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Questa è la versione Wattpad della storia : in questo periodo sto lavorando con la casa editrice Leggereditore per la nuova versione cartacea ed ebook disponibile nelle librerie dal 4 Gennaio! Ovviamente la storia sarà adattata a un formato cartaceo, quindi ci saranno delle modifiche.

PREMESSA : IL CARATTERE DEI PERSONAGGI FAMOSI PRESENTI NELLA STORIA NON COINCIDE CON QUELLO REALE. è TUTTO COMPLETAMENTE INVENTATO!

So che ci sono errori di battitura o grammaticali e mi dispiace! Ma purtroppo non è facile scrivere dal cellulare. La correzione è già in corso. Intanto vi chiedo già scusa! E metto anche in chiaro una cosa che non tutti sembrano capire : la storia l'ho scritta a quattordici anni.

Vi consiglio di non leggere i commenti perché ci sono numerosi Spoiler!
Sto cercando ti toglierli tutti,ma intanto vi ho avvisati ❤️

Per le ragazze che scrivono nei commenti che la mia storia è uguale a quella di un'altra autrice che di recente ha pubblicato la storia in versione cartacea ( non faccio nomi): 'my dilemma is you' è stata scritta nel 2014, l'altra storia a metà del 2015, è impossibile che io abbia copiato, poiché in quel periodo stavo già finendo il secondo libro della serie ;) 

Ultima cosa : i primi due capitoli sono gli stessi della copia cartacea ;) Dal secondo in poi, sono quelli della bozza originale.

Buona lettura e spero che vi piaccia la storia ❤️


Non sono mai salita su un aereo prima d'ora e ammetto di essere un po' emozionata. Mi siedo e allaccio la cintura di sicurezza. Mia madre si mette accanto a me e mi rivolge un piccolo sorriso compassionevole:«Stai tranquilla, tesoro. In pochissimo tempo saremo a Miami.»

5 ore e 23 minuti per sorvolare il Paese da un oceano all'altro. 3757 chilometri in tutto, per l'esattezza. 5 ore e 23 minuti per mandare in frantumi 16 anni di vita.

E tutto questo per uno stupido lavoro.

Solo quindici giorni fa la mia vita era perfetta: due migliori amici, tanti conoscenti, inviti alle feste tutti i sabati sera, e una famiglia... be', come tante altre. Insomma, cosa desiderare di più?

Finché un venerdì pomeriggio torno a casa dopo la scuola e capisco subito che sta per succedere qualcosa di terribilmente orribile.

Quando i miei genitori devono darmi una brutta notizia, preparano sempre una torta al cioccolato con cui potermi consolare dopo, ed è proprio quello il profumo che mi accoglie: torta al cioccolato.

Appoggio la borsa all'entrata e vado dritta in cucina, dove mia madre è ai fornelli.

«Ciao mamma» dico.

«Ciao tesoro, non ti ho sentita rientrare.» Nel suo sguardo si legge benissimo che c'è qualcosa che non va.

«Tutto bene?» chiedo.

«Sì, perché?»

«Sembri un po'... non so... strana.»

«No. Tutto bene, cara. Tra un'oretta ceniamo.»

«Okay, allora nel frattempo vado a sistemare la stanza»dico uscendo dalla cucina e salendo rapidamente le scale per andare in camera.

Mi avvicino al computer e metto un po' di musica. Misery Business dei Paramore parte a tutto volume, e inizio a fare ordine anche per distrarmi dal pensiero di quello stronzo di Set. Siamo stati insieme otto mesi... È terribile scoprire che il ragazzo che ami ti tradisce. Idiota!

La voce di mia madre mi distoglie dai miei pensieri: «A tavola!»

In cucina mamma, papà e Kate sono già seduti ai soliti posti. Mi accomodo anch'io e non vedo l'ora di mettere qualcosa sotto i denti perché sto morendo di fame.

Il silenzio in cucina è davvero imbarazzante, ed è strano perché generalmente parliamo molto.

«Sapete, la nuova scuola mi piace tanto» dice mia sorella per rompere il silenzio.

Kate ha quattordici anni, e da poco è passata al primo anno della high school.

Osservo i volti di mamma e papà. Si scambiano strane occhiate e sembrano preoccupati. Poi vedo papà annuire e la mamma capisce al volo.

Che cosa sta succedendo?

«Ragazze, io e papà dobbiamo parlarvi di una cosa importante.»

