8. Ti vedo.
𝑀𝑦 𝐵𝑟𝑎𝑣𝑒 𝐾𝑛𝑖𝑔h𝑡
Eight
Il momento in cui ho restituito l'anello a León riecheggia ancora nella mia mente, in un loop di infinita tristezza. Preferirei pensare a quando ho mandato a quel paese Bryan, ma la vita deve andare avanti, non possono restare attaccata a un passato che non tornerà e, seguendo il consiglio di Adam, inizio a viverla.
Basta piangersi addosso.
Ho passato tutta la scorsa settimana impegnata nella mia nuova attività. Ed ogni giorno, nuove coppie chiamano e cercano di prenotare un appuntamento con me all'atelier. I video e le foto del matrimonio di Angela e Jacob sono stati un ottimo trampolino di lancio. Ma stasera, dopo una settimana impegnativa, ho finalmente l'occasione di cenare in un nuovo locale, che ha poco aperto i battenti, e si chiama "Rig Style".
"Allora, quando avresti intenzione di assumere la tua amica? Così potrò mollare finalmente Fiona."
"Non posso farlo ancora, Nicole. Ma ti prometto che sarai la prima wedding planner che assumerò non appena vedrò qualche profitto."
"Sarà meglio."
Sbuffa e incrocia le braccia mettendo un finto broncio.
"Allora…" Interviene Danny catalizzando l'attenzione. "Come mai ci hai portati in questo nuovo locale, Sierra?"
"Non lo so. Ho pensato che forse possiamo trovarci un nuovo locale preferito, dove passare il tempo."
"Quindi non ha nulla a che vedere con il fatto che León, alias 'Dottor Stranamore', è in realtà il proprietario dell'Oil Rig?" Danny mi prende in contropiede e le guance mi si tingono di rosso. Faccio concorrenza a un pomodoro maturo.
"No…" Bisbigliò.
"Cos'hai detto, scusa?" Ci si mette pure John.
"Okay, forse un pochino. Ma questo posto non è male, no?"
I tre fanno spallucce, concordando con me.
"Hai già deciso cosa farai con León?" Chiede la bruna.
"Ehm…" - Ok. Domanda di riserva? - "Non ne ho neanche la più pallida idea. Ogni volta che penso di aver capito cosa fare, la vita rimescola le carte in gioco e finisco per non conoscere la mia prossima mossa."
Risultato? Caso disperato al cento per cento.
"Pensi spesso a lui?"
"Continuamente… Praticamente penso solo a lui dalla mattina alla sera." Sospiro fugacemente. "Lo avrei preferito come un barista squattrinato da conoscere meglio."
"Be', non si può dire che sia un poveretto squattrinato. Ma non c'è niente che t'impedisce di conoscerlo meglio." Afferma John con sicurezza.
Ora crea anche un fanclub dedicato a León? È diventato il suo avvocato difensore?
"Probabilmente hai ragione, ma il modo in cui abbiamo chiuso la nostra ultima conversazione… Non lo so."
"Sono sicuro che lo capirai. Ma la domanda più importante è: quando offrirai una birra ai tuoi cari amici che ti fanno sempre da consulenti?"
Gli rivolgo un sorriso, ma guardando il conto che mi hanno appena portato rabbrividisco.
"Non prima di cominciare a fare un po' di soldini. Ora come ora, sei tu Mister Monopoly. Perciò paga!"
"Oh, signorina, il conto è stato già pagato." s'intromette il cameriere con i capelli a spazzola tinti di un grigio metallizzato.
"Mi scusi, come? Da chi?"
"Il mio capo mi ha detto di dirle che avrebbe capito. Vorrebbe anche sapere se ha tempo per fare una chiacchierata."
Quando realizzo cos'è appena accaduto, mi schiaffeggio la fronte con il palmo della mano.
"Ditemi che è uno scherzo per favore! Ci deve essere una telecamera nascosta da qualche parte! Quanto può essere ricca una sola persona? Questo posto è sotto la stessa gestione dell'Oil Rig?"
"Già." Annuisce il ragazzo.
"Wow!" Esclama Danny.
"Lui dov'è?"
"La sta aspettando sul retro."
E adesso… Che faccio?
"Io… Lo raggiungo tra un minuto." Il cameriere annuisce un'altra volta e si allontana. Torno a guardare i miei amici con occhi strabuzzati. "Come sto? Sono abbastanza carina?"
