Capitolo 6.

<<... e se applichiamo cosi la formula...>> Shiro parlava ininterrottamente da un ora e mezza, e Lance dubitava di riuscire a superare un altra mezz'ora.
Erano solo tre giorni di lezione e già si chiedeva perché aveva scelto ingegneria aerospaziale, no seriamente a cosa stava pensando il se stesso di quell'estate?
Ah si scegliamo ingegneria aerospaziale! Sarà divertente! Certo mettiamoci a studiare per cinque anni una materia del genere.

Non era comunque  l'unico ad annoiarsi però, ovviamente quasi tutti prendevano appunti, ma c'erano persone che guardavano fuori, chi usava il telefono da sotto il banco, chi ascoltava musica di nascosto con delle cuffiette bluetooth, Lance si girò verso il suo compagno di banco... e c'era chi, disegnava?

Keith era totalmente assorto dal suo disegno, ogni tanto guardava fuori la finestra, probabilmente per vedere qualcosa, e poi tornava a disegnare.

Lance rimase a fissarlo per tutto il tempo, probabilmente qualcuno che non ne sapeva niente avrebbe potuto pensare che fosse uno stalker o cose simili.
E certamente a lui non importava.

Stava ancora pensando al primo Keith che aveva incontrato, quella sera di tre giorni fa, era totalmente ubriaco e probabilmente ferito, da qualcosa, o qualcuno.

Di solito la maggior parte della gente non beve fino a quel punto per divertimento, spesso c'è qualcosa che li angoscia.

Lance era incantato dalla luce mattutina che rifletteva su i suoi capelli neri come la pece.
Facendone risaltare ogni filo.
<<Lance mi hai sentito?>>
Shiro lo richiamò.
<<e-eh? Cosa?>>
<<finalmente ti sei svegliato dalla trance, ben tornato nel regno dei vivi>> Shiro non era come gli altri insegnanti, quando rimproverava qualcuno lo faceva sempre scherzosamente, senza essere veramente arrabbiato.
<<a cosa stavi guardando?...>> continuò girandosi verso la direzione che fissava Lance <<...Ah! Keith>> il cubano non sapeva cosa voleva intendere con quel tono di voce, ma il contesto era veramente imbarazzante.

Intanto Keith, chiamato in causa, una volta capita la situazione abbassò la testa per la vergogna.
E se Lance aveva visto bene, stava, arrossendo?

Non era importante in quel momento, ciò che occupava i pensieri del ragazzo erano le risate generali della classe, che mano a mano scemarono, lasciando un silenzio imbarazzante ad aleggiare nella classe.
<<bene ora che abbiamo l'attenzione di tutti possiamo riprende->> Shiro non pote finire la frase per via della campanella che segnava la fine della lezione.
Keith si mise a raggruppare tutte le sue cose, mentre Lance si apprestò ad uscire.

Fuori dalla porta fu fermato dal tirocinante.
<<scusami Lance, io, non volevo metterti in imbarazzo davanti gli altri>>
<<ah! No no non si preoccupi>> cercò di fermarlo Lance.
<<no ti prego non darmi  del lei! Mi sento ancora troppo giovane per quello>> rise Shiro.
Anche il ragazzo rise.
<<va bene Shiro, beh... ci vediamo domani>> e se ne andò.

<<allora, allora, ah! Ecco, fra due ore ho fisica, perciò, che faccio ora?>> Lance stava ricontrollando gli orari dei suoi corsi, e avendo del tempo libero decise che era ora di farsi una passeggiata per esplorare il campus.

In effetti erano passati tre giorni e non si era mai preso il tempo di passeggiarci con calma.
Dopo qualche minuto, senti un rumore dietro una grande quercia.

Era di certo una persona, che imprecava, contro cosa? A Lance era completamente ignoto.

Una volta aver guardato dietro l'albero trovò l'artefice di quei rumori.

<<ah ciao nanetta>>
<<Lance non rompere>> Pidge era intenta ad unire due fili colorati, aveva sempre indosso il suo insostituibile cappello verde e in bocca teneva un piccolo cacciavite blu a stella.

<<che fai?>> continuò imperterrito Lance.
Bastò un occhiata attraverso le enormi lenti degli occhiali della ragazza a farlo zittire.

Collegò i fili e chiuse lo sportelletto del suo, a quanto pare, robot.
<<ora posso parla->>
<<ah-ah>> lo zittì ancora Pidge.

Prese una piccola console di comando e accese il robot.
<<il momento della verità>> sussurrò concentrata.
<<vediamo se il giocattolo funziona>> mosse una levetta e il robot alzò un braccio.

<<si!>> esultò la ragazza.
<<ehm... complimenti? Cos'è?>> chiese Lance.
<<questo, mio caro profano, è il mio compito di robotica, una copia di Wall-e, costruita a mano, da me>>
<<aaw carino>> disse il ragazzo toccando il robot.
<<Ah!>> Pidge fece sbattere il robot sulla gamba di Lance.

<<ahi! Ma che c'è ora?>>
<<non si tocca potresti romperlo!>> lo sgridò.
<<parla quella che me lo ha sbattuto addosso>>
<<touchè... che ore sono? Cavolo devo andare!>> l'italiana raccolse tutte le sue cose.

<<ci vediamo Lance!>>
detto questo scappò via.

E Lance piantato in asso continuò a passeggiare, finche non arrivò anche per lui effettivamente l'ora di andare a lezione.

Nella confusione del l'entrata in classe notò un ragazzo, che assomigliava a Keith, fumare, ma neanche il tempo di metterlo a fuoco che era scomparso nella folla.

Però a lezione, e ne in tutte quelle seguenti che avevano in comune, Keith non c'era, e Lance anche se non lo ammetteva a se stesso, era preoccupato.

Quel giorno dopo le lezioni, il ragazzo usci con Pidge e Hunk, stettero tutto il tempo nel bar dove lavora Allura, che i ragazzi compatirono per dover sopportare tutto il tempo Lance provarci con lei.

Era stata una giornata divertente, Pidge ha parlato praticamente solo del suo bel voto in robotica e Hunk di come cucinare una torta in quattro modi diversi.

Ma ormai erano i suoi amici, e a Lance piacevano così.

Quando però tornò in camera, verso le sei, il ragazzo non trovò Keith.
Non si preoccupò, in fondo non erano affari suoi quello che faceva.
Si mise a studiare, e cenò, passò tutta la serata, ma di Keith neanche l'ombra.

Buon Natale a tutti!
Oggi... suspense! Ma quanto sono brava eh? 🌝

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