CAPITOLO 53

— Caspita, Amy, ti sei data da fare!! — dissi alla mia amica non appena tirammo fuori la tenda. Ci saremmo state quattro volte lí dentro.
— Bisogna stare comodi in vacanza, no? — mi fece l'occhiolino.
Diedi un'occhiata a Gabriele: la sua tenda era davvero piccola, ma accogliente.
Quando si accorse che lo stavo guardando venne verso di me lentamente e mi avvolse in un tenero abbraccio.
Amy ci spinse a terra e finimmo per rotolarci nell'erba come due matti.

Era sera e stavamo cantando intorno al fuoco. Io e la mia migliore amica ci stavamo ingozzando di biscotti, e Scott e il mio ragazzo avevano fatto amicizia. Si puó dire che si sopportavano.
Dopo averci terrorizzate con le piú svariate e terribili storie di paura, Scott si ritiró nella sua tenda e io, Amy e Gabriele andammo a fare una passeggiata.
— É stata davvero un'ottima idea — disse Gabriele.
— Già. E indovina di chi é il merito? — Amy era modesta come al solito.
— Mi piace molto campeggiare — continuó il mio ragazzo.
— Bravo ragazzo — rispose Amy — sappi che peró con me si riga dritto. Infatti domani mattina io ed Anna andiamo a correre.

A sentire queste parole caddi dalle nuvole.
— A far che!? — domandai.
— A correre. Ho già impostato la sveglia per le sei.
— Alle sei!? Ma hai idea di come faremo? Sono le undici e io mica voglio dormire!!
— Ti fai venire il sonno tesoro.
— Va bene, a questo punto direi che vi lascio a risolvere i vostri problemi. — ci interruppe Gabriele.
Venne verso di me e appoggió le labbra sulle mie.
— Notte bambola — sussurró.
— Notte amore — ricambiai.
Si intrufoló nella tenda e io rimasi a fissare il vuoto per qualche istante, poi Amy mi diede una scrollata di spalle.
— Ehi, Anna!! Hai per caso visto un miracolo!?
Io scoppiai a ridere e mi lanciai nella nostra tendona.

Era notte fonda, e io ed Amy ci eravamo date la buonanotte da poco. Ovviamente, avevamo parlato di tutto e di piú, e lei aveva tirato fuori l'argomento Aron.
— Non sai quanto é affascinante. — aveva detto.
— Già, molto.
Non me l'ero sentita di arrivare dritta al punto e raccontare il contenuto della telefonata.
— Secondo te ho delle possibilità con lui?
— Potrebbe essere. — avevo risposto.
— Penso di essere...sí, di essere stracotta.
A questo punto si era buttata sotto il suo sacco a pelo rosa confetto e si era addormentata.
Io non ci ero riuscita, ma ero rimasta ad ascoltare il suono degli animali notturni.

Sentii dei passi e mi misi seduta.
Qualcuno tirò giú la cerniera della nostra tenda e io afferrai una torcia per difendermi, ma quando vidi spuntare il viso di Gabriele scoppiai a ridere.
Mi porse una mano e mi aiutó ad uscire. Pensai che forse non sarebbe stato il massimo lasciare Amy da sola, ma dopo che il mio ragazzo ebbe posato le labbra sulle mie mi si chiarirono le idee.
Uscimmo e cominciammo a passeggiare mano nella mano.
Dopo un po' di tempo trovammo un bel prato e ci sedemmo, io in braccio a lui.
Appoggiai la testa sul suo petto caldo e lui prese a mordicchiarmi l'orecchio.
— Ti amo — disse sottovoce.
— Anch'io.
Mi voltai verso di lui e gli scompigliai i capelli scuri, poi mi avvicinai alla sua bocca e lo baciai.
Quando ci staccammo, i suoi occhi verdi lampeggiavano.
Il suono dei grilli rendeva magica l'atmosfera e i suoi occhi mi ipnotizzavano. Distaccai lo sguardo perché sapevo che altrimenti sarei sprofondata.
— Sei mia, bambola — continuó.
— Sí. Solo tua.
— Non ho mai trovato una persona come te. Sei troppo importante.
— Anche tu. Tu mi hai fatta rinascere.
Affondai il viso nel suo collo e chiusi gli occhi. Ero a casa.
Lí, fra le sue braccia, ero a casa.

— Tesoro, non pensavo mi scaricassi cosí!!
Aprii gli occhi con calma. Amy e Scott mi fissavano dall'alto, ci misi un po' a metterli a fuoco.
Non capivo cosa ci facessi lí. Tastai con le mani il letto dove mi trovavo..no, non era un letto. Ero sdraiata sopra una persona.
Mi alzai e ricordai tutto. Mi ero addormentata con Gabriele. Avevo la testa sul suo petto e il corpo disteso su un soffice prato d'erba.
Scott mi esaminava lentamente e quando mi alzai mi prese in disparte.
— Cosa significa? — disse.
— Cosa?
— Tutto questo.
— Continuo a non capire.
— L'altra sera mi hai baciato. Pensavo fossi ancora cotta di me.
— Non sono cotta di te. E poi non facevo sul serio quando é successo. Io sto con lui — feci un cenno verso Gabriele, e vidi che si stava svegliando.
Gli corsi incontro e, incurante di Amy, gli saltai in braccio.

— Allora, cos'avete fatto? — domandó Amy mentre cercavamo di preparare qualcosa da mettere sotto i denti per il pranzo.
— Assolutamente niente.
— Non ti credo. Avete approfittato di quando dormivo per darvela a gambe e andare in un prato isolato.
— Lui é venuto a chiamarmi.
— D'accordo. Ti credo.
La mia amica finí di preparare l'ultimo toast e mi guardò soddisfatta.
Poco dopo arrivarono Scott e Gabriele con delle ceste di frutta che avevano trovato nel bosco.

— Scommetto di essere la piú veloce a correre — fece Amy.
— Concordo — dissi io, sdraiata nel prato fra le braccia di Gabriele.
— Vedremo — disse il mio ragazzo alzandosi.
— Mi scarichi cosí? — domandai io scherzando.
— Certo — mi fece l'occhiolino e partí di corsa con Scott.
Io mi alzai, ma poi decisi di rimanere lí e cominciare a preparare lo zaino.

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