"Sei bellissima, una regina indiscussa. Smettila di agitarti."
"E adesso cosa gli dico? Non ho neanche preparato un discorso di senso compiuto."
"Lo capirai quando lo vedrai." suggerisce John.
"Mi sembra tutto così strano. Gli ho detto delle cose veramente orribili…."
"Già, accusarlo di averti trattata come una prostituta probabilmente non era il modo migliore per chiudere questa 'relazione' tra voi."
"Non ricordarmelo!"
~~~
León vuole vedermi, anche dopo il nostro precedente incontro al matrimonio dei miei clienti…
Il chiacchiericcio del bar diminuisce gradualmente man mano che mi avvicino alla stanza sul retro, vicino alla cucina vuota. Il riccio mi sta aspettando a braccia conserte e con uno sguardo incerto sul volto.
Questo mi infligge l'ennesima fitta di dolore.
"Sei meravigliosa." dice appena mi vede arrivare.
Le sue parole sono come una freccia scagliata a tradimento dritto nel mio petto. Sprigionano calore in ogni parte del mio corpo. Anche io mi ritrovo a fissarlo incerta.
"Prima che tu dica qualcosa, puoi farmi un favore?"
"Che favore?"
"Vuoi cenare con me stasera? In un posto dove possiamo parlare come si deve?" Propone.
"Ho già cenato. E hai pagato tu, te ne sei già dimenticato?"
"Allora prendiamo un dolce assieme. Dai, assecondami." Rilancia ancora.
"Perché fai tutto questo? Perché la cena, i sorrisi, tutto questo fascino che trasuda da ogni poro? Cosa vuoi veramente da me?"
"Siamo partiti col piede sbagliato e non credo che la nostra ultima conversazione sia stata d'aiuto."
"Oh, se potessi tornare indietro e cancellarla, ti giuro che lo farei. Mi dispiace di averti accusato di… be', lo sai. È solo che… non so mai come comportarmi con te. E non sono abituata a sentirmi in questo modo."
"Vorrei solo un'altra occasione per rimediare a quello ch'è successo."
"Be', tecnicamente ti devo un favore. Non preoccuparti, non devi fare tutto questo per convincermi a venire a cena con te. Anzi, preferirei che mi dicessi cosa vuoi così da estinguere ogni debito."
Una vocina fastidiosa in fondo alla mente mi chiede perché mi ostino a essere così combattiva. Cos'ha quest'uomo che mi fa perdere la bussola in questo modo?
"È proprio questo il problema. Non riesco a decidere cosa voglio."
Mi rivolge un sorriso così languido e le ginocchia minacciano di cedere.
Perché… Perché… tra tutti gli altri uomini, Léon è l'unico ad essere così affascinante e irresistibile?
"Io… Devo prima dirlo ai miei amici."
"Okay, faccio chiamare la macchina. Ci vediamo fuori?"
"Certo."
Riferire ai miei amici dove sto andando è una lezione di umiltà. Non posso mollarli così senza la minima spiegazione.
Ricevo un mucchio di consigli indesiderati, alcune prese in giro e molte risatine maliziose.
Certe volte sembrano loro quelli coinvolti in questa relazione, non io.
Non ho altra alternativa…
~~~
Durante il tragitto siamo entrambi silenziosi, persi nei nostri rispettivi pensieri.
Quando arriviamo a destinazione, León mi conduce all'interno del locale con uno scintillio negli occhi e un sorriso malizioso sulle labbra carnose. Sopprimendo a mia volta un sorriso, mi siedo al tavolo e ordino il dessert più grande del menú.
Il riccio ride per l'espressione basita stampata sulla faccia del cameriere mentre si allontana.
"Che c'è?"
"Sei adorabile."
"Allora, cosa vuoi veramente da me?" Inutile dilungarci troppo. "Puoi avere tutte le donne sexy dell'universo. Perché proprio io?"
"Andiamo, non eri così scontrosa al matrimonio. Dov'è finita la ragazza di quella sera?"
"Quella ragazza era disperata e distrutta. Questa ragazza che è qui di fronte a te stasera è quasi guarita ed è ancora arrabbiata con te per averle mentito. Per non parlare del sentirsi come una…"
"Finiscila!" Mi fa immediatamente morire la parola in gola. "Ne abbiamo già discusso e ti ho già spiegato che non era mia intenzione farti sentire in quel modo, e mi dispiace. Anzi, non avevo neanche pianificato di… fare l'amore con te, quella notte."
