Capitolo Tre
Erano circa le sei del pomeriggio ed io mi trovavo nella mia camera, con il libro di francese sulla faccia, le gambe stese lungo il muro ed il busto sdraiato sul letto. Ero così stanca, sebbene non avessi capito una mazza di quella roba, era tutto così strano e probabilmente non l'avrei mai capito. La mia mente già pensava all'imbarazzo che avrei provato con Finn, che mi parlava in francese ed io che lo guardavo come se fosse un alieno. Soffocai un urletto, frustata da quella situazione. Mi tirai a sedere lasciando che il libro cadesse al suolo, incrociai le gambe riflettendo sul da farsi. Era proprio l'ora di uno spuntino. Mi alzai, noncurante del mio outfit, cioè pantaloncini corti di tuta e quel reggiseno sportivo della Calvin Klein, regalato da Serena, e mi diressi fuori dalla stanza, non prima aver aperto la finestra per far passare quella puzza di chiuso. Scesi le scale, ma poi le risalii di corsa, dovendo andare in bagno urgentemente. La porta della camera di mio fratello era socchiusa, allora decisi di dargli un po' di fastidio, entrando come un bisonte. Noah era sdraiato a torso nudo sul letto, con un joystick in mano e una faccia piuttosto sconvolta, sulla 'poltrona flaccida', come la chiamavo io, era seduto Finn, sempre sconvolto da me e dalla mia entrata. Entrambi non dissero mezza parola ed io restai lì, coperta dalla mia vergogna, a fissarli. Il riccioluto era arrossito, probabilmente per il mio abbigliamento, mentre mio fratello era scoppiato a ridere dopo una manciata di secondi.
-Su Finn! Non fare il prete, mi hai già vista in costume!- dissi per sdrammatizzare, ma non sembrò funzionare molto, dal momento che il moro arrossì ancora di più. Risi con mio fratello, per poi vedere che stavano giocando a Call Of Duty, amavo quel gioco, ma quell'idiota di Noah per un motivo o per un altro trovava sempre una scusa per non farmici giocare.
-In realtà no...- aveva sussurrato Finn, abbassando lo sguardo sulle sue mani. Ridacchiai nervosa, avvicinandomi al letto dove il biondo ancora se la rideva, era proprio un idiota senza alcun neurone. Come poteva un essere carino come Finn essere amico di un rincitrullito come Noah?
-Beh c'è sempre una prima volta, no?- dissi facendogli l'occhiolino, a volte mi divertivo a prenderlo in giro in quel modo, perché lui rimaneva sempre quel ragazzo timido e gentile nei miei confronti, mentre altri amici di Noah a volte ci provavano, spudoratamente, ma ovviamente io non me li filavo. Quest'ultimo avendo notato il mio gesto iniziò a scuotere ripetutamente il capo, in disaccordo.
-No, non esiste nessuna prima volta né con Finnocchio né con nessuno dei miei amici. Ed ora evapora, pulce.- disse cercando di buttarmi giù dal letto, vanamente. Cinsi il suo busto con le mie braccia ed intrecciai le nostre gambe, non volendo staccarmi. Assumendo una bellissima posizione a cozza, Noah iniziò a muoversi come un pesce appena buttato fuori dall'acqua. Io risi, sapendo che sarebbe stato più facile scollarsi una sanguisuga che me.
-Okay, che cosa vuoi?- mi chiese vedendo che non mi volevo allontanare neanche di un millimetro. In realtà non volevo nulla in particolare, ma ormai l'aveva chiesto ed in effetti c'erano svariati favori che gli avrei voluto chiedere. Finsi di rifletterci, il che lo fece innervosire e basta. Quando adoravo dargli fastidio? Decisamente troppo.
-Fatemi giocare con voi, per favoreee!- dissi sporgendo il mio labbro all'infuori come se fossi un cucciolo abbandonato, nel frattempo Finn ridacchiava dalla sua poltrona, assistendo a quella scena. Noah mi guardò alzando un sopracciglio, poi scosse il capo. Tentai di nuovo, ma nulla. Allora decisi di passare alle maniere forti, mi alzai dal letto, fingendo di andarmene, ma afferrai il telefono di Noah, posto sulla scrivania, e lo sbloccai, sapendo ormai la sua password, cioè uno, due, tre, quattro.
-Fammi giocare con voi o leggerò le tue chat con una delle tante a mamma.- esclamai sorridendo maleficamente. Noah diventò più bianco del mio top e Finn scoppiò completamente a ridere, gettandosi a terra e rotolando. Ridacchiai anch'io, quando mio fratello mi diede il suo joystick, facendomi fare una partita.
