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L'arrivo nella nuova scuola me lo aspettavo decisamente diverso : speravo di riuscire in qualche modo a passare inosservata, ma il mio piano è miseramente fallito.

Gli studenti stanno riuniti in piccoli gruppetti e chiacchierano, o fumano, nonostante la campanella delle lezioni sia suonata ormai da due minuti.

Per mia grandissima fortuna, mi toccherà saltare qualche minuto della prima lezione di oggi per andare a parlare con la preside, che dovrà presentarmi al ragazzo che dovrebbe mostrarmi la scuola.

Essendo nuova e non conoscendo per niente l'edificio, decido di cercare di fermare qualche studente per chiedere informazioni, e solo una ragazza mi da le indicazioni per l'ufficio della preside.

Vado nella direzione che mi ha suggerito, sperando che non si sia semplicemente presa gioco di me.

Proprio come mi aveva detto, arrivo davanti a una porta bianchissima e busso.

"Buongiorno"dico entrando e chiudendo la porta dietro di me.

"Buongiorno, immagino lei sia la nuova alunna"

Annuisco.

"Christina Evans?"chiede guardando un foglietto.

Annuisco di nuovo.

"Sua sorella è passata esattamente cinque minuti fa"ridacchia."Si accomodi pure."

Mi siedo sulla piccola sedia in pelle e non posso fare a meno di guardarmi attorno per il modo in cui è arredato l'ufficio : è ben arredato, ma i colori non sono così vivaci, dato che si tratta solo di bianco e nero.

"Benvenuta nella nostra bellissima scuola. Come saprà già, è la scuola migliore di Miami. Abbiamo già controllato i corsi che frequentava nella scuola precedente, e, se non ha intenzione di fare qualche modifica, li proseguirà qui. Come ha ben visto, il nostro è un istituto davvero grande : ha numerosissime aule per le varie classi e ha anche un'area dedicata ai dormitori per gli alunni che abitano distanti o che non possono stare con la loro famiglia per altri motivi. Sono sicura che si troverà bene"

Il suo discorso viene interrotto dall'arrivo di un ragazzo alto, dai capelli scuri e gli occhi azzurri come le acque limpide dei Caraibi.

"Signorina Evans, lui è Nash, un alunno della nostra scuola. Ha la sua stessa età, perciò frequenta tutti i suoi stessi corsi facoltativi. Credo sia in buone mani. Buona visita"sorride la preside facendomi segno di seguire il ragazzo.

Quando usciamo dall'ufficio, Nash mi sorride e stupito dice:" Ma guarda un po' chi si rivede! Quindi studierai qui?"

"Si"rispondo.

"Beh, benvenuta nella scuola che distruggerà la tua vita"ridacchia.

Quanto brutto potrebbe essere studiare in questa scuola?

-

"Ma è grandissima"dico mentre usciamo dalla palestra.

La scuola è grandissima, esattamente come aveva detto la preside, e sono sicura che mi ci vorrà parecchio per orientarmi. Ricordo ancora com'è andata il mio primo giorno nel liceo a Los Angeles, e non posso fare a meno di sorridere : mi sono persa almeno tre volte nello stesso giorno durante  solo tragitto classe - bagno.

"Sì, e le stanze che abbiamo visto noi sono soltanto il 2% della scuola. Beh, abbiamo finito il giretto turistico! Credo sia ora di tornare in classe, non vorrai mica perderti l'ora di chimica"fa l'occhiolino.

"In quanti siamo?"

"400"dice.

Non fa ridere.

Fingo una risata:"Davvero spiritoso"

"Siamo in 27"

L'emozione comincia a farsi spazio dentro ogni singola cellula del mio corpo e comincio ad immaginare a come potrebbero essere le persone che incontrerò in quella classe. Riuscirò ad avere lo stesso rapporto che avevo con gli alunni a Los Angeles?

"Ah sì, prima di andare in classe devo farti vedere il tuo armadietto"spiega il ragazzo avvicinandosi a un armadietto rosso con sopra scritto '672'

"Questo è nuovo, quindi puoi inserire la combinazione che vuoi"continua.

Lui si volta e io inserisco la mia data di nascita : 300598

Non è sicuramente la combinazione più intelligente della Terra, ma per adesso sono sicura che andrà bene.

"Fatto"

"Bene, allora possiamo andare in classe"spiega guardandosi l'orologio sul polso.

"Frequenti il corso di scienze, giusto?"si lamenta.

Annuisco. "Anche io, purtroppo"

"Scommetto che perderemo tempo per me, quindi la salterai comunque"lo incoraggio, guadagnandomi un suo sorriso.

Quando arriviamo davanti alla classe, il mio battito cardiaco comincia ad accelerare e io cerco di prendere respiri profondi per calmarmi. 'Che problema hai Cris? Sono solo dei compagni di classe' continuo a ripetermi.

"Lei è la nuova alunna?"La voce del professore giunge alle mie orecchie e solo in questo momento mi rendo conto di essere in piedi davanti a una classe che ha lo sguardo puntato su di me.

Guardo un po'in giro, e noto fin da subito il ragazzo contro il quale sono andata addosso ieri. Mi sembra si chiamasse Matt

A quanto pare anche lui sembra riconoscermi dato che lascia cadere a terra la sua matita e comincia a tossire, attirando l'attenzione dei suoi compagni.

"Bene ragazzi, lei è la vostra nuova compagna di classe. Si chiama Cristina Evin"

"Evans"lo correggo.

Mi chiedo come si faccia a sbagliare un cognome così comune.

"Ah sì, Evans. "Prende una matita e cambia il mio cognome.

Mentre sto in piedi, accanto alla cattedra, noto una ragazza dai capelli biondi ondulati che mi squadra da capo a piedi e che si volta ridendo verso le sue due amiche. Quel gruppetto già non mi piace, e sarà meglio tenermi alla larga.

"Bene Christina, vai pure a sederti nel posto davanti a Cameron"ordina il professore.

Certo, Cameron... Chi è Cameron?

"Proprio lì"mi indica notando la mia espressione confusa.

Cammino tra i banchi e mi sistemo davanti al ragazzo dagli occhi scuri che dovrebbe chiamarsi Cameron.

Il mio sguardo va a puntarsi involontariamente su Matt, e lui alza la mano in segno di saluto quando mi nota.

Non è cominciata poi così male questa giornata.

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