CAPITOLO 37
Era la sera prima della mia partenza. O meglio, della partenza dei miei genitori. L'indomani verso le nove si sarebbero svegliati e nel mio letto avrebbero trovato soltanto una lettera. Avevo fatto molte ipotesi sulla loro reazione ma nessuna mi sembrava adeguata.
Indossai jeans e un top rosso scintillante e andai dove si teneva lo spettacolo serale. Quella sera in particolare c'era un buffet e molta gente che si divertiva. Io non ero in vena. Il giorno seguente avrei dovuto fare un passo molto piú grande degli altri e dare una svolta alla mia vita. E in piú continuavo a chiedermi se avessi fatto la scelta giusta. Ero dell'età giusta per trovare il vero amore? Oppure quella era stata una cotta passeggera un po' piú forte delle altre? Dopotutto si era trattato solo di due settimane.
Non riuscivo a scacciare quei pensieri dalla testa.
Mi feci largo fra la folla in cerca di Gabriele. Avevo bisogno dei suoi consigli.
Lo avvistai poco dopo che faceva il girotondo con delle bambine di sei anni. Gli andai dietro e mormorai un qui qualcuno ha fatto colpo. La sola vista del suo corpo mi aveva fatto fare le capriole allo stomaco.
Si voltó verso di me e mi fece un sorriso di quelli che non avevo mai visto e i suoi occhi verdi si illuminarono.
Prima che potesse dire qualcosa affondai la testa nel suo petto e lui mi accarezzó i capelli.
Aprii la bocca per parlare ma lui me la premette con un dito.
— So come ti senti. — mi disse.
Io gli sorrisi e mi sentii dieci volte meglio. Gli accarezzai i capelli dolcemente e lo baciai con tenerezza.
Lui rispose al mio bacio con passione.
Restammo attaccati per un po', poi Fabian mi toccó dolcemente una spalla e io mi voltai. A parte la testa fasciata, era in ottima forma. Io gli sorrisi.
— Come stai? — domandai.
— A meraviglia. Tu?
— Bene..diciamo.
— Ho saputo che resterai con noi.
— Già...
— Non deve essere stata una scelta facile.
— No per niente. Ma sono convinta che sia stata la scelta migliore.
Mi voltai in cerca di Gabriele, ma era sparito. Lo cercai con lo sguardo e lo vidi poco piú in là. Taylor lo stava trascinando per una mano verso il buffet. Scacciai un moto di gelosia e mi voltai verso Fabian.
— Vado a prendere qualcosa da mangiare — dissi — tu vieni con me?
— No, ora vado da quella bella fanciulla che é appena entrata, se non ti dispiace. Mi sembra spaesata.
Si dileguó in meno di un secondo e io scoppiai a ridere. Che stupidi i ragazzi!
Andai a bere qualcosa ed Elena mi si avvicinó.
— Ti avevo sottovalutata, Anna. O meglio, avevo sopravvalutato Taylor.
Io la guardai accigliata.
— Insomma — si giustificó — sono stata una stupida a pensare che una ragazza cosí carina potesse essere innocente.
— Perché?
— Beh, si era proposta di aiutarmi a conquistare Gabriele, e pensavo fosse veramente disposta. Pensavo non avesse possibilità con lui.
Cercai di tenere un'espressione confusa, anche se cominciavo a capire dove volesse andare a parare.
— Capisco. E stai tranquilla che non ha possibilità.
— Non ne sono cosí sicura.
Mi voltai e vidi Taylor trascinare Gabriele fuori dalla mia vista.
Basta, questo era veramente troppo. E poi li avevo lasciati soli troppo a lungo.
— Ciao, Elena, ci vediamo.
Mi incamminai verso il retro del tendone a grandi passi. Ma nessuna traccia di loro. Non capivo perché Gabriele non avesse posto resistenza. Magari l'aveva fatto invece.
Incontrai un uomo di mezza età e senza pensarci due volte gli andai incontro.
— Mi scusi, ha visto Gabriele, l'animatore?
— Non capisco di chi stai parlando, signorina.
Mi lasciai sfuggire un imprecazione e andai avanti nella mia ricerca. Quando mi arresi decisi di incamminarmi verso casa, il giorno dopo sarebbe stato molto lungo.
Girai l'angolo e mi trovai davanti a uno spettacolo terribile.
Feci un salto indietro per lo spavento.
All'inizio non riconobbi le figure che mi si paravano davanti.
Poi, piano piano, riuscii a capire a cosa stavo partecipando.
Mi salí un groppo in gola, uno di quelli che non si riescono a scacciare.
Riuscii giusto a vedere Taylor avvicinarsi a Gabriele, stringergli le mani.
Non appena la bionda mi vide, fece un sorrisino storto.
Feci in tempo a vedere che si gettava su Gabriele e appoggiava le labbra sulle sue prima di voltarmi e mettermi a correre.
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