7. Quanto vali?
𝑀𝑦 𝐵𝑟𝑎𝑣𝑒 𝐾𝑛𝑖𝑔h𝑡
Seven
Finalmente la ruota gira nel modo giusto. Il nuovo ufficio è perfetto, i miei clienti sono entusiasti delle mie idee ed è facile lavorare con loro. Dovrei sentirmi al settimo cielo in questo momento... Eppure il sorriso sul volto di Gary mi fa' rivoltare lo stomaco.
Com'è possibile che questo anello non sia una pallida imitazione? E che valga centinaia di dollari?
Il respiro mi si blocca in gola e a quel punto Danny mi afferra il braccio per paura che crolli a terra per lo shock.
"Usciamo di qui prima che ti venga un attacco di panico. Gary, è stato un piacere." Lancia un occhiolino al venditore confuso e mi trascina fuori dalla gioielleria, aiutandomi a piegarmi in avanti per riprendere fiato.
"Respira, piccola. Respira... Avanti." Mi istruisce con dolcezza.
"E se l'avesse rubato?"
Perché deve sempre capitare tutto a me! Non posso avere un solo attimo di pace... Che stress!
"Gary ha appena detto di averlo venduto personalmente a León. Anche ammesso che León sia il nuovo Arsenio Lupin... quel ragazzo è stupendo."
"Perché? Perché mai avrebbe dovuto regalarmi una cosa del genere? Anche se l'avesse ottenuto illegalmente, perché non è andato semplicemente ad impegnarlo?"
"C'è solo un modo per scoprirlo, tesoro." Afferma Danny.
~~~
Trenta minuti dopo, sono all'Oil Rig con i miei amici riuniti attorno a un tavolo.
Mi guardo attorno con circospezione, nel disperato tentativo di vedere León materializzarsi e chiedergli una - no, mille spiegazioni
"Sapevo che non poteva essere un falso. È così bello." Nicole ovviamente gira il dito nella piaga il più possibile.
"Ma perché? Me l'ha regalato per pietà? Perché il mio primo anello di fidanzamento era un falso?" Gli sguardi nervosi dei tre sono difficili da ignorare. All'improvviso, realizzo una cosa orribile. "Oh no! No! Pensate che sia un pagamento per aver fatto sesso con lui?"
"No! Certo che no!" Esclama John.
Ma non mi guarda negli occhi, però. Prova a dissimulare, ma non ci riesce.
"Dannazione!" sbotto irritata, battendo un pugno in aria. "Be', c'è solo un modo per scoprirlo."
"Cos'hai intenzione di fare?" Chiede la mia amica.
"Io... Gli manderò un messaggio. O proverò a chiamarlo..." Mi gratto la nuca. "Forse è meglio agire per vie alternative. Chiederò a un suo collega se sa qualcosa." Cerco così di attirare l'attenzione di una cameriera bionda lì vicino, ma è troppo impegnata a civettare con i clienti per far caso al mio sguardo infuriato.
"Non attirerai molta attenzione se continui a guardarla in quel modo." Suggerisce il moro.
"John, se non puoi essermi d'aiuto, per favore TACI."
"Siamo nervosette oggi, eh?" ammicca rifilandomi un patetico occhiolino malizioso. Mi alzo dallo sgabello e attraverso tutto il locale per arrivare all'angolo bar.
"Dove stai andando?" Mi richiama il biondo alle spalle.
"A porre fine a questo mistero una volta per tutte!"
Il barista alza lo sguardo perplesso, mentre osserva la mia aria infervorata.
"Posso aiutarla, signorina?"
"Sì. Sto cercando un amico."
Sembra più confuso e mi rivolge un sorriso insicuro.
"Mi dica come posso aiutarla."
"León, uno dei tuoi colleghi baristi, mi ha lasciato qualcosa e vorrei restituirgliela."
"Conosce anche il suo cognome?"
"Certo. León Woodson."
"Mi dispiace, signorina. Non abbiamo baristi con quel nome qui."
"Dannazione..." Mugugno sottovoce. Una sgradevole sensazione di nausea mi attanaglia mentre un ricordo riaffiora. "E se... si chiamasse invece León Van Woodsen?"
