4. Fidanzato in affitto

𝑀𝑦 𝐵𝑟𝑎𝑣𝑒 𝐾𝑛𝑖𝑔h𝑡

Four.

Il pensiero di dover andare al matrimonio del mio ex e della sua amante, nonché mia cugina, mi tormenta da settimane.
Ma da qualche giorno mi sento più leggera, dato che il barista sexy dell'Oil Rig, ha accettato di farmi da accompagnatore. E oggi è il grande giorno.

Se tutto fila liscio, né uscirò viva e lascerò il ricevimento a testa ben alzata.

Sono quasi pronta. Speriamo che non si tiri indietro all'ultimo.

"Sierra, sei pronta?" Grida Adam dal salotto, dopo aver certamente indossato il suo smoking.

"Quasi."

Devo scegliere ancora un vestito che faccia morire d'invidia quella brutta vipera e che ricordi al carissimo Bryan cos'ha perso. Serve qualcosa che attiri l'attenzione di tutti, devono rimanere a bocca aperta...

Credo che quello oro, tempestato di brillantini e lo scollo a cuore si adatti bene alla mia figura slanciata e smilza.

Dopo averlo tolto dalla gruccia e imfilato, mi reco in soggiorno e trovo il moro in piedi vicino all'ingresso.

Mi squadra e schiude le labbra. "Wow, scelta molto accattivante! Scommetto che farà perdere la testa a Bryan."

"Oh, lo spero. Quel bastardo si merita questo e molto altro."

Questo vestito mi fa' sentire quasi una celebrità che sta per approdare sul red carpet.
Per una volta, ho messo le lenti a contatto per non dover portare gli occhiali e mettere così in risalto i miei occhi cobalto.

"Avevo dimenticato quanto fossero belli i tuoi occhi... Di solito li nascondi sempre dietro gli occhiali."

"Sai che lo faccio per darmi un'aria più professionale. E inoltre, cerco di distinguermi dagli altri il più possibile."

"Sierra, sapersi distinguere è una cosa positiva."

Qualcuno bussa alla porta e Adam si affretta a rispondere.
Le sue spalle si contraggono quando la apre, e per un momento esce sul pianerottolo a parlare con chi è appena arrivato. Quando torna dentro, Léon è dietro di lui, vestito con un abito firmato, con tanto di scarpe traslucide.
È talmente bello che a momenti mi manca il respiro e mi tremano le gambe.

Adam, dal canto suo, sembra piuttosto teso però. Ma quando lo guardo con un sopracciglio alzato, - come a mimargli un: "cosa c'è?" - lui scuote la testa.

"Sei assolutamente splendida. Pronta ad andare?"

Il suo complimento mi riempie d'infinita gioia. Era l'effetto che volevo ottenere. Con un cenno del capo, afferro la pochette dal tavolo e saluto Adam con un bacio sulla guancia.

"Ci vediamo lì." Quest'ultimo grugnisce una qualche risposta.
Una volta fuori, scopro che Léon ha noleggiato un'auto sportiva pazzesca. Sgrano le iridi. "Wow, è bellissima. Ma che auto è?"

"Cosa guida il tuo ex?"

"Una Porsche Boxster."

Un ampio sorriso si allarga sulle sue labbra. "Mhm... Scontato. Be', allora quest'auto lo farà morire d'invidia. È una McLaren 720s."

"Buono a sapersi. Mi annoto il nome in caso qualcuno lo chieda."

Léon, da perfetto gentlman, mi accompagna dal lato del passeggero e apre la portiera. Prima di chiuderla, mi rivolge un sorriso sensuale, per poi accomodarsi al posto di guida.

"Okay, dimmi se c'è qualcosa che dovrei sapere."

"Be', ci saranno i miei cugini, Adam e Lea. Ti ho già un po' parlato di lei al bar, ma quello che non sai ancora è che Adam in realtà è il suo fratellastro. Hanno lo stesso padre."

"Okay, quindi anche Adam è tuo cugino?"

"Tecnicamente sì, ma non c'è un vero e proprio legame di sangue. Sono imparentata con Lea tramite sua madre."

"Capisco. Perciò mi stai dicendo che Adam potrebbe essere un 'potenziale avversario in amore'?"

