~104~

Canzoni per il capitolo:

~Christina aguilera - hurts

~Fifth Harmony - Impossible (cover)

Cass.

Guardo il computer in silenzio mentre scorro rapidamente le righe, non riuscendo capirne il significato a causa dell'agitazione e la situazione peggiora quando vedo la sua foto allegata alla fine dell'articolo.

Le lacrime scendono rapidamente e io faccio fatica a respirare.

La mia mente scorre rapidamente tutti i momenti piú belli che ho passato con lei : il nostro primo incontro, il nostro primo giorno di scuola mano nella mano per paura che ci succedesse qualcosa, tutte le promesse che non siamo mai riuscite a mantenere, tutte le serate passate a consolarci e a mandare a fanculo tutte le persone che ci trattavano male, tutte le notti passate insieme a raccontarci i segreti che ancora oggi sono rimasti solo tra noi due.

Era la mia terza sorella, quella che ho sempre amato e quella che amerò e ricorderò per sempre.

"Cris... "sussurra Cameron abbracciandomi e stringendomi forte a sé, mentre io crollo definitivamente e scoppio a piangere.

È tutta colpa mia, ne sono sicura. Se non me ne fossi andata lei sarebbe ancora viva e io sarei ancora la sua migliore amica.

'Lascia stare! E colpa tua se Cass è nei casini' mi aveva detto Trevor nell'ultima chiamata.

Mi sposto e cerco subito il mio cellulare.

Devo subito chiamare Trevor per cercare di capire perchè diavolo non l'è stato accanto mette io non c' ero e perchè non mi ha detto che Cass aveva problemi con la droga. Questa volta non avrà la scusa che io non ho provato a chiamarlo.

Ci ho provato ma è stato lui ad ignorarmi.

Le lacrime non smettono di scendere e appena prendo il cellulare, lo schermo di riempe di piccole goccioline.

Digito rapidamente il suo numero e aspetto che mi risponda.

Niente.

Ci riprovo. Non mi importa se si ritroverà 27393 chiamate! Dovrà rispondermi prima o poi perchè Cass era la mia migliore amica e mi merito di sapere che l'e successo veramente.

Lo stronzo ovviamente non mi risponde e io passo alla segreteria telefonica.

"Trevor. Come diavolo hai potuto? Perché non me l'hai detto? Pensavo fossimo amici! Perchè me l'hai nascosto? Non me lo merito Trevor. Capisco che sei incazzato perchè è colpa mia e lo so. Ma lo è solo in parte perchè io non ho avuto la scelta di restare o di andare e lo sai benissimo. Sono stata obbligata a lasciarvi. Tu invece sei rimasto lì e che cosa hai fatto? Niente. Non le sei rimasto accanto ed è anche tua la colpa se si è ridotta cosí e se è morta capito? E inutile che fai la vittima tanto la sai benissimo che è così! Ah e se pensi di potermi evitare per sempre e far finta che io non esisto fidati che non c'è la farai. Presto tornerò a Los Angeles per il suo funerale e li me la pagherai. Ti odio."dico e chiudo la telefonata.

Scoppio di nuovo in lacrime e non posso credere di aver detto veramente quelle parole che sicuramente lo feriranno.

Butto il telefono a terra e sento lo schricchiolio come quello di uno schermo rotto, ma non importa.

Le mie mani tremano, il viso pieno di lacrime e io resto in piedi che cerco di prendere respiri profondi per calmarmi, anche se so che sarà impossibile.

"Cameron, potresti andartene? Voglio starmene da sola"non ho alcuna intenzione che resti qui e che mi guardi andare via di testa.

Non mi ascolta, ovviamente, e si alza dal letto per avvicinarsi a me e afferra il mio volto per cancellare le lacrime che continuano a scendere:"Non voglio lasciarti da sola, hai bisogno che ci sia qualcuno per te e io ci sono"sussurra a bassa voce.

Mi copro la faccia con le mani e lui avvolge le braccia attorno a me,per stringermi forte a sè.

"Shh"sussurra accarezzandomi dolcemente la schiena.

