Capitolo Sei
In sedici anni di vita ho vissuto tante esperienze, ho conosciuto tante persone, alcune le ho amate, altre le ho odiate ed altre ancora le ho prima amate e poi odiate o viceversa. Molte persone le ho perse durante il tempo, altre le ho ritrovate, a volte perdendole di nuovo. L'unica persona che ho sempre avuto al mio fianco e quando dico sempre, intendo sempre, è mio fratello. È quel tipo di persona di cui non mi sarei mai stancata probabilmente, quel tipo di persona che ti fa smettere di piangere per farti ridere, quel tipo di persona che farebbe di tutto per coloro che ama, quel tipo di persona che mi ha salvato il culo tante volte. Lui c'era quando la notte piangevo, lui c'era quando io e mia madre litigavamo, lui c'era quando non avevo amici e lui c'era quando stavo male. Non mi ha mai voltato le spalle, mai. Era una spalla su cui piangere, un abbraccio in cui stringersi, un sorriso in cui rifugiarsi, una risata in cui cadere e un fratello da amare.
Per questo motivo probabilmente mi ritrovavo nella macchina Finn, al fianco di mio fratello, mentre provavo a farlo calmare.
-Noah, adesso ti calmi, bevi quest'acqua ed appena siamo a casa fili a letto. Senza ma e senza se.- dissi porgendogli la bottiglia d'acqua, trovata nell'auto. Finn ridacchiò, guardandoci dallo specchietto retrovisore ed io lo fulminai, non c'era nulla di divertente in tutto quello, soprattutto perché probabilmente i nostri genitori ci avrebbero sbranati appena tornati a casa, quindi Noah doveva tornare in sé il prima possibile. Altrimenti addio vita.
-Evieee! Quanto sei bella, sorella mia! Siamo sulla macchina del tempo di zio Tom?!- esclamò il biondo cenere spalancando gli occhi entusiasta. Io sbuffai, volendo solamente scoppiare a piangere e lasciarmi morire in un angolino. Però il buon senso tornò immediatamente, lo afferrai per le spalle, visto che aveva iniziato a rotolarsi, sempre se fosse possibile in quell'auto, ed a combinare guai. Lo feci voltare verso di me, sentendo di star esaurendo la pazienza.
-Noah Schnapp, a meno che tu non voglia vedere le tue palle appese al muro della tua camera, ti consiglio vivamente di iniziare a bere questa cavolo d'acqua. O giuro su Dio che ti castro e poi ci gioco a biliardo!- urlai guardandolo negli occhi. Se non fosse stata per la situazione probabilmente sarei scoppiata a ridere: La sua espressione era cambiata da divertito a spaventata nel giro di pochissimi secondi e prima che potessi fare una delle cose appena dette, afferrò la bottiglia, tracannandosi il contenuto. Sorrisi soddisfatta, lasciandomi cadere contro il sedile della macchina. Guardandomi intorno notai i sedili in pelle leggermente rovinati e gli sportelli facevano un rumore fastidioso qualvolta li si apriva, per non aggiungere di quante volte l'automobile si era fermata in mezzo alla strada. Finn doveva assolutamente cominciare a pensare di ricomprarsela.
-Finn, se vuoi facciamo una colletta e ti aiutiamo a comprare una nuova auto perché questa sta cadendo a pezzi, amico.- dissi guardando disgustata i pacchetti di merendine sotto il sedile del guidatore, alcuni pacchetti di sigarette e un bong con la faccia di Bob Marley. Fui tentata di afferrarlo, ma poi ci ripensai: chissà cosa ci avevano fatto. In effetti non mi sarei mai aspettata che Finn Wolfhard, lo stesso Finn Wolfhard di quando era arrossito vedendomi in intimo, fumasse e possedesse addirittura un bong. Doveva essere tutta colpa di mio fratello.