La faccia del ragazzo diventa una maschera di cera. Impallidisce di colpo e schiude le labbra.
"Mi faccia chiamare il direttore, signorina. Saprà certamente aiutarla meglio di me." Lancio un'occhiata al tavolo, vedendo i miei amici intenti a non perdersi nemmeno una sequenza della scena con aria affascinata.
John alza un sopracciglio e scuoto la testa, facendo spallucce.
Un uomo dai capelli biondo cenere, un leggero filo di barba sul mento e abiti d'ufficio stirati maniacalmente si presenta dinanzi a me.
"Cosa posso fare per lei?"
Gli rivolgo un sorriso esitante. "Sto cercando León Van Woodsen. Sa come posso contattarlo?"
Tira su col naso. "Mi dispiace, il signor Van Woodsen è fuori dal paese in questi giorni. Posso chiederle di cosa si tratta? Forse posso aiutarla io."
"Lui lavora qui?" proseguo.
"Non... esattamente, signorina. Può dirmi di cosa si tratta? Perché vuole vederlo con urgenza?"
"Il signor Van Woodsen... Ehm... León... Vede, io l'ho incontrato qualche mese fa nel locale e abbiamo... Ecco... abbiamo stipulato un accordo." Gli occhi del manager si strabuzzano tanto da essere piattini da tè e riesco ad immaginare cosa stia sgraditamente pensando. Mi affretto a spiegare. "Devo restituirgli una cosa. Non si tratta di... ehm, cavolo." Balbettò finendo per grondare sudore dalla fronte. "Ho provato a mettermi in contatto con lui, ma senza successo."
"Capisco. Come le ho detto, è fuori dal paese. È probabile che sia in volo ora e non possa controllare il cellulare. Nel frattempo desidera lasciargli un messaggio?"
"Stiamo parlando dello stesso ragazzo, giusto? Alto... capelli ricci, occhi verde scuro?" Il direttore sorride e annuisce. "E sa quando tornerà in città?"
"Va e viene dal paese di continuo, non è mai stabile in un posto, le sue imprese hanno diverse sedi sparse in tutto il globo. Non so quando sarà di ritorno, ma se vuole lasciargli un messaggio, glielo riferirò personalmente."
"Okay. Allora quando lo vedrà, può dirgli per favore che Sierra lo sta cercando?"
"Mi assicurerò che riceva il messaggio."
"Grazie. Oh..." Mi rigirai. "E, per favore, gli dica anche che ho intenzione di prenderlo a calci nel sedere personalmente."
Dandogli le spalle, torno dai miei amici e mi accascio sulla sedia, con la testa zeppa di domande.
"Ragazzi..." Prendo più respiro, gonfiando la cassa toracica a dismisura. "Lo ammazzo! Come... Come ha potuto mentirmi in questo modo?! Mi chiedo se mi abbia dato un numero reale, a questo punto. Deve pensare che sia proprio stupida!"
"Ma di che parli?"
"León! León non è León Woodson. Lui è... León Van Woodsen."
"Accidenti! È il proprietario di questo posto." Esclama John stupito.
"Sì, e lo prenderò a calci nelle sue eleganti chiappe che si ritrova quando... No... SE lo rivedrò." Sottolineo il condizionale.
"Quindi fammi capire bene: la storia che pensavi fosse vera era la vera finzione, mentre la storiella falsa che hai raccontato a tutti... era in realtà quella vera?" Riassume John.
"Apparentemente sì. Tranne noi come coppia, s'intende. Noi non eravamo veri. Faceva tutto parte di un copione già stabilito."
"Che sciocchezze. Hai detto che non stavi fingendo con lui, no? E che lui ti ha detto che quella sera era tutto vero per entrambi." Replica Nicole.
"Sì, ma avere questo anello mi fa' sentire una prostituta. Mi ha pagata per quella notte con uno scandaloso anello di fidanzamento!" Sbotto.
