~79~
Resto senza parole quando incontro il suo sguardo. Effettivamente, la situazione è parecchio ridicola : poco fa gli ho detto di starmi lontana, e ora eccomi qui a bere acqua in casa sua, come se fosse nulla. Sapevo che sarebbe stato meglio non presentarsi perché avevo previsto tanti problemi, come al solito non ho dato ascolto alla mia intuizione, ed eccomi qui ad affrontare una situazione imbarazzante.
<< Ecco... Io...>> non so nemmeno cosa dire. L'unica cosa sulla quale riesco a concentrarmi è il suo guardo e il suo corpo coperto solo dai jeans neri... Dove diamine è finita la sua maglietta? Il mio sguardo scorre senza volerlo sui suoi pettorali perfettamente delineati... No, devo smetterla e pensare a una risposta sensata da dare:<< Sam mi ha chiesto di raggiungerla perché voleva passare un po' di tempo con me>>
<< Ah>> sbuffa, poco soddisfatto della mia risposta.
<< Le hai detto qualcosa quando l'hai vista prima?>> domando ripensando alla reazione che ha avuto Sam nel vedere il fratello.
Cameron si sposta dall'ingresso della cucina e si avvicina sempre di più nella mia direzione, fino a quando non si appoggia sul piano della cucina accanto a me, sfiorandomi il braccio con il suo.
<<Cosa avrei dovuto dirle?>> chiede.
Mi guarda e io trattengo di nuovo il respiro. Spero non si sia accorto del casino che mi sta combinando dentro in questo momento. Gli basta un semplice sguardo per farmi mancare il respiro e la cosa non mi piace neanche un po'. Mi sento debole e persa.
<<Non lo so. Sembrava strana quando l'ho vista. Forse le hai detto qualcosa che l'ha offesa o non so>> ipotizzo.
Gli compare un piccolo sorriso in volto e dice:<< E cosa ti fa pensare che sarò sincero con te? Magari ti dico che l'ho solo salutata e invece non è vero. O forse ti dico che l'ho mandata a fanculo e invece non è vero>> ovviamente si diverte a prendersi gioco di me.
<<Capirò se dici la verità>>
<<Non credo... >> ride.
Può andare avanti con questa messa in scena, ma tanto sono sicura che riuscire comunque a sapere tutto grazie a Sam. Quindi se non me lo dice lui, sarà lei a raccontarmi tutto.
<< Allora me lo dirà Sam>> dico, spostandomi e passandogli davanti apposta. Come previsto, mi afferra il polso e mi tira in modo leggermente brusco verso di sé.<< Lasciami>> sussurrò.
<<Ti dico io perchè ha reagito in quel modo>> si arrende.
<< Dimmelo allora>> rispondo, incrociando le braccia davanti al petto e guardandolo dritto negli occhi con sfida.
<< Mi ha aperto la porta e sono rimasto sorpreso di vederla a casa, dato che nell'ultimo periodo è sempre con Nash o con te...>> distoglie lo sguardo e comincia a muovere il piede destro per l'ansia.
<< E quindi... >> lo costringo a proseguire. Non ho tutto il tempo del mondo e nemmeno la pazienza per aspettare che finisca di dirmi tutto. Sono sicura che se fossi andata da Sam, sarebbe stato decisamente più semplice.
<< E quindi ho fatto una battuta, che ovviamente a lei non è piaciuta >> continua.
Non vorrei neanche sapere che tipo di battuta ha fatto, ma devo. Voglio sapere perché Sam se l'è presa così tanto.
<<Che battuta?>> chiedo.
Sorride e scuote la testa dicendo:<<Non vorresti saperlo>>
Già non vorrei, ma devo.
<<Voglio saperlo>> Non mi guarda e si volta verso il ripiano della cucina appoggiandoci sopra entrambe le braccia. Il riflesso della sua pelle alla luce mette in mostra i muscoli, e io mi sforzo per non vederli, anche perché il mio obiettivo adesso è un altro.
