Speciale 100k

SALVE A TUTTI!

GRAZIE DELLE 100K VIEWS. VI AMO.

Non era un traguardo che mi aspettavo davvero di riuscire a raggiungere, se devo dirla tutta, e invece sembra proprio che My Captain || Mikayuu sia diventata una delle ff mikayuu più famose qua su wattpad. Una piacevolissima sorpresa, non smetterò mai di stupirmi di quanta gente abbia letto questa storia.

A distanza di ormai quattro anni dalla sua pubblicazione, credo di aver un po' cambiato stile. Rileggendo certe parti mi sentivo cringe, ma è il percorso di crescita, e se piace a voi allora piace anche a me.

Comunque, questo lo verificherete voi. Siamo arrivati insieme a 100k, si avvicinano addirittura le 10k stelline, e ho un botto di commenti. Per tutti questi traguardi che non ha raggiunto nessun'altra mia storia, non ho potuto che farvi un piccolo regalo.

Occhio però. Questa storia contiene contenuti ESPLICITI, pertanto attenti a leggerla se ritenete non possano piacervi.

Detto questo, grazie ancora a tutti. Vi voglio un mondo di bene e spero che soprattutto in questi tre anni demmerda questa storia vi abbia tirato fuori un sorriso o una piccola fangirlata.

Buona lettura.

-Aly

P. S. Niente fanart ad inizio capitolo stavolta. Sembra proprio che mettere le fanart su piattaforme varie senza dare crediti né altro sia illegale e potrebbero segnalarmi per copyright. Spero la storia bilanci questa mancanza. Le altre resteranno finché non me le faranno eliminare a forza.

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Era una bella giornata di sole sull’isola. Era un’isola grande, piena di case e completa di un ampio porto, necessario essendo l’isola piena solo di pirati e dei loro consorti.

Quel giorno non erano previsti attracchi di navi, eppure c’era una nave all’orizzonte e c’era qualcuno che stava aspettando sul porto proprio quella nave lì.

Sospinta dal vento, l’imbarcazione arrivò nel porto. Vennero calate le ancore e poco dopo la passerella per scendere e salire.

Il capitano scese dalla nave, guardò l’isola e sorrise.

«Ce l’abbiamo fatta ragazzi! Siamo tornati a casa!» urlò il capitano Mika, nella sua divisa bianca macchiata qua e là di sangue.

Poi un’ombra nera e verde lo travolse e per poco non fece finire entrambi in acqua.

«Mika! Finalmente sei arrivato!» urlò suo marito Yuu, baciandolo con passione.

«Yuu, lascialo respirare!» esclamò una voce divertita dalla nave. Il corvino si staccò da Mika, che si stava ancora riprendendo dalla brutta testata causata dalla caduta, e sorrise raggiante.

«Yoichi! Ragazzi!» esclamò correndo verso la passerella. Si fermò prima di salire e tornò da Mika, aiutandolo ad alzarsi da terra.

«Yuu, se mi continui a salutare così ogni volta che torno indietro prima o poi mi saluterai in obitorio.» disse il biondo massaggiandosi la testa.

«Ti riporterei in vita baciandoti. Come nelle favole.» disse con noncuranza il corvino.

«Non mi aspetto niente di diverso.»

Guardò Yoichi e disse: «Dobbiamo scaricare. Vieni a darci una mano.»

«Subito, capitano!» esclamò Yuu correndo sulla passerella. Mika lo guardò sorridendo, anche se sapeva che dopo aver scaricato lo avrebbe sentito lamentarsi fino a sfinirlo.

Rimandò il problema a quando avrebbero finito, però, visto che da scaricare c’era parecchio. Non solo tesori inestimabili, ma anche armi, rifornimenti, vestiti: Mika aveva assaltato una nave mercantile e l’aveva depredata. Non aveva ucciso gli uomini, al di fuori di un ufficiale che aveva cercato direttamente di ammazzare lui: voleva ricordare a tutti che i pirati erano ancora in attività.

Ci misero un paio di ore, durante le quali il sole iniziò a tramontare. Quando finirono, tutta l’isola era tinta di rosso. Andarono tutti insieme nel loro quartiere cittadino e trovarono Ferid ad attenderli, circondato da un banchetto di tutto rispetto.

«Oh, finalmente i miei preferiti sono tornati!» esclamò raggiungendo Mika e stringendolo in un abbraccio che sembrava più una morsa assassina.

«Non azzardarti mai più ad arrivare in ritardo lasciando qua tuo marito o non garantisco che lo troverai vivo la prossima volta che succede.» disse al suo orecchio, totalmente serio.

