CAPITOLO 27

Avevo appena finito di mangiare e andai a stendermi sul letto.
— Anna!
Mamma aprí la porta della mia camera.
— Cosa c'é?
— Una tua amica é venuta a parlarti.
Alzai gli occhi al cielo, perché già immaginavo chi potesse essere questa "mia amica". Anche perché non avevo amiche. Uscii di casa e mi vidi di fronte Taylor. Non mi guardó con la sua solita aria superba. Al contrario, aveva un'espressione stanca. I suoi capelli biondi di solito ben spettinati erano scompigliati. Fece un sorriso educato a mia mamma.
— Vieni, dobbiamo parlare — mi disse.
La seguii. Per la prima volta, ero davvero curiosa di quello che mi stava per dire. Cercai di sorriderle, ma lei non mi degnó di uno sguardo.
La seguii fino alla spiaggia. Salí sugli scogli e cominció a far rimbalzare nervosamente i sassi sull'acqua. Io mi sedetti dietro di lei in attesa. Forse si doveva sfogare.
Dopo qualche minuto si giró verso di me.
— Cosa vuoi dalla mia vita — disse a denti stretti.
Feci finta di aspettarmi quella frase, anche se ad essere sincera mi aveva colta di sorpresa. Per una volta, mi era sembrato di sentire una punta di verità nelle sue parole, e vidi che le tremavano le mani. Sembrava molto scossa.
— Io? Niente — feci una finta risata.
— Sto parlando sul serio! — urló con le lacrime agli occhi.
No, non era la solita Taylor sicura di sé. Sembrava che avesse perso la voglia di vivere. Decisi di cambiare atteggiamento.
Mi alzai e la aiutai a sedersi davanti a me. La lasciai in silenzio per un po', poi iniziai a parlare.
— Sei innamorata di lui — affermai con voce piena di comprensione.
Perché sí, la capivo eccome.
Lei annuí e mi guardó velocemente negli occhi, per poi mettersi a guardare le onde infrangersi contro gli scogli.
— Mi sento come loro — disse facendo un cenno verso il mare — Infranta.
Capii che si riferiva alle onde. Rimasi in silenzio. Non sapevo proprio cosa dire. Cominciai a capire che la causa di tutto questo ero io. E mi chiesi perché avesse scelto di parlarne proprio con me.
— Ti capisco. — sospirai. — Ma lui ci tiene a te.
— No che non ci tiene — sbottó — Non sei la prima che bacia! Ne ho viste tante! Per questo non sono arrabbiata con te, ma con lui! Io non ne posso piú..perché si comporta cosí? Dice che sei importante e dopo un giorno va con un'altra. Sei una delle tante che ha baciato negli ultimi giorni!!
Queste parole mi colsero di sorpresa. Cercai di sorriderle ma non riuscii. Trovai molta verità nelle sue parole. Ci scommettevo che fosse cosí. E poi, non era arrabbiata con me? Avevo baciato il ragazzo che amava!
— Ascolta, scusami. Non avrei dovuto baciarlo. Non mi interessa di lui...— lei mi interruppe.
— Il problema é che a lui non interessa nessuna di noi!! Per lui siamo tutte uguali...ogni ragazza si illude...
Sí, aveva ragione. Ci scommettevo che in quel momento stava flirtando con una nuova ragazza. Mi sforzai di sorriderle, ma le sue parole mi avevano fatto male.
— Senti, l'ho baciato, e ho commesso un errore. Ho visto come si comporta. E non dovevo cadere ai suoi piedi. A me non interessa. Non voglio avere nessun ragazzo fra i piedi, mi piaccio single. I ragazzi mi hanno fatto fin troppo male. E dato che Gabriele mi attrae, gli voglio stare lontana. Non voglio innamorarmi di lui. Ci ho pensato molto, ed é cosí. Quindi te lo lascio. Davvero, mi devo separare da lui.
Mi sorrise timidamente. In quel momento, avevo bisogno di confessarmi, di sfogarmi. Di dire tutto quello che mi ero tenuta dentro fino a quel momento. E neanche Amy mi avrebbe capita. Pur essendo l'ultima persona a cui avrei detto quelle cose, ora Taylor era l'unica che mi avrebbe capita fin in fondo. Perché conosceva i modi di fare di Gabriele piú di ogni altra.
All'improvviso si scosse come se le avessero appena gettato un secchio di acqua fredda in testa.
— Che scema che sono! Non pensare che io ti abbia portata qui per farti ascoltare le mie paranoie! Cioé sí, anche, ma soprattutto per metterti in guardia.
La guardai confusa.
— In guardia?
— Sí, in guardia. Io sono finita nelle sue grinfie ma tu, anche se sarà difficile, puoi ancora sottrarti a lui. Puoi dimenticarlo. Sei ancora in tempo. Da Gabriele, intendo. E visto che sei piena di buona volontà, ce la farai. E ti posso sempre aiutare io.
— Grazie.
In effetti con ogni probabilità mi stava usando. Dovevo considerare che era molto piú grande di me.
— Sul serio, Anna, stai attenta. Non fidarti della sua dolcezza. Non voglio che ti succeda quello che é successo a me.
— Grazie.
— Poi fai come vuoi. Devo andare. É stato un piacere parlare con te.
Le strinsi la mano e la guardai allontanarsi. Poi mi alzai e andai verso casa. Quella conversazione mi aveva colta di sorpresa. Ed ero ancora immersa nei miei pensieri.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top