<< Io ho detto ' Che cazzo ci fai qui? Perché non sei a Casa di Nash? Non sei più la sua puttana preferita?>>
<< Oh mio Dio... >> Cameron è una persona davvero meschina e crudele. Capisco perfettamente la rabbia di Sam, detto da tuo fratello poi non deve essere il massimo.
<< Non c'è niente di male>> commenta lui.
L'ha detto seriamente? O sta scherzando? Per lui non c'è niente di male, per Sam sì.
<< Perché la tratti così? Non se lo merita>>
Sei l'unica che potrebbe fargli cambiare idea dice Nash nella mia testa, e più me lo sento ripetere, più mi rendo conto di quanto possa essere ridicola quest'idea.
<< Non lo so, la odio e credo che ormai anche lei ci abbia fatto l'abitudine>> dice sollevando e abbassando le spalle.
<< Abitudine? Ma ti senti quando parli? Ogni volta che la tratti male si mette a piangere. Ma non riesci proprio a renderti conto che lei non c'entra niente con la storia dei tuoi genitori? Non ti ha fatto niente>>
Assume subito un'espressione che sinceramente comincia a farmi veramente paura. È arrabbiato per ciò che gli ho detto e non mi importa.
<< Che cosa ne sai tu? Quella stronza ha rovinato la vita a me e alla mia famiglia! E ora si sta portando via anche il mio migliore amico, quello che conosco da quando ero un fottuto bambino. Ti sta anche mettendo contro di me!>> grida sollevando il braccio per indicare la stanza della sorella che sta al piano di sopra.
<< Tu sei pazzo! Non si può tornare indietro nel passato,le cose sono successe e basta. Pensi che trattandola male potrai sistemare le cose ma non è così. La fai solo stare male >>
<< Sì, ma faccio stare bene me stesso.>>
Questo ragazzo ha qualche problema.
<<Pensi solo a te stesso, ma non hai mai veramente pensato a come ci si sente lei? Non pensi che ciò che le dici la ferisce?>>
<< No, e sinceramente non m'importa>> sussurra non guardandomi. Spero mi stia dicendo queste cose solo perchè gli da fastidio parlarne e non perchè le pensa veramente. Deve essere così, vero?
<< Beh dovresti farlo invece! Dovresti soffermarti e pensare per qualche secondo a lei e a quanto stronzo sei>> e mi volto per uscire dalla stanza.
Nash si sbagliava, non riuscirò mai a fargli cambiare idea. L'unica cosa che riesco a fare è farlo arrabbiare e basta. Salgo le scale e sento un rumore in cucina ma non me ne importa. L'unica cosa che voglio fare in questo momento è raggiungere Sam.
Chiudo la porta della stanza di Sam e aspetto a girarmi. Devo ancora riprendermi dal casino che è successo pochi secondi fa.
<< Perché è a casa?>> chiedo senza voltarmi.
<< Fuori piove e hanno annullato l'allenamento>> dice con una voce più triste del solito.
Mi volto e la trovo seduta a terra in un angolo della stanza con uno straccio insanguinato sui polsi. Mi porto la mano alla bocca e subito comincio a vedere sfuocato a causa delle lacrime che mi riempiono gli occhi. Ora capisco tutto.
<<Sam... >> con una voce terribilmente fastidiosa, ma non mi importa.
<< Cris... Io... >> scoppia a piangere e io corro subito verso di lei per abbracciarla. Non posso credere che abbia fatto una cosa del genere per uno come Cameron.
<<Perché?>> le chiedo con fatica a causa delle infinite lacrime che scendono.
<<Ho sentito tutto.Fa male sapere che mio fratello pensa che sia una stronza e che a causa mia la sua vita sia uno schifo>> dice fra i singhiozzi.