Increspo una smorfia. "Cosa? Che schifo... No! Sarebbe come andare a letto con mio fratello." Léon mi mostra di nuovo quel sorriso luminoso da mille watt e il mio cuore comincia a fare le capriole nel petto. "Lui e Lea non sono molto affiatati. Adam è un tipo pragmatico. Insomma, sono lontani anni luce." C'è qualcosa che non mi convince però. Questa macchina sembra davvero costosa. Il suo budget è di soli diecimila dollari. Sarà sufficiente per coprire i costi?- "Ehi, questa macchina sembra davvero costosa. Stasera dovrai anche dormire in albergo. Sei sicuro che l'anticipo che ti ho dato basti a coprire le spese?"

Mi prende la mano e se la porta alle labbra, senza mai distogliere lo sguardo dalla strada.

"Shh, non preoccuparti. Ho tutto sotto controllo."

"E per quanto riguarda l'anello?"

Un sorriso gli incurva le labbra.
"Non vedrai l'anello fino a questa sera. Fai finta di non saperlo nemmeno."

"Va bene. È solo che non voglio che tutto questo diventi un peso per te." Confesso.

Intreccia le nostra dita per poi accarezzarmi il dorso della mano con il pollice. Le sue carezze sembrano così delicate, quanto il tocco di un angelo.

"Sei troppo nervosa. Devi cercare di rilassarti. Ricorda: abbiamo una missione da portare a termine." Mi appoggio al morbido schienale per rilassarmi un po'. La tensione che mi attanaglia lo stomaco, però, non sembra aver intenzione di andarsene. "Ricapitolando... Devo mostrarmi follemente innamorato di te e incapace di staccarti gli occhi o le mani di dosso, giusto?"

"Sì... Più o meno."

"Okay. Come ci siamo conosciuti?"

"Cavolo! Me ne sono completamente dimenticata. Accidenti, non ci avevo pensato."

Come ho fatto a non pensare al background principale della nostra relazione, prima di lanciarmi a capofitto nel piano?

"Direi che ci siamo incontrati... All'Oil Rig."

"Lo frequenti spesso?"

"Continuamente. È il nostro ritrovo preferito a tutte le ore."

Un sorriso compiaciuto aleggia sulle labbra del ragazzo. "Mi piace. Ok, ci siamo conosciuti tramite un tuo amico..." Prosegue.

"Ehm... Direi... John. Lui è la scelta migliore. È possibile che tu l'abbia incontrato per lavoro."

"Sembra fattibile, che lavoro fa?"

"Lavora nell'azienda di suo padre. Si occupa di business development o qualcosa del genere. Sai, ripensandoci, non sono certa di che lavoro faccia."

"Meglio così. Ottima scelta. Perfetto. Aggiungerei alla storia che mi sono innamorato di te a prima vista. È stato un colpo di fulmine."

"E pensi che qualcuno ci crederà?" Replico.

Il riccio distoglie lo sguardo dal rettilineo e mi scruta dalla testa fino ai piedi, facendomi avvampare sulle gote. "Lo faranno se hanno gli occhi. Anche perché stiamo riscrivendo una storia di rivincita, no? Perché non abbellirla un po'?"

"Okay, hai ragione... Diremo che si è trattato di un colpo di fulmine e ci siamo innamorati l'uno dell'altra." Poi aggiungo. "Ho già incontrato i tuoi genitori?"

Scuote il capo per dissentire.
"No, ma parli un po' con mia madre al telefono."

"Dove vivono?" Lo interrogo ancora.

"A Manhattan."

"E tu?A Chicago?"

"A qualche isolato da tuo cugino."

"Okay, diremo loro ch'è la grande casa con l'enorme terrazza che affaccia sulla spiaggia."

Delle fossette affiorano ai lati della bocca di Léon. "Sì, quella casa va' più che bene."

"Spero che nessuno alla festa conosca il vero proprietario della casa. Altrimenti saremo fregati."

"Sono abbastanza sicuro che ce la caveremo. Dopotutto, è una grande città."

Mi schiarisco un po' la gola, sentendomi incredibilmente a disagio: "Abbiamo... Abbiamo dormito insieme?"

"Certamente!" Afferma, strizzandomi l'occhio. "Non ne ho mai abbastanza della mia bellissima fidanzata."

"Questo farà venire un colpo a Byran."

"Perché? Era possessivo nei tuoi confronti?"

"Be', volevo aspettare il matrimonio. Sono un po' all'antica da questo punto di vista. Mi sembrava importante aspettare il momento giusto per fare quel passo, fare le cose per bene e non avere fretta."

