CAPITOLO 16

— Buon appetito — disse mamma.
Non avevo assolutamente voglia di mangiare.
— Ho lasciato una cosa a una mia amica, vado da lei.
— Mi fa piacere che abbia fatto conoscenza.
Mi incamminai verso la spiaggia.
Vidi Gabriele che mi veniva incontro.
— Ciao— disse lui.
Non mi piaceva come si comportava. Giocava con il mio cuore. Evidentemente, si era accorto che arrossivo quando mi si avvicinava. Già quello mi dava fastidio.
A volte mi ignorava, poi veniva da me quando gli faceva comodo. Dovevo trattarlo male e fargli capire che valevo qualcosa.
— Ciao.
— Volevo darti una cosa. É un invito per domani, c'é una festa del camping. Era per farti integrare di piú.
Mi porse un biglietto. Ci pensai un attimo prima di prenderlo.
— Accetto l'invito. — dissi con una punta di divertimento nella voce.
— Bene. Vedo che sei sola. Ti andrebbe di venire con me a pranzo o chiedo troppo? — domandó sorridendo e mi fece un inchino.
— Improvvisamente mi é venuta fame. — dissi ridendo.
Non mi piacevano i suoi modi di fare. Non mi piaceva come mi attirasse a sé, non mi piaceva perché non riuscivo a resistergli. Ma quando gli stavo vicino, avevo un assoluto bisogno di stare di piú con lui. Quando gli ero vicino mi attraeva troppo.
Uscimmo dal camping e mi portó in una panineria sulla spiaggia.
— Vieni spesso qui? — domandai.
Mi sentivo a disagio e volevo riempire il silenzio che si era creato. Lui sembrava tranquillo e questo mi metteva ancora piú in imbarazzo.
— Diciamo di sí, ci porto le mie ammiratrici — disse ridendo, poi, vedendo la mia espressione confusa, aggiunse — Scherzavo, ovvio. Mi piace qui perché non c'é molto movimento.
Gli sorrisi. Si mise le mani dietro la testa e cominció a dondolarsi sulla sedia.
— Parlami di te. Oppure vuoi domandarmi qualcosa?
Lo guardai mentre mi scrutava. Sí, avrei voluto chiedergli molte cose. Ma era meglio lasciare parlare lui. Mi sentivo molto in imbarazzo.
Non avrei mai pensato di trovarmi in quella posizione. Gli ideali che mi ero imposta erano completamente diversi. Ma con Gabriele non riuscivo ad essere fredda. La forza che mi portava verso di lui rompeva ogni cosa.
— Non so...
— Vuoi farmi qualche domanda, lo si vede dai tuoi occhi.
Sobbalzai. Mi stava leggendo lo sguardo.
— Che scuola fai?
— Non ho voglia di parlare di scuola adesso— disse ridendo.
Improvvisamente ricordai di non aver detto a mia mamma che uscivo a mangiare.
— Devo avvisare mia madre che sono qui.
— Lascia perdere. Una piccola bugia non fa mai male.
— Ma é mia madre!!
Odiavo mentire. Soprattutto a mia madre. Sí, io, ero una ragazza super rispettosa delle regole.
— Va bene, ho capito. Prendi il mio cellulare.
Lo ringraziai e uscii a chiamare mamma. Le dissi che la mia amica mi aveva invitata a pranzo. Mi stupii di me stessa. Avevo imparato a mentire.

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