<<Nash lo sa?>> chiedo allontandandomi un po' e cercando di asciugarmi le lacrime per cercare di vedere meglio i suoi polsi. Annuisce e adesso capisco la disperazione negli occhi di Nash. << Sam, non devi farlo ok. Non... Non devi sfogarti su te stessa, tu non hai colpa di niente.>>
<< Lo so, ma è più forte di me!Ogni volta che lo sento parlare in quel modo, mi sento male.>>
Non posso evitare di scoppiare di nuovo in lacrime. Quanto stronzo deve essere per farla sentire così tutte le volte?
<< Cris... Vorrei restare da sola, se non ti dispiace>>
<< No no, tranquilla. Prima però ti porto qualcosa... Tipo un asciugamano. Aspetta solo un secondo e arrivo>> l'agitazione mi fa scandire le parole a una velocità che non è da me.
Esco subito dalla stanza e mi avventuro per la casa in cerca di un posto in cui trovare qualcosa per aiutarla a pulirsi i polsi. Arrivo in bagno, prendo un panno e lo bagno con l'acqua fredda... La mia testa intanto mi ripete il momento che ho vissuto qualche secondo fa. Com'è possibile? Perché le persone si fanno del male? Non ha alcun senso, soprattutto quando lo si a causa di persone che non meritano il nostro dolore. Certo, Cameron è suo fratello, ma Sam non dovrebbe reagire in questo modo ai suoi insulti. Fa del male a se stessa e si rende debole senza alcun motivo.
Mi asciugo la lacrime mentre lascio che l'asciugamano assorba l'acqua fredda.
<< Tieni>> lo appoggio lentamente sui suoi polsi quando torno in camera sua. << Mi prometti che non lo farai più. Lo so che è difficile, ma non devi dare ascolto a persone che ti danno la colpa per una cosa che non hai fatto. Tu sei forte. >>
<< No, non lo sono... >> sussurra.
<< Lo sei. Più di quanto pensi. Sopporti questo dolore che ti infliggi da sola, riuscirai a sopportare anche qualche parola uscita dalla bocca di una persona stupida. Ce la farai. Io mi fido di te. >>
<< Cris... >>
<< Ripeti con me : io sono forte >> le chiedo.
<< Non ce la faccio>> sussurra.
<< Ripetilo>> la obbligo.
<< Io sono forte. >>
<< Più convinta>>
<< Io sono forte>> ripete, questa volta con una voce più forte.
<< Ci sarò sempre per te. Non avere paura. Sei forte>> la incoraggio. Sam merita il meglio, e lo avrà.
<< Grazie >> mi abbraccia.
<< Ti voglio bene>> le rispondo. << Ci vediamo domani>>
Mi alzo e mi avvicino alla porta d'uscita della sua stanza. La guardo un'ultima volto prima di afferrare la maniglia, e osservo il suo piccolo sorriso.
Esco dalla stanza e chiudo la porta. Mi appoggio con le spalle al legno freddo e prendo un respiro profondo.
<< Perché stai piangendo >> chiede Cameron, uscendo dalla sua stanza.
Mi volto verso di lui e lo guardo negli occhi. In questo momento mi da solo fastidio averlo davanti.
Si avvina per abbracciarmi ma io faccio un passo indietro: <<Non mi toccare>>
<< Se è per il discorso di prima, io... >>
<< Cameron, prenditi una giornata e rifletti bene sulla situazione, e vai parlare con Sam per chiederle scusa!Ti chiedo solo questo>> dico con il tono più calmo possibile.
<<Scusa per cosa?>> chiede
<<Lo capirai... >> consiglio, scendendo velocemente le scale per uscire da questa casa.
Chiudo la porta dietro di me, e con la testa in preda a mille pensieri, mi dirigo in direzione di casa mia.
<<Scusa>> dico andando addosso a una persona, e appena alzo lo sguardo vedo Matt.
Che cosa ci fa qui?
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