"Oh no, tesoro, è un pagamento solo se hai fatto sesso con lui." Evidenzia Danny. Il mio viso sbianca, diventa quello della Sposa Cadavere, e mi accascio ancora di più sullo sgabello, al punto quasi da cascare sul pavimento come una pera marcia. Non vuole una risposta... ma credo l'abbia ricevuta.
"Oh. Santo. Cielo!"
"L'hai fatto sul serio?!" interviene John esterefatto. Nicole non dice nulla, limitandosi a spalancare gli occhi.
"Maledizione! La prossima volta che lo incontro si consideri un uomo morto e sepolto!"
"Nessuno ti sta giudicando qui, Sierra. Era pur ora di perdere la verginità in ogni caso..."
"Grazie tante, John." Mi imbroncio.
"Be', almeno l'hai persa con qualcuno di stupendo, e non con quello sfigato e cialtrone di Bryan." Aggiunge Danny.
"Sì, e in cambio ho ricevuto un anello dal valore di centomila dollari. Come pensate che mi faccia sentire questo gesto?" Grugnisco. "Come una prostituta di alta classe, ecco come."
"No, non è come pensi." Nicole tenta di spezzare una lancia in favore del riccio. "Forse voleva essere solo galante? Sono sicura che non aveva aspettative su quello che sarebbe successo tra voi in quella suite."
"Gli ho detto di comprare un anello che fosse falso. Avrebbe potuto anche affittarne uno vero e semplicemente restituirlo, ma no!" Sono un fascio di nervi mentre ancora sbotto. "Il signorino doveva spendere centomila dollari! Non solo, mi ha detto di tenermi l'anello solo dopo aver fatto l'amore con me. Voglio dire, cos'altro dovrei pensare?"
"È molto ricco. Forse voleva solo darti qualcosa che ti ricordasse di lui? Una specie di promemoria."
"Se pensa di potermi comprare, si sbaglia di grosso."
"E adesso che farai? Gli dirai che dormire con te era gratis?"
"No. Lo voglio prendere a calci nel..." John e Nicole si scambiano un'occhiata fulminea, impossibile da ignorare. "Cosa?! Che avete voi due? Perché mi fissate tanto? Sembrate due pesci lessi!" Sono leggermente isterica.
"Non pensi di essere un po' troppo dura? Troppo arrabbiata?"
"Certo, ti senti tradita e umiliata, ma cosa c'è veramente sotto questa coltre di risentimento?"
"Cosa sei, il mio terapista?" Gli rifilo un'occhiataccia.
"Credo tu stia fraintendendo tutto, Sierra, e vorrei che ti fermassi un momento a pensare cosa provi davvero. Mi dispiace dirlo, ma penso che tu stia sbagliando. Penso che tu sia confusa e non sappia come affrontare questi nuovi sentimenti che provi."
"Okay, prometto che ci penserò con più calma e non permetterò alla rabbia di dettare le mie prossime scelte." Li rassicuro.
~~~
Le settimane successive sono confuse. Trascorro tutto il tempo a preparare il grande giorno di Jacob e Angela... e a preoccuparmi per León.
Non si è ancora messo in contatto con me dopo il messaggio lasciato al direttore del locale, ma la curiosità nei suoi confronti non è affatto scemata. Anzi, direi ch'è avanzata a un livello superiore.
Ora però devo accantonare questo pensiero alla svelta, quando la sposa mi viene incontro, gioiosa.
"Sono davvero senza parole! Non sono mai stata così felice in vita mia, Sierra! Ed è tutto merito tuo. Come posso sdebitarmi?"
Oggi è stato il "grande giorno" dei miei clienti. Tutto era perfetto, fino alla più piccola composizione floreale. Sono felice di aver realizzato il loro sogno d'amore.
"È stato incredibilmente facile lavorare per voi due, Angela. Potrai sdebitarti spargendo la voce e magari facendomi una buona propaganda. Ora goditi la cena e il ricevimento. Terrò d'occhio io l'organizzazione e farò in modo che nulla si rovini."
"Grazie. È tutto magnifico." Mi ringrazia anche il marito, fasciato in uno smoking, poi conduce la sua amata in mezzo alla sala per esibirsi nel loro primissimo ballo da neo sposini.
