Morire due volte

Ero troppo indecisa sull'immagine, allora ve le metto entrambe ahah


◊ Meleys POV ◊

Ancora una volta mi trovo a tornare a casa da sola nel buio della città, sperando nel profondo che una persona ormai familiare compaia nella strada facendomi saltare un battito, ma ad accompagnare il mio cammino è solo il rumore lontano del traffico e la luce tremolante dei lampioni. Forse lo incontrerò nel mio appartamento, oppure questa sera come gli ultimi noiosi quattro giorni non lo vedrò.

Non manca molto e inizio a vedere in lontananza il mio palazzo, quando scorgo un movimento in fondo alla strada. Potrebbe essere qualunque cosa ma so che è lui così continuo con il cuore più leggero, felice. Intravedo la sua figura e cerco di fingermi indifferente mentre dentro di me sto esultando come una ragazzina.

Mi sento morire quando mi rendo conto che quell'uomo silenzioso non è Aizawa. Potrebbe ancora essere una persona qualunque che non mi degnerà di uno sguardo, ma considerando i recenti avvenimenti e la mia sfortuna colossale dubito che sarà così. Mi blocco, pensando quasi di tornare indietro come se nulla fosse, nonostante sarebbe inutile.

«Ciao bambolina..» quella voce, quel soprannome. Sento un brivido freddo e la paura invadermi «Eraser non si prende cura di te come dovrebbe.. lasciarti tutta sola, di notte. Potrebbe essere pericoloso».

«Non mi serve la scorta» sibilo infastidita dal suo tono e dalle sue insinuazioni. Si solleva dal muro venendomi incontro «davvero?» domanda retorico «a me sembra proprio il contrario». Continua ad avvicinarsi e metto la mano in tasca lentamente per prendere il telefono ma prima che attivi il mio quirk con uno scatto veloce è ad un passo da me, mi ha afferrato il polso e mi costringe a toglierlo dalla tasca. Lo guardo furiosa mentre prende il mio cellulare «questo lo tengo io, all right?» sorride falso . Non rispondo ma i miei occhi pervasi d'odio parlano al mio posto.

«Oh little girl.. non guardarmi così. Te l'ho detto che mi eccita» sussurra, come fosse un segreto. Tento di sfuggire alla sua presa inutilmente e nessuna mia mossa ha successo.  Dopo poco il suo sguardo passa rapidamente dal divertito ad uno duro, serio «è durato abbastanza». Mi blocca entrambe le braccia e d'improvviso un panno umido mi viene premuto sul viso con forza e non posso sfuggirgli, finché ogni mio senso viene oscurato, le palpebre diventano pesanti e non posso fare altro che rilassare ogni muscolo.

°°°°

Tento di sollevare le palpebre ma è difficile. Vorrei strofinarmi gli occhi ma non riesco a muovere le mani. Lentamente riesco a schiuderli ma la vista è sfocata e non ricordo perché mi trovo in quella situazione. Sento che ho la schiena poggiata su qualcosa di freddo, forse un muro. Le gambe sembrano avere più libertà di movimento così le avvicino al mio viso, strusciando gli occhi sulle ginocchia. Per un istante penso che possa esserci Aizawa dietro questa situazione assurda, ma lui non avrebbe motivo di fare una cosa del genere e non ne ha mai avuto l'intenzione.

Mi bruciano  gli occhi e le narici mentre metto a fuoco l'enorme stanza in cui mi trovo. È del tutto spoglia, i muri sono scuriti dal tempo e dalla sporcizia, per la stanza vi è qualche  pezzo di ferro arrugginito. Ha l'aria di  essere un magazzino abbandonato e fatico ancora a ricordare perché sono qui. Poi tutto mi torna in mente come una doccia fredda. È stato Mic, mi ha rapita e portata chissà dove per un motivo a me sconosciuto, ed io sono del tutto impotente.

Le mani sono bloccate a delle catene legate al muro che mi impediscono di arrivare al  di sopra dello stomaco e le gambe hanno avuto la stessa sorte, nonostante le catene siano più lunghe e riesca a distenderle. Sento il respiro mancare e chiudo gli  occhi respirando dal naso. Temo un attacco di panico considerando anche la mia claustrofobia così immagino di essere in un altro luogo, ma sono portata brutalmente alla realtà quando sento una voce acuta «ben alzata, bambolina».

Faccio appello ad ogni mia forza per non cedere all'imminente crisi che sta per vincermi. Respiro profondamente, tengo gli occhi chiusi, disegno nella mia mente gli occhi calmi di Aizawa, sento il suo odore, il suo calore. Mi rilasso piano, sudando freddo e deglutendo rumorosamente, percependo appena i passi che si avvicinano a me.

