Tua
Eccomiiii finalmente! Scusate se vi ho fatto aspettare, non mi piace affatto ma ho avuto davvero poca ispirazione e troppi pensieri in testa l'ultimo mese! (anche l'immagine dovrebbe contribuire a farmi perdonare :3)
Spero che il capitolo vi piaccia e cercherò di aggiornare più spesso, esami permettendo😅
Grazie a tutte per il supporto!
🔞leggete a vostro rischio, metterò un altro simbolo uguale alla fine della parte erotica, così potete saltarla :3
◊ Meleys POV ◊
«Ricordi Meleys.. ti ho detto che se avessi voluto il tuo culo te lo avrei detto. Beh, adesso lo voglio» afferma deciso, avvicinandosi pericolosamente a me, che faccio un passo indietro scuotendo la testa «n-non puoi..».
Sorride «in realtà posso..» mi allontano ancora dirigendomi rapida verso la porta, come se davvero potessi andare via senza problemi. Mi afferra entrambi i polsi e si congiunge alla mia schiena «non fare così Meleys» mi volta puntando gli occhi nei miei «dovresti essere felice. Avevo voglia di una vergine e invece che andare con un'altra ho scelto te» con le dita percorre lentamente il profilo del mio viso, raggiungendo il mento.
Piano si avvicina e mi lascia un bacio stranamente delicato, quasi dolce se non fosse che tremo ancora come la prima notte «fidati Meleys» dice piano «non ti farò male». Il mio cervello urla che sta mentendo e mi impone di scappare, ma la mia nuca annuisce debolmente mentre i piedi seguono i suoi passi fino al letto, dove mi conduce con le mani fino a farmi sdraiare e lui sopra di me.
Inizia a baciarmi lentamente strappandomi i primi gemiti, proseguendo la corsa sul collo esposto. Devo ammettere che le sue attenzioni mi sono mancate ultimamente ed il mio corpo è più reattivo del solito e anche se la mia mente è spaventata all'idea di cosa accadrà, sembra che l'ansia che mi assale amplifichi i miei sensi.
Mi maledico per averlo seguito fino al letto, principalmente per la motivazione. Sono consapevole che non avrei avuto scelta, ma so di averlo seguito spontaneamente perché mi ha detto di aver scelto me piuttosto che andare con un'altra. Sono un'ingenua probabilmente e lui mi sta manipolando, ma non posso impedire al mio cuore di sussultare al pensiero che io sia l'unica, anche se è solo un'illusione.
In breve mi ritrovo nuda sotto i suoi occhi eccitati che sembrano voler registrare ogni dettaglio di me, della pelle che bacia delicatamente fino a raggiungere la mia intimità per poi risalire ancora e impossessarsi della mia bocca. Non riesco a resistere né ho più intenzione di farlo, così faccio risalire le mani lungo la schiena di Aizawa sentendo i suoi muscoli contrarsi, tesi per non schiacciarmi sotto il suo peso. Continuo nel mio percorso, incitata dai brividi che gli sto causando, dal gemito che emette vicino il mio orecchio e dal modo naturale e quasi involontario con cui preme il bacino su di me per cercare uno stimolo maggiore. Finisco per sfilargli la maglia e lo osservo. È dannatamente eccitante con il corpo teso ed il sorriso sfrontato di chi si rende conto di quanto sia attraente e non ha paura di mostrarlo.
Si solleva leggermente e mi passa un braccio attorno alla schiena ed uno sotto i glutei. Non ho il tempo di chiedermi cosa voglia fare perché rapidamente mi solleva e si dirige verso la vetrata oltre la quale ormai è quasi notte, dove mi preme la schiena facendomi rabbrividire. Confusa mi abbandono alla lingua che accarezza i seni turgidi, lanciando scosse di piacere che si accumulano nel mio ventre. Smetto di chiedermi cosa voglia fare e perché siamo in piedi, mi preoccupo solo di stringermi a lui, di inspirare il suo odore e di assaporare la sua pelle calda.