Forse questi due avranno davvero il loro lieto fine... Penso.
"Vedo che sei tornata nel giro."
Quella voce... mi riempie di nostalgia ma al tempo stesso mi fa' rabbrividire.
Merda...
Mi volto e trovo il mio ex fidanzato, nonché marito di quella gatta morta di mia cugina Lea, alle mie spalle.
"Che ci fai qui? Sei... Sei uno degli invitati?"
"Angela e Jacob sono miei pazienti."
"E non li hai scaricati per andare al matrimonio di un altro paziente?" Ogni riferimento è puramente casuale. "Ma tu pensa. Eppure avevo sentito dire ch'è diventato il tuo hobby preferito."
"Sierra..." Quasi, mi rimprovera.
"Cosa? Stai dicendo che non abbandoni da un giorno all'altro le persone che contano su di te? Evidentemente hai riservato questo trattamento solo a me."
"Mi manca da morire il tuo senso dell'umorismo."
"A me no." Incrocio le braccia sul seno e alzo il mento. "Cosa vuoi?"
"Mi manca anche la tua grinta." Ci vuole uno sforzo enorme per non allontanarmi di corsa quando noto che mi sta spogliando con gli occhi e sta pensando di cornificare già la moglie a poche settimane dal suo matrimonio. "Ti trovo davvero bene, Sierra." I suoi occhi famelici si spostano verso il mio anulare sinistro. Non ho ancora tolto l'anello, anche se non so bene il perché. "Vedo che sei ancora fidanzata con Van Woodsen."
"Certo che sì! Non sono mica come te, che cambio fidanzati come le mutande, Bryan. Si può sapere cosa vuoi da me?"
"Devo ammettere che il tuo nuovo fidanzato sa il fatto suo. A quanto pare, tutta la tua famiglia si è innamorata di lui. Ma non credo che tu condivida lo stesso sentimento però... Ti conosco troppo bene."
"Non sai quello che dici. E di sicuro non mi conosci."
"Certo che ti conosco. E so anche che lo stavi usando per vendicarti di me. Lo sa il tuo Léon che non proverai mai per lui la metà di quello che hai provato per me?"
"Ti conviene lasciarmi in pace immediatamente. Non hai la minima idea di io chi sia! Adesso sono felice! Dieci volte di più di quanto lo fossi con te. León è più uomo di quanto tu non sarai mai."
"Sul serio? Non sei mai stata una ragazza materialista."
"Non mi sono certo innamorata di lui per i suoi soldi!"
"Certo, come no... Vallo a raccontare a qualcun altro. Ho sentito che le tasche di Van Woodsen sono come un pozzo senza fondo. Pensavo che tu fossi diversa. Pensavo che odiassi i ricchi. Evidentemente tutti hanno un prezzo..." Sputa con disprezzo facendomi saltare i nervi.
"Come ti permetti?"
Mi mordo la lingua. Meriterebbe più di un ceffone, ma non voglio dare spettacolo e rovinare la festa agli sposi. Ha scelto proprio il giorno sbagliato per venirmi a rintracciare le cose.
"Non hai altro da dire?"
"Non voglio sprecare energie con un coglione."
"Sei proprio debole."
Come facevo a pensare di amare un tale bastardo egocentrico? Dovevo avere proprio gli occhi foderati, se adesso lo vedo per quello ch'è, solo uno scarafaggio.
Senza dire altro, mi volto e me ne vado. Le lacrime mi offuscano la vista e mi rendo conto troppo tardi di essere finita sbadatamente addosso ad un uomo. Un senso di sicurezza e di comfort mi avvolge pienamente, quando due calde braccia mi cingono le spalle.
Appena rialzo lo sguardo, mi scontro con una mascella squadrata di mia conoscenza e con occhi foresta più scuri di quanto ricordi.
"Vedo che non sei cambiato molto ora che sei felicemente sposato. Sembra proprio che tu voglia ancora ciò che non hai e che non potrai mai avere, Bryan."
"Sei davvero sicuro che sia tua? Non la conosci bene quanto me."