Vincitrice di questa lotta interiore punto lo sguardo su Mic, decisa a trovare il modo di andarmene sana da questo schifo «cosa vuoi?» la voce raschia per la sete che mi sta divorando ma è ugualmente ferma. Il sorriso non lo abbandona anche se non raggiunge gli occhi verdi, inondati di freddezza «giocare un po'.. sai, ci si annoia quando hai la città ai tuoi piedi, si cercano nuovi stimoli» tremo sperando che non stia intendendo che io sono il suo gioco, ma sembra non essere così fortunatamente «ed Eraser non ha mai avuto debolezze, prima di te».

L'oggetto della mia paura cambia rapidamente. Vuole usarmi per arrivare a lui? E perché, non dovrebbero essere alleati? Tengo per me questi dubbi a cui non credo risponderebbe. Inoltre, se crede che si esporrebbe per me è davvero un idiota.

«Hai sbagliato i calcoli credo, non gli importa della mia vita né della mia morte»

Ride e si china fino a raggiungere la mia altezza «è questo che ti ha detto?» annuisco. Mi studia, cerca di capire se sto mentendo, scuote la testa divertito.

«Quell'uomo è un idiota, e tu un'ingenua.. o forse sei più stupida di lui» dice noncurante sollevandosi.

«Vaffanculo» come al solito non rifletto prima di parlare, innervosita da quegli insulti e dai giudizi noncuranti.

«Non mi piace arrivare secondo bambolina, ma se lo chiedi posso sempre accontentarti»

Lo ignoro infastidita. Probabilmente dovrei smettere di mandare a fanculo le persone, visto che questi sociopatici la prendono alla lettera.

Tremante gli chiedo il vero dubbio che mi assale da quando sono sveglia «cosa succede ora?». È l'ignoto infondo ciò di cui abbiamo più paura.

«Ora aspettiamo che il caro Eraser si accorga di te, non ci vorrà molto visto che ti controlla ogni sera.. Magari penserà che sei fuggita, magari ucciderà quel poliziotto per vendetta..» solleva le spalle indifferente «mi farebbe quasi un favore»

Sgrano gli occhi. Sono troppe informazioni da elaborare. Che vuol dire che mi controlla ogni sera? Come? E Nao è davvero in pericolo? Mi gira la testa, ho paura di crollare.

Dalle finestre opache la luce è fioca, sicuramente è notte e non so da quanto sono qui. So solo che voglio andarmene il prima possibile. Ho freddo, paura, i muscoli sono doloranti. E Curse Mic si è seduto poco lontano, affilando un coltello e canticchiando sereno come una casalinga che lavora a maglia.

«Devo ringraziarti bambolina» esclama all'improvviso «prima di te era troppo freddo e calcolatore per farsi raggirare, ora si comporta like an idiot» ridacchia, sollevando la lama ed osservandone il profilo alla luce dei lampioni.

«Ti sbagli»

«We'll see it, darling~»

Si alza allungando le braccia dietro la schiena per stiracchiarsi, rilassato e noncurante. «Inizio ad annoiarmi, bye bye» sereno si dirige verso l'uscita e infine mi lascia sola. Non capisco se è troppo sicuro di sé, idiota o semplicemente folle. Se davvero crede che Aizawa verrà per me non dovrebbe lasciarmi sola. Lui potrebbe arrivare in questo momento e portarmi via senza problemi.

Una fioca speranza si accende in me, eppure so che non ha motivo di venire. Ha detto che si prende cura delle sue cose, ma non credo rischierebbe la vita. Sono sua.. lo sono sempre stata e adesso vorrei sentirglielo dire più che mai. Quanto posso essere sbagliata per avere questi pensieri?

Chiudo gli occhi. Non verrà, tanto vale riposarsi. Per quel che ne so sto vivendo le mie ultime ore. In qualunque modo vada il piano di Mic non credo che finirà bene. Spero solo che non succeda nulla ad Aizawa.. credo che morirei con lui.

Il tempo scorre interminabile. Sussulto ad ogni rumore, cerco di cogliere un fruscio, il suo fruscio, quello che dice sono qui, per te. Ma non colgo altro che suoni lontani di auto e treni.

Sollevo la schiena di scatto. Sento dei passi. Non so se sia saggio o meno chiedere aiuto. Non so dove mi trovo, di sicuro non è un luogo frequentato da persone civili e vorrei evitare di cadere nelle mani di un criminale peggiore di quello a cui cerco di sfuggire. Non ho tempo di rispondere ai miei dubbi perché la piccola porta arrugginita del capannone si apre. Spero sia lui, lo spero per un istante ma nel profondo so già che non sia così. Lui non entrerebbe mai da una porta.

Sorriderei a quel pensiero se non fosse che non ho idea di chi sia l'uomo davanti a me. Cammina lento e nonostante la sua figura sia eccessivamente slanciata e niente affatto imponente, si percepisce una strana energia, una forza oscura e paralizzante. Deglutisco a vuoto cercando di individuare dettagli nonostante i pochi fasci di luce presenti nel magazzino.

