CAPITOLO 7
Mi infilai un top di seta nera e misi dei pantaloncini corti alla "Marcie" che Amy mi avrebbe rimproverato a vita.
Sorrisi soddisfatta del mio look e uscii di fretta. Accesi il cellulare e mi ritrovai una chiamata persa da Amy. La richiamai.
— Ciao, mi hai chiamata?
— Sí tesoro, ti dó alcune informazioni di servizio. Stai pure a casa che fra 10 minuti Matthew passa da casa tua e ti dá un passaggio, il Luna Park é lontano. Ti conosco, non fare storie. Io vi aspetto all'Angel. Passo e chiudo.
Mi ritrovai a fissare il telefono come una stupida.
L'Angel era un parco divertimenti nelle periferie del paese. Fra pochi minuti avrei preso un passaggio da uno sconosciuto. L'idea non mi piaceva affatto, ma dovetti ammettere che da sola a piedi ci avrei messo mezz'ora. Poco dopo suonarono al campanello. Salutai mia mamma e mi ritrovai davanti un palestrato altissimo. Aveva un sorrisone stampato in faccia di quelli che fanno impazzire Amy. Cominciai a pensare che la distanza non fosse l'unico motivo per cui mi aveva sguinzagliato dietro suo cugino. Ma se sperava in qualcos'altro, poteva essere sicura che non sarebbe nato niente. Forse sarebbe stato il primo ragazzo ad essere diventato mio amico, ma solo perché era il cugino di Amy.
Aveva dei riccioli neri, una vera chioma e i suoi occhi azzurri davano un ulteriore tocco di bellezza all'insieme.
— Ciao — dissi.
— Ci vogliamo sbrigare o vuoi restare qui ancora un po'?
Scoppió in una risata.
— Sí, ci sono. Andiamo in autobus?
Un'altra risata.
— No, Anna, abbiamo qualcosa di meglio. Anna, giusto?
Io annuii poi lui mi fece un cenno verso l'altro lato della strada. Vidi una moto ultimo modello parcheggiata. Mi prese i fianchi ma io mi spostai.
— So salire, grazie.
Mi sorrise.
— Difficile, la ragazza.
In realtà non sapevo salire, già la vista di una moto mi aveva fatto paura. Ma non avevo scelta. Stavo salendo su una moto con uno sconosciuto. Cercai di sorridere per mascherare la mia preoccupazione.
— Tienimi i fianchi— disse.
Quando partimmo mi entró l'aria dappertutto e chiusi gli occhi. Non appena vidi che era stabile, staccai le mani dai suoi fianchi. Lui rise.
— Ci abbiamo già preso la mano? —disse.
— Mi sa di sí, ma va' piano.
— Si daccordo. Sei fidanzata Anna?
— No, non sono il genere di ragazza facile.
— Ho visto.
— Tu? Amy mi ha parlato della tua ragazza..come si chiama?
— Non ho una ragazza. Si deve essere sbagliata.
No, non si era sbagliata. Sapeva benissimo cosa stava facendo. Voleva solo convincermi a venire.
— Amy sa sempre quello che fa.
— Allora avrà avuto i suoi motivi — rispose lui, poi aggiunse — siamo arrivati.
Parcheggió la moto e io scesi. Amy ci corse incontro. Mi diede una gomitata.
— Bello il giro in moto? — mi fece l'occhiolino.
— Dopo mi senti — risposi ridacchiando.
Seguimmo Matthew fino alle montagne russe.
— Hai intenzione di salire qui? — chiesi ad Amy.
— Perché no? — ribatté lei divertita.
Mi sedetti fra lei e Matthew e tenni gli occhi chiusi tutto il tempo mentre Amy mi stringeva la mano e urlava.
Scesimo in fretta e corsimo verso la bancarella dello zucchero filato.
— Mmhh che bontà — disse Amy.
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