Capitolo Sette

Era doloroso e faticoso affrontare le lezioni di francese in penultima ora, soprattutto se la professoressa è una bisbetica con la voce che dà solo sonnolenza. Non credo di aver passato almeno una lezione a non dormire od a dover tenere gli occhi aperti forzatamente. Per fortuna insieme a me c'era sempre Cole, che con lui la risata era assicurata. Ma in una giornata come questa neanche una secchiata di ghiaccio avrebbe potuto svegliarmi dal mio sonno. Il lunedì semplicemente non faceva per me, non era il mio giorno preferito, né penso possa esserlo per qualcuno.

-Ms. Schnapp, è pregata di prestare attenzione alla spiegazione che le gioverà in futuro, più che mai quando fisserò la data dello svolgimento del compito.- solamente il suo modo di pronunciare ogni singola lettera mi faceva venire voglia di buttarmi di sotto, se non ci fossimo trovati al primo piano, probabilmente non mi farei abbastanza male da morire. Annuii assonnata, tenendo la testa tra le mani e provando a capire qualcosa in tutta quella ripetizione di parole ed intonazioni. Ma è francese o azteco? Guardai confusa la lavagna nera.

-Considera che hai lo stesso sguardo che avevo io quando ho scoperto che la vita sessuale di Mr Davis è più attiva della mia.- commentò sottovoce il mio amico al mio fianco. Mi voltai sconvolta e disgustata, mentre trattenevo un conato di vomito. Mi aveva portato alla mente immagini shoccanti e vomitevoli. Questa faceva parte della lista delle cose che nella non dovresti sapere, se vuoi continuare a vivere normalmente.

-Ew! Fai schifo, Cole.- risposi aprendo il quaderno di matematica che era pieno di disegnini, frasi, scarabocchi e mai di esercizi o spiegazioni. Forse era per questo che facevo così schifo in quella materia. Non ascoltavo mai la lezione, non svolgevo gli esercizi, non mi allenavo sulla pronuncia, né sull'apprendere le parole. Ecco spiegato la mia perenne insufficienza. Ma non avevo voglia di prendere ripetizioni, soprattutto da Finn, sarebbe stato molto imbarazzante, anche troppo. Quindi provai a concentrarmi ed a seguire la lezione.

-Se ti concentri poi non avrò nessuno che faccia schifo con me a francese e rimarrò solo a vita. E tu non vuoi questo, vero Evie?- sentii Cole dietro di me, il che mi fece sorridere. Sebbene non volessi abbandonare il mio amico di Facciamo-Schifo-In-Francese-Sempre-E-Per-Sempre, non potevo neanche rischiare di prendere ripetizioni e di venire uccisa malamente da mia madre.

-Se non vado bene al prossimo compito mia madre mi scuoia viva e dovrò prendere ripetizioni da Finn, quindi mi dispiace ma non ho intenzione di prendere un'altra insufficienza.- risposi appuntando quelle poche parole che riuscivo a captare e probabilmente erano anche scritte male. Cole sbuffò alle mie spalle, ma non proferì più parola. Dovevo ammetterlo, mi sentivo profondamente in colpa, però purtroppo avevo le mani legate, altrimenti me ne sarei sbattuta come avevo sempre fatto. Il pensiero di me che parlavo francese con Finn che era praticamente madrelingua mi imbarazzava da morire.
Per mia fortuna la campanella suonò dopo non molto, anche se avevo passato il resto del tempo con una smorfia confusa sul volto ed ancora molto assonnata. Sbuffai prendendo i libri ed uscendo rapidamente dalla classe, seguita da Cole ancora imbronciato.

-Daii! Ti puoi far aiutare da Beth in francese, lei eccelle in tutte le materie, magari ti può dare una mano.- dissi prendendolo sotto braccio, attenta a non far cadere nulla. Il moro camuffò un sorrisetto con uno sbuffo, ma non aggiunse altro. Forse ciò che provava Beth era ricambiato. Ma quando riportai la mia attenzione sul mio amico, lo colsi a fare l'occhiolino ad una moretta, che stava prendendo i libri dal suo armadietto. Come non detto.
Estrassi il cellulare dalla mia tasca per vedere quale fosse la mia prossima lezione, come vi avevo già detto in precedenza, non ho mai saputo il mio orario scolastico.