Ha un completo elegante totalmente nero, la giacca lunga gli oltrepassa la vita. Ha anche dei guanti che sfila con cura avvicinandosi, per poi riporli in una tasca interna. I capelli sono di un biondo spento, disordinati, gli occhi sono tanto bui da proiettare in me le sue tenebre. Ma da queste, a differenza di quelle di Aizawa, voglio fuggire.

Mi rivolge un sorriso quasi rassicurante. È molto diverso da Mic, è calmo e in qualche modo trasmette sicurezza, ma porta dentro un'oscurità troppo profonda per essere arrestata. Mi fissa, mi studia, non dice una parola. Si avvicina, si china e mi stringo in me stessa cercando di diventare minuscola, di svanire. Tremo all'avvicinarsi delle sue mani, deglutendo ancora. Inaspettatamente prende il metallo che mi cinge le caviglie e le libera. Ancora muto avvicina quelle catene alle braccia, ancorandole ai polsi. Infine libera i polsi dalle costrizioni precedenti, sorride e si solleva.

Ora le mie gambe sono libere e le braccia hanno una catena più lunga che mi permette di muoverle dopo ore. «Grazie» mormoro. Non so chi sia né perché l'abbia fatto, tuttavia mi ha aiutata. Sorride ancora, un sorriso amaro e che non raggiunge gli occhi «non mi sembri pericolosa, non serve tenerti al guinzaglio».

«Chi sei?» sono confusa, la mia voce è flebile. L'insieme di forza e sofferenza che vedo in lui è destabilizzante. Sorride ancora.

«Non basterebbe la notte intera a dirti chi sono davvero, ma è un'etichetta che cerchi» si toglie la giacca, adagiandola attentamente su una sedia. «Mi chiamano One for Death, ma puoi chiamarmi Toshinori, anche se non credo che lo farai»

Non credo ai miei occhi. Nessun telegiornale lo ha descritto così. Parlano di lui come di un uomo eccessivamente muscoloso, spaventoso, reattivo come un'ombra. Niente di tutto questo riflette l'uomo che mi trovo davanti. La camicia evidenzia la corporatura scheletrica di cui posso distinguere le vertebre, gli arti sono sottili, le dita ossute. Lo fisso lasciando evidentemente trasparire i miei pensieri.

«Questa non è la mia forma migliore, è vero.. vorrai sapere cosa mi è successo..» resta in silenzio qualche secondo, pensieroso. «Ti chiederai perché sono qui»

Mi chiedo davvero molte cose in questo momento. Di sicuro perché è qui è una di esse, così annuisco.

«Quell'eccentrico ha organizzato tutto questo per attirare Eraser, dovresti saperlo» sospira «poi ha deciso di coinvolgermi e così sono venuto a vederti»

Mi fa sentire un animale allo zoo ma non replico. Finora non è stato violento e non voglio che lo diventi.

«Non ho intenzione di fare nulla» mi tranquillizza leggermente. «Purtroppo per te non ho neanche intenzione di aiutarti. Aspetterò finché quell'idiota non torna. Non capisco come ha potuto lasciarti sola..» si passa le dita sulle tempie, parlando quasi a sé stesso.

È seduto elegantemente, le gambe accavallate, le mani sulle ginocchia. Sembra un re, adagiato su un trono formato dalle sue vittime.

«Perché» chiedo. È una domanda vaga, ho talmente tanti perché che mi va bene risponda ad uno qualunque.

«Vedi il mio corpo. Credi che potrei lottare contro Eraser?» chiede retorico. «Lui ci rende deboli privandoci della nostra unicità, per questo Mic vorrebbe distruggerlo. Lui ci tiene in pugno e Mic è troppo egocentrico per accettarlo» solleva le spalle «a me non interessa, posso raggiungere i miei obiettivi anche così. Eraser mi ucciderebbe senza alcun dubbio in uno scontro diretto».

È freddo, razionale. La cosa mi spaventa e rassicura al tempo stesso.

«Non hai paura che arrivi ora e che lo faccia?»

Gli sfugge una risata «non ho paura. Né di lui né della morte. E dimmi Meleys, credi che Aizawa sia un idiota?».

Scuoto la testa.

«Esatto, quindi non verrà, almeno non ora. È più furbo di Mic»

«That's unfair!» squilla la voce di Mic da un punto buio, mi chiedo quando sia arrivato. Toshinori si solleva e recupera la giacca «non è carino ascoltare le conversazioni altrui» scuote il capo «beh almeno adesso sai quanto ritenga stupido il tuo piano.. me ne vado»

«No man! Resta qui. La bambolina è silenziosa, mi annoio..» dice imbronciato.