Con un'abilità che non mi sorprende considerando che mi trovo con Eraser Grin mi ritrovo in una posizione che sembra precaria, ma di cui in realtà lui ha totalmente il controllo. La mia schiena è premuta contro il vetro, le cosce sono sulle sue spalle e ringrazio il cielo di non soffrire di vertigini, perché la vista che ho sotto di me è destabilizzante. Aizawa ha il volto all'altezza della mi intimità e mi osserva con un lieve sorriso, le sue spalle sono forti sotto di me e non sembrano sforzarsi affatto mentre ancora più in basso la città si dispiega a centinaia di metri sotto di me e mi sembra quasi di volare.
Aizawa ha preso -non saprei dire quando- la misteriosa sacca che aveva portato vicino il letto ed ora sta cercando qualcosa al suo interno che mette rapidamente in tasca, gettando poi la sacca sul pavimento. Le sue mani percorrono avidamente le cosce fino ad afferrare il mio fondoschiena ed infine la sua lingua, dopo tanta attesa, lambisce la mia intimità già eccitata. Alterna movimenti rapidi ad altri più lenti e, quando la mia voce diviene più acuta, si allontana per non farmi venire, lasciando brevi baci sull'interno coscia.
Vorrei lamentarmi e pregarlo di smetterla di torturarmi in quel modo ma il mio orgoglio è troppo forte e, forse, mi piace il suo modo di portarmi al limite della sopportazione. Penso che sto per impazzire, la gola è ormai secca per i troppi ansimi e cerco di sorreggermi temendo ancora di cadere, posando una mano sul vetro ed intrecciando l'altra tra i capelli di Aizawa. Lo prego con lo sguardo ma ovviamente ottengo solo un sorriso sadico in risposta.
Inizio a tremare leggermente perché l'ansia torna a presentarsi ma non posso negare quanto quelle attenzioni mi stiano piacendo e i brividi che mi causano. Sussulto di nuovo quando succhia il clitoride teso, portando di nuovo le dita nelle pareti strette, mentre sento l'altra mano raggiungere l'apertura inviolata e premere piano ma con decisione. Lentamente il suo dito entra in me e cerco di non soffermarmi su quell'intrusione fastidiosa, pensando piuttosto alla lingua abile.
Il bruciore passa piano e mi rilasso, ma subito momento inizia a muoversi e torna quella sensazione scomoda «a-aizawa..» biascico tra gli ansimi pur sapendo che non si fermerebbe. Lui solleva lo sguardo un attimo e nel suo viso leggo tutta la sua eccitazione, capendo lo sforzo notevole che sta compiendo per non lasciar prevalere il suo istinto di prendermi su questa vetrata «Meleys respira, non ti sto facendo nulla.. sei talmente eccitata che potrei scoparti senza alcuna resistenza quindi rilassati e respira, non farò nulla che non ti piacerà».
Tremo d'eccitazione per quelle parole e faccio come mi ha detto, respirando profondamente e riuscendo ancora a rilassare i miei muscoli «grazie» mormoro e notando il suo sguardo interrogativo aggiungo «..di star resistendo». Sorride e mi lascia un lieve bacio sulla coscia «allora di accorgi dell'effetto che mi fai, Meleys». Emetto un altro gemito quando torna sulla mia intimità e appena mi abituo a quel movimento intrusivo lui lentamente sfila le dita e le sostituisce al piccolo e soffice oggetto. Capisco che nel momento in cui mi adatto lui prosegue nel passo successivo e accantono il pensiero di quale sarà il prossimo.