Oh no! Lo sapevo!

«Dobbiamo trasferirci a Miami perché lì a vostro padre è

stato offerto un lavoro migliore. Partiremo tra due settimane» dice.

Non ci posso credere! Non può essere vero! Non ha senso...

Stiamo così bene a Los Angeles! Abbiamo una bella casa, tanti amici, la scuola farà anche schifo ma i compagni sono fantastici, e papà e mamma guadagnano parecchio.

«Ma stiamo così bene qui!» dico.

Papà mi guarda sforzandosi di mantenere il sorriso sul volto. «Sì, Cris, lo so, ma non posso rifiutare. John Dallas si fida di me e vuole avermi accanto per gestire degli affari importanti.

Ma pensa a cosa ci guadagnerete tu e Kate: una casa due volte più grande di questa, un'ottima scuola che potrà darvi un'istruzione adeguata, nuovi amici e tante altre cose! E poi Miami è una città bellissima, vedrete.»

«Chi è John Dallas?» chiede Kate.

«Un nostro caro amico dei tempi dell'università, e il capo di vostro padre» risponde mamma. «Ragazze, sono sicura che Miami vi piacerà.»

«Non è questo il punto, mamma!» intervengo. «Anche se fosse la città più bella del mondo, i miei amici sono tutti qui!»

«Sì, abbiamo tutti gli amici qui!» ribatte Kate.

«È vero, ma gli amici vanno e vengono, e sono sicura che ve ne farete di nuovi.»

Non posso credere alle mie orecchie! Non riesco a trattenere la rabbia. Come si può essere tanto insensibili?

«Non ne voglio di nuovi!» sbotto infine con le lacrime agli occhi. «E non voglio lasciare Cass e Trevor! Lo sai benissimo che siamo troppo uniti. Non posso vivere senza di loro!»

«Ora basta, Cris, stai esagerando. Esiste internet. Continuerete a tenervi in contatto in qualche modo.»

Mia madre chiude sempre le discussioni così: trovando la soluzione più semplice per qualsiasi problema, ma io so benissimo che è difficile mantenere i rapporti a distanza.

Come sarà vivere senza Cass e Trevor? Non vederli ogni giorno, non condividere con loro ogni esperienza?

E poi Set... Speravo di avere il tempo di risolvere ogni cosa, di fare in modo che tornasse con me...

Invece è tutto finito.

E ora eccomi qua, su questo maledetto volo che sta per portarmi via dalle cose che danno senso alla mia vita. Perché dev'essere tutto così difficile?

Sono seduta accanto al finestrino e sento l'aereo rullare e accelerare. Ci muoviamo sempre più velocemente, scagliati in avanti come un proiettile.

Trattengo il fiato mentre ci stacchiamo da terra.

Non ci posso credere, sta succedendo davvero... Una forza mi tiene incollata al sedile e avverto una sensazione di vuoto allo stomaco. Ho paura e allo stesso tempo, lo ammetto, sono scossa da uno strano brivido di piacere.

Non so come, ma trovo il coraggio per guardare fuori dal finestrino.

Sotto di noi c'è Los Angeles come non l'ho mai vista: un reticolo di linee e forme geometriche sempre più lontane. Non riconosco niente della mia città.

Qualcosa mi dice che saranno le cinque ore più lunghe della mia vita... Mi guardo intorno e mi concentro su due bambini che viaggiano con i genitori: avranno quattro e cinque anni, e sembrano così allegri e tranquilli, come se per loro volare fosse la cosa più naturale del mondo. Un po' li invidio.

Abbozzo un sorriso e chiudo gli occhi nella speranza di rilassarmi e prendere sonno nonostante il baccano che stanno facendo.

Alla fine mi addormento, e inizio a sognare.

E il sogno che faccio è uno dei più strani che mi siano mai capitati: sono in lacrime e sto abbracciando un ragazzo. Non distinguo i suoi lineamenti, ma noto un particolare: porta un orecchino al lobo destro, una specie di mezzaluna.

Non so chi sia, eppure ho la strana sensazione, anzi la certezza, di conoscerlo da sempre. Sembra che anche lui stia soffrendo parecchio, ma perché?

Muove le labbra per parlare, ed è davvero strano perché l'unica cosa che si limita a dire è: «Tesoro, svegliati!»

Lo guardo perplessa, e subito dopo apro gli occhi.

Era solo mia madre.

«Siamo a Miami» mi avverte.

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