Mi rigirai per l'ennesima volta nel letto. Quella notte proprio non riuscivo a dormire. Continuavo a vedermi immagini di Taylor che abbracciava Gabriele, io che urlavo ma lui non mi sentiva...
Era stato il colmo fidarmi di lui. E anche pensare che mentre correvo a casa mi fermasse. Invece mi ero voltata e avevo visto che era troppo impegnato a stringere fra le braccia Taylor per accorgersi di me.

Dato che proprio non volevo addormentarmi, me ne andai a fare una passeggiata notturna. Sgattaiolai fuori di casa e i miei capelli castani furono colpiti da una folata di vento.
Poi sbattei gli occhi piú volte. Davanti a me c'era una figura nera che mi fissava. Mi trattenni dall'urlare.
— Cosa ci fai davanti a casa mia? — dissi a Gabriele.
— Ti cercavo, bambola.
— Alle tre di notte? O hai appena finito la tua avventura notturna con Taylor? — ringhiai, poi incrociai le braccia al petto e mi voltai dall'altra parte.
Non dovevo far capire che ero offesa dal suo comportamento, ma non mi risultava facile.
— L'ho solo consolata. É una brava ragazza, solo...
— Che é stracotta di te e ci prova e tu le dai corda? — lo guardai negli occhi e gli puntai contro un dito.
— Calma, si puó sapere che cos'hai?
— Io? Niente!!!
— Ti ho vista abbastanza...offesa.
— Ah, allora te ne sei accorto? Non sembrava, dato che avevi occhi solo per lei!
Feci per andarmene ma lui mi tenne per un braccio.
Poi si mise a ridere.
— Sei gelosa! AHAHAHAH
— Non sono gelosa!! Solo che..hmm...lei...Taylor non si puó permettere di toccarti, abbracciarti, ma neanche di guardarti e di pensarti perché...— scoppiai — sei solo mio — mormorai alla fine.
Per la prima volta lo vidi arrossire, poi mi strinse a sé.
— Anna, per me solo tu sei importante. Scusami, non volevo ferirti.
A quelle parole mi abbandonai sul suo petto.

Da quella notte io e Gabriele non avevamo avuto modo di stare vicini e avevo sentito la sua mancanza. Ormai mancavano tre giorni alla mia partenza e mi sentivo molto scontenta.
Stavo cenando quando qualcuno suonó al campanello.
— Vado io — dissi.
Aprii la porta e mi trovai davanti gli occhi piú belli del mondo. Saltai in braccio a Gabriele e mormorai un mi sei mancato. Lui mi bació dolcemente.
— Vieni a fare un giro? — mi propose.
— Certo — dissi.
Dissi alla mamma che me ne sarei andata con Taylor.
Uscimmo di casa e lui mi bació.
— Ricordi quando ti ho chiesto se saresti restata?
Deglutii. Non mi piaceva parlare dell'argomento partenza.
— Sí.
— A casa mia ho una stanza in piú.
— Davvero?
— Sí. E ti prego, resta. Ho bisogno di te per vivere.
Gli gettai le braccia al collo.
— Anch'io.

Il sole entrava dalla finestra e mi sentii accecare. Sarebbe stata una bella giornata, se non fosse che era il penultimo giorno di vacanza.
Andai a cercare Gabriele e lo trovai a dormire su una sdraio. Mi misi a ridere.
Gli tirai una secchiata d'acqua di mare e lui si mise a sedere.
— Ma sei impazzita?
— Sempre il solito arrogante — lo canzonai.
Lui si alzó.
— Vieni — mi disse.
Mi prese la mano e mi portó su uno scoglio. Poi mi bació appassionatamente.
— Ricordi la nostra conversazione di ieri sera? — questa volta fui io a tirare fuori l'argomento.
— Certo — disse accarezzandomi il collo con un dito.
— Ecco, ho pensato che...rimango. Solo che non so come parlarne con mia madre, di sicuro non mi lascerebbe... — sospirai , poi mi avvicinai a lui e lo abbracciai con tutta la mia energia — ma farei qualsiasi cosa per stare qui con te, sei troppo importante.
Sí, avevo deciso cosí. Sarei rimasta. In un modo o nell'altro, ma sarei rimasta. Non avrei sopportato di allontanarmi da Gabriele. Ci avevo pensato molto quella notte, poi avevo capito che avrei sofferto troppo a separarmi da lui. Era stata una scelta difficile, ma poi avevo capito che sarei dovuta rimanere lí. Tanto prima o poi mi sarei dovuta separare dai miei genitori.
— Semplice, tua madre non lo saprà finché non sarà troppo tardi.
No, no. Avrei dovuto mentirle. Proprio no. Ma sapevo che era l'unica cosa da fare. E Gabriele era troppo importante.
Gli diedi un bacio.
— Daccordo.