Capitolo Otto
Erano passati quattro giorni da quando io ed Andrew avevamo parlato ed adesso ogni volta che provava ad avvicinarsi, appariva magicamente Noah che mi faceva da cane da guardia. Avevo paura che prima o poi si sarebbe stancato di questa situazione e mi avrebbe lasciata perdere.
Non da dimenticare che ero più che furiosa con quella sottospecie di fratello che avevo, non riuscivo neanche a mangiarci insieme senza che mi venisse voglia di ucciderlo.
Una volta avevo letto su un post della regola delle 72 ore: se dopo 72 non ti importa più, non te n'è mai importato. Ho atteso quattro ed ogni giorno sembravo essere sempre più arrabbiata, il che significava solamente una cosa: era ora di vendetta. Non poteva pensare di immischiarsi nella mia vita sentimentale e pensare di poter dettare legge, non dopo tutte le volte in cui gli avevo salvato il culo, da non dimenticare l'ultima, cioè alla festa.
Dovevo trovare un modo per infastidirlo almeno un briciolo di quanto lui stava infastidendo me. Che cosa lo farebbe impazzire? Una specie di punto debole...
-Riesco a vedere le piccole rotelle del tuo cervello che si muovono. A cosa stai pensando?- chiese Michael addentando il suo Chicken Burger. Lo guardai torva inzuppando letteralmente una patita nel ketchup, mentre ormai tutta l'attenzione del gruppo era stata spostata su di me. Forse mi avrebbero potuta aiutare nei miei piani malvagi contro Noah.
-Sputa il rospo, Schnapp.- insistette Paige, masticando a bocca aperta il suo panino. Feci una smorfia di disgusto, questa ragazza era tanto bella quanto disgustosa quando ci si metteva. Sospirai per poi iniziare a raccontare le vicende, sebbene Michael avesse notato già dei comportamenti strani tra me, Noah ed Andrew. Alla fine del discorso tutti erano a bocca aperta, nonostante ormai conoscessero quel rincitrullito di mio fratello.
-Anch'io sarei molto protettivo nei confronti di mia sorella, se ce l'avessi, ma tuo fratello è veramente esagerato. Deve odiarlo profondamente. Chissà cosa sarà successo tra i due...- Cole fu il primo a parlare, mentre si toccava il mento ed assumeva la sua espressione da pensatore imbecille, che mi fece sorridere. In effetti non capivo proprio perché Noah non volesse che uscissi con Andrew, era vero: non voleva che uscissi con i ragazzi in generale, ma non si era mai fatto problemi con Cole e Michael, ed in teoria anche loro erano ragazzi, almeno credo.
-Se fosse mio fratello lo ucciderei, anzi no! Gliela farei pagare con una vendetta con i fiocchi!- si fomentò Serena con occhi sognanti, mi ricordavo che per un periodo, molti anni fa, forse anche medie, lei aveva avuto una cotta per mio fratello, che non ho mai capito in realtà, forse il fascino del ragazzo più grande, ma restava comunque il fatto che era un idiota, persino ad allora.
-Infatti voglio vendicarmi, ma non so come. Non riesco a trovare qualcosa che lo possa fare infuriare così tanto...- sbuffai sprofondando nella mia sedia, mentre mi portavo il mio the al limone alla bocca, giusto per masticare la cannuccia. Era dalla mattina che mi stavo scervellando per pensare a qualcosa di geniale, ma fino ad allora ancora zero idee.
-Potresti mettergli un ragno nel letto o riempirgli il tubetto del gel con dell'olio d'oliva.- propose Michael, venendo appoggiato da Cole. Erano buone idee, ma non abbastanza. Doveva essere un vero e proprio colpo basso, qualcosa che l'avrebbe fatto infuriare da matti, ma che non avrebbe potuto reagire.
-Restringigli tutti i vestiti. Sarei curiosa di sapere come verrebbe a scuola.- propose Paige ridacchiando, sorrise all'idea, ma non era abbastanza, qualcosa di più perfido, più malvagio. Dovevo pensare più in grande, dovevo pensare come Georgia, la regina delle cattiverie. Che cosa sarebbe la peggior vendetta da azionare?
-Fai qualcosa che lui non voglia che tu faccia. Non so tipo... Uscire con i suoi amici o provarci?- parlò Beth togliendo i cetrioli dal suo panino. Spalancai gli occhi, eureka! Avevo avuto l'idea del secolo! Mi alzai dal tavolo ed andai ad abbracciare Bethany, come se avesse trovato un modo per chiudere il buco nell'Ozono. Tutti mi guardavano confusi non capendo le mie azioni, perciò dovetti spiegargli tutto.