L'uomo alto sbuffa mettendo i guanti «non ho voglia di essere qui quando arriverà Eraser, né di sentirti blaterare tutto il tempo» si avvicina all'uscita «e tratta bene la ragazza, quelle catene erano inutili. Soffrirà in ogni caso, non serve insistere».

Con quell'ultimo avvertimento esce e sprofondo di nuovo nell'incertezza. Mic posa gli occhi su di me, pensieroso. «Sooo.. cosa sai fare per far perdere il controllo ad Eraser?» chiede malizioso.

«Io non faccio proprio nulla, né gli ho fatto perdere la testa»

Solleva le spalle con sufficienza «vorrà dire che lo scoprirò da solo..» torna a sedersi e canta piano, giocando con qualunque cosa abbia in mano. Sembra quasi un bambino, di sicuro si comporta come tale.

Il tempo scorre ed io inizio a non sopportarlo. Canta senza fermarsi un secondo, ogni tanto mi osserva ed io sono costretta sul pavimento freddo. Ho sonno e mi è impossibile dormire, l'attesa mi sta uccidendo. Io tremo e lui canta, canta, canta. Vorrei strangolarlo.

«Vuoi stare zitto?!» urlo «non verrà! Non gliene è mai fregato un cazzo di me quindi smettila con questo teatrino!»

Mi fissa per un istante, poi inizia a ridere e non so se dovrei averne paura. Riacquista il controllo e gli rimane un sorriso sulle labbra «ti racconto qualcosa bambolina» afferma avvicinandosi, portando la sedia e posizionandola davanti a me.

«Tu dovresti essere morta» afferma secco, senza giri di parole «morta da così tanto tempo che i tuoi begli occhi azzurri sarebbero liquefatti in una bara» deglutisco rumorosamente sotto il suo sguardo serio. «Eraser non doveva né rapirti né scoparti. Doveva convincerti ad aiutarti, cosa impossibile secondo me anche se lui voleva tentare.. se non ci fosse riuscito ti avrebbe uccisa e lasciata davanti gli uffici "top secret" della polizia, lo capisci?»

Socchiudo la bocca, annuendo confusa quando capisco che vuole davvero il mio assenso prima di proseguire. «Ha passato mesi a nasconderti da noi, dicendoci che eri il suo passatempo, quando ormai passava ogni sera da te, anche senza scoparti.. ora dimmi bambolina, secondo te non conti nulla per lui? Non verrà per te?»

Non ho parole. La mia gola è ancora più secca, il battito più frenetico, sembra che voglia riempire l'intero magazzino. Aizawa tiene a me? Non è possibile. Ma come spiegarmi tutto quello che mi ha appena riferito? Non credo di essere così brava a letto da giustificare un impegno così grande. Tremo ancor più di prima. Allora forse non è così stupido sperare, forse non è un'illusione.

Un pensiero oscuro si fa strada in me. Se davvero è come dice Mic potrebbe venire e la paura che possa accadergli qualcosa mi attanaglia più di prima. Spero vivamente che sia più furbo, che capisca. Settimane fa alla vista di quel livido ho realizzato che anche lui è mortale, nonostante nella mia mente lo associ quasi ad una divinità. Ai miei occhi è invincibile ma oggettivamente mi rendo conto che non è così.

«Ora hai paura..» afferma ghignando.

«Sei solo un codardo.. e tutto questo per un capriccio..»

«Come on girl! Non voglio ucciderlo!» esclama gettando le spalle sullo schienale, negli occhi quella luce sadica sembra essersi affievolita «siamo amici io e lui» gesticola «voglio solo cambiare un po' i giochi, girare la ruota». «È un prepotente il tuo uomo!» dice indispettito «e considerando quanto è serio, non mi va che sia lui a condurre. Sai quante cose non mi fa fare?»

Tiro un sospiro di sollievo. Nulla mi assicura che la mia vita non sia a rischio o che non cambi idea, ma per ora le sue parole sono l'unica cosa in cui posso sperare.

Le prime luci del mattino filtrarono dai vetri, dandomi in qualche modo ragione. Aizawa non era venuto per almeno dieci ore. E non venne neanche per le dieci ore successive. Rimango sola, sulla parete fredda, in compagnia di un lunatico sempre più nervoso. Forse oggi è il giorno della mia morte. Se Aizawa non si presenta, perché liberarmi? Mi ucciderà, quasi sicuramente. Morirò con la certezza che per l'uomo che amo non sono nulla. Morirò due volte.



∂  ∂

Mi dispiace tanto farli antagonisti 😭 Mi piace tanto l'amicizia di Aizawa e Mic, ma nella mia storia distorta sono usciti così, che posso farci ahah

Vi voglio bene ❤️

Altro disegno molto simile alla mia immaginazione :3

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