"È... è tutta colpa mia"riesco a dire tra i singhiozzi.

"No, non lo è. Non c'entri nulla in questa storia"

"Si invece. Se non me ne fossi andata lei sarebbe ancora viva e sarebbe ancora qui con me, magari a passare insieme il Natale"

Mi sposta lentamente toccandomi le spalle e mi guarda dritta negli occhi.

"Smettila di dire che se non te ne fossi andata sarebbe tutto diverso. Certo che sarebbe diverso e magari la tua amica sarebbe ancora viva ma pensa anche che sei stata obbligata a venire qui. Nessuno ti ha chiesto se volevi o no, ti hanno semplicemente detto domani si parte e tu sei partita. Non potevi fare altrimenti. E la tua amica sarebbe finita male comunque, magari si drogava di nascosto e tu semplicemente non lo sapevi e sarebbe comunque finita così okay? Voglio che questa sia l'ultima volta che pensi a certe cavolate, perchè la prossima volta mi arrabbierò sul serio."continua"E poi non c'eri solo tu nella vita della tua amica. Non è detto che abbia fatto ciò che ha fatto proprio per colpa tua .Magari si era lasciata con il fidanzato o avrà avuto altri motivi per farlo."

Annuisco e ha ragione. Nonostante le sue parole di consolazione, non posso fare a meno di allontanare il pensiero che almeno in parte sia colpa mia. In fondo me l'aveva detto anche Trevor, quindi mi sento di essere colpevole al 50%

"Adesso cerca di calmarti, ormai non si può fare niente. Puoi solo dimenticarla e basta."

"Devo salutarla almeno un'ultima volta. Devo tornare a Los Angeles per vederla un'ultima volta, poi potrò dirle addio per sempre come hai detto tu"

Mi guarda e leggo nel suo sguardo che totalmente contrario a questa cosa, ma non mi importa. Io devo vedere Cass e poterle dire addio come si deve, che piaccia a lui o no. Devo anche parlare con Trevor per cercare di capire perchè ha fatto lo stronzo.

"Se senti che è questo ciò che devi fare allora fallo..."sussurra, lasciando un piccolo bacio sulla guancia e tornando a stringermi a lui.

Devo assolutamente cercare di trovare un modo per convincere i miei genitori ad andare a Los Angeles per dire addio a Cass per sempre.

Qualcuno bussa alla porta e senza alcun avviso entra in camera.

"Tutto bene tesoro?"chiede mia madre entrando.

"No"sussurro, e vedo Cameron passarmi accanto per uscire dalla stanza in modo da lasciarmi da sola con mia madre.

Non appena la porta si chiude, dico:"Cass è morta."

"Cosa?"chiede sconvolta.

"Sì, hanno messo la notizia su internet. Mamma,ho bisogno di tornare a Los Angeles"la supplico, sperando che possa capire.

Afferra il computer e comincia a leggere rapidamente tutto quello che c'è scritto. Mentre pronuncia a bassa voce tutte e parole scritte nella notizia, sento il mio cuore cominciare a frantumarsi in piccoli pezzettini. Come se una parte di me stessa se ne stesse andando via per sempre.

"Non mi sarei mai aspettata una cosa del genere da Cassandra. Sembrava una ragazza per bene!"

"Mamma, ho bisogno di esserci il giorno del suo funerale, il 30. Ti prego."cerco di essere più convincente possibile.

"Cris, non possiamo partire così, all'improvviso! Cassandra è stata una persona importante per tutti noi, e andremo a Los Angeles non appena ne avremo la possibilità. Di certo non questa settimana."risponde seria.

"Mamma,devo andarci"

"Ma non puoi. Ti ho detto che ci andremo il prima possibile per andare a trovare la madre e per sistemare le tue cose, ma non sarà questa settimana. Aspetta qualche mese! Il discorso si chiude qui"dice alzandosi e uscendo dalla stanza senza aggiungere altro.

Non può dirmi che cosa posso fare e che non posso fare. Io andrò a trovare Cass e Trevor che le piaccia o no. Me ne andrò via questa notte e userò i soldi che ho risparmiato in questi anni. Sapevo che prima o poi i soldi della paghetta mi sarebbero serviti,e questo è il momento giusto per usarli.