"O forse sotto sotto sapevi che non era il ragazzo giusto a cui affidare il tuo corpo e la tua verginità."

"Anche..." Ipotizzo. "Cavolo, mi sento così stupida."

"Be', non dovresti. Non c'è niente di sbagliato in questa scelta di aspettare, Sierra. Nessuno - nemmeno colui che ami - può costringerti a farlo, se non vuoi."

Faccio un'alzata di spalle. "Probabilmente è per questo che mi ha tradita. Il desiderio sessuale era troppo forte."

"Allora è il più grande idiota del pianeta." Sentenzia.

"Perché dici così?"

Si volta verso di me e i suoi occhi con screziature verdastre si incastrano nei miei. Sembrano trasudare passione mentre scende più giù, soffermandosi sulla mia bocca. "Perché... Se tu fossi mia, nessun'altra donna sarebbe capace di occupare quel posto. Non con te, al mio fianco."

Per qualche secondo, mi sembra di aver dimenticato come si respira. Poi quando mi riprendo dalla trance, mi costringo a ridere per stemperare la situazione che sta prendendo una piega insolita.

"Okay... Continua così, allora. Ah, a proposito, ho ventotto anni e sono disoccupata."

"Io ho due anni più di te. Perché non racconti a tutti che stai pensando di avviare un'attività tutta tua?"

"Io? Avviare una mia attività?"

"Certo. Perché no? Puoi dire loro che da quando mi hai incontrato, hai riscoperto le tue capacità imprenditoriali. Cosa ti piacerebbe fare, per esempio?"

"Mhm... Non né ho idea. Ho sempre amato organizzare matrimoni, ma..."

"Perché non riprendi a farlo? Se hai competenze, contatti e finanziamenti sei a posto."

"Non credo più nell'amore come un tempo. Il calvario degli ultimi mesi ha distrutto la convinzione che la felicità eterna esista."

Léon alza la mano e mi accarezza la guancia. "Tesoro, avrai il lieto fine che meriti. Te lo prometto. Fidati di me."

"Fidati: se gli dicessimo una cosa del genere, i miei parenti se lo appunterebbero. E nei prossimi mesi cercherebbero di scoprire se ho davvero aperto il mio business. Meglio rimanere sul semplice."

"Poco male. Puoi sempre dir loro tra qualche mese che hai avuto un'occasione migliore e l'hai semplicemente colta al volo."

"Sarebbe fantastico se fosse vero. Tu hai davvero la risposta a tutto, vero?"

"Sono solo abituato a parlare con le persone."

~~~

Dopo un tragitto durante più o meno una mezz'oretta, Léon spegne il motore.

"Okay... Siamo arrivati." Proprio di fronte a noi, si trova la limousine nuziale tirata a lucido, che gli sposi hanno usato dopo il rito per raggiungere il luogo dove si terrà ricevimento. Lo stomaco mi si contorce in una morsa dolorosa ed è paragonabile a un pugno assestato in mezzo al petto. "Sono loro?"

"Sì."

Mi stringe la mano e mi rivolge un sorriso affettuoso. "Allora, posso avere l'onore di diventare il suo ragazzo, milady?"

"Permesso concesso, mio prode cavaliere."

Léon si sporge in avanti e sfiora le mie labbra in un bacio furtivo e quando si allontana sembra che mi manchi qualcosa.

Come se il sole si fosse spento e fosse ritornato il gelo interiore. Il mio cuore perde un battito.

"Wow... Io..."

"Meglio che ti ci abitui. Siamo follemente innamorati, ricordi?"

"Mhm, giusto."

Mi sto ancora riprendendo da quel ch'è successo, facendo quasi fatica a respirare, quando il mio cavaliere viene ad aprirmi lo sportello. Con la coda dell'occhio, riesco a intravedere Bryan e la moglie uscire dalla loro limousine. Il mio ex fissa l'auto di Léon con crescente invidia.

L'operazione 'Vendetta' sta funzionando come previsto. Sta andando tutto secondo il piano.

León si cala perfettamente nel ruolo che deve interpretare. "Vieni, amore." Mi tende la mano con galanteria e mi tira fuori dalla macchina. "Nel caso abbia dimenticato di dirtelo, lascia che ti ricordi quanto sei incredibilmente bella. Oggi sono l'uomo più fortunato della terra!"

Rido e mi lascio attirare contro di sé per lasciarmi un bacio.
Nel frattempo, la sposa sussulta indignata, mentre Bryan sobbalza visibilmente a quella dimostrazione pubblica d'affetto.

León lancia le chiavi al parcheggiatore e mi tira più vicina a lui. "Abbiamo delle borse sul retro. Per favore, le porti nella nostra suite."

Le sue dita percorrono la mia schiena in una morbida carezza. All'improvviso, Bryan e Lea diventano come trasparenti, non ricoprono più alcuna importanza per me. Ho occhi solo per quest'uomo al mio fianco.