-Ho educazione fisica e tu?- dissi fermandomi davanti al mio armadietto e posando i libri, per poi guardare di nuovo il moro, che continuava insistentemente a fissare quella povera disgraziata. Sbuffai schioccandogli le dita davanti al volto, possibile che fosse così stupido e sciupa femmine?

-La solita guastafeste. Comunque mi spiace, devo andare a lezione di chimica. Ci vediamo all'uscita, Ev.- disse prima di andare via, più precisamente verso la ragazza di prima. Più che chimica qui si parla di anatomia. Ridacchiando per la mia stessa battuta squallida, mi diressi verso la palestra, onestamente non ricordavo se ci fosse qualche mia amica o magari Michael, il mio salvatore. Entrai nello spogliatoio e mi diressi verso il mio armadietto.

-Ho sentito che l'altra sera Noah ha spaccato in due la faccia a Zach. Adesso sta all'ospedale, ma non si sa perché lo abbia fatto. Resta comunque un figo da paura, da lui mi farei fare di tutto.- udii qualche ragazza parlare. Dovevo aspettarmelo, una rissa del genere non poteva passare di certo inosservata. Sbuffai, sbrigandomi, non volevo sentire altro, altrimenti avrei risposto a tono e non mi sembrava il caso. Infatti da quella sera non parlavo molto con mio fratello, forse perché ero ancora arrabbiata, anzi, furiosa con lui oppure perché avevo altri pensieri per la testa, prima tra quali Andrew. Non mi aveva più scritto dopo la festa ed avevo iniziato a pensare che se la fosse presa perché non gli avevo risposto al messaggio, ma sarebbe stato troppo infantile.

-È dovuto intervenire Finn per dividerli. Da quando ha iniziato a fare palestra ha messo su un bel po' di muscoli, e devo ammettere che mi farei fare qualsiasi cosa da lui.- aprì bocca un'altra ragazza e mi trattenni dal vomitare. Non riuscivo ad immaginarmi Finn mentre fa certe cose, era abbastanza rivoltante come cosa, soprattutto perché ormai era di famiglia.
Finii di allacciarmi le scarpe e corsi fuori dallo spogliatoio, non volendo sentire altro. Giunta in palestra vidi Mike chiacchierare con un paio di ragazzi e, sorridente, mi avvicinai.

-Chi sono?- domandai tappandogli gli occhi con le mie mani ed interrompendo la loro conversazione. Il biondo ridacchiò e spostò le mani, per poi voltarsi verso di me. Sbuffai contrariata, era impossibile fargli degli scherzi, ma quelli che facevamo insieme erano superbi.

-Ti odio, sappilo.- sbuffai mentre la professoressa ci richiamava in cerchio per parlare. Mi presi qualche secondo per osservarmi intorno e capire con chi avessi la lezione in comune. Nessun volto familiare, tranne Georgia Robin, una tra le ragazze meno tollerabili su questo mondo, a mio parere. Mi ero quasi dimenticata di lei, visto che negli ultimi giorni era stata assente a causa del suo viaggio ad Abu Dhabi con suo padre e la sua nuova matrigna. Se non fosse per il fatto che era ricca sfondata ed aveva un viso da rivista Vogue, probabilmente nessuno l'avrebbe sopportata. Ma fortunatamente non mi facevo ingannare da due paia di occhioni blu mare e persistevo nel provare un odio puro nei suoi confronti, totalmente giustificato. Io e lei non ci eravamo mai sopportate e forse questa era una delle poche costanti nella mia vita. Questo astio andava avanti da anni, dalla terza elementare, credo, quando mi versò addosso il mio succo alla pera. Da lì fu guerra dichiarata e non ci fu anno, mese, settimana, giorno od ora che non passassimo ad odiarci.

-Che fai, non saluti la tua amica che è tornata dal suo viaggio terapeutico in Turchia? Che maleducata!- mi sussurrò da dietro Michael, facendo scappare una risatina e beccandomi un'occhiataccia dalla professoressa. Michael e la geografia non erano mai andati d'accordo, un po' come me e Georgia. Credo che lui sia stato l'unico a non avere avuto nessun precedente con lei, forse per rispetto nei miei confronti o forse perché non era il suo tipo. Fatto sta che gli ero infinitamente grata, altrimenti quell'imbecille avrebbe passato la sua intera vita a rinfacciarmelo, come con mio fratello. Ew. Tentai di cacciare via dalla mia mente l'immagine di quei due che si baciano, era molto disgustoso.

