Capitolo Due
Le ore di lezione procedevano lentamente e noiosamente. Spesso e volentieri, senza farmi notare dai professore, passavo le mie cuffiette sotto la maglia e le infilavo, ascoltando la mia musica. Per fortuna spesso mi capitava di aver qualche lezione con i miei amici, in particolare Michael era il mio compagno di avventure, cioè ridevamo o ne combinavamo una delle nostre, che facevano infuriare i professori a tal punto che uno dei due finiva fuori. Quel lunedì era toccato a me e, sempre ridacchiando, uscivo dalla classe, mentre Mrs. Wreston mi urlava contro. Non appena chiusi la porta dell'aula mi ci poggiai sopra, sospirando. Probabilmente mia madre mi avrebbe uccisa se fosse venuta a conoscenza di certi miei comportamenti in orario scolastico. Per calmarmi decisi di farmi una passeggiata per la scuola, ma quando incontrai il bagno entrai. Mi specchiai vedendo quanto i miei capelli facessero schifo quel giorno, erano decisamente sporchi, visto che il giorno prima ero troppo stanca per lavarmeli. Mi osservai, pensando cosa poter fare, quando una pazzia mi balenò in mente. Corsi verso il mio armadietto e presi il piccolo asciugamano di educazione fisica, che tenevo lì sempre, in caso di qualsiasi imprevisto. Ritornai rapidamente al bagno, rischiando di essere beccata da qualche professore. Aprii il rubinetto, sorridendo leggermente, sapendo cosa avrei combinato. Abbassai il capo, sempre con un sorrisetto sul volto, bagnando tutti i capelli. Mia madre mi avrebbe sicuramente uccisa se fossi finita nell'ufficio del preside. Dopo pochi minuti ritirai su e mi guardai: avevo dei capelli scuri, sul marrone, qualche ciocca più chiara, quasi sempre erano ricci, ma spesso li allisciavo.
Li strizzai per poi passarci l'asciugamano, cercando di asciugarli quanto potesse essere possibile con un pezzo di stoffa così piccolo. Provai a fare una riga abbastanza dritta, che divideva i miei capelli in due metà quasi simmetriche, poi tentai di fare le trecce francesi, che non furono così male. Vidi il risultato allo specchio e non ero abbastanza soddisfatta, quindi decisi di scioglierle.
Dopo pochi attimi suonò la campanella, che mi risvegliò dai miei pensieri. Ben presto tutti i corridoi furono brulicanti di studenti dopo tre ore di lezione. Infilai gli occhi sopra la testa, uscendo dal bagno, andando incontro al biondo, Michael, che ridacchiando usciva dalla classe.
-Dovevi vedere Mrs Wreston dopo che sei- Wow cosa hai fatto?- mi guardò abbastanza sorpreso, mentre io 'sfoggiavo' i miei capelli bagnati, fingendo un atteggiamento da finta diva. Michael si unì a me, camminando come se fossimo delle divinità appena scesi dal cielo. Alcuni ci guardavano male, altri ridevano, altri ancora si facevano i propri fatti.
Svoltando l'angolo, sotto braccetto, incontrammo il resto del gruppo. Paige e Cole risero a crepapelle, vedendo il modo in cui ci atteggiavamo, mentre Beth e Serena ancora non ci avevano notati, prese a discutere riguardo un argomento a me ignoto.
-Ma che cosa state facendo? E perché hai i capelli bagnati?!- domandò Beth spalancando gli occhi. In effetti lei era un po' la mamma del gruppo, quella paranoica, che si preoccupava di noi, che alle feste non beveva mai, perché doveva assicurarsi che tornassimo a casa sani e salvi, ma non per questo era esclusa, anzi, le volevo un mondo di bene, anche se i nostri caratteri fossero molto diversi.
-Facevano piuttosto schifo quindi gli ho dato una piccola 'sciacquata'.- ridacchiai prendendo in mano una delle mie ciocche e giocandoci, passandola sul volto della castana, che si scansò per evitare le goccioline, le quali le finirono sul volto lo stesso. Michael al mio fianco aveva già iniziato ad importunare qualche ragazza che passava per i corridoi, ammiccandole o sorridendole. Mi sbattei una mano sulla fronte, sapendo che sarebbe rimasto sempre lo stesso.
-Ti donano, ma credo che qualcun altro le stia apprezzando molto di più.- disse Serena indicando qualcuno col suo mento, dietro di me. Abbassai gli occhiali, sulla punta del naso, girandomi ed osservandomi intorno. Poco dopo i miei occhi incrociarono quelli di Andrew Reed, ragazzo alto circa un metro e ottanta, capelli ramati, occhi verdi ed un fisico niente male. Avevo avuto una cotta per lui il primo anno di liceo, ma ovviamente non mi vedeva neanche, avendo la stessa età di mio fratello. Mi girai verso la bionda, guardandola male, sapeva quanto odiavo quando mi dicevano cavolate. Lei sbuffò, continuando a sostenere di avere ragione, ma lasciai correre. Tra me ed Andrew non ci sarebbe mai potuto essere nulla, per vari motivi che non starò qui a spiegare.
