CAPITOLO 47
— Davvero é entrato in casa tua? Non ci credo nemmeno se mi paghi! — disse Amy ridendo.
In realtà nemmeno io ci credevo molto.
Mi fermai davanti allo spaccio del paese.
— Devo comprare le uova per la mamma — entra in un secondo.
— Sai, comincio a credere che tu gli interessi veramente. — mi disse una volta uscita.
— Io? Non so...qualcosa mi dice che non devo fidarmi. Ma parliamo d'altro, dai...
— Ci sto! Per esempio, che Scott ci ha invitate in campeggio questo weekend?
— Ci ha invitate o ti ha invitata?
— CI ha invitate, hai sentito bene. E ha detto che deve trovare un altro amico perché ha un altro posto in tenda...
— Quindi pensi di occupartene personalmente, giusto? — conclusi.
Non avevo per niente voglia di andarci, ma forse mi avrebbe un po' distratta. E poi non avrei mai lasciato la mia migliore amica da sola.
— Che ne dici di Aron? — mi propose.
— Non so...ultimamente...
— Ultimamente é troppo cotto di te per accorgersi che non lo vuoi, hai ragione.
Le sorrisi. In effetti, non avrei voluto passare il weekend a sentire i suoi complimenti. Non mi piaceva, punto.
— Passami la farina!!
— Cavoli, Anna, qui si sta smontando tutto!! — Amy aveva i capelli imbrattati di uova e farina e cercava di mescolare l'impasto.
Quel giorno avevamo deciso di metterci in cucina.
— Aspetta, vado a prendere uno straccio. Se rientra la mamma...— andai velocemente verso il bagno.
— Ok, io direi che va bene cosí. Mettiamola in forno.
— No, Amy, non vedi che schifo!?
Scoppiammo a ridere entrambe, avevamo trasformato la cucina in un vero porcile.
Lei prese un uovo e me lo scaglió in faccia con un sei troppo pulita.
Io rinunciai a difendermi se no quella mattinata in cucina sarebbe diventata una vera guerra.
Driiiin driiin
Io ed Amy ci guardammo in faccia, poi lei fu piú veloce di me e corse a rispondere al telefono.
— Siamo a casa di Anna. — le sentii dire.
— .....
— No, non siamo in ottime condizioni.
— .....
— Ah, allora se sei di passaggio ci fa piacere.
Quando buttó giú, le corsi incontro.
— Chi era?
— Scott, passa a salutarci.
Questa volta fui io a tirarle la farina in testa. Ci mancava solo lui. Ma con Amy di fianco non riuscivo a stare arrabbiata piú di tanto.
— Le buone maniere, signorina Sky!!
Scoppiai a ridere. Quelle me le ero proprio dimenticate.
— Bacio! Bacio! — Amy strillava come un'aquila.
Io, lei e Scott eravamo seduti sul divano a guardare una storia d'amore.
Quando i due protagonisti precipitarono in un dolce bacio ci mettemmo ad applaudire.
Driiiin driiin
Amy rispose al telefono, poi si rivolse a me.
— Devo andare, ciao!
Fece l'occhiolino a Scott e si chiuse la porta alle spalle.
Scott mi prese la mano e mi trascinó in camera mia, poi chiuse la porta a chiave.
— Cos'hai intenzione di fare? — gli chiesi.
— Di parlare. Ammettilo, hai un altro.
Alzò un sopracciglio in attesa della mia risposta. Io mi sedetti sul letto estenuata e lui fece lo stesso.
— Non voglio parlarne — sbuffai.
Mi prese dolcemente una mano e mi lasció appoggiare la testa sulla sua spalla.
— L'ho visto ieri sera — proseguí — che ti lanciava sassi alla finestra e tu lo facevi entrare.
Chiusi gli occhi al ricordo della sera precedente.
— Non siamo in ottimi rapporti. E non lo saremo piú. — sospirai.
— Lascialo stare. Sono sicuro che c'é di meglio.
A sentire quelle parole mi alzai e mi voltai verso la porta.
— E saresti tu?
Mi misi a ridere amaramente.
— Siete uno peggio dell'altro!!!
Gli feci cenno di uscire e lui non se lo fece ripetere due volte.
Stavo camminando per strada verso la biblioteca, avevo finito l'ennesimo libro.
Mi fermai improvvisamente davanti alla vetrina di un bar quando vidi Gabriele parlare animatamente con...Marcie! Quella Marcie, quella anche fidanzata!
Non dovevo farmi gli affari loro, ma il mio istinto fu piú forte e mi fiondai nel locale.
— Vi conoscete? — dissi per niente gentile.
Entrambi mi fulminarono con lo sguardo, poi Marcie fece uno strano cenno a Gabriele e se ne andò.
Lui uscí dal bar e io lo seguii.
— Si puó sapere cosa ci faceva lei con te? — sibilai.
Non era possibile che si mettesse a flirtare con ogni ragazza che trovava in giro. Non era per niente affidabile.
— Conosci Marcie? — mi domandò facendo le spallucce.
— Sí, ed eravamo anche amiche — pronunciai quell'ultima parola con disgusto.
Per quanto fossimo legate, non le avrei permesso di prendersi l'unica persona che contava in quel momento.
— Non lo siete piú?
— In teoria, lo siamo ancora. Ma non tollero che si metta a flirtare con...con...
— Con me. Quindi ammettilo, sono importante...
— Sí, lo sei, va bene? E questo non significa che puoi giocare con i miei sentimenti!!
— Anna, io non mi permetterei mai di giocare con i tuoi sentimenti. Mai.
Mi spinse contro un muro e si avvicinó a me lentamente. Mi mise le mani sui fianchi, il contatto con il suo corpo mi metteva a disagio...
Sentivo il calore del suo fiato a pochi centimetri, avevo le labbra vicinissime alle sue, quando sentii una voce.
— Gabri, tutto bene? — Marcie era uscita e si stava avvicinando. Ci guardava per niente sorpresa.
Improvvisamente non permisi a Gabriele di baciarmi respingendolo e spostandomi lontano da lui.
Quando vide la nuova arrivata mi guardó confuso, e si passó le mani nei capelli.
— Sei un po' spettinata — mi avvertí prima che me ne andassi via.
Ormai mi era passata la voglia di andare in biblioteca, era evidente che fra lui e Marcie stava nascendo qualcosa, e tutto questo mi dava alla testa. Non sopportavo l'idea che non fossi nessuno per lui, e nemmeno che mi prendesse in giro.
Ero grata a Marcie per aver interrotto il "quasi bacio" e avermi dato la forza di respingerlo.
Magari non capiva perché il ragazzo che pochi minuti prima aveva flirtato con lei in quel momento stesse baciando me, solo che aveva trovato il coraggio di dirglielo in faccia.
A dire il vero, la ammiravo.
Basta, avrei dovuto smetterla di dare corda a Gabriele. Era solo un abile seduttore, probabilmente non sapeva nemmeno cosa volesse dire amare, dovevo smetterla di credergli. Sarei finita per soffrire di nuovo.
E per dimenticarlo, avrei dovuto fare di tutto. Ma come avrei fatto a dimenticarlo, se lui era l'unico pensiero che avevo in testa?
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