Lo vedo recuperare dalla tasca quell'oggetto misterioso e nella penombra non mi sembra eccessivamente grande, ha la punta arrotondata e piano si amplia. Lo riconosco come un plug anale e la cosa mi spaventa, ma cerco di abbandonare quei pensieri e mi concentro sulle dita di Aizawa che lentamente entrano in me strappandomi un altro gemito. Le muove veloce e serro ancora gli occhi, poi esce da me e sento quell'oggetto morbido e leggermente freddo scivolare sulla mia intimità, catturando l'eccitazione che la inumidisce.
Inizialmente lo avverto appena ma dopo poco l'oggetto diviene grande abbastanza da bruciare e serro i denti mentre continua ed entrare lentamente. Tenterei di spostarmi ma in questa posizione sono totalmente priva di autonomia e con un ultima spinta sento il plug affondare a pieno strappandomi un lamento. Torno a respirare ed Aizawa lascia altri baci sul mio ventre causandomi vari brividi tornando infine all'intimità fremente e facendomi dimenticare del fastidio che provo per quell'oggetto a me estraneo.
Perdo di nuovo la concezione dello spazio e di qualunque cosa mi circondi e non mi accorgo neanche che le sue dita sono tornate sul plug ed ha iniziato a muoverlo piano. Spalanco gli occhi quando il movimento si fa più deciso ma non per il dolore, bensì per lo stupore di quella sensazione nuova ed invasiva che sta causando scariche di piacere che si espandono nel mio petto. Gemo più forte e lo sento sorridere, solleticandomi con la barba ruvida. Chiamo il suo nome quando le sue dita si appropriano ancora di me e quando con voce roca mi ordina di venire non posso trattenermi. Invoco il nome di un dio in cui non sono certa di credere mentre i miei sensi sono ottenebrati da quei stimoli rudi e passionali, dalla lingua calda, le dita forti. Calo lo sguardo su di lui mentre gli ultimi gemiti fuoriescono dalle mie labbra schiuse e il corpo trema scosso dal piacere.
«Mi hanno chiamato in molti modi, ma dio ancora non era capitato» sorride beffardo, rimuove l'oggetto da me e mi cala tra le sue braccia, facendomi scivolare delicatamente sul vetro. Si preme sul mio corpo stringendomi e gli cingo le spalle mentre si china per rubarmi un bacio bisognoso, in cui inevitabilmente percepisco il mio stesso sapore. «Per la cronaca» dico cercando di sembrare seria «non era riferito a te, ovviamente» mi guarda negli occhi e dopo un paio di secondi ride, scuotendo leggermente la nuca.
Quella risata trattenuta non mi era mai sembrata così melodica e sembrava uscirgli direttamente dal torace, mentre per la prima volta aveva raggiunto anche i suoi occhi, ancora fissi nei miei. Azzera ancora le distanze baciandomi piano le labbra gonfie, la mandibola, il collo. Le sue mani cercano i miei punti sensibili causandomi altri brividi riaccendendo in me il desiderio di averlo. Mi solleva sotto i glutei e stringo le gambe attorno a lui che subito si dirige a passi lunghi verso il letto, straziato ormai dall'attesa e dal desiderio.
«Spero che tu sia pronta Meleys, perché mi sono trattenuto abbastanza» le parole gli raschiano la gola mentre mi adagia sul letto ancora intatto «sono stato fottutamente paziente con te..». Si toglie i pantaloni rivelando l'erezione arrossata, portata al limite, e si stende su di me riprendendo a baciarmi, lasciando ancora carezze sul mio corpo che apprezzo, come i miei ansimi lasciano intuire. Delicatamente mi fa voltare e mi solleva il bacino, si china sulla mia schiena e inevitabilmente sento la sua erezione premere su di me, carica di premesse e di paure. Deglutisco con difficoltà mentre Aizawa passa le mani calde sul collo causandomi altri tremiti, scosta i capelli in cui intreccia le dita e altri baci mi accarezzano, interrotti da morsi che mi fanno gemere.