~~~

Una volta raggiunto l'ingresso del locale, i due novelli sposi sono ancora dietro di noi.

León ne approfitta per cingermi i fianchi e abbracciarmi, poi mi sussurra all'orecchio.
"È quello il bastardo del tuo ex?"

"Esatto. Ci stanno guardando?"

"Oh, sì. Non ci staccano gli occhi di dosso per un solo minuto."

"Allora, penso che dovremmo..." Stavolta sono io ad accostarmi. "Baciarci. Diamo un po' di spettacolo."

Il riccio mi prende la nuca e mi si avvicina con il sorriso stampato sulle labbra. Quando le nostre bocche s'incontrano, avverto i fuochi d'artificio esplodermi in testa. Non appena la lingua si intreccia con la sua, mi sento sciogliere come neve al sole.

Anche quando ci separiamo, Léon non si allontana e appoggia la fronte sulla mia, inspirando con una lentezza esasperante.
Non mi era mai capitato di provare così tante emozioni.
Siamo palesemente sotto gli occhi di tutti, ma non distolgo lo sguardo dal ragazzo neppure un attimo. Preferisco rubargli un altro bacio, anche se solo sulla guancia.

"Anche senza i diecimila dollari... I tuoi baci ne sarebbero valsa la pena lo stesso." D'un tratto mi guardo attorno e gli occhi si riempiono di lacrime mentre osservo i fiori e le decorazioni, che abbelliscono la sala adibita alla cerimonia. Una fitta di dolore mi attraversa."Ti manca tanto, vero?"

"Sono stata licenziata perché anziché aiutare a scegliere l'abito alle mie clienti, le facevo scappare. E questo perché non riuscivo più a credere nell'amore."

"Non c'è nessun'altra che meriti l'amore eterno più di te. E anche se adesso non ci credi, lui è ancora lì ad aspettarti. Un giorno lo troverai e l'uomo che sceglierai di sposare si sentirà fortunato e ringrazierà il cielo di averti conosciuta."

Si china per baciarmi di nuovo e sono ben disposta a lasciarlo fare, ma Nicole ci interrompe.

"Eccovi, finalmente! Sierra, sei una dea! Ciao, Léon!" S'infila tra di noi e sorride così tanto da sembrare un'invasata scappata da un manicomio. Il riccio l'abbraccia come fossero amici da sempre.

"È bello rivederti, Nicole." Urla a causa del fragore, segno che la festa si sta spostando nell'altra area. La castana aspetta che gli invitati ci sorpassino, poi sorride.

"Devo dire che non sembri affatto un ripiego dell'ultimo minuto."

"A volte le scelte per le quali non ti prepari sono le scelte migliori che si possano fare." Risponde.

Con un occhiolino, mi conduce alla festa ch'è ormai in pieno svolgimento. La mia famiglia passa da un tavolo all'altro, stringendo mani e salutando parenti e semplici conoscenti.

"Sierra, vuoi uscire in terrazza un momento prima di dare inizio alle danze? Ho l'impressione che ti serva un drink."

"È troppo presto per iniziare a bere?"

"Ripensandoci, forse ti servirà più di un drink. Tremi ogni volta che ci baciamo."

Sussulto. "È passato un po' di tempo dall'ultima volta che ho baciato qualcuno..."

In più, non sono esattamente le sensazioni che provo, di solito. Ma questo preferisco non dirlo.

"Non sei uscita con nessun altro dopo aver rotto con lui?"

"No. Stavo cercando di riprendermi dai vari disastri. Cambiare ragazzo con la stessa frequenza con cui si cambiano le mutande è più lo stile di Lea. Io mi sentivo fortunata anche solo ad avere qualcuno che mi volesse."