-Mike, non per essere pignola, ma Abu Dhabi sta negli Emirati Arabi, non in Turchia.- dissi iniziando a correre. Riuscii comunque a sentirlo sbuffare, 17 anni ed ancora non sapeva le basi della geografia.
Fummo costretti a correre in cerchio come cavalli per i successivi dieci minuti, uno strazio, soprattutto se avevi al tuo fianco Michael, che faceva di tutto per farmi ridere e perdere il ritmo.

-Ancora mi devi raccontare di te ed Andrew, non pensare che me ne sia dimenticato.- disse facendo stretching. Arrossii al solo pensiero, ma poi mi ricordai di come stavano realmente le cose, non mi aveva più scritto e sfortunatamente non avevo abbastanza coraggio di farlo io. Inoltre non lo avevo ancora visto dalla festa, forse mi stava evitando o molto probabilmente aveva una vita sociale da mantenere a differenza mia, che passavo le mie intere giornate a torturarmi con i miei medesimi pensieri.

-Schnapp, stia attenta! Non mi sembra che eccella nella pallavolo.- mi richiamò la professoressa, facendo voltare tutti i presenti. Annuii stringendo i denti, perché i professori dovevano avere così tanto potere nei nostri confronti? E perché dovevano essere costantemente frustrati? Come se nulla nella loro vita andasse nel verso giusto. Non ti ho mica detto io di fare un lavoro così di merda.
Portai di nuovo la mia attenzione tra noi comuni mortali, per fortuna io e Michael eravamo nella stessa squadra, mentre Georgia 'Mi credo la Madonna' Robin era in quell'avversaria. Ci voleva un po' di sana competizione. Anche se conoscendola, non sarebbe stata in grado di fare neanche la raccatta palle.
Mike fu il primo a battere, segnando immediatamente un punto, dal momento che quelli dell'altra squadra non stavano prestando attenzione. Andammo avanti così per altri quattro punti, poi qualcuno si degnò di prenderla e fare un palleggio.
Per tutta la partita Georgia non aveva preso una palla, fortunatamente. Mancava l'ultimo punto e poi avremmo vinto, bastava solamente che lei non si muovesse e non la toccasse e poi avremmo finalmente gioito. Tutto sembrava andare in moviola, la palla che volteggiava in aria, gli occhi di tutti su di essa e Georgia con il suo solito sguardo disinteressato. Ero già pronta ad esultare, quando quell'imbecille di una ragazza decise, per la prima volta in sedici anni di vita, di toccare la palla. Non era né un palleggio né un backer né una schiacciata, era un qualcosa di indefinito, una mossa contorta delle braccia, in una partita ufficiale sarebbe stato fallo, ma ovviamente non eravamo alle Nazionali e la nostra professoressa non gliene importava molto. Accadde tutto velocemente e prima che io potessi realizzare la palla mi colpiva in pieno viso, facendomi indietreggiare ed inciampare sui miei stessi passi. L'unica cosa che sentii fu il fischietto di Mrs Rodriguez e poi tutti quanti mi furono attorno. Mi portai una mano al naso dolorante, per fortuna niente sangue, eccetto per quello che mi stava ribollendo nelle vene. Possibile che su sei giocatori avesse dovuto prendere proprio me? Non è mai stata capace di indirizzare una palle ed adesso tutto d'un tratto era diventata una giocatrice professionista?

-Schnapp, sta bene? E voi, stupidi imbecilli, fatevi indietro, così la soffocate!- udii la professoressa urlare, aprii gli occhi, precedentemente chiusi per la caduta e per la botta. Il naso mi faceva un male cane e speravo con tutta me stessa che non avesse subito variazioni, altrimenti le avrei seghettato tutte le sue stupide borse di marca. Guardandomi intorno vidi tutti i miei compagni indietreggiare, ma continuare a fissarmi, come se fossi un qualche animale da circo. Imbecilli.
Dal suo canto, Georgia era in un angolino, nascosta tra i più alti, a ridacchiare della mia performance. Brutta anatra spennacchiata, adesso ti faccio ridere io, ti stacco tutti i capelli e ci faccio una bambola per la mia vicina di casa.