Poi lo lasciò e sorrise a Yuu, che lo fulminò con lo sguardo, poi esclamò: «Prendete e mangiatene tutti! Questo banchetto è per voi!»

Dopo tutto quel tempo in mare, nessuno se lo fece ripetere due volte.

La cena e la festa andarono avanti per ore, finché non fu notte inoltrata. Mika si mosse tra tutti come una pallina da flipper, passando da Yuu a Ferid alla sua ciurma alle altre conoscenze, e fu solo quando vide Yuu allontanarsi verso la loro casa che decise di congedarsi e concedersi un po' di pace dopo ore a raccontare del viaggio, di vecchi pettegolezzi e altro ancora.

Seguì Yuu a distanza, chiedendosi dove stesse andando. Ovviamente doveva sapere che lo stava seguendo.

Non andò in camera loro. Lo vide dirigersi verso la soffitta e, suppose, verso il tetto. Lo seguì quindi lì e oltre l'abbaino che conduceva sul tetto.

Yuu si girò a guardarlo e sorrise.«Sapevo mi avresti seguito.»

Mika si issò sul tetto e lo raggiunse, sedendosi così che il corvino fosse tra le sue gambe. Lo abbracciò da dietro e disse: «Mi dispiace che ci abbiamo messo così tanto a tornare indietro. Abbiamo beccato una pessima tempesta e tre abbordaggi più del previsto.»

Appoggiò il mento sulla sua spalla. «Non ce li hai mandati te, vero? Con il tuo potere di portar male.»

Sentì Yuu ridacchiare. «No, per quanto offeso possa essere non mi abbasserei mai al punto di rischiare di farti ammazzare consapevolmente.»

«Perché ti sei offeso? So che non vuoi che ci dividiamo così, ma stavi davvero male. Non potevo rischiare di portarti dietro e magari di subire un attacco con te che non potevi difenderti… e di quelli ne abbiamo avuti.»

«Avresti potuto posticipare la partenza.» disse Yuu.

«Non potevo, lo sai. Ferid ci ha previsto le rotte dei mercanti e le ha azzeccate tutte: se avessimo posticipato saremmo tornati a mani vuote. E poi Ferid mi ha detto che ci hai messo una settimana a rimetterti.»

Yuu appoggiò la testa contro la sua spalla e disse: «È stata una tortura senza di te. E avevo il terrore fossi… che tu fossi morto, Mika. Eri in ritardo. Sono stato quassù per ore, guardando le stelle e sperando di vedere all'orizzonte anche te.»

«Mi dispiace.» disse Mika. Aveva una precisa idea su come farsi perdonare, tra l'altro, ma decise di andarci piano.

Così gli spostò lentamente il colletto della maglia e gli baciò il collo. Sentì Yuu sobbalzare per lo spavento, ma poi non si mosse, lasciandolo fare.

Mika lo coprì di baci, e fu solo vicino all'incavo del collo che lo morse, strappandogli un gemito che poteva essere di dolore come di piacere. Avevano speso parecchio tempo nello studio reciproco e, anche dopo settimane di distanza, era impossibile che Mika avesse dimenticato i punti deboli di Yuu. Era suo marito, del resto.

Gli lasciò un succhiotto nello stesso punto e il corvino mormorò: «Mika…»

Per un momento credette volesse allontanarlo, poi vide che guardava in basso. Sporgendosi oltre la sua spalla, vide ciò che anche Yuu stava vedendo.

Era eccitato. Non si era mai eccitato solo per quei baci lì.

La domanda gliela sussurrò all'orecchio, ed era di pura curiosità. «Non hai fatto sesso o altro in mia assenza?»

«No. Non mi sono neanche… neanche toccato.» rispose Yuu.

«Non devi fare voto di castità in mia assenza.»

«Lo so, ma da solo non è la stessa cosa… e tu?»

Mika lo guardò. Yuu girò la testa e si guardarono, poi il biondo lo baciò e disse: «Mi sono imposto la stessa tua tortura.»

Si guardarono ancora, vedendo le stelle riflesse negli occhi del partner. Alla fine Yuu disse: «Voglio che stanotte tu mi sfondi, marito caro.»

La serietà con cui disse quella frase fece quasi andare di traverso a Mika la saliva. Tossì, poi lo guardò con un sorriso.

«Ai tuoi ordini.»

