18 - Temporale

Il suono sordo del primo squillo fu coperto dal frastornante tuono che interruppe l'insolita calma che regnava lungo la strada su cui si trovava il Maclaren's pub.

Jay strinse le spalle e tentò di appiattirsi al muro esterno del locale per cercare riparo dall'incensante pioggia, sfruttando come copertura la logora tettoia in plastica verde che ne copriva l'ingresso.

"Alla buon'ora..."

A stento riuscì a distinguere la voce di Jeffrey provenire dal telefono che teneva premuto vicino l'orecchio con la mano destra; si portò l'altra mano sul lato opposto del viso, cercando di coprire il padiglione auricolare rimasto libero per attenuare il fastidioso scroscio della pioggia.

"JD? Scusami non ho fatto in tempo a risponderti."

"Sicura? Quindi hai finito di fare la permalosa?"

Il tono malizioso di Jeffrey fece sorridere Jay che si sentì sollevata nel constatare che l'uomo, al contrario delle sue aspettative, non sembrava per nulla irritato dal suo comportamento infantile e, anzi, stava cominciando a punzecchiarla come suo solito.

"Per una volta che sono io quella che si fa desiderare hai anche da ridire. Meriteresti un trattamento di gran lunga peggiore a quello che ti ho riservato, sai?"

"Ne sei convinta? Magari se sapessi come sono andate in realtà le cos-"

"No, no, Signor Morgan. Non ti lascio neanche finire. Qualsiasi scusa non reggerebbe. Sono convinta che avrai avuto anche un solo secondo libero per scrivere almeno un 'Ehi sono vivo'. E sono altrettanto convinta che questa volta la punizione te la sei meritata, sono stata anche troppo buona."

"E io sono convinto che sia tu a meritare una punizione, questa volta. E so anche che tra un po' concorderai con me."

Jay sentì Jeffrey ridere; confusa da quelle parole e dal tono beffardo di lui, aggrottò le sopracciglia e si girò su un fianco, restando con una spalla poggiata al gelido cemento della parete grigia. Curvò la schiena e si cinse il busto col braccio libero, restando muta per qualche secondo per cercare di dare un senso alla risposta di lui: "Non ti seguo. Non che ti senta benissimo col finimondo che sta venendo giù."

"Già, ci mancava solo il temporale stasera. Ma non hai freddo con quella camicetta nera striminzita?"

"Ho lasciato il cappotto nel locale, sono uscita di corsa. Allora? Perché mai dovrei essere io ad aver torto?"

"Sarà tutto questo verde o magari l'insegna rossa che va a intermittenza... non so! Questo locale proprio non mi convince. Ci venite spesso?"

"JD andiamo non cambiare discorso!" Jay sbuffò, muovendo nervosamente le gambe che cominciavano a formicolarle per il freddo.
Roteò gli occhi per la piega assurda che stava prendendo la conversazione in quel contesto tutt'altro che piacevole: l'acqua continuava a picchiettare rumorosamente sulla capannina verde sopra di lei, un vento gelido si era alzato congelandole tutti e quattro gli arti e l'umidità le stava provocando una pungente emicrania con la complicità dei flash rossi che le arrivavano dritti negli occhi dalla scritta che si illuminava ad intermittenza situata sopra la porta d'ingresso del locale.

Flash rossi. Scritta rossa. Insegna rossa.
Strizzò gli occhi e si irrigidì con la schiena, facendo scorrere il suo sguardo sulla facciata del locale e sfiorando la blusa che indossava con l'indice: "Quand'è che ti ho detto di indossare una camicia nera?"

"Eh-ehm."

Sentì Jeffrey schiarirsi la voce, questa volta, però, non dal suo telefono ma alle sue spalle.

Si voltò e quando riconobbe la figura slanciata dell'uomo, nascosta sotto un ombrello blu notte, gli corse in contro saltandogli al collo e cominciando a tamburellargli la guancia di baci.

