Capitolo 2 - Yuu

Non riuscivo a stare fermo. Ci provavo io, ci provavano i miei carcerieri, ma era tutto inutile.

Ero consumato dall'ansia e dalla frustrazione. Io, che mai prima ero stato anche solo sfiorato da un'arma, ero stato spietatamente sconfitto.

E ora, bloccato in ginocchio e legato come uno schiavo qualunque, stavo aspettando la sentenza di vita o di morte.

L'uomo che mi aveva battuto mi passò davanti. A quel che avevo capito, era il capitano.

Era totalmente diverso da qualunque altro capitano pirata avessi mai visto. Lui era di bell'aspetto, con i capelli dorati e degli occhi del colore del mare. Nonostante le buone qualità, non mi andava giù l'essere stato battuto da un moccioso con il nome da donna.

《Risparmiate solo il corvino e il cuoco》 disse ad un certo punto, facendo sobbalzare tutti.

Corvino? In ciurma ce n'erano tanti di corvini.

《Quale corvino?》 chiese un membro dell'equipaggio, dando voce ai miei pensieri.

《L'ufficiale》

E ora che voleva da me?!

Chiusi gli occhi mentre le orecchie registravano il disgustoso rumore della morte per tutti i miei compagni.

Eravamo rimasti in due.

Per un istante regnò il silenzio, poi la voce di Mikaela disse: 《Da quanti anni fa il cuoco, lei?》

《Quindici, signore》 disse il nostro vecchio cuoco, con la voce lievemente tremante.

《Ed è capace?》

《Alquanto》

《E chi è il suo capo?》

《Il re d'Inghilterra. Sempre》

Zac. Testa tagliata in meno di un secondo.

Ero rimasto solo io.

Il capitano mi venne davanti e mi scrutò attentamente. Era davvero alto, notai con un pizzico d'invidia guardandolo con la coda dell'occhio.

《Dei combattenti forti come te ne ho visti ben pochi, ma sei stato decisamente troppo avventato. Mi interessi, ragazzino》

《Non sono un ragazzino》 sbuffai irritato. Ad occhio e croce io e lui avevamo la stessa età, mica di più!

《Non ti ho dato il permesso di parlare. Ti lasceremo vivo, sì, ma sarai comunque nostro prigioniero. Un buon combattente può essermi utile e inoltre tu eri uno di alto rango sulla nave, quindi di sicuro hai le informazioni che mi interessano》

《Come dire che intendo dartele》 dissi sfidandolo con lo sguardo.

Un uomo mi afferrò per i capelli e mi mollò un pugno nello stomaco, mozzandomi il respiro.

《Sono certo che dopo un breve soggiorno nelle nostre celle avrai cambiato idea. Voi due, portatelo di sotto. Voialtri, prendete qualunque cosa di utile ci possa essere su quella nave e dopo affondatela》 disse senza battere ciglio il capitano.

Due uomini che non riuscii a vedere mi alzarono di peso e mi trascinarono all'interno nave. Cercai di divincolarmi, ma senza successo.

Senza guardarmi troppo mi buttarono in una cella sudicia. Il letto non c'era nemmeno, c'era solo un mucchio di coperte sporche.

Uno dei due mi tenne fermo mentre l'altro mi slegava e mi legava una caviglia al muro.

Mi mollarono un altro pugno allo stomaco, che diede loro il tempo di uscire e chiudermi dentro senza che potessi fare qualunque cosa.

Li guardai allontanarsi con rabbia.

Non potevo più fuggire.

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