-Che avete dopo?- domandò Paige, masticando una delle sue gomme alla fragola. Quanto le amava...
Afferrai il mio telefono per controllare, avevo una pessima memoria, inoltre la scuola era iniziata solamente da due mesi, quindi era impossibile per me già ricordare l'orario scolastico. Sbuffai sapendo che me la sarei dovuta cavare da sola per al seguente ora, dal momento che nessuno aveva francese. Odiavo quella lingua, infatti non andavo bene, più volte mia madre aveva proposto delle ripetizioni da Finn, visto che era particolarmente portato per quella lingua, non ho mai capito il perché, forse c'entra il fatto di essere nato a Vancouver, ma non saprei. Ovviamente ogni volta avevo rifiutato, sarebbe stato imbarazzato stare in una stanza solo noi due a parlare francese con la mia pessima pronuncia, grazie, ma no.
-Ci vediamo all'uscita, Ev!- esclamò Michael camminando verso la direzione opposta alla mia, io annuii facendogli l'occhiolino. Come avrei fatto senza il mio braccio destro? Mi sbrigai per non arrivare in ritardo, sapevo che Mrs Dubois non avrebbe apprezzato la mia capigliatura, e forse le sarebbe partito quel tic nervoso all'occhio. Peccato che non ci sarebbe stato né Cole né Michael né Serena al mio fianco per deriderla.
Quando arrivai l'insegnante ancora non era giunta per mia fortuna, quindi mi sistemai pronta per un'altra noiosissima ora.
All'uscita venni catapultata fuori dall'istituto, felice di aver passato quel lunedì illesa. Poco distante da me Paige si sbracciava per farsi notare, quindi mi avvicinai sorridente, come raramente accadeva.
-Hey bellocci! Andiamo?-dissi stringendo il braccio intorno al collo di Bethany, che mi guardò male, ma mi lasciò fare. Tutti insieme ci incamminammo per arrivare alla macchina di Cole, una Cadillac Eldorado del '59, rosso acceso. Ne andava veramente fiero, era una macchina che si passavano da generazioni.
-Pranziamo insieme? Noi sei, Mc Drive, birre ed erba. Cosa ne pensate?-propose Paige sorridendo maliziosamente. Prima che possiate trarre conclusioni affrettate, no, non siamo dei fattoni con nessuno scopo nella vita, che probabilmente faranno fuori e dentro nei centri per i tossicodipendenti. Semplicemente, quando ci capita, ci piace svagare fumando dell'erba buona e bevendo qualcosa, nulla di più. Giusto per trasgredire un po' le regole.
-Scusate io oggi non posso, mia madre ancora è arrabbiata per sabato, quando sono tornata a casa alle quattro.- dissi sbuffando, ed era vero, ogni tanto ne combinavo una delle mie. Dopo di me si aggiunse Bethany, la quale non era molto pro dell'alcool o dell'erba, certe volte mi incuriosivo a guardarla e a pensare a cosa potesse passare per la sua mente, cosa potessero essere i suoi giudizi su di noi e sulle nostre azioni, mi domandavo come potesse avere un così forte autocontrollo, che non la faceva bere o fumare.
-Non per dire nulla, ma Mr Ferguson oggi ha proprio dato di matto: praticamente io stavo masticando una gomma e soffrendo di misofonia si mette a sbraitare ed alzare al voce, parlando di cose a caso. Dio è stata la scena più divertente di tutta la giornata!- ride Paige, mentre giocherella con i capelli di Cole, intento a guidare. Il mio sguardo si posò su Beth, che sembrava un po' più giù di morale. Sapevo che nutriva qualcosa nei confronti del moro, sebbene non l'avesse mai ammesso, neanche a se stessa. Non mi avrebbe sorpresa scoprire che era completamente ricambiata, ma purtroppo era troppo timida e lui troppo idiota.
-In effetti dai fastidio anche a me con quel 'ciancicare', Pay.- disse prendendola in giro Serena, che ricevette una smorfia da parte della diretta interessata. Poco dopo Bethany parlò di come i soliti fighetti se l'erano tirata davanti a tutti durante educazione fisica, solita storia, soliti coglioni.
-Prossima fermata: Casa Schnapp!- esclamò Cole rallentando davanti alla mia umile dimora. Sorrisi alzandomi e scavalcando lo sportello, lasciando che Michael neanche lo aprisse, mi dava molto l'aria di film anni '80. Mandai dei baci volanti alle tre ragazze e mi sporsi per mordere la guancia del biondo, che mi fece il dito medio. Ringraziai Cole e poi mi allontanai, lasciando che sfrecciassero via verso casa di Serena.
-A domani, stronzetti.- avevo detto loro prima che se ne andassero, ricevendo vari insulti in risposta. Eravamo fatti così insultarci era il nostro modo per mostrarci l'affetto, senza baci, abbracci, parole dolci e cioccolatini. Mi veniva il diabete solo a pensarci. Lentamente mi incamminai verso la porta di casa, aprendola con le chiavi, che, stranamente, avevo preso dallo svuota tasche.