Vorrei protestare quando si distacca da me, allontanando il petto caldo ed il respiro eccitato, anche se la sua mano resta intrecciata alla mia nuca poggiata sul letto disfatto. Mi afferra le natiche con decisione, poi lo sento premere sulla mia apertura ed istintivamente mi irrigidisco serrando gli occhi. Tira leggermente i capelli facendomi inclinare il viso «guardami Meleys, voglio vedere i tuoi occhi mentre ti fotto».
Mi detesto per l'eccitazione che quelle parole mi hanno trasmesso ed ubbidisco. È ingenuo da parte mia pensare che quel contatto visivo per lui significhi qualcosa, ma non posso evitare ai mille fuochi d'artificio di esplodermi nel petto. I suoi occhi mi fanno sprofondare in un desiderio che sembra non voler finire, che sembra risucchiare ogni parte di me. I capelli creano ombre sinistre sul suo viso evidenziando la strana cicatrice a mezzaluna ma non mi spaventano, anzi lo rendono erotico ai miei occhi. Serra la mascella per l'eccitazione e sorrido impercettibilmente perché io ne sono la causa.
Afferra l'erezione ed inizia lento il suo cammino dentro di me, implacabile come un vento impetuoso che abbatte le porte per entrare senza l'invito di nessuno. Brucio cedendogli ogni pezzo del mio corpo e quando infine si arresta resto tesa, mi scordo di respirare, chiudo gli occhi involontariamente. Ora gli ho ceduto ogni mio brandello e temo il momento in cui realizzerà che non ho più nulla per lui, che il mio corpo, il mio cuore e la mia anima già gli appartengono.
«Cazzo Meleys.. non stringere» ringhia ancora immobile in me «è difficile non impalarti impedendoti di camminare per una settimana. E mi fai male» la sua voce secca mi giunge lontana e vorrei ignorarlo finché non sento l'ultima frase. Crede davvero che sia paragonabile!? «Vaffanculo» sibilo nel cuscino. Il suo petto vibra di una lieve risata «ci sto provando».
«I-io non ce la faccio» sussurro «toglilo..» mi tira obbligandomi ancora a voltare il capo verso di lui «guardami ho detto» lo faccio e trovo la sua espressione calma, anche se tesa nello sforzo di resistere ai suoi desideri. Con lievi baci sul collo mi trasmette scosse di piacere che aumentano quando la sua mano percorre il corpo fino a raggiungere il clitoride su cui si sofferma «va meglio adesso?». Impercettibilmente annuisco «brava, respira..» sussurra vicino a me, per poi tornare lontano, issato fiero sulle gambe.
«Ti do dieci secondi Meleys. Non chiudere gli occhi e respira» cerco di ascoltarlo, concentrandomi sulle sue dita e sui respiri profondi. «Cinque» geme muovendosi leggermente. «Tre» abbandona la mia nuca e artiglia il fianco soffice. «Due» lentamente quasi esce da me e spalanco la bocca senza emettere alcun suono, distogliendo per un istante lo sguardo dal suo. «Tieniti al letto Meleys. Uno..» affonda impaziente nell'istante in cui spingo i palmi sulla spalliera in pelle. È una sensazione strana inizialmente, quasi spiacevole nonostante i suoi movimenti siano controllati. Piano sento il corpo cedere, i muscoli rilassarsi, il respiro farsi più pesante quando torna a percorrere la schiena con la mano ruvida ed il fuoco inizia a divampare dal mio petto raggiungendo ogni capillare.
Le spinte diventano implacabili ed i suoi gemiti risuonano arrochiti mentre i suoi occhi ancora non abbandonano i miei amplificando la sensazione di pienezza che mi inonda il cuore. Attira il mio busto a sé premendomi sul suo petto forte dove piccole gocce di sudore imperlano i muscoli. Reclino il capo poggiandomi alla sua spalla ed Aizawa continua a muovermi su di lui lasciando che mi abbandoni totalmente.
