— Ciao — dissi timidamente.
Eravamo molto vicini. Sentivo il calore emanato dal suo corpo.
— Dove andavi?— chiese lui.
— Non lo so. Vagabondavo.
Mi sorrise. I suoi occhi erano davvero dolci. Non mi ero mai accorta di quanto fosse affascinante. Sí, Amy sarebbe impazzita per lui. Anche io mi sentivo strana in sua presenza, dovevo ammetterlo. La mia corazza di ghiaccio non funzionava con lui. Il suo calore la scioglieva.
— Allora, tu ed Elena...— Cercai di farmi capire.
— No, fra noi non c'é niente. É lei che é un po' troppo invadente.
Mi morsi il labbro. Era tanto che non lo facevo. Non ne avevo bisogno.
Improvvisamente, trovai quel momento familiare. Il buio, il suo calore. Mi risalirono in mente i ricordi dei momenti passati con Scott e le gioie che mi aveva dato l'amore.
Sí, le gioie. Oltre alle sofferenze, l'amore mi aveva dato molte gioie. In quei tre anni avevo preso in considerazione le sofferenze che avevo ricevuto, e avevo rimosso le gioie. Sentii la montagna che copriva il mio cuore scomparire.
— Tutto bene? Non sembri molto a tuo agio...forse me ne devo andare — disse divertito.
Improvvisamente gli afferrai la mano e la strinsi. Era stato il mio istinto a suggerirmi di farlo.
— No, non andare.
Mi sentivo cosí bene. Per una volta, potevo sentirmi felice. Ma sapevo che quel momento avrebbe avuto una fine e mi sarei di nuovo chiusa nella mia corazza.
Gabriele rise.
Improvvisamente la magia che si era creata svaní. Ricordai che stavo parlando con un ragazzo piú grande, alto e incredibilmente bello. Probabilmente aveva i suoi giri e la sua ragazza. Mi diedi della stupida.
— Forse devo tornare a casa. — dissi.
— Un momento fa sembrava che non mi volessi mollare piú.
— Hai ragione, scusa. Ma ora devo proprio andare.
Mi defilai infilando quel momento magico in un cassetto della mia memoria.