67. Disappointment
È solo mezz'ora dopo, nel parcheggio che hai modo di avvicinarti a lui.
Cameron è da solo, al lato del furgoncino, a stipare la poca roba che è rimasta da sistemare, mentre gli altri sono tutti dal lato opposto del veicolo a ridere e urlare battutacce e a divertirsi perché un'auto con due ragazza, ha preso su Spike e gli altri sembrano aver voglia di sfotterlo prima che vada.
Il tuo Lui sembra nervoso. Persino arrabbiato. Ma... ma è ancora il tuo Cameron; deve essere il tuo Cameron – o forse lo speri solo. Così di nuovo prendi un profondo respiro e ti fai coraggio. Vai da lui. Gli fai: «Ehi» a cui lui risponde con un tono piatto. Provi a scambiarci qualche parola, ma lui è ermetico e freddo come una lastra di acciaio. Provi a scherzare, ma nemmeno questo funziona. Ed è tutto così sforzato e difficile adesso che quasi ti snerva. Quasi ti manda in pezzi. Così raccogli tutto ciò che puoi dal tuo cuore e gli dici: «sai, mi sei mancato molto».
Ma lui non risponde. E allora continui. «ho pensato a te. A noi.» t'azzardi ad aggiungere mentre il cuore ti batte come un tamburo «Al nostro bacio e a quello che...»
«Smettila.» fa lui perentorio.
«Cosa?»
«Smettila di parlare di qualcosa che non conta.»
Ci metti un po' per riprendere a parlare, perché è come se ti avessero colpito al volto. «Pensi che non conta?» ti ritrovi a dire mentre qualcosa ti stringe un nodo alla gola e ti fa un male cane «pensi... che... non abbia importanza?»
«No» fa lui.
«Perché mi tratti così? Perché sembra che non t'importi nulla di me!» la tua voce è bassa e sofferente; quasi annegassi. «Ho sofferto molto...»
«E allora?» fa lui senza guardarti «tutti soffriamo. Oppure pensi che star male ti renda speciale? Eh no, piccola, il mondo non funziona così.»
«Sei...» gli dici con un filo di voce. Vorresti aggiungere qualcosa del tipo: "crudele" oppure "uno stronzo" o ancora "un vigliacco" o qualunque altra cosa; purché sia in grado di farlo soffrire almeno la metà di quanto sta facendo con te. Ma non ci riesci. Senti le lacrime affollarsi dietre le tue palpebre, accompagnate dalla certezza che no; non vuoi che lui ti veda piangere. Così, senza un'altra parola, ti volti e vai via.
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