-Schnapp!- mi richiamò la professoressa, risvegliandomi dai miei pensieri omicidi. Sussultai dallo spavento. Ero veramente concentrata sui miei stessi pensieri da non aver prestato attenzione a lei ed alla sua domanda.

-Sto bene, prof. Non si preoccupi.- dissi alzandomi in piedi, pessima idea, perché mi sentii subito le vertigini e per qualche secondo la mia vista divenne offuscata. Mi ero alzata troppo velocemente, da brava idiota quale ero. Barcollai prima di ritrovare l'equilibrio e riuscire di nuovo a vedere il mondo intorno. Subito scorsi quella sottosviluppata di Georgia ridacchiare, quanto poteva essere fastidiosa e disturbante la sua risata? Tanto, fidatevi.

-Prof, l'accompagno in infermeria? Sa... Schnapp tende a minimizzare le cose e probabilmente tra qualche attimo inizierà a perdere sangue dal naso. Si fidi: non è un bello spettacolo.- si intromise Michael prendendomi sotto braccio, come se stessi per cadere di nuovo. Lo fulminai con gli occhi, sapendo esattamente cosa stesse facendo e non parlo solamente del fatto che mi stava ridicolizzando davanti a tutti i presenti, ma inoltre mi stava usando come scusa per non fare educazione fisica. Alle volte mi domandavo come facesse ad essere così magro quando odiava così tanto l'attività fisica.

-Va bene, Krause. L'accompagni in infermeria, ma solo per questa volta e solo perché non voglio pulire il suo sangue.- disse minacciosa con un dito all'aria. Michael annuì come un bimbo il giorno di Pasqua e poi mi trascinò via dalla palestra, facendomi incespicare sui miei stessi passi. Uscimmo dal corridoio degli spogliatoi e poi continuammo a camminare vaghi, non avendo intenzione ovviamente di andare in infermeria.

-Ammettilo che ti ho salvato il culo, sai che nervi stare un'altra mezz'ora con Miss HoLaPuzzaSottoAlNaso. Sono il migliore amico dell'anno.- iniziò ad elogiarsi come un imbecille, cosa che, tengo a precisare, era. Gli diedi un buffetto dietro il collo, facendolo sbuffare. A volte riusciva veramente ad essere un moccioso, ma gli volevo bene lo stesso. Tuttavia riusciva a riscuotere tanto successo tra le ragazze, ma sembrava non curarsene, forse è perché i ragazzi sviluppano più tardi.

-Prima nello spogliatoio ho sentito delle ragazze parlare di mio fratello e delle sue gesta eroiche e di come lo rendessero appetibile a quelle morte di fame. Devo dire che è stata una delle cose più disgustose di sempre, seriamente.- dissi mentre svoltavamo l'angolo, vidi a metà corridoio, appoggiato ad un armadietto, Andrew mentre parlava con un paio di amici. Mi freddai sui miei stessi passi, non ci eravamo più parlati dalla sera della festa e, sebbene fosse passato solo un giorno, mi sembrava che la situazione fosse diversa. Forse ero solo io ad essere paranoica. Mike notò il cambio di comportamento all'istante e mi guardò confuso per poi capire.

-Perché non vai a parlarci? Io... Vado a prendere una Coca-Cola... Sta arrivando.- sussurrò quell'imbecille prima di abbandonarmi al mio triste destino. Lo fulminai con uno sguardo, mentre si allontanava velocemente verso la direzione sbagliata. Presi un grosso respiro, prima di voltarmi con un sorriso timido sulle labbra. Andrew era bello come sempre, ovviamente. Indossava dei semplici skinny blu ed una maglia nera attillata, da non dimenticare le sue solite Converse nere rovinate dal tempo. Mi sorrise mentre si avvicinava. Dio, aiutami tu!

-Hey!- mi salutò sempre col sorriso stampato sulle labbra perfettamente rosee e piene che mostravano leggermente una fila di denti bianchi ed allineati. Dio mio qualcuno me lo tolga da davanti.

-Hey.- dissi sentendo le mie guance riscaldarsi, era meglio quella sera al locale, quando non si potevano scorgere bene le tonalità delle mie guance. Adesso mi sentivo denudata davanti a questo metro ed ottanta di pura bellezza divina. Non appena fu completamente davanti a me potei odorare il suo profumo, che mi stordiva.

