10. Refuge
Clare si è rivelata essere un'infermiera molto dolce e materna. È stata gentilissima con te, piccola Lara. Ti ha applicato degli impacchi di ghiaccio e delle creme per ridurti il gonfiore al viso e si è occupata delle escoriazioni e degli ematomi che ti coprono braccia e ventre. Poi ti ha coccolato e ti ha ripetuto che sarebbe andato tutto bene, che non dovevi preoccuparti, che si sarebbe occupata lei di tutto e via dicendo. Così per delle ore.
Ma malgrado tutta la dolcezza di questa ragazza, stanotte non riesci a dormire. Né a rimanere al buio. Non per un solo istante per tutte le lunghe, lunghissime ore di buio che ti separano dall'alba. Solo al mattino un po' di quel tremore profondo che ti possiede ormai dal momento stesso dell'aggressione, si è attenuato abbastanza da consentirti di alzarti dal letto e andare nella cucina del piccolo appartamento.
Appena attraversi la porta, ti trovi davanti alla padrona di casa – la dolce infermiera – e al tuo misterioso salvatore.
È un giovane – avrà circa venticinque anni – è bellissimo e ha occhi profondi e uno sguardo deciso ma anche stranamente tormentato. Come la sera prima hai come l'impressione che attorno al ragazzo si stagli come un'energia, calda e rassicurante, quasi fosse capace di bucare lo spazio attorno al suo corpo e magnetizzare l'attenzione di tutti come una calamita. Come solo chi ha qualcosa di profondamente unico e speciale è capace di fare. E ne rimani quasi ipnotizzata. *10cap*
È Clare a rompere l'incantesimo.
«Vieni siediti, piccola.» dice. E poi una volta al tavolo della cucina aggiunge, carezzandoti la testa: «Come ti senti?»
Ci metti un po' per risponderle.
«Mi sento a pezzi» le dici; poi provi a sorridere, ma il dolore alla mascella t'impedisce di farlo. Clare lo capisce e prepara altro ghiaccio in un panno che poi ti poggia al lato del volto. La ringrazi, poi, mentre tieni il panno liberandole la mano, lei ti passa un barattolo di marmellata con un cucchiaino. Le sorridi e inizia a mangiare un po' per volta, anche se senti lo stomaco come capovolto. Passano alcuni minuti prima che l'infermiera torni a parlarti.
«Hai avvertito i tuoi genitori?»
Ieri sera hai avuto quel minimo di lucidità da scrivere un messaggio a tuo papà e dirgli che avresti dormito da Denise; così come hai poi contattato la tua amica per avvertirla di quella bugia ma con la promessa che poi le avresti spiegato tutto. Quindi «Sì» le dici e poi che non c'è nulla di cui preoccuparsi.
«E per quell'occhio nero?» ti chiede il ragazzo «come lo spieghi quello e tutti gli altri lividi a chi ti vuole bene?»
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