-Sono a casa!- avevo urlato, sperando che ci fosse qualcuno. Mi diressi verso la cucina, trovando mia madre a cucinare, Noah e Finn ridere con i cellulari in mano. Passando, per arrivare a prendermi una carota sbucciata, stropicciai i capelli di mio fratello che mi mandò a quel paese, ricevendo un'occhiataccia da parte di nostra madre.
-Com'è andata oggi, tesoro?- mi chiese, mentre io mi sedevo sul davanzale e sgranocchiavo la mia carota. Feci spallucce, non avendo nessuna novità in particolare. Il mio sguardo si posò sui miei piedi, privi di scarpe, dal momento che le avevo lasciate all'ingresso, quella mattina avevo deciso di indossare dei calzini con dei fumetti bianchi e neri. Quando si dice che lo stile non è acqua...
Dopo pochi minuti fu pronto il pranzo ed io mi sedetti affianco a Noah ed a mia madre, con Finn davanti.
-Sai Evie, ho scaricato il tuo orario scolastico, così posso sapere che materie hai avuto durante il giorno...- disse ed io per poco non mi strozzai con la mia acqua, mentre Noah rideva al mio fianco. Divenne bordeaux come la tovaglia, mia madre a volte tendeva ad esagerare, e quella era una di quelle volte. Tossicchiai un pochino prima di tornare a mangiare.
-Oggi hai avuto francese, no? Com'è andata?- domandò mangiando la carne. La guardai storto, voleva per caso farmi morire strozzata? Giocherellando con il purè nel mio piatto, cercai le parole adatte da rifilarle, per farle credere che stessi andando meglio, benché facessi schifo come sempre.
-Diciamo che... Posso migliorare...- risposi accennando un piccolo sorriso. Ero una pessima bugiarda, visto che mia madre sospirò ed alzò le sopracciglia, sapendo che stavo mentendo. Ma non era colpa mia se mi aveva fatta incapace a dire le bugie, anzi, ne dovrebbe essere felice, altrimenti sa a quante feste sarei andata di nascosto?
-Perché non chiedi a Finn di darti ripetizioni? Lo sai che è veramente bravo!- esclamò elogiando le qualità linguistiche del moro. Per un attimo pensai che si fosse dimenticata del fatto che era proprio di fianco a lei e davanti a me. Entrambi eravamo rossi fino all'ultimo capello, mia madre sapeva essere veramente una donna imbarazzante, ma questa me l'avrebbe fatta pagare.
-Non ce n'è bisogno, veramente.- insistetti io, cercando di placare l'animo di mia madre. Volevo solamente uscire da quella situazione imbarazzante, in cui ci aveva ficcati. Noah, da fianco a me, non sembrava essere al settimo cielo per questa proposta, era molto geloso di me, anche con il suo migliore amico, nonostante fosse ovvio che non ci sarebbe mai potuto essere nulla tra noi.
-D'accordo, ma alla prima insufficienza non voglio sentire né ma né sì. Finn, caro, per te andrebbe bene?- gli chiese mia madre posando il suo sguardo sul riccioluto, che al momento fissava il piatto. Alzò lentamente lo sguardo, fissando prima mia madre poi me, io, indirettamente, lo supplicavo di dire di no.
-Avrà tanto da studiare, alla fine è l'ultimo anno, mamma. Dovrà concentrarsi sullo studio.- cercai di svincolarmi, ma mia madre non sembrò neanche sentirmi. Odiavo quando fingeva che non esistessi, invece continuava a fissare il moro, che non sapeva cosa rispondere. Da una parte c'ero io, insieme a mio fratello, molto convinti per il NO, dall'altra c'era mia madre, grande rompi scatole. Eravamo tutti tesi, con le orecchie ben aperte, pronti ad ascoltare qualsiasi fosse la sua risposta, e dopo aver bevuto dell'acqua, ci degnò di un responso.
-Certamente, Signora Schnapp.- disse con voce titubante, sospirai affranta, chiudendo gli occhi, ormai afflitta dal mio imminente destino. Mia madre sorrise soddisfatta, mentre io volevo solamente strozzarmi con la carne. Finn mi guardò dispiaciuto, in risposta sospirai, alzandomi e depositando il piatto nel lavello.
-Dove vai, tesoro?- mi chiese, sicuramente non era affatto felice della mia azione, ma poco importava. Mi voltai non appena arrivai al corrimano delle scale, sospirando dissi quello che mai pensai che avrei detto.
-A studiare francese.- una fitta al cuore, Noah mi guardò spalancando gli occhi incredulo e mia madre sorrise soddisfatta. 'Fanculo Wolfhard.
Spazio me!
Hello cutiess! Come va? Io tutto okay, state passando bene le vacanze?
Ditemi se il capitolo vi è piaciuto, inoltre ho anche messo il cast, quindi se volete andate a vedere alla fine del capitolo!
Lasciate una stellina e commentate please🌸
Byee
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