-C'è solamente una cosa che potrebbe infastidire Noah più dell'idea di me ed Andrew insieme: me e Finn insieme. Perciò dovrò trovare un modo per rimanerci insieme più del necessario, a tal punto Noah darà di matto ed io mi godrò la scena. Ora devo solo trovare il modo per rimanere da sola con lui. Beth, sappi che sei un fottuto genio!- esclamai eccitata. Tutti sembrarono capire e tornarono a concentrarsi su come fare. In quale occasione rimanere con Finn almeno un'ora non sarebbe sembrato troppo strano e programmato? Nel frattempo vidi fuori dal Mc Donald's Andrew, stavo per alzarmi ed andarlo a salutare, ma una ragazza si avvicinò a lui con fare civettuolo. Sentii il sangue ribollirmi nelle vene, a quest'ora sarei potuta essere io quella. Strinsi i denti ed i pugni ancora di più quando realizzai che quella ragazza era Georgia, Dio mio possibile che quella donna fosse sempre in mezzo?
Riuscivo a vedere da qui come stesse facendo la casca morta, eppure lui sembrava non notarlo oppure non gli dispiaceva. Il pensiero di quei due insieme mi faceva dare di matto, no questa volta non glielo avrei permesso. Andrew non sarebbe stato suo.
E fu in quel momento che mi venne un altro colpo di genio che, ahimè, era l'unica soluzione: dovevo prendere quelle dannate ripetizioni.
-Devo andare, scusatemi. Poi vi spiego, a domani!- mi alzai di scatto prendendo il mio zaino ed il mio cellulare, lasciando tutti i miei amici confusi e senza parole, beh in effetti a volte mi comportavo come una fuori di testa e forse non ne ero tanto diversa da ciò. Uscii dal fast food per poi voltarmi a vedere Andrew e Georgia, quest'ultima gli si stava avvicinando fin troppo. Scommettevo un miliardo di dollari che lo aveva fatto di proposito, sapeva che li avrei visti e sapeva che avrei dato di matto. Brutta viziata dei miei stivali...
Se prima ero insicura sul mio piano adesso non aspettavo altro, solo per poter allontanare quella scimmia dal mio Andrew, che fortunatamente mi notò e mi rivolse un sorrise dolce, che ricambiai. Oh Andrew, come vorrei esserci io al posto di quella barbie.
Prima che compissi atti di cui mi sarei pentita mi diressi verso la fermata del bus, mentre rimuginavo sui dettagli del mio piano geniale. Wow mi spaventavo da sola, certe volte riuscivo ad essere veramente perfida. Oh se Noah si sarebbe infuriato, oh sì.
...
Ero tornata a casa da qualche ora e, come ogni giorno, Noah e Finn erano rinchiusi in camera a fare Dio solo sa cosa. Dovevo trovare il modo di allontanare Noah per almeno dieci minuti, ma non sapevo come. Questa vendetta era più impegnativa di quanto pensassi.
Ero abbastanza sicura che stessero giocando con la play, quindi se accidentalmente fosse saltata la corrente, Noah sarebbe stato costretto ad andare a vedere. Mio Dio, ero veramente un fottuto genio del male!
Mi alzai dal letto scendendo le scale il più silenziosamente possibile, fortunatamente quel giorno non c'era nostra madre e nostro padre era ancora a lavoro. Mi avvicinai al quadro elettrico e guardai confusa tutti quei fili e quelle manovelle, e adesso qual era la luce? Provai a leggere le parole scritte e finalmente, dopo cinque minuti di intensa ricerca, trovai quello che cercavo: luce casa. Abbassai l'interruttore e sentii mio fratello imprecare. Ben fatto!
Mi sbrigai a nascondermi per non essere vista da quell'idiota e fortunatamente riuscii a salire anche le scale prima che lui arrivasse, perciò attesi che lasciasse la sua camera per entrare.
-Diamine, possibile che dentro questa casa non funzioni nulla!?- borbottava infastidito. Non persi altro tempo e mi intrufolai dentro la sua camera di soppiatto, Finn era in piedi appoggiato contro l'armadio di Noah, a messaggiare con qualcuno, dal momento che lo vedevo scrivere sul suo cellulare. Quel giorno i suoi capelli erano ricci, fortunatamente. Non ho mai capito perché li stirasse, sembrava mio nonno quando lo faceva. Ben presto notò la mia presenza nella stanza.