Avrebbe voluto portarlo in braccia fino in camera sua, ma l'abbaino e le scale non lo consentivano. O forse lo avrebbero consentito, ma Mika non voleva rischiare di causare al marito un trauma cranico. Lo fece entrare per primo e appena furono entrambi in piedi, ancora prima di essere nella camera da letto, Mika sbatté Yuu contro il muro e gli ficcò la lingua in gola.

Si era trattenuto il più possibile, ma non ce la faceva più. Lo voleva.

Raggiunsero la porta della camera da letto pulendo tutto il muro con le loro giacche, e quando la raggiunsero Mika si staccò da un bacio particolarmente profondo che aveva quasi mandato in apnea il corvino e lo spinse dentro. Lo seguì e chiuse la porta alle sue spalle con il catenaccio, poi disse: «Via i vestiti.»

Yuu, arrossato e decisamente eccitato, non se lo fece ripetere due volte. Si levò la giacca e la maglia nel giro di pochi secondi, poi maneggiò con la cintura dei pantaloni e la lanciò sugli altri vestiti. Tempo dieci secondi e Yuu era di fronte al suo amato, completamente nudo e decisamente eccitato.

Andò da Mika e lo baciò con passione, iniziando a spogliarlo con determinazione.

Mika gli mise le mani sul petto e lo spinse via, guardandolo con gli occhi colmi di desiderio. Si levò i vestiti rimasti addosso anche più rapidamente del compagno, poi lo spinse sul letto e gli montò sopra.

Si impossessò del suo collo ancora prima che il corvino avesse il tempo di fare un respiro. Glielo morse e glielo leccò, facendo rabbrividire il corvino che si avvinghiò attorno a lui. Sentiva la sua erezione contro la propria e spostò una mano per dare piacere ad entrambi, ma Mika trovò la sua mano e gliela bloccò contro il materasso.

Iniziò a baciargli il petto, a prendere i suoi capezzoli tra i denti, a succhiarli con tanta intensità che Yuu temeva glieli avrebbe strappati, e poi scese, cospargendogli il corpo di succhiotti. Infine arrivò alla sua erezione e chiese: «Sei già al limite, caro?»

«Sì.» rispose Yuu con un gemito. Lo stava praticamente implorando.

Mika fece un sorrisetto, poi glielo leccò un’unica volta per il lungo e Yuu venne inarcando la schiena.

Ansimò per quel picco di piacere che, dopo così tanto tempo che non aveva orgasmi, gli era parso più intenso di quanto avesse mai provato. Guardò Mika, che si sedette a gambe aperte sotto il suo sguardo, mettendo ben in mostra la sua erezione.

Non ebbe bisogno di dire nulla. Yuu andò a gattoni verso di lui e si chinò sulla sua erezione, poi aprì le bocca e lo avvolse con le proprie labbra.

Ci volle poco perché anche Mika arrivasse al limite, invogliato dai continui movimenti del compagno e dalla lingua che continuava a pregustarlo.

«Così può bastare, Yuu.» lo sentì mormorare Yuu, ma lui non si fermò. Un paio di movimenti dopo Mika venne e Yuu ingoiò tutto. Non aspettava altro.

Si leccò le labbra e guardò Mika con desiderio, in attesa di essere guidato da lui verso il passo successivo. Nulla lo faceva impazzire come lasciare che fosse Mika a prendere il comando.

Alla fine Mika chiese: «Mi desideri, Yuu?»

«Come l’aria che respiro.» rispose Yuu, sedendosi di fronte a lui con le gambe spalancate.

«Allora preparati ad accogliermi.»

Yuu si leccò le labbra, poi si infilò due dita in bocca e iniziò ad inumidirle per bene. Guardò Mika negli occhi, e la sua bellezza bastò a fargli aumentare la salivazione.

Quando furono sufficientemente bagnate, si tolse le dita dalla bocca e le portò al suo orifizio.

Si infilò il primo dito senza alcun timore. Sapeva non avrebbe provato dolore per così poco, al massimo avrebbe sentito un po’ di fastidio, ma non sentì nemmeno quello, così proseguì con il secondo e con il terzo, ansimando di piacere in maniera abbastanza rumorosa.

Voleva far eccitare Mika solo così, approfittando del fatto che erano soli e che i vicini di casa fossero sicuramente ubriachi marci.

«Direi che può bastare, Yuu.» disse Mika ad un certo punto. Alla luce della luna, proprio in vista della camera, Yuu poté vedere le pupille di Mika totalmente dilatate. Era eretto, totalmente eretto senza che si fosse nemmeno stimolato.