"Lo so. Sono stata IO a buttarmi tra le tue braccia. Non c'era niente che potessi fare per fermare l'inevitabile."
León alza gli occhi al cielo ed emette un sospiro.
"Sierra… pensi davvero che andrei a letto facilmente con qualsiasi donna che provi a farmi delle avances o saltarmi addosso?"
"Non ti conosco. È una risposta che non posso darti." Replico.
"Esattamente! Tu non mi conosci. Quindi smettila di giudicarmi così duramente."
"Puoi dirmi perché l'hai fatto? Perché hai voluto fingere di essere il mio fidanzato? Di certo non avevi bisogno di soldi."
"Non sempre è necessario avere un motivo per fare qualcosa. Avevo voglia di farlo e l'ho fatto."
"Per pietà?" Insinuo.
"No, certo che no. Sei una forza della natura che non può essere sottovalutata, Sierra. Anche se non ci credi ancora."
"Mhm… devi esserti offeso quando ti ho scambiato per un povero barista."
León inclina la testa di lato, il modo in cui mi studia attentamente è sufficiente per farmi avvertire un formicolio tra le gambe.
Ti prego, smettila!
Non guardarmi così...
Inarca un sopracciglio.
"Stai facendo di tutto per litigare. Ma no, non mi hai affatto offeso scambiandomi per un barista. Anzi. Mi avresti rivolto la parola se avessi saputo che ero il proprietario?"
"No, assolutamente no. Non ti avrei nemmeno guardato. Non sono il tipo di ragazza che va' dietro agli uomini con i soldi. Evito gli uomini così ad ogni costo."
"Visto? Ero nel posto giusto, al momento giusto. Avevi bisogno di me e io potevo aiutarti. Chiamalo un favore."
"E dopo? Anche quello era un favore?"
"No, quello…" si gratta un po' la nuca. "Quello l'ho fatto per me stesso. L'anello non era un pagamento, Sierra. Era tuo nel momento in cui l'ho acquistato. Non ho mai avuto intenzione di prestartelo o di dartelo dopo aver fatto l'amore."
"E chi mai darebbe un anello di centomila dollari a una sconosciuta?" Pronuncio quella domanda con un sibilo scioccato e guardo i dintorni per controllare se qualcuno sta per caso origliando.
"Sentivo che meritavi di avere qualcosa di bello nella tua vita."
"Non posso accettarlo. Non mi sembra una scusa poco plausibile." Obietto.
"Il tuo problema è che ti hanno sfruttato a lungo, senza mai darti un briciolo di ciò che meritavi. Questo lo capisco. Ma… Se trovassi una ragione abbastanza valida… mi lascerai ridarti l'anello? Lo indosserai di nuovo?"
"León…" Sospiro. La sua è come un'ossessione. "Non sperarci troppo. Dovrai darmi una motivazione valida."
"Troppo tardi... Ho già alte aspettative."
"Sei un masochista? Te lo chiedo perché continui a sbattere la testa contro la situazione come se fosse un muro di mattoni. Deve far molto male."
Il ragazzo scoppia a ridere e quel suono mi fa salire i brividi lungo la schiena. Sentirlo ridere risveglia in me sensazioni dormienti della nostra notte insieme, che credevo fossero state cancellate dall'alcol.
"Sierra, s'è il tuo muro di mattoni contro cui dovrò sbattere la testa, allora sono pronto a farlo per sempre. Ci sono modi peggiori per andarsene. Dì di sì."
"Okay, sì. E va bene. Trova un motivo che sia accettabile e mi riprenderò il tuo anello."
Anch'io… voglio sbattere contro quel muro, insieme a lui. Accidenti…
~~~
Le settimane seguenti passano veloci, in un battito di ciglia, ma quella conversazione con León è sempre intrappolata nei miei pensieri. A furia di farlo... il passo per impazzire è breve.
È venerdì sera e sto ripulendo il mio appartamento sopra l'ufficio, quando il cellulare squilla inaspettatamente.
Chi potrebbe essere a quest'ora? Mio cugino Adam, Nicole…
Guardo lo schermo e si tratta di un numero sconosciuto.