Il mio corpo brucia, perdo la cognizione dello spazio e del tempo sotto le sue mani che sembrano venerare ogni centimetro del mio corpo, il collo, i seni, il ventre e i segreti racchiusi tra le mie gambe aperte. La sua voce mi travolge assieme ai suoi baci che alimentano l'incendio arrivando a divorarmi l'anima, rubando la mia stessa essenza. L'orgasmo impetuoso mi fa tremare e mi sento proiettata in un mondo in cui conta solo il mio corpo e quello dell'uomo che mi bacia famelico, la sua lingua che non mi abbandona così come quello sguardo profondo che mi impedisce di chiudere gli occhi. Ci osserviamo mentre anche lui esplode in me facendomi sentire completa. La notte ed il giorno si trovano in quell'istante infinito e una lacrima si mescola al sudore sapendo che quest'attimo non può durare in eterno e che presto le sue tenebre mi lasceranno sola ancora una volta, vuota, ma ora è superfluo. Siamo solo noi.
🔞
Restiamo immobili, i battiti che all'unisono ci riempiono le orecchie mentre i respiri cercano di placarsi e non posso fare a meno di sorridere, chiudendo infine le palpebre adagiandomi ancora alla sua spalla. Noto l'ombra di un sorriso sul suo volto, anche se forse è solo la mia fantasia, ma di certo è reale l'abbraccio caldo in cui mi sta stringendo mentre rilassa le gambe sedendosi sulle proprie ginocchia.
Altri baci mi rilassano finché non mi trascina sul letto con sé ed infine ci separiamo, causandomi una lieve smorfia di dolore. Mi volto ed affondo il viso sul suo petto ampio perché la razionalità sta tornando ad impadronirsi di me e sono troppo in imbarazzo per guardarlo ancora. Per fortuna non sembra voler fare commenti sarcastici a cui in questo momento non saprei rispondere e gliene sono grata.
Le parole sembrano superflue adesso e cerco di far durare questa quiete il più a lungo possibile, anche se pian piano inizio a sentirmi un idiota per il modo in cui mi sono abbandonata a lui ancora una volta. Tuttavia, ormai sono innamorata di lui quindi non avrebbe senso resistere, perché il mio cuore ha già ceduto e non accenna a volersi ricomporre. Sospiro rassegnata «è tardi ormai» mormoro quasi a me stessa senza che mi possa davvero sentire, consapevole che le mie barriere sono distrutte e che gli appartengo.
Sto quasi per addormentarmi quando si volta per prendere il telefono anche se non vedo cosa stia facendo, forse sta inviando un messaggio. Non me ne curo e sollevo la schiena, sedendomi e notando con sorpresa che nessun dolore mi fa contrarre il corpo. La porta si spalanca ed entra Yuki con il solito vestito ed i lunghi capelli sciolti a formare varie onde. Quel momento sembra bloccarsi mentre lei in un istante percorre la stanza con gli occhi, vedendo vari oggetti a terra e poi soffermandosi su di me, incenerendomi con lo sguardo. Io ancora nuda sono bloccata chiedendomi perché lei sia entrata senza bussare ed a rispondere ai miei dubbi subentra Aizawa che, completamente rilassato e noncurante, si rivolge alla ragazza ancora ferma sulla soglia «ti ho detto di preparare la vasca Yuki».
Sgrano ancora di più gli occhi posando lo sguardo su di lui, mentre Yuki con lo sguardo basso ed il cuore sicuramente a pezzi si dirige in bagno. So che sarebbe inutile discutere così mi getto di nuovo sul letto coprendomi fino le spalle. «Come stai?» chiede steso su un fianco senza smettere di fissarmi. Colgo quasi una nota di premura ma di sicuro è il mio cuore che cerca qualcosa che non esiste «come se ti importasse..». Sbuffa e mi attira a sé cingendomi la vita, costringendomi a posare la testa sulla spalla «quando ti faccio una domanda sarebbe cortese rispondere. Se una cosa non mi interessa non fingo che sia così».