Yuu si sporse lievemente verso di lui e sussurrò, eccitato quanto lui: «Prendimi.»

Mika si avvicinò a lui e lo spinse contro il materasso, poi lo afferrò per le anche e si spinse dentro di lui in un unico, potente colpo. Il suo fallo era più lungo delle dita di Yuu e arrivò più in profondità con quell’unica spinta, facendo irrigidire il corvino per il dolore.

Fu solo un istante. Il suo corpo ricordava bene Mika e le sue dimensioni, e si rilassò, lasciandolo solo ad ansimare per l’impeto del biondo.

Non servì che gli dicesse che era pronto. Mika si portò una delle gambe di Yuu oltre la spalla, lo prese di nuovo per le anche e iniziò a muoversi. Avanti e indietro, dentro e fuori, all’inizio con calma, andando sempre più a fondo, per quanto possibile, poi con colpi sempre più vigorosi.

Yuu si sentì sopraffare. Non provava un piacere così intenso da un solo mese, ma gli sembrava un’eternità e lui non era certo di riuscire a stare al passo.

Raggiunse il secondo orgasmo della serata in davvero poco tempo, e lo fece con un gemito di piacere che fece quasi impazzire Mika.

Lui stava tenendo duro. Voleva che il piacere fosse il più possibile, voleva riempire Yuu il più possibile, e si sentiva un pervertito più ci pensava ma era ciò che voleva.

Continuò a muoversi. Yuu era ancora sensibile per essere appena venuto e non era certo sarebbe potuto venire ancora, ma era tutto così piacevole ed eccitante che si rifiutò da solo di fermare Mika.

Fu solo quando il biondo fu quasi all’apice che si fermò, completamente dentro il suo Yuu. Tolse le mani dai suoi fianchi per prendergli il volto, arrossato e rigato da lacrime di piacere, per baciarlo. Lo baciò con passione, poi gli baciò la linea della mandibola, il collo, su cui lasciò anche un succhiotto, poi la spalla, il braccio sinistro per intero fino alla punta delle dita, poi si dedicò al petto.

Gli baciò i capezzoli, dedicando a uno dei due che era più sensibile particolare attenzione, leccandolo, succhiandolo e mordicchiandolo finché non sentì Yuu gemere per quello.

Poi si spostò a metà, dove si poteva vedere ancora chiara la sua cicatrice. Il ricordo di quanto Mika aveva quasi perso il suo amato.

La baciò, facendo rabbrividire il ragazzo sotto si sé. Baciò l’estremo più in alto della linea e baciò l’altro, poi la percorse piano con il pollice e la baciò ancora.

«Non sai quanto sono felice che tu sia qua con me ora.» mormorò guardando Yuu. Lui in risposta lo guardò, ancora ansimando, e prese il suo volto invitandolo e baciarlo ancora.

«Sono davvero vicino a venire ancora, Mika.» sussurrò sulle sue labbra.

«Anche io sono al limite. Insieme?»

Yuu fece un cenno affermativo e Mika riprese a muoversi.

Ogni spinta pareva essere l’ultima che avrebbero potuto entrambi sopportare. Yuu si aggrappò a Mika, senza più riuscire a trattenere i gemiti e le urla, e fu certo di avergli graffiato la schiena ma nessuno dei due parve badarci davvero.

Infine, con un affondo, Mika raggiunse l’orgasmo, e Yuu con lui.

Il biondo rimase un momento fermo, le mani contro il materasso a sorreggere il proprio corpo, poi trovò la forza di sfilarsi dal suo ragazzo e di crollare su di lui con uno sbuffo. Yuu, che continuava ad ansimare, lo strinse a sé con un braccio.

Per un momento nessuno dei due disse nulla, poi Mika mormorò: «Facciamo un altro round stamattina?»

Yuu per un momento non rispose, poi fece uno sbuffo che era una risata e disse: «Prima della prossima partenza pretendo di farlo una volta per ogni giorno in più in cui sei mancato.»

«Non riuscirai a salire sulla nave sulle tue gambe se lo facciamo sul serio.» disse Mika ridendo.

«Vuoi forse scommettere?»

Si guardarono, poi Mika fece un sorriso un po’ da volpe, furbo e anche deliziato.

«Ci sto, allora. Ti farò vedere le stesse da qui.»

Yuu rise, poi si accoccolò contro di lui, mettendosi più comodo. Mika si mosse a sua volta, cercando una posizione comoda, e appena la trovarono caddero in un sonno profondo, sapendo che quel tipo di serata si sarebbe piacevolmente ripetuta.

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