"Invece penso proprio di conoscerla più di qualsiasi altro uomo." Ribatte il riccio e c'è una lunga pausa dopo quell'ultima affermazione, come se concedesse alle parole il tempo sufficiente di essere elaborate.
"Dubito che lei ti ami tanto come credi."
Le parole di Bryan sono piene di amarezza e accompagnano un tono di voce sempre più agguerrito contro León.
"Non ha importanza. Io la amo abbastanza per entrambi. Ora, se ci vuoi scusare, vorrei salutare la mia fidanzata."
Con inaspettata gentilezza, Léon mi guida lontano dall'uomo con cui ho sprecato gli anni migliori per inseguire un sogno che non si sarebbe mai avverato.
Mi asciuga le lacrime e aspetta. Con lui al mio fianco, non mi ci vuole molto per ricompormi.
Non posso credere che sia qui per davvero... Come ha fatto ad apparire, sapendo quanto avessi bisogno del sostegno di qualcuno?
O ha poteri o è una straordinaria coincidenza.
"Ho sentito che mi stavi cercando... E che mi avresti preso a calci nel sedere."
"Sono... Così felice di vederti!" Confesso sulla scia dell'emozione.
"Davvero?" Alza un sopracciglio.
"Certo! Così posso finalmente restituirti l'anello e darti il calcio nel sedere che meriti."
"Okay... Non posso dire di non essermelo meritato. Qualcos'altro, milady?"
"Chi sei?" Lo squadro. "Non so nemmeno chi sei."
"Certo che lo sai, Sierra. Mi conosci. Forse meglio di chiunque altro."
"Ah, questa è bella! Non sapevo nemmeno il tuo nome."
"È solo un nome. Che differenza fa se sono León Woodson o Van Woodsen? Un cognome non cambia la personalità di una persona e non ci rende né migliori né peggiori."
"Cambia eccome! Tutto!" Obietto. "Se puoi mentire sul tuo nome, puoi mentire su qualsiasi cosa!"
"Doveva essere una bugia, no? Non era per questo che mi hai assunto per il ruolo? Perché adesso sei così arrabbiata?"
"Perché pensavo fossi vero!"
"E lo sono. Ogni parola che ho detto a quella festa era vera. Su chi sono e cosa faccio. Sulla mia famiglia. Non stavo fingendo di essere qualcun altro."
"Be', io pensavo di sì, invece. Mi hai lasciato credere che stessi f-i-n-g-e-n-d-o. Perché diavolo hai accettato di farti pagare per quello stupido piano?"
León fa un respiro profondo e scuote la testa. "Non so risponderti. A volte mi pongo ancora la stessa domanda."
"Sono stata una stupida. Scommetto che quando ripensi alla mia ingenuità, ridi a crepapelle."
"No. Non lo farei mai. È stata la notte più bella della mia vita. Per la prima volta, a qualcuno piacevo per quello che sono e non per il mio nome o i miei soldi."
"Non mi sarebbe importato di tutto questo se mi avessi detto la verità e fossi stato sincero."
"Lo so. Ed è una delle cose che amo di te. Le cose tra di noi non devono per forza cambiare."
"Invece sì, sono già cambiate. Non riesco nemmeno a guardarti allo stesso modo. Riprenditi l'anello e facciamola finita."
"No. Aspetta." Mi blocca. La sua mano si stringe alla mia e infila di nuovo l'anello all'anulare. "Per favore, tienilo."
"Devo tornare al lavoro."
"Ti aspetterò... Posso riaccompagnarti a casa. Lascia che lo faccia. Ti prego... Così possiamo parlarne."
"León..." Sospiro e chiudo gli occhi. "Non riesco neppure a guardarti negli occhi. Ti ho detto cos'è successo con quel cretino di Bryan. Ti ho detto che mi ha mentito e ingannato per mesi. E tu mi hai detto tutto quello che avevo bisogno di sentirmi dire. Ma alla fine... Hai la fatto la stessa cosa."
"Sierra, non è giusto. Non puoi minimamente paragonarmi a Bryan."
"Eppure mi hai ferita lo stesso."
L'anello sembra incastrarsi come per magia mentre provo a sfilarlo.