-Oh Wolfhard, ti farò il culo.- sussurrai sperando che lui mi sentisse. Ero molto competitiva su alcune cose e Call Of Duty era una di quelle. Ci tenevo a dimostrare ai due, ma soprattutto a Noah, che non ero una stupida sedicenne senza cervello, ma anch'io sapevo fare le loro cagate.
-Ne dubito, Schnapp.- rispose lui per poi far partire il gioco. Non starò qui a descrivervi i minimi particolari di qualsiasi azione, ma vi comunico semplicemente con grande dispiacere, che avevo vinto! Mi alzai in piedi facendo il mio balletto della vittoria, iniziai a muovere le braccia ed il sedere a tempo, come una stupida.
-Okay okay okay, Finn hai visto abbastanza. Evie, puoi andartene ora?- disse Noah riprendendo possesso del suo joystick e del suo letto. Finn arrossì completamente, dal momento che stava spudoratamente fissando il fondoschiena, non è per tirarmela o qualcosa del genere, perché io ero la prima ad avere gli occhi 'prosciuttati', ma era abbastanza evidente che il moro mi stesse guardando.
Ridacchiai notando il rossore sulle sue guance.
-Sei uno stronzetto, Noah!- esclamai io avvicinandomi all'amico. Entrambi mi guardarono confusi, mi accucciai, inginocchiandomi per essere alla sua altezza per poi stampargli un bacio sulla guancia sinistra. Alla fine lo consideravo uno della famiglia e non provavo imbarazzo nel fare certe cose a differenza sua, che arrossì ancor di più. Mi alzai sorridendo e facendo l'occhiolino a mio fratello per poi uscire dalla stanza.
-Finn, è mia sorella, cazzo, tieni i tuoi ormoni a bada.- urlò Noah dalla sua stanza, mentre io ridevo e mi dirigevo verso la mia. Entrando notai il libro a terra ed un casino assurdo, quindi decisi di dare una sistemata, mettendo un po' di musica. Dopo due orette avevo finito, giusto in tempo per la cena. Infilai una maglia lunga e scesi per mangiare, ma subito dopo aver finito corsi in camera, troppo stanca. Infatti mi addormentai in pochi minuti.
...
Se c'era una cosa che adoravo era spaventare le matricole o prenderli in giro, ovviamente nulla di troppo esagerato, niente a che vedere con il bullismo. Semplici scherzi che facevo anche a mio fratello. Adoravo farli soprattutto se il mio compagno di queste sventure era Michael. Avevamo preso un secchio pieno di panna montana e l'avevamo messo sopra lo stipite della porta dell'aula di chimica, dove partecipavano solamente quelli del primo anno. Io ed il biondo attendevamo dietro l'angolo che il malcapitato di turno aprisse la porta e si facesse una bellissima doccia di panna.
-Sarà esilarante, Ev!- esclamò eccitato il biondo al mio fianco. Io gli diedi una spinta che lo fece cadere, visto che eravamo già accucciati al suolo. Michael mi trucidò con lo sguardo, pronto a buttarmi a terra a sua volta, ma l'aprire della porta ci fece voltare immediatamente.
Il secchio cadde prima che potessimo capire chi fosse, la campanella era appena suonata quindi alcuni studenti erano già fuori, tutti quelli del corridoio si voltarono verso la porta: Mr Gortigan era coperto da testa a piedi di panna, si passò le mani sugli occhi per poter vedere.
-Chi... È... Stato?!- urlò entrando in escandescenza. Io e Michael eravamo sconvolti e divertiti da quella scena, capendo il rischio che stavamo percorrendo iniziammo a correre via, prima che ci potesse prendere ed uccidere, ma probabilmente a quello ci avrebbe pensato mia madre, se avesse ricevuto una chiamata dal preside in cui diceva cosa avevo combinato.
-Vieni qui! Entriamo nello spogliatoio!- disse il biondo afferrandomi per il polso, venni trascinata dentro la stanza, non potendo opporre resistenza. Non appena dentro tirammo un sospiro di sollievo, avendo appena rischiato la vita. Ci guardammo negli occhi per poi scoppiare a ridere come due matti, sebbene avessi il fiatone.
Dopo pochi minuti sentimmo qualcuno tossire, quindi ci voltammo per vedere tutta la squadra di football guardarci storto. Spalancai gli occhi vedendo che la maggior parte era in mutande e sicuramente altri anche nudi, Michael sicuramente era abituato a vederli così, ma io no, anche se non erano niente male.
-Schnapp, se volevi vedermi nudo, bastava chiedere.- esclamò Trevor Preston, nonché il ragazzo più playboy che la nostra scuola possa avere. Fisicamente non era messo male, era piuttosto carino, sicuramente l'avrei preso in considerazione se non fosse un completo idiota e non mi facesse venir voglia di spaccargli la faccia ogni volta che lo vedo.