Il cellulare vibra e io lo raccolgo da terra per vedere se è quello stupido di Trevor che mi ha risposto.

É un messaggio, da Susan. Ma che cosa vuole da me?

*Dì a Cameron di rispondere ai miei messaggi.*

Ci mancava solo lei in una giornata del genere.

*Lascialo in pace. Se non ti risponde ci sarà un motivo, no? Ora smetti di assilare me e lui perchè stai veramente cominciando a dare fastidio*

Non è una risposta molto carina, ma non m'importa. Dopotutto è di Susan che si parla!

Rigetto il cellulare a terra e mi sistemo il trucco per uscire e non dare troppo nell'occhio, sopratutto davanti ai genitori di Cameron.

Esco dalla stanza e prometto che farò finta che non sia successo nulla. Mi comporterò come al solito, e questa sera quando tutti se ne saranno andati a letto,me ne andrò in qualche modo e prenderò il primo aereo per Los Angeles.

Scendo le scale e Sam mi corre subito in contro e mi abbraccia.

Mi sussurra:"Mi dispiace"

L'abbraccio forte e prendo un respiro profondo per trattenere le lacrime e non fare una terrificante scenata anche davanti a lei.

Andiamo in salotto dove ci sono i Dallas che stanno chiaccherando con la mia famiglia e Cameron è seduto accanto a loro.

"Cris, abbiamo sentito ciò che è successo. Ci dispiace tantissimo per la tua amica"dice John.

Non dico nulla e non mi sposto per evitare di scoppiare a piangere in qualsiasi momento.

"Va meglio adesso?"chede la signora dallas.

Annuisco ed esco dal salotto per andare in cucina e starmene per conto mio.

"Ne hai già parlato?"domanda Cameron non appena mi siedo su una sedia e accendo la televisione.

Prendo un respiro profondo e dico:"Si è mia madre ha detto che non mi lascia andare. Vabbé, sarà per un'altra volta"faccio spallucce.

Si siede davanti a me e mi guarda incuriosito dal mio strano comportamento.

"E a te va bene?"chiede sconvolto.

" Già" rispondo.

Continua a fissarmi e spero non capisca che sto complottando qualcosa anche perchè sono sicura che non esiterebbe a rovinare tutto.

La serata passa tranquilla e anche se in molti momenti mi é venuto da piangere, mi bastava prendere dell'acqua e mi passava tutto.

Ora sono in camera mia che sto cercando di rompere il salvadanaio con dentro tutti soldi.

Stanno dormendo tutti, perció è ancora piú difficile risolvere la cosa anche perchè devo cercare di fare meno rumore possibile per non svegliare nessuno.

"Dai stupido coso"dico tra me e me.

Forse se prendo qualcosa di appuntito come delle forbici ce la faró.

Prendo le forbici e con un colpo secco infilzo il salvadanaio. Da lì comincio ad aprirlo e piú si apre piú vedo il mio biglietto pronto per farmi salire sull'aereo.

Pensavo di aver fatto silenzio e di non aver disturbato nessuno, ma mi rendo conto del contrario quando la porta della stanza di apre immediatamente e io quasi grido, ma mi copro la bocca per non farlo.

Cameron entra e guarda subito nella mia direzione.

"Ma che diavolo?"chiede ad alta voce e io mi alzo subito in piedi per chiudere la porta.

"Shh vuoi svegliare tutti?"chiedo.

"Che stai facendo?"chiede a bassa voce.

"Non sono affari tuoi. Che ci fai sveglio a quest'ora? E perchè sei entrato in camera mia in questo modo? E se stavo dormendo o se addirittura ero nuda?"chiedo.

Fa spallucce e dice:"Sarei stato contento in entrambi i casi. Forse avrei preferito di piú la seconda opzione"

Stronzo.

"Oh ti prego, stai zitto"mi lamento mentre tiro fuori i soldi.

"Che c'è di male? Sono il tuo ragazzo ed è normale che voglia..."