-A quanto pare tu e Michael siete molto stretti, l'ho notato anche sabato sera mentre ballavate. State insieme da tanto?- domandò con un leggero cipiglio che gli piegava la fronte e per poco non gli scoppiai a ridere in faccia. Come poteva aver mai pensato che io e Mike stessimo insieme? Sarebbe come pensare che Troye Sivan possa essere etero: impossibile. A volte desidererei essere un maschio anch'io, giusto per avere una gioia nella vita.

-Nono, io e Mike non stiamo insieme. Non penso potrebbe mai accadere una cosa del genere, è più probabile che io abbia una storia con Paige che con Michael, fidati.- ridacchiai imbarazzata e facendolo arrossire. L'avevo forse messo in imbarazzo? Brava stupida. Restava comunque bellissimo, nonostante le guance di un rosato abbastanza visibile.

-Oh...Uhm scusami, pensavo che... Cioè voi siete sempre insieme, quindi ho creduto che... Non importa, meglio così, no? Comunque qual è la tua scusa per stare fuori dalla classe a parlottare con un fallito come me?- disse cambiando discorso talmente in fretta da non darmi il tempo di elaborare le sue parole, meglio così? Cosa stava significare? Avrei voluto chiedergli spiegazioni, ma ormai sembrava quasi essersi dimenticato della questione precedente quindi lasciai perdere.

-Storia lunga e per niente divertente, tu invece? Morivi dalla voglia di vedere una povera sfigatella come me?- scherzai sperando in una risposta che mi avrebbe gradito. Rise socchiudendo gli occhi e facendomi sentire qualcosa nel mio stomaco, menomale che la cotta era bella che passata, vero Evie?

-Forse volevi dire una bella ragazza come te. Comunque hai proprio indovinato, speravo di incontrarti per chiederti una cosa.- si fermò come se si aspettasse che io dicessi qualcosa, a io non potevo fare altro che sorridere gioiosa davanti ai suoi complimenti. Forse dopo tanti anni di sfiga, Dio aveva deciso di graziarmi e mandarmi un Andrew in carne ed ossa da sposare. Tornando alla realtà i suoi occhioni verdoni mi bruciavano sulla pelle, facendomi sentire in fiamme. Io non ero così, perché mi rendeva così vulnerabile?

-Che ne dici di uscire un giorno di questi? Magari a prendere un frappè o qualsiasi altra cosa, avrei bisogno del tuo aiuto in storia.- disse adagiandosi contro gli armadietti. Ridacchiai, era riuscito a cambiare da imbarazzato a spavaldo in un battito di ciglia. Andrew era decisamente pieno di sorprese e questo non poteva far altro che piacermi. Finsi di pensarci toccandomi il mento con l'indice e riuscii a notare che la mia indecisione lo stava facendo traballare, forse perché si aspettava un sì immediato e non avevo torto.

-Lo sai che abbiamo due programmi di storia completamente diversi, vero? Sei pessimo con le scuse.- lo ripresi scuotendo il capo. Io ero al terzo anno e lui all'ultimo, il che significava che era due anni dopo di me e che sicuramente era molto più avanti in storia. Non era il migliore con le balle, a differenza mia. Mi morsi il labbro volendo tirare le cose per le lunghe: morivo dalla voglia di uscire con lui, ma allo stesso tempo volevo fargliela sudare quest'uscita, giusto per dimostrargli che non ero una facile.

-Lo prendo come un sì?- chiese sporgendosi in avanti con occhi speranzosi e mi trattenni dal dargli un buffetto sul naso scherzosamente. Era troppo vicino per potermi permettere di ragionare normalmente e razionalmente come provavo a fare quasi sempre, fallendo quasi ogni volta.

-Prendilo come un no, non ti avvicinare a mia sorella, a meno che tu non voglia fare la stessa fine del tuo amico Zach. Adesso ciao ciao, caro.- giustamente doveva esserci sempre mio fratello a rovinare la mia vita sentimentale, ottimo...

Spazio Me!

Heyyyyyy, come state? Spero bene, so che è da molto che non aggiorno, ma here I am, con un nuovo capitolo e nuovi drammi.

Che ne pensate di Andrew? E di questo presunto appuntamento? Fatemi sapere tutto con un commento e magari nel frattempo lasciate anche una stellina please.

Byee

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