"Ti prego, non farlo. Se potessimo parlare, credo che capiresti."
"Capire cosa? Che sono stata manipolata? Che i miei genitori ora pensano che esco con un miliardario e che non so da che parte cominciare per spiegare loro ch'era tutta una montatura?" Finalmente, l'anello scivola via dal mio dito. La mano mi trema mentre lo spingo verso il giovane. Lui indietreggia e scuote il capo in segno di diniego.
"È un regalo. Gratuito e impossibile da restituire. Volevo donarti qualcosa di bello come te."
"Sai, la sensazione che ho quando lo guardo... è dieci volte peggiore di quello che mi ha fatto Bryan. Mi fa sentire una donna da quattro soldi, come una prostituta."
Lo lascio cadere e con un dolce tintinnio finisce sul pavimento in pietra ai suoi piedi.
Le lacrime, però, sono silenziose e non fanno lo stesso rumore, nemmeno quando alla fine vado via.
Allontanarmi da León è la cosa più difficile che abbia mai fatto.
È come se mi avessero strappato il cuore dal petto... Senza anestesia.
Mi chiedo se lo rivedrò. E se dovesse succedere, sono sicura di volerlo rivedere ancora?
Il rimpianto mi assale immediatamente, soffocandomi con i suoi tentacoli oscuri.
~~~
Quella notte, ho deciso di dormire da mio cugino Adam.
La solitudine del mio piccolo appartamento è troppo da sopportare in questo momento.
"Perché le relazioni sono così complicate?" Chiedo, mentre me sto rannicchiata sul divano, come un cucciolo smarrito.
"Lo stai chiedendo a me? Pensi che sia la persona giusta a cui chiedere certi consigli, considerando lo stato attuale della mia vita sentimentale?"
"Ricordami più tardi perché sei ancora single. Ma per ora, sì, sei l'unico a cui possa chiederlo. Come ho fatto ad incasinare così tanto le cose? Avevo la soluzione lì, a portata di mano!"
"Se solo sapessi a cosa ti stai riferendo. Vuoi una birra?"
"Sì, per favore." Mi tiro su con i gomiti. "Ho solo detto a León di riprendersi l'anello e di non tornare finché non è pronto a darmi una buona ragione per cui dovrei tenerlo."
"E ti ha fatto sentire meglio dirgli quelle cose?"
Alzo le spalle, contrita. "Non molto... Mi sento un'ipocrita per averlo trattato come se avesse pagato per stare con me, ma sai una cosa?"
"Ho paura di quello che stai per dire."
"E se sto sbagliando io? E se non stessi facendo altro che proiettare il mio passato su di lui?"
"Pensi di avere torto?"
"No, ma non mi sento nemmeno nel giusto..."
"E allora ecco la tua risposta."
"Sei davvero pessimo con i consigli verso il mondo femminile!" Lo rimprovero e allungo la mano. "Dammi una birra."
"Forse dovresti concentrarti su come risolvere questa situazione." Continua.
"Oppure posso ignorarla e aspettare che migliori da sola."
Adam mi porge la bottiglia e la fa tintinnare con la sua, mentre sprofonda nel divano.
"Facciamo un brindisi al nascondere la polvere sotto il tappeto." Propone.
"Bryan era al matrimonio stasera." Dico improvvisamente.
"Ah, sì?" Fa un sorso. "E l'hai preso a calci nel sedere?"
"Quasi... Ero lì per farlo. Poi è apparso León proprio mentre Bryan mi diceva ch'ero ancora follemente innamorata di lui."
"Oh. E come l'ha presa León?" Bevo anch'io un sorso di birra e sorrido a quel pensiero.
"Ha detto che non gli importava se ero ancora innamorata del mio ex. Perché lui mi ama abbastanza per entrambi."
"Mi sa che León legge troppo romanzetti rosa. Potrebbe essere l'uomo della tua vita."
"Quindi stai dicendo che non dovrei ignorare la situazione e aspettare che migliori da sola?"
"Sto dicendo che devi prenderti un po' di tempo per vedere se aggiustare le cose è davvero quello che vuoi." Afferma.
FINE CAPITOLO*
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