-Hey Evie, tuo fratello è andato a rimettere la corrente, quindi cinque minuti e torna.- disse prima che potessi fare qualsiasi cosa. Oh povero Finn, non aveva proprio capito cosa avessi intenzione di dire. Sorrisi maliziosa, tanto aveva riportato la sua attenzione sul suo cellulare. Sebbene frequentasse questa casa da anni, erano veramente poche le volte in cui si comportava come se fosse un fratello con me. Altre volte si comportava come se non mi conoscesse da almeno tre anni, come se fossi la sorella appena conosciuta del suo migliore amico, il che mi scoraggiava alquanto, e se avesse rifiutato? Niente cattivi pensieri, o la va o la spacca.
-In realtà sono venuta per te, Finn...- dissi catturando immediatamente la sua attenzione. Gioii mentalmente. Okay, dovevo solamente sbrigarmi perché Noah sarebbe tornato a momenti e con lui il mio piano sarebbe andato in fumi.
-Per me? E perché mai?- domandò confuso, mettendo da parte il cellulare, sebbene continuasse a vibrare, non se ne curò minimamente. Mi avvicinai lentamente, una parte di me, quella sicura e presuntuosa, sapeva di avere un leggero controllo su Finn e sapeva anche come gestirlo. Inoltre più mi avvicinavo più riuscivo a notare la differenza di altezza, doveva essere almeno vicino al metro ed ottanta, mentre io raggiungevo il metro e settanta a stenti.
-Beh... Sai, recentemente non sto andando molto bene a francese e lo sai che mia madre mi ammazzerebbe se portassi un'altra insufficienza a casa, quindi mi sono domandata chi potesse aiutarmi e tu sei l'unico che conosco che va molto bene a quella materia. Inoltre già ti eri offerto, o sbaglio?- assunsi la mia espressione da finta tonta che, dovevo ammettere, mi veniva particolarmente bene. Il moro aprì la bocca, ma non disse nulla. Lo leggevo dal suo viso che era nel panico totale, non sapeva cosa dirmi.
-Evie, io... Vorrei veramente, ma sai che...- lo interruppi prima che potesse finire la frase, ovviamente mi aspettavo una risposta del genere. Insomma Finn riusciva ad essere un fesso a volte, ma era pur sempre fedele al suo migliore amico e questo lo rispettavo. Probabilmente avrei fatto la stessa cosa anch'io se fossi stata al suo posto.
-... Sai che mia madre mi ucciderebbe e poi ucciderebbe te. Tu non vorresti entrare nelle disgrazie di mia madre, vero? Ti chiedo solo di un po' di ripetizioni, niente di più. Sono sicura che Noah capirà sicuramente.- ero così vicina da poter notare le sue guance arrossarsi. Era per questo che Finn restava il mio preferito tra tutti gli amici di Noah, perché era ingenuo e dolce, almeno con me. Lo vidi tentennare, se non si fosse sbrigato Noah sarebbe tornato ed avrebbe iniziato a fare domande e lì sarebbero stati guai seri.
-Per favore, Finn.- avevo letto da qualche parte su internet che supplicare un ragazzo chiamandolo per nome era una cosa che li faceva impazzire. Onestamente non avevo mai capito ed ero sempre rimasta scettica a riguardo, ma tentare non fa male. In effetti riuscii a scorgere i suoi denti catturare il suo labbro inferiore in una morsa leggera.
-Che ci fai qui, Evie?- sentii mio fratello alle mie spalle, ciononostante non interruppi il contatto visivo con Finn. Ormai era palese che avrebbe accettato, mancava solo che lo dicesse, ma ovviamente non l'avrebbe mai fatto davanti a Noah. Mi voltai verso quest ultimo per rispondergli.
-Ero venuta a chiedere perché fosse saltata la corrente, ma quanto pare hai già risolto. Adesso vado.- dissi mentendo e passando oltre mio fratello, che annuì non sospettando di nulla. Era proprio un credulone a volte, ma non potevo dire che non ne approfittassi, anzi. Sullo stipite della porta mi girai verso Finn e gli mimai 'Ne parliamo domani'. Senza aspettare una sua reazione o risposta, uscii completamente dalla camera. Finalmente mi sarei vendicata e forse sarei potuta uscire con Andrew, sempre se Georgia non fosse arrivata prima di me...
Spazio Me!
Heey! Come state? Contente dell'inizio della scuola? Pessima domanda, sorry
Comunque fatemi sapere se vi è piaciuto il capitolo con una stellina e un commento.
Byee
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