"Zitto, ho detto"dico tappandogli la bocca con la mano.

Ridacchia e si siede sul mio letto.

Guarda attentamente le cose che ho in mano e si acciglia:"Che cosa vorresti fare con quelli? Lasciare il paese e andartene per sempre?"

"Una cosa del genere. Devo andare a Los Angeles "

Il sorriso sparisce dal suo volto non appena si rende conto del fatto che sono più che seria:"Ma non puoi"

"Si che posso"

"E come ci arrivi all'aereoporto e tutto il resto?"

"Ci arriverò, tu cerca di coprirmi e dì che non mi hai vista prendere la mia roba"suggerisco in modo ironico.

"Ah, io non copro nessuno"

Gli lancio immediatamente un'occhiataccia nella speranza che capisca che ho bisogno del suo aiuto per potermene andare via da qui senza avere troppi problemi:"Non dovresti essere una delle persone che mi vuole più bene e che vuole vedermi felice dato che sei il mio ragazzo?"

"Sì, ma sono anche quella persona che deve cercare di proteggerti, ed è proprio per questo che verrò con te"

Resto a bocca aperta, mentre lui si avvicina a me e mi stampa un rapido bacio sulla guancia.

"No no ,aspetta... Tu cosa?"chiedo sorpresa dalle sue parole.

"Vengo con te. Sono sicuro che ti cacceresti in tantissimi guai"fa l'occhiolino.

Mi compare uno stupido sorriso in volto e scuoto la testa. Non avrei mai immaginato che Cameron si potesse offrire per accompagnarmi a Los Aangeles.

"Dai, preparati se vuoi partire questa notte"mi avverte dandomi un bacio sulla fronte.

Non avrei mai pensato che io e Cameron potessimo fare una cosa del genere. Ammetto che non è giusto quello che sto facendo,ma non importa. Io devo salutare Cass per sempre, so che lei sarebbe fiera di me se lo facessi.

Annuisco e metto le poche cose che trovo dentro la prima borsa che trovo e lui va in camera sua per fare lo stesso.

Butto dentro la valigia tutti i maglioni e jeans, nonostante sappia che a Los Angeles in questo periodo fa tutt'altro che freddo.

"Pronta?"chiede Cameron, tornando in camera mia qualche minuto dopo, con il borsone già sistemato.

Annuisco, mentre chiudo finalmente la valigia.

Prendiamo le nostre cose e cerchiamo di scendere le scale nel modo più silenzioso possibile, perché sono sicura che se anche solo Kate si svegliasse, tutto il mio piano potrebbe concludersi qui.

Prima di uscire, appoggio sul comodino all'entrata un piccolo foglietto con un avviso per i genitori, così non si preoccuperanno troppo.

"Cari mamma e papà, questa notte ci ho pensato bene e ho deciso di tornare a Los Angeles per qualche giorno. Non posso. Non posso proprio dimenticare. Lei era la mia migliore amica e ci è sempre stata quando io avevo bisogno di lei, ora tocca a me esserci per lei. Devo salutarla per un'ultima volta.

Vi voglio bene.

Cris"

Chiudiamo la porta dell'ingresso e, dopo aver sistemato le cose nel bagagliaio entriamo in auto, dove per fortuna, fin da subito, Cameron fa partire il riscaldamento.

"La mia piccola sedicenne che si mette nei casini"sussurra Cameron afferrandomi la mano. "Andrà tutto bene"

Lo so che lo dice per cercare di incoraggiarmi in qualche modo e per qualche secondo ci riesce.

"Sei sicuro di voler venire con me? Avrai molti problemi quando torneremo qui"

Non voglio in alcun modo che Cameron si metta nei guai per colpa mia.

"Risoleveremo insieme i problemi."dice facendo partire l'auto. "Ora è meglio pensare a come raggiungere Denver il più in fretta possibile per non perdere troppo tempo"

Accende il piccolo navigatore, e dopo aver impostato la destinazione, ci allontaniamo dal villaggio. Non voglio nemmeno immaginare la faccia di mia madre quando domani leggerà la splendida notizia sul foglietto.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top