Le parole vibrano nella sua cassa toracica giungendomi forti nelle orecchie e stento a crederci. Davvero gli importa di me? Sollevo lo sguardo ma trovo solo la sua maschera di indifferenza. Non mi importa se mi sto illudendo, voglio credere che la sua preoccupazione sia reale, che il mio amore non corrisposto non sia del tutto privo di speranze. Non dovrei fidarmi ma ormai non ho più niente da perdere, perché ogni parte del mio corpo e del mio spirito gli appartiene.
«Sto bene» sussurro incerta, come se la mia fosse una malcelata dichiarazione d'amore. Con esitazione muovo una mano sul suo addome, sfiorandolo con le dita e sentendo la pelle bollente muoversi impercettibilmente. Osservo rapita i muscoli leggermente tesi sotto i polpastrelli che continuano a muoversi in lenti movimenti casuali, disegnando forme sconosciute. Mi concentro solo su quella forma di adorazione senza rendermi conto di quanto strano possa apparire il mio gesto, capendolo solo quando la mano di Aizawa si posa sulla mia bloccandola «che fai?» chiede con un tono duro e sorpreso al tempo stesso.
Sgrano gli occhi pensando ad una risposta adeguata ma la mia mente è ancora vuota, piena solo d'imbarazzo per i miei comportamenti fin troppo trasparenti. L'unica certezza in questo turbine di emozioni è che lui non deve scoprirle ma troppe volte già mi sono tradita da sola. Con mia immensa gioia la voce di Yuki interrompe quel momento critico «il bagno è pronto. Serve altro?».
Non mi è mai stata simpatica come in questo momento. Anche Aizawa sembra non curarsene più e le risponde tranquillo «no grazie». Non sento i suoi passi allontanarsi e la sua voce ora è meno sicura, spaventata quasi «ma.. non spetta a lei lavarla..».
«Il bagno non è per me Yuki» replica secco prima ancora che finisca la frase. La sento abbandonare la stanza anche se non posso vederla e mi dispiace per lei in fondo. Se io fossi nella sua situazione non sarei riuscita ad entrare in questa stanza senza piangere.
Aizawa mi riscuote dai miei pensieri sollevandosi e spostandomi di lato. Non riuscirò mai ad abituarmi al suo modo insolente di mostrarsi completamente nudo senza un minimo di imbarazzo e anzi quando nota la mia espressione sorride sfrontato. Senza dire una parola dopo essere sceso dal letto si china e mi solleva facilmente, ignorando i miei tentativi di ribellarmi non sapendo cosa diavolo abbia in mente «che fai?! Sei pazzo..» dico più a me stessa che a lui.
«Si, l'avevamo già appurato» risponde con un'alzata di spalle dirigendosi verso il bagno. Con una mano cerco ancora di coprirmi il seno nonostante l'abbia visto decine di volte, mentre con l'altra mi tengo a lui sperando di non cadere, anche se il suo corpo solido non da cenni di debolezza. «Non credi sia inutile coprirti ormai?» ghigna e mi cala fino ad immergermi del tutto nell'acqua bollente, sedendosi sul bordo della vasca.
Sono rivolta verso la vetrata e lui è alle mie spalle ma non oso voltarmi perché sono sicura di essere del tutto arrossita per il suo comportamento e non vorrei che lo notasse, così mi limito ad osservare le mille luci attendendo che palesi le sue intenzioni. Con la coda dell'occhio lo vedo riempire le brocca e sento poi l'acqua scorrermi soave sui capelli mentre la sua mano sulla fronte impedisce che mi vada negli occhi.
Non posso davvero credere che mi stia lavando senza avere secondi fini o chiedere qualcosa in cambio, o che semplicemente stia mostrando dei gesti delicati come le dita che passano tra i capelli, proseguendo sulla schiena gentilmente. «Che fai..?» dico sottovoce, tentando di non spezzare la quiete della stanza riempita solo dal rumore dell'acqua.