"Oh, tesoro, sono sicuro che molti uomini ti volevano. Semplicemente non te ne rendevi conto. Il dolore ti ha reso cieca." Mi fa notare. E puntualmente le mie guance diventano color porpora, così prendo il bicchiere di champagne da un cameriere di passaggio e lo tracanno per distrarre la mente. "Il tuo ex non ti meritava, né sapeva come valorizzarti. Non dimenticartelo."

"Già. Comprarmi un falso anello e mettere incinta mia cugina sono stati chiari messaggi."

Mi stringe la mano e si avvicina, spostandomi una ciocca dietro l'orecchio. Sospira. "Dài... Facciamo vedere al tuo ex cosa si perde."

Esito, ma poi mi avvicino per baciarlo sulla guancia.

"Grazie, Léon. Grazie per aver accettato di prendere parte a questa follia."

Il ragazzo gira la testa e mi bacia sulla punta del naso.

"Fai un bel respiro, Sierra. Stiamo per salire sulle montagne russe." Vedere la sala da ballo così piena è quasi abbastanza per farmi scoppiare in lacrime. Questo doveva essere il MIO grande giorno ed io la sposa raggiante. Léon nota subito la mia sofferenza. "Ehi, possiamo farcela. Ricorda, stasera sono il tuo fidanzato. Ti desidero follemente e soprattutto ho occhi solo per te. Per stasera, è tutto vero. Basta crederci e possiamo fare qualsiasi cosa."

Non posso credere che stia succedendo davvero... A volte Léon sembra un principe uscito da qualche fiaba, forse... fin troppo perfetto.

Senza pensarci due volte, gli faccio abbassare la testa per rubargli un bacio così focoso e passionale che le mie labbra formicolano ancora, quando ci separiamo.

"Wow... Voi due sì che sapete come fare un ingresso." Interviene la mia amica. Si mette dietro di me e mi assesta una pacca sul sedere. "Brava. Adesso vai a sfoggiare il tuo bellissimo ragazzo dinanzi a tutti quanti."

Léon mi segue al tavolo della mia famiglia e tira indietro la sedia per farmi accomodare. Adam è già seduto, e come abbia fatto ad arrivare prima di noi è un mistero.

"Adam, ti ricordi di Léon?" Dobbiamo mandare avanti la nostra recita.

"Certo, piacere di rivederti." Si allunga sul tavolo e afferra la mano del riccio per ricambiare.

"Dove sono i miei genitori?"

"Sono laggiù con mio padre. Non gli hai detto che saresti venuta?"

"No."

"Ovviamente. Be', ti stanno fissando tutti. Anche gli sposi sono sorpresi. Lui non ha smesso di fissarti da quando hai varcato la soglia." M'informa.

La mia famiglia è poi di ritorno per presentarsi ufficialmente a León. Con facilità disarmante, fa subito colpo sui miei, mio zio Reynolds e la zia Beth.

"Perdonami, figliolo, non credo di aver afferrato bene il tuo cognome." Dice lo zio di colpo.

"Van Woodsen, signore. Sono natio di Chicago."

"E cosa fai di lavoro?"

"Sono un imprenditore. Ho un paio di attività a Manhattan e anche qui a Chicago."

"Che tipo di attività?" Domanda curiosa mia madre.

"Possiedo una catena di ristoranti e di bar con musica dal vivo, signora."

"Ma sì! Li conosci i Van Woodsen. Locali del genere sono esattamente quello di cui si occupano. Ehi, è davvero difficile entrare in uno dei vostri locali a Chicago, sai? Non è che per caso potresti mettere una buona parola per noi quando siamo in città?"

"Zio!" Strillo. Ma León mi stringe la mano con calma e gli dà una risposta tranquilla.

"Sarà un piacere, signore. Le basterà chiamarmi ogni volta che passa da New York."

La conversazione scorre tranquilla, almeno finché inevitabilmente non finiscono di parlare della mia carriera e León annuncia che finanzierà la mia nuova attività.

Tutte quelle menzogne sono raccapriccianti e non oso immaginare che accadrà, quando la verità verrà a galla.

E poi, improvvisamente, Léon tira fuori un anello delle dimensioni della luna. Si inginocchia davanti a tutti e i miei occhi si velano di lacrime per la sorpresa.

"Sierra, mi renderesti l'uomo più felice del mondo accettando quest'anello."

FINE CAPITOLO*

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