"Piano, piano!" riuscì a mala pena a pronunciare Jeffrey a causa della risata che strozzava la sua voce. La reazione di Jay lo aveva colto alla sprovvista e fu costretto a lasciar cadere l'ombrello per riuscire ad afferrarla con entrambe le mani e sostenerla, mentre con i piedi sollevati da terra si teneva avvinghiata a lui.

Noncurante dell'acquazzone che si abbatteva su di loro, la sollevò sempre più in alto, intrecciando le mani sotto il suo sedere e costringendola a sollevare il volto che ancora premeva sulla sua barba.

La tenne così, col viso più in alto rispetto alla sua testa, per godere per pochi istanti della sua bellezza: i lunghi capelli neri appesantiti dalla pioggia le incorniciavano il volto, piccole gocce d'acqua cadevano dalle ciocche impiastricciate sulla sua fronte, seguendo le curve degli zigomi e delle fossette e finendo per sfiorare gli angoli della piccola bocca carnosa che non smetteva di sorridergli.

Si era perso in quegli occhi verdi e carichi di gioia che stavano scrutando, increduli e sorpresi, ogni dettaglio del suo volto. Per un attimo si chiese se lei fosse sorpresa più che altro per il pessimo aspetto che temeva di avere: l'aria stanca, per il lungo viaggio in aereo e le ore passate in macchina a cercarla, era sicuramente fin troppo evidente ma il semplice gesto che lei stava facendo gli fece ricordare che la sua Jay non era così; a lei non interessavano le occhiaie ben visibili sotto i suoi occhi o le rughe più marcate del solito, a lei bastava sentire il suo calore per essere felice, proprio come gli aveva scritto la sera prima.

Le braccia di Jay allentarono delicatamente la presa attorno al collo di Jeffrey, per dar modo alla mano che non stringeva il telefono di raggiungere il volto di lui e di intrecciare le dita nella folta barba brizzolata.

"Sei qui." gli disse ridente un istante prima di sporgersi verso di lui e unire le labbra alle sue.
Le sembrò di sognare, le sembrò di baciare quell'uomo per la prima volta.
Una sensazione completamente nuova la stava travolgendo: nessun brivido questa volta, nessun timore, nessun pensiero; si sentiva semplicemente completa, finalmente viva.
Come aveva fatto fino a quel momento a vivere così? Senza quel calore che le premeva nel petto, così forte da toglierle quasi il respiro. Senza quella sensazione di protezione che le avvolgeva la schiena, come se tra le braccia di lui niente e nessuno potesse scalfirla.

Era sempre stata convinta di aver provato l'amore in precedenza, che ogni relazione passata, a suo modo, l'avesse resa felice, ma nessun ragazzo fino ad allora era riuscito a farle provare tutte le emozioni che Jeffrey le stava facendo vivere con un semplice bacio.
Era quindi quello l'amore? O forse era l'euforia del momento ad amplificare le sue sensazioni?

Non lo sapeva, e non poteva chiederselo in quell'attimo così perfetto: Jeffrey stava contraccambiando il suo bacio, mentre con le mani scivolava verso l'alto per raggiungerle la vita e riportarla lentamente coi piedi per terra.

Pian piano cominciarono a distaccarsi, tornando a guardarsi negli occhi e ad alternare sorrisi e fugaci baci a stampo, fino a che Jeffrey, prendendola per mano, mosse qualche passo verso la tettoia verde cominciando a parlare: "Cristo, siamo fradici, andiamo lì sotto."

La solita esclamazione fuori luogo confermò il sorriso sulle labbra di Jay, che scosse la testa divertita mentre lo seguiva.

Una volta al riparo, si poggiarono al muro, ritornando faccia a faccia: fu solo allora che la ragazza notò gli occhiali, dalla semplice montatura rettangolare, che Jeffrey portava sul naso.
L'uomo li aveva afferrati da una delle nere aste laterali, per sfilarseli e asciugare le lenti bagnate con la stoffa della sciarpa rossa che portava larga sul collo.