-Preferirei vedere tuo padre nudo.- dissi fingendo un conato di vomito. Tutto lo spogliatoio scoppiò a ridere, mentre Trevor mi alzava il dito medio e tornava nelle docce. Io e Michael uscimmo da quel posto pieno di vapore acqueo, ma non prima aver visto Andrew sorridermi e farmi l'occhiolino. Per poco non mi misi ad urlare, okay avevo una crush per lui tempo fa, ma ad essere sincera non sono sicura che mi sia mai passata.
-Che cos'era quello, ragazza?!- disse Michael stringendomi un braccio intorno al collo, come di solito facevano i maschi. Io ridacchiai cercando di atteggiarmi come se non mi importasse, sebbene fosse tutto il contrario. Continuammo a camminare, accertandoci che Mr Gortigan non fosse nei paraggi, solo a pensare alla scena mi veniva da ridere.
-Beh... Reed è un pezzo grosso, ottima scelta!- disse ridendo Michael, gli diedi un pugnetto sul petto, che ovviamente non gli causò nulla se non ulteriori risate. Dopo un po' dovemmo separarci, poiché avevamo due lezioni diverse. Gli feci cenno di chiamarmi quando tornava a casa, dal momento che quel giorno sarei tornata con mio fratello.
Mi diressi rapidamente verso la classe di geometria, bussai, sapendo che la professoressa mi avrebbe uccisa. E dopo aver udito un 'Avanti' piuttosto scocciato, aprii la porta.
-Schnapp, quale buon vento la porta qui?- mi derise quella stron... Quella gran donna dell'insegnante, io le porsi le mie più 'sentite' scuse e mi diressi verso il primo banco libero che trovai. Non ero molto brava a geometria e quel giorno non avevo molta voglia di ascoltare, per questo mi rintanai nella mia mente a farmi i fatti miei per tutta l'ora.
Finalmente era giunta l'ultima ora. Io ero in bagno insieme a Serena, per fare un po' di gossip e per aggiustare il trucco. Potremmo sembrare delle idiote senza un minimo di sale in zucca, ma non siamo quel tipo di ragazze.
-Allora piccola Ev-Ev, con Andrew? Un uccellino mi ha detto che ti ha fatto l'occhiolino!- esclamò passando il lucida labbra color fragola. Io sorrisi abbassando lo sguardo, cercando il mio mascara nella borsa.
-Niente di che...- sussurrai dopo aver fatto un paio di passate, alla fine non ne avevo neanche bisogno, ma era giusto per sfuggire a quell'imbarazzo. Raramente mi imbarazzavo davanti a Serena, ma parlare di Andrew mi faceva sentire una dodicenne davanti alla sua prima cotta.
-Oh ma andiamo, Evie! Lo so che ancora nutri qualcosa per lui, non fare la preziosa!- disse dandomi una leggera spinta sulla spalla scoperta dalla mia maglia a maniche corte. Ridacchiai sapendo di essere stata scoperta, in effetti ero stata abbastanza ovvia, ma come ho già detto, sono una pessima bugiarda, soprattutto con le mie amiche.
-Forse... Ora sbrighiamoci, sennò Mr Gortigan ci ucciderà!- esclamai correndo fuori dal bagno, seguita da Serena e la sua risata contagiosa. Adoravo passare del tempo in suo compagnia, anche solo dieci minuti, perché era una ragazza così solare, simpatica e comprensiva, ovviamente nei suoi momenti NO aveva il peggior carattere del mondo, ma alla fine nessuno è perfetto, giusto?
Entrammo in classe e per fortuna non era ancora giunto il professore, ma dopo dieci secondi eccolo che arrivò nel suo completo grigio topo. Iniziò la sua lezione e cercai di prendere appunti, dopo neanche venti minuti Serena mi pizzicò il braccio, facendomi sussultare.
-Aia! Ma che ti prende?- le chiesi guardandola storto, le sorrise divertita passandomi un biglietto. Lo aprii e notai una scritta in penna 'Sabato Katie organizza una festa a casa sua, verso le 10pm. Andiamo? Ti prego ho bisogno di svagarmi un po', ovviamente chiederemo anche agli altri. Inoltre ho sentito che anche Andrew ci andrà...' Serena xoxo
Alzai lo sguardo verso di lei ridacchiando e vidi che aveva sporto all'infuori il suo labbro inferiore, non cambierà mai probabilmente. Scrissi un bel 'D'accordo' Evie xoxo e le ridiedi il foglietto. Sapevo che sarebbe stata una serata indimenticabile...
Spazio Me!
Hey Guysss! Come vaa?
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Byee
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