In molti film che ho visto di solito dietro la cornetta si nasconde un assassino con la motosega pronto a farti fuori, ma la curiosità prevale facilmente.
"Pronto?"
"Ti sono mancato?" Un sorriso affiora improvvisamente sul mio viso appena sento la sua voce.
"Chi parla?" Fingo di non averlo riconosciuto per divertirmi a prenderlo in giro.
"Oh, così mi uccidi… Hai appena mandato in mille pezzi il mio ego. Possibile tu mi abbia già dimenticato, Sierra?"
"Al tuo ego può solo far bene. È così grosso che non vedo come si possa mandarlo in pezzi sul serio."
"Be', dovrebbe sapere signorina che è nella natura umana desiderare ciò che non si può avere."
"Eh? Guardi signorino che i miei sogni sono semplici. E non desidero mai ciò che non ho." Anche se gli ho risposto per le rime, la sua risata incantevole mi giunge forte e chiara dall'altra parte.
"Hai vinto tu, va bene. Ti vengo a prendere domani mattina alle sette in punto. Prepara una valigia per il fine settimana."
"Scusa?"
Sono evidentemente molto confusa dalla sua proposta.
"So che sei libera questo fine settimana. Non chiedermi come l'ho scoperto. Se non sei pronta per le sette, verrò lì e ti tirerò giù dal letto io stesso."
"Ma si può sapere di che parli?"
"Ricordi che mi devi un favore? Lo sto riscattando."
Sbatto le palpebre perplessa, non mi è chiaro cosa stia succedendo.
"Un momento… quindi sto ripagando il mio favore permettendoti di portarmi fuori città per un fine settimana? Ho capito bene?"
"Già."
Alzo gli occhi contro il soffitto. "Allora ci vediamo alle sette."
"Perfetto! Porta anche un costume da bagno."
Strabuzzo gli occhi. "Cosa?! Perché?"
"Lo saprai quando arriveremo."
"Desidera qualcos'altro, sua maestà?"
"Solo te. Ah, potresti andare in giro nuda e sarei l'uomo più felice del mondo." Mi sfugge una risata mentre intanto arrossisco.
"Sì, non ci contare troppo." È facile camuffare l'imbarazzo, dato che non ha fatto la videochiamata.
"Ci vediamo domani mattina, principessa." La sua voce trasuda eccitazione ed è contagiosa.
"A domani mattina."
Come faccio a mettermi sempre in situazioni assurde…
~~~
La sveglia suona, fracassandomi i timpani e apro gli occhi, ancora intontita dal sonno.
Mio Dio… o mi do' una svegliata o lui veramente mi butta giù dal letto.
Finisco appena di infilarmi la blusa celeste quando suona il campanello. Lancio un'occhiata all'orologio sulla parete: sono esattamente le 6.59.
"Buongiorno, raggio di sole!" Mi saluta più pimpante del grillo di pinocchio.
"Vedo che sei molto allegro di mattina presto."
"Cosa vuoi che ti dica? Sto per passare un fantastico weekend con una donna bellissima e adorabile. Ci sono cose peggiori a questo mondo."
"Dammi un minuto. Prendo la mia borsa e…" Sto per girare le spalle, ma mi blocca.
"Ehi, prima ho un grosso favore da chiederti. Avrei bisogno dello stesso tipo di favore che mi hai chiesto tu."
"Eh?" Scuoto il capo. "Che vuoi dire?"
"Passeremo il fine settimana in compagnia di alcuni… miei vecchi amici. E due dei miei migliori amici festeggiano il loro anniversario. L'anno scorso abbiamo scommesso che non avrei avuto una ragazza da portare al loro anniversario."
"Quanto hai scommesso?" Incrocio le braccia. "Perché non vendi il mio anello e paghi il tuo debito?"
"L"orgoglio di un uomo non ha prezzo, amore."
"León… Fin dove vogliamo spingerci?"
"Be', si tratta della stessa messinscena di quando ho dovuto fingere di essere il tuo fidanzato al matrimonio del tuo ex. Saremo una coppia felicemente innamorata. Pensi di riuscire a innamorarti di nuovo di me, Sierra?"
Il suo sguardo da cucciolo bastonato mi stringe il cuore. Eccome se riuscirei a innamorarmi di nuovo di lui. Non che io abbia mai smesso di 'fingere'. Ed è proprio questo il problema, no?