"E questi? Sono una novità?" gli chiese con fare curioso, inclinando leggermente la testa.

"Lasciamo perdere. Dovrei portarli sempre in realtà, ma ancora non mi ci abituo. Sembro un vecchio scorbutico, vero?" le domandò divertito, sistemandosi la montatura sul naso e fingendo un'espressione arrabbiata, che però non durò a lungo.

"Ma va'!" rispose di rimando Jay dandogli uno spintone "Piuttosto, mi dici cosa ci fai qui? Anzi... per quanti giorni puoi restare?"

"Giorni?" esclamò lui d'istinto, lanciando una veloce occhiata all'orologio "Piccola, tra meno di due ore devo essere sull'aereo per Phoenix. In teoria dovrei già andare. Ah, se qualcuna non avesse giocato a fare la preziosa oggi..."

"Beh, avresti potuto avvisarmi invece di fare tanto il misterioso."

"E perdermi la faccia sconvolta che hai fatto quando mi hai vista? No, signorina, lo rifarei altre cento volte, solo per vederti di nuovo corrermi in contro." le rispose con voce suadente, infilando le mani tra le braccia che lei aveva incrociato sul petto per fingersi offesa.

Quando si chinò per baciarla Jay lo bloccò, indietreggiando di un passo e portandosi le mani davanti al volto: "Aspetta, fammi andare a recuperare la borsa e la giacca, fammi almeno venire in aeroporto con te."

"No, Jay, non voglio rovinarti la serata con i tuoi amici."

"Ma quale rovinare, Rob mi picchia se ti lascio andare via da solo. Ti sei fatto un nuovo fan, sai? Dai, faccio in un attimo."

"Piccola, Griffin viene via con me in aereo. Non può portarti indietro. Dai, non ti star a pr-"

"JD?" lo interruppe lei con tono sicuro "Vivo da più di cinque anni a New York, credi che non abbia mai preso un taxi?" Gli strizzò l'occhio prima di varcare la soglia del locale, lasciando Jeffrey solo con i suoi pensieri.

L'uomo si allontanò lentamente dal muro per raggiungere il ciglio della strada dove giaceva ancora il suo ombrello blu.
Tornò in fretta sotto la capannina verde e agitò l'ombrello per alleggerirlo dal peso dell'acqua prima di richiuderlo; si portò una mano in tasca per recuperare il pacchetto di sigarette e ne tirò fuori una che accese subito dopo.
Mentre fumava cercò di sistemarsi i capelli, finendo per scompigliarli più di quanto già non fossero.
Era nervoso, nella sua testa la felicità stava nuovamente lasciando spazio all'ansia, ad una nuova paura...
Aveva trascorso l'intero pomeriggio ripetendosi a mente come e sopratutto cosa avrebbe detto a Jay, fino ad impostare alla perfezione anche il tono che avrebbe usato per dirglielo, ma ora tutta la sua sicurezza era svanita.
Doveva parlarne con lei, non poteva rimandare, ma ancora una volta il Jeffrey codardo stava venendo fuori.


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Ok, lo ammetto: mentre scrivevo la scena dell'incontro ero tipo "Annouonnauei🎶" 😂😂
E niente, questo capitolo mi piace troppo anche se ho dovuto dividerlo 😑
Era veramente troppo lungo, di solito cerco di non superare le 2.000 parole e quindi non odiatemi se dovrete aspettare qualche giorno per il prossimo aggiornamento.
Ehi, in fondo in quattro giorni ho sfornato 3 capitoli, non so voi ma per me è un record 😜

Scherzi a parte, spero piaccia anche a voi, pur essendo un tantino più sentimentale del solito 😅

Vi lascio il nostro amato Negan 😘

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