«Mi prendo cura delle mie cose, Meleys. Te l'ho già detto» sospiro rassegnata. "Cose". Non posso sperare di essere niente più di oggetto per lui ma ignoro anche quell'attributo e mi rilasso, pensando che in fondo merito quelle premure considerando cosa si è appena preso. Eppure le sue mani sono così leggere e calde nonostante trasmettano forza e protezione che mi fanno illudere voglia significare qualcosa in più. Non so più se quelle premure e la dolcezza che percepisco in lui sia reale o solo frutto della mia immaginazione, se lo desidero così tanto che sento emozioni che in realtà non prova.
Passano vari minuti in cui si prende cura dei miei capelli e della mia schiena poi lo sento calarsi nell'acqua e ancora non mi volto, timorosa di incontrare la sua nudità ed il ghigno beffardo. Nonostante l'acqua sento il calore del suo corpo vicino al mio e delle sue mani che mi passano sulle braccia e raggiungono il ventre, lasciando solo carezze confortanti e prive della passione che abbiamo da poco consumato.
«Se mi innamorassi di te?» di nuovo le parole escono prima di raggiungere il cervello e sento le sue mani irrigidirsi, prima che si rilassino nuovamente ed una risata grave gli scuota il petto. «Tu hai paura di me, non potrebbe mai succedere». Solo ora mi volto, stanca che rifiuti ogni mia emozione. Che io sia spaventata, in disaccordo, innamorata o offesa a lui non è mai importato.
Lo guardo sicura anche se il cuore batte così forte che credo possa sentirlo «non ho paura» dico rilassata e con sincerità «non mi hai mai fatto davvero del male, niente che non potessi sopportare, niente che non mi piacesse.. Mi hai minacciata tante volte, costretta a fare cose per cui ti detesto e porto rancore, ma alla fine la notte resti con me, sei gentile a modo tuo..» finisco la frase in poco più di un sussurro, osservando i suoi occhi neri riempirsi di emozioni e pensieri contrastanti.
«Tu mi ami Meleys?» chiede serio, pronunciando il mio nome nel modo sensuale che mi ha sempre dato i brividi. Esito qualche secondo ma non riesco a scorgere alcuna emozione nelle sue pozze nere, così infine distolgo lo sguardo e scuoto la testa «no..». Solleva il mio mento con le dita prima di baciarmi delicatamente, facendo sussultare ancora il mio cuore per le emozioni che un semplice bacio riesce a causarmi, poi mi morde il labbro e mi ritraggo confusa «allora farò si che non accada» conclude e devo faticare per non piangere davanti a lui.
Sono consapevole di averlo negato ad alta voce ma in fondo speravo davvero che mi dicesse che per lui fosse lo stesso, invece mi confonde ancora con i suoi gesti e le parole, non facendomi capire nemmeno se lui sia consapevole dei miei sentimenti o se davvero li ignora. Posso solo stargli accanto, sperando che non mi sentirò morire quando si stancherà di me e mi lascerà senza neanche dirmi addio.
∂ ∂
Salve di nuovo!
Ignorate eventuali errori please, l'ho riletta velocemente perché volevo pubblicarla.
Spero davvero vi sia piaciuto e mi scuso se notate ripetizioni di pensieri o altro ma ci ho messo giorni a scriverlo e ogni volta scrivevo una parte diversa ahah Anche per questo forse sembra scritto da una bipolare, ma in effetti mi ci sono messa più volte e con stati d'animo diversi 😅
Grazie di aver letto fin qui ^^ sono felice che la storia abbia un seguito anche se relativamente piccolo, ma è molto di più di quanto mi aspettassi ahah
Vi adoro, a presto (spero) 😘
P.S.: piccolo sondaggio. Preferireste capitoli più brevi? Mi rendo conto che sono mooolto lunghi
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