-Eccoci qua. Ti serve una mano con lui?- chiese il diretto interessato, fermandosi a qualche metro di distanza da casa mia e voltandosi verso di noi. Posai lo sguardo su Noah al mio fianco e notai che era completamente collassato, possibile che si fosse addormentato in così poco tempo? E soprattutto in un catorcio come quello del suo migliore amico che ad ogni dosso balzavamo fino a romperci l'osso sacro? Sospirai, annuendo. Non ce l'avrei mai fatta a trasportare Noah senza fare rumore e senza cadere almeno un paio di volte.
Scendemmo contemporaneamente dall'auto per poi spostarci verso lo sportello del biondo, aprendolo ed afferrandolo. Puzzava di alcool, sangue e sudore. Dio, ma era venuto ad una festa od a un incontro di wrestling? Lo presi sottobraccio insieme a Finn, che. in si curò neanche di chiudere a chiave la macchina. Come se qualcuno volesse rubarla. Ridacchiai mentalmente alla mia stessa battuta, senza farmi di vedere dall'altro. Arrivati davanti alla porta di casa, aprii la piccola borsa che mi ero portata, cercando le chiavi che fortunatamente trovai dopo poco tempo. In casa tutte le luci erano spente, segno che i miei genitori erano andati a dormire, per fortuna. Feci cenno a Finn di avanzare, sperando che Noah collaborasse più da dormiente che da sveglio. Ci dirigemmo verso le scale, che portavano sia alla mia camera sia a quella di mio fratello. Lo ripresi sotto braccio, subito dopo aver chiuso la porta di ingresso ed iniziammo a salirle.
Quasi alla fine Noah si sbilanciò verso di me, facendomi sbattere l'anca contro il corrimano. Mi morsi il labbro inferiore, per trattenere un'imprecazione, talmente tanto che sentii il sapore del sangue sulla lingua. Fottuto Noah.
-Vieni, buttiamolo sul letto e poi chiudiamo la porta.- sussurrò quasi impercettibilmente Finn, che sembrava aver notato il piccolo inconveniente di poco fa e voleva gettare mio fratello al letto il prima possibile. Giunti davanti alla porta della sua camera, il moro l'aprì con una pedata, altre due falcate e riuscimmo a liberarci di quel peso morto di Noah. Sospirai sollevata, pesava veramente tanto. Prima di potermi sedere, ormai stremata, decisi di prendere un secchio, conoscendo mio fratello avrebbe vomitato durante la notte.
-Ci tieni veramente tanto, eh.- disse con un filo di voce il riccio, notando tutta la mia premura nei confronti di quell'encefalitico di mio fratello maggiore. Non appena riuscii a sistemarlo per bene, tornai al suo fianco.
-Che ci posso fare? È sempre mio fratello.- dissi facendo spallucce e dopo avergli dedicato un'ultima occhiata, chiusi la porta alle nostre spalle, sperando che per quella notte avesse finito di combinare guai. Finalmente riuscii a riportare lo sguardo sul volto di Finn, notando solo in quel momento del sangue secco lungo la guancia e sul labbro inferiore.
-Dio, Finn. Sei ferito. Vieni.- dissi afferrandolo per la mano e portandolo nella mia camera da letto. Ci mancava solo un altro ferito, perché mio fratello non imparava ad infilarsi le mani su per il naso? Sempre il solito imbecille.
-Sto bene, veramente. Inoltre vorrai riposare, è tardi, sono le tre del mattino. Se i tuoi ci dovess- lo interruppi prima che potesse dire altro, non avevo intenzione di lasciarlo in quelle condizioni, sebbene non fossero critiche come quelle dell'altro con cui Noah si era pestato. Al solo pensiero mi tornarono i brividi.