"Penso… di poter fare questo sforzo."
"Grazie, Sierra." Prende la mia mano e la stringe dolcemente nella sua. "Probabilmente, dopo questo weekend ti sarò di nuovo debitore. Non hai idea di quanto possano essere insopportabili i miei amici."
"È il minimo che possa fare."
~~~
Dormo per la maggior parte del viaggio in aereo e León è così gentile da non disturbarmi. Tuttavia, una volta raggiunto l'hotel, mi rendo malauguratamente conto che abbiamo messo su una storia da rifilare ai suoi amici degni di una produzione shakespeariana.
Ma manca qualche dettaglio.
"Ehi, tu sai tutto di me, ma io non so niente di te! Come facciamo a fregarli?"
Il riccio fa un sospiro profondo. "Sono originario dell'Illinois. La mia famiglia possiede le catene di ristoranti Van Woodsen. Abbiamo ristoranti sparsi per il mondo e da un po' sto prendendo il controllo del business. Anche se possiedo tre locali tutti miei. Mhm…" riflette. "Ah, ho una sorella. Si chiama Paris."
"Paris! Come Paris Hilton!?"
"No… È semplicemente il suo nome. È nata in Francia e vive con mia madre Rebecca. I miei genitori sono divorziati."
"Dovremmo restare fedeli alla storia che abbiamo raccontato alla mia famiglia? Che ne pensi?"
"Sì… mi piace quella storia." Concorda. "Possiamo tranquillamente dire ai miei amici che Paris, mia madre e adesso tu, siete le uniche donne che io abbia mai amato nella mia vita."
"Aspetta…" lo interrompo tendendo le mani verso il ragazzo. "Sei sicuro di volere che ci credano?"
"Sì, assolutamente. I miei amici cercano di accasarmi da anni, nella speranza di vedermi con una donna in grado di farmi ridere e vivere con leggerezza."
"E se facessi la parte della cacciatrice di dote? Potrei fingere di stare con te solo per i tuoi soldi. In questo modo, non vorranno più vederti con me. Sarà più facile dir loro la verità dopo questo fine settimana."
"Voglio solo che tu sia solo te stessa." Mi guarda intensamente negli occhi. "E poi, l'obiettivo è liberarmi di loro. Non di te. Non ci riuscirò mai se pensano che tu non sei la donna giusta per me."
"Non penso che riuscirò a farcela."
"Perché no?"
"Perché non sarebbe una storia credibile. Pensaci! Uno come te… innamorato di una come me. Come no! Nessuno ci prenderà sul serio. Sei troppo ricco e famoso. E poi non vorrei mai una vita da miliardaria. Mi sentirei sempre a disagio a stare sotto i riflettori."
Distolgo gli occhi dai suoi.
"Questo vuol dire che sei proprio la donna perfetta per me. Sono certo che i miei amici ti adoreranno."
"Non sono io il problema, Léon. Sei tu."
"Cosa?"
"Non capisco perché continui a prestarmi attenzioni. I ragazzi come te di solito sono troppo preoccupati da ciò che pensano gli altri per stare con una come me. Non fraintendermi: senza di te non sarei dove sono ora. Ho riconquistato la mia autostima da quando ti ho incontrato. E ti sarò sempre grata per essere venuto al matrimonio con me, ma continuo a non capire. Ho frequentato un ragazzo ricco prima d'ora e non mi piaceva come mi sentivo."
León inspira e impreca a bassa voce. "Sierra, io sono diverso." Incastra ancora i nostri occhi. "Devi solo ampliare i tuoi orizzonti. Sei bloccata da qualche parte nel passato, ma io ho bisogno di te qui, nel presente."
Deglutisco a fatica, sapendo bene che non ha tutti i torti.
Ma come posso fidarmi di lui così facilmente? In troppi mi hanno spezzato il cuore… non voglio che succeda ancora.
"Per i prossimi due giorni, saremo solo León e Sierra. Saremo una cosa sola. Perché ci amiamo. E non abbiamo pregiudizi l'uno per l'altra. Non ci sono vecchie ferite da leccare. Solo un uomo e una donna che vogliono stare insieme. Pensi di poterlo fare per me?"
I suoi occhi mi stanno supplicando di rispondere sì.
Credo di poter riuscire a essere una semplice donna innamorata per i prossimi due giorni?
***
FINE CAPITOLO*
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