8. Salvation
Ora sai quanto è stato sbagliato incamminarsi da sola. Ora sai che si può morire in molti modi a questo mondo; tutti orribili; ma che questo, probabilmente, è il peggiore di tutti.
I due ormai ti hanno trascinato nel vicolo e mentre uno continua a tenerti ferma, l'altro fa per sbottonarti i jeans. Ti riprendi abbastanza da provare a divincolarti di nuovo con tutta la forza che t'è rimasta; ma altri due man rovesci quasi ti fanno perdere i sensi. Ti riprendi solo quando senti le mani di quello che ti ha appena colpito, tirarti su il maglione e afferrare forte un seno. Quel contatto, così umiliante, ti permette di raccogliere abbastanza forza da emettere un unico e forte grido. Vieni di nuovo centrata al volto da qualcosa che ti riempie ancora gli occhi di piccole esplosioni bianche e accecanti. E intanto i due ridono; o forse è il mondo intero a farlo ... e ridono e ridono... di te e del tuo dolore.
È a quel punto che lo sente.
È un rumore come di metallo che viene calpestato. E proviene dall'imbocco del vicolo. I due guardano in quella direzione, poi scattano in piedi.
È a quel punto che un'ombra scura, con quella che ti sembra una grazia fuori dal comune, inizia a colpire i due con una violenza tale che ti è difficile persino immaginarla. Centra il primo con un pugno che lo manda al tappeto, poi schiva con calma l'attacco del secondo, prima di centrarlo con un destro violento.
Mentre le ombre si azzuffano a pochi metri da te, hai modo di rimetterti in piedi con una certa fatica e farti contro una delle pareti del vicolo. Senti qualcosa di liquido coprirti il volto. Ti passi una mano sulla faccia e ti ritrovi il palmo della mano ricoperto di un sudore ghiacciato. E ti rendi conto solo ora di star tremando come una foglia. Ed è come se ogni cosa, fuori e dentro di te, stesse vibrando impazzita. È in questo stato di confusione che provi a fare forse due passi verso l'uscita di questa strettoia, mentre suoni che non riesci a interpretare, risuonano tutto intorno a te. Ma le gambe non ti reggono. Le ultime forze ti abbandonano e finisci per cadere sulle ginocchia. È a quel punto che qualcuno ti si fa vicino.
Per un momento temi che siano di nuovo quei due. Forse ti agiti persino con le poche energie che ti restano. Poi ti accorgi che è un viso – uno che non conosci – ma una faccia umana e non un passamontagna. Ed è qualcuno che ti sta aiutando ad alzarti con una presa forte ma insieme gentile. Quando si accorge che non riesci a stare in piedi, ti solleva come si farebbe con una bambina, poi ti guida a un furgone poco lontano. Ti sistema sul sedile anteriore del passeggero, poi va dal lato del conducente. Sale, mette in moto e parte. Lo vedi prendere un cellulare e comporre un numero.
Gli senti dire: «Pronto, polizia?» e poi: «Devodenunciare un tentativo di stupro.»
Spazio Autrice.
Ciao Amiche/amici. Quanti ricordi. Non avete idea. Avevo pensato a questa parte come al vero punto di svolta di tutta la storia. Insomma come il momento in cui il vero motore di tutto avrebbe potuto finalmente iniziare a muoversi.
Ricordo che la mia idea di fondo mi sembrava molto semplice. Avevo letto da qualche parte che l'adolescenza comincia nel momento in cui il bambino inizia a confrontarsi con l'idea della morte. Molto macabro, vero?
A quel punto ricordo di essermi domandata: ma se l'adolescenza inizia da un trauma così profondo, cosa ne causa la fine. Iniziai così a farmi un mucchio di domande sull'argomento, fino a che non fui abbastanza sicura di aver trovato una risposta che appagasse almeno in parte la mia curiosità da scrittrice incostante: ossia che era la violenza, o meglio, il rapporto con essa, a segnare la fine di quel periodo della vita dedicato alla crescita individuale.
A giudicarle ora, le mie considerazioni sono state abbastanza ingenue. E credo che a condizionarle, siano state - come spesso accade - le mie personalissime esperienze.
Anch'io come la povera Lara sono stata oggetto, per una grossa parte della mia infanzia, di atti di bullismo. Quindi credo che centri qualcosa con me stessa l'aver scelto di scrivere questa storia.
Oggi posso dire che mi ha fatto bene, almeno un po', farlo. Non solo perché ho poi incontrato e conosciuto delle gran belle persone attraverso di essa, ma anche perché una parte di me aveva proprio bisogno di rielaborare tutto.
Questo è quanto. Spero continuerete a leggere.
A presto tesori miei
Sempre vostra
Antoniette.
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