-Stai zitto e fermo, vado a prendere dell'ovatta e del disinfettante. Non ti muovere o ti scuoio vivo.- dissi puntandogli un dito contro, provando a sembrare minacciosa e sembrò funzionare perché Finn annuì, sussurrando un 'Sì, signora' che mi fece ridacchiare, ma non appena fui in corridoio mi cucii la bocca e, in punta di piedi, mi diressi verso il bagno, sperando con tutta me stessa di non svegliare né i miei genitori né Noah. Perché Noah sveglio equivale a genitori svegli e a sua volta equivale a tre anni di punizione.
Giunta a destinazione senza aver svegliato nessuno, trovai velocemente quello che cercavo e ritornai in camera.
Come pensavo Finn era ancora seduto sul letto, con lo sguardo che si spostava da una parte all'altra della stanza buia.
-Eccomi. Adesso questo farà un po' male, se devi lamentarti ti do qualcosa da mordere.- dissi imbevendo il batuffolo di cotone con del disinfettante. Finn ridacchiò, ma declinò l'offerta. Iniziai a tamponare la piccola ferita sulla guancia e sentii il ragazzo sotto di me fremere dal dolore. Io gli lanciai un'occhiata alla 'Te l'avevo detto.', ma lui non aggiunse altro. Continuai per altri secondi, per poi finire di disinfettare la guancia, passando successivamente al labbro inferiore. Finn aveva decisamente delle labbra fantastiche, erano piene e piccole, quel tipo di labbra che ti verrebbe voglia di baciare, se non fosse per quel piccolo taglio, che, in fin dei conti, non le guastava nemmeno.
-Ho quasi fatto...- sussurrai quasi incantata, sentivo il suo sguardo che mi metteva estremamente in soggezione. Mi stava fissando ed io odiavo quando la gente mi fissava. Finii anche di medicare il labbro e riportai la mia attenzione sui suoi occhi, che mi stavano già guardando, come avevo detto prima. Ci fu un lasso di tempo in cui nessuno dei due aprì bocca, ci fissavamo e questa cosa mi faceva sentire strana. Che cosa ci stava succedendo? Io ero la sorella di Noah e Noah era il suo migliore amico, il che rendeva entrambi off-limits. Eppure le sue labbra rosee e gonfie erano lì, ad un centimetro di distanza (c'eravamo avvicinati?) e sembravano volermi tentare e il suo sguardo persistente non aiutava affatto. Deglutii provando a placare i miei stessi spiriti bollenti, quando l'immagine di Andrew apparve nella mia mente e mi scansai in un batter d'occhio. La situazione divenne imbarazzante ed insostenibile.
-Beh... Dovrei aver finito.- dissi spostando lo sguardo altrove, sarebbe stato imbarazzante parlare ancora con lui. Sentii Finn alzarsi, anche lui imbarazzato. Dio, ma cosa stavo per fare? Baciare il migliore amico di mio fratello? Andiamo, Evie, no! Conosci Finn da sempre, è come un cugino ormai.
-Grazie ancora... Beh... Allora sì, io uhm... Io vado. A domani Ev.- disse il moro allontanandosi, non prima di avermi depositato un bacio casto sulla guancia, che mi fece fermare dal sistemare il cotone in modo nervoso. Arrossii fino alle punte dei capelli e ringraziai il buio per non farlo notare. Finn uscì dalla stanza ed io mi buttai a peso morto sul letto, volendo picchiare da sola. Che cazzo era quello? Perché non poteva starsi fermo ed andarsene? Dio santo. Sospirai afferrando il cellulare, provando a distrarmi, quando notai una notifica.
Da: Numero Sconosciuto
Buonanotte, Evie.❤️
XxAndrew
Appunto, ci mancava solo questo. Spensi il cellulare senza nemmeno rispondergli, per poi affondare il volto nel cuscino, volendo scomparire per i successivi dieci anni. In poco tempo mi addormentai ancora vestita...
Spazio Me!
What's up?!
Che ne pensate di questo capitolo? Vi è piaciuto?
Stellinate e commentate pleasee
Byee
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