altro direi invidioso." le disse chinandosi in avanti per stamparle un bacio nell'incavo tra il collo e la scapola "Invidioso di tutti quei ragazzi che possono godersi questo spettacolo ogni giorno."

"N-Non esagerare." la voce tremolante di lei lo spinse a continuare con i baci, muovendosi pian piano con le labbra fin dietro l'orecchio "P-Per una sempliciss-ssima camicia..."

Jeffrey restò ancora per un po' con la testa sul suo collo, libero di assaporarne ogni centimetro ora che lei aveva istintivamente piegato il capo per permettergli di continuare.

"Ti sottovaluti, piccola. La gente ti guarderebbe anche con un vecchio felpone logoro." le bisbigliò portandosi col volto di fronte al suo "Tu neanche immagini cosa hai scatenato in me quando ti ho vista al bar quella mattina. Per non parlare della sera prima all'Amnèsia..."

"Amnèsia?" Jay sbalordita gli prese il viso tra le mani e se lo allontanò dal collo prima che lui vi si avvinghiasse nuovamente.

"Quel locale notturno a L.A., non lo ricordi?"

"E... tu... che ne sai dell'Amnèsia?"

"Ecco, vedi? Quella è stata la prima volta che sono stato invidioso, visto come ti toccava il tuo amico mentre ballavate."

Jeffrey prese a sorridere rievocando i ricordi di quella serata nella sua testa. L'espressione tra lo stupore e la curiosità di Jay, che lo guardava con gli occhi sgranati, lo spinse a continuare: "Ce l'hai ancora quella parrucca rossa?"

"E pensare che tu... tu hai chiamato me 'stalker'!" Gli occhi di lei si chiusero fino a diventare due minuscole fessure, mentre con la mano chiusa a pugno cominciò a dare piccoli colpetti sull'addome di Jeffrey.

"Ehi, ehi, calma! Guarda che ho capito che eri tu quella sera solo dopo che ci siamo visti alla cerimonia."

"Oddio, che vergogna. Quello schifo di parrucca." Jay si portò le mani al viso, coprendoselo, mentre scuoteva testa e spalle per togliersi dalla mente l'immagine di lei con le calze a rete "Ero troppo... troppo... troppo eccessiva quella sera! Ti sarò sembrata una poco di buono!"

"Beh, di certo non ero l'unico a guardarti, piccola." Jeffrey divertito dall'imbarazzo di lei, sollevò le sopracciglia e ridendo rincarò la dose "Tu ringrazia il tuo amico Rob che non ti lasciava mai sola. Anzi. Dovrei ringraziarlo io."

"Smettila!"

"No, sul serio. Scherzi a parte. Te lo immagini come sarebbero andate le cose altrimenti? Ti dico solo che ero con Norm e, nonostante io sia come un fratello per lui, non puoi capire quante volte mi ha dato del coglione, e anche di peggio, per non essermi fatto avanti."

"Io per ora sto solo cercando di immaginare cosa ci facevi TU in un locale del genere..." Jay si sforzò di assumere un'espressine imbronciata, ricacciando via il sorriso imbarazzato e portandosi le braccia incrociate al petto.

"No, no, signorina. Ora non giocarti anche tu la carta della gelosia solo per cambiare discorso.
Tu eri lì per divertirti, io ero lì per divertirmi e... ma le calze a rete? Quelle almeno le hai ancora?"

Jay sbuffò, sollevando un sopracciglio e spostandosi lentamente per cercare di dargli le spalle.
L'uomo non resistette al finto broncio che la ragazza provava a stamparsi sulle labbra, reprimendo il sorriso che premeva ai lati della sua bocca; allungò le mani e la abbracciò, mentre euforico la tirava a sé.
"Va bene, va bene, prometto di non nominare più quella nottata, ok? Tu, però, promettimi che non ti comporterai mai più come oggi." esclamò allentando la presa e lasciando che lei tornasse con la spalla poggiata allo schienale.

Jay si limitò ad annuire mentre il suo sguardo si posava sul finestrino alle spalle di Jeffrey, riconoscendo le complesse strutture dei Terminal dell'aeroporto, che ormai avevano raggiunto.
"Fai ancora in tempo a venire con me." le disse prendendole il mento tra pollice e indice, obbligandola a spostare i suoi occhi verdi dalle vetrate del JFK per incrociarli coi suoi.

"Quanti giorni starai a Phoenix?" gli chiese lei scuotendo la testa, facendo intendere che, ancora una volta, doveva rifiutare il suo invito.

"Quattro. Forse cinque."

"E poi?"

"Piccola, se vuoi sapere se sarò libero, dopo che avremo finito in Arizona, non saprei come risponderti. In teoria sì, potrei venire qui per un po'. Ma non posso assicurarti niente. Ti aggiorno non appena saprò dirti di più, con certezza. E tu farai lo stesso, vero?"

"Certo che sì." gli rispose mentre l'auto si fermava nell'ampio parcheggio del Terminal 2 "Ti chiamo appena Xander mi darà risp-."

Lo sportello alla destra di Jeffrey si aprì improvvisamente, interrompendo le parole di Jay e rivelando la figura di Griffin: "Signor Morgan, mi perdoni, siamo in ritardo."

Mentre Jeffrey si voltò per annuire all'anziano maggiordomo Jay scese dall'auto, richiudendosi il cappotto e aspettando che Jeffrey la raggiungesse.

"Avrei voluto almeno accompagnarti ai taxi..." le disse mentre le andava incontro.

"Devi andare, non hai sentito? Sei già in ritardo. Non starti a preoccupare per me."

Jay si alzò sulle punte e gli posò le mani sulle spalle, avvicinandosi al viso di lui e chiedendo per un bacio che non tardò ad arrivare.

Si godettero quei pochi istanti che restavano prima di ritrovarsi costretti a salutarsi per l'ennesima volta.
Sì allontanarono con la promessa che si sarebbero sentiti il mattino seguente, non appena Jeffrey avrebbe raggiunto l'albergo che lo avrebbe alloggiato.

Mentre Jay camminava, per raggiungere la lunga fila di taxi che sostava di fronte l'ingresso del terminal, riusciva soltanto a pensare a quanto ancora avrebbe dovuto aspettare per stare con lui, stanca dei fugaci incontri che avevano condiviso fino ad allora.

Jeffrey, arrivato il gate, si lasciò assalire dalla malinconia: se solo lei avesse accettato di venire via con lui, tutto sarebbe stato più facile.
Ancora una volta non era riuscito a parlarle, a discutere con lei del problema che gli arrovellava la testa da troppi giorni.

Distaccarsi diventava sempre più arduo: entrambi non chiedevano altro che un'occasione per conoscersi, per scoprirsi l'un l'altra e capire se avrebbero mai potuto pensare ad un futuro insieme.

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Vi auguro una buona Pasqua e a presto per un nuovo capitolo 😊

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