16. Problemi in Paradiso
𝑀𝑦 𝐵𝑟𝑎𝑣𝑒 𝐾𝑛𝑖𝑔h𝑡
Sixteen
Trovare Alyssa a casa di Leòn è stata un'autentica sorpresa. Per qualche motivo, il mio sesto senso mi aveva fatto credere che l'avrei trovato da solo, a casa sua ad aspettarmi. Il che è surreale.
Sa che sono uscita con qualcun altro. Perché lui non dovrebbe avere la stessa libertà?
Anche se la vera domanda è: perché fa così male? Forse perché mi ero finalmente decisa ad affrontare e a scendere a patti con i miei sentimenti? Oppure è perché ho rinunciato ad un ragazzo praticamente perfetto nel tentativo di capire cosa provo?
Non dormo sogni tranquilli e, quando mi sveglio, sono così stanca che mi sembra di aver passato la notte a lottare contro un orso.
"Cavolo. Spero proprio che Adam sia a casa. Ho bisogno che mi dia un passaggio."
Il cellulare squilla solo due volte prima che Adam risponda.
«Mi stai parlando di nuovo, vedo. Questo significa che non sei più arrabbiata?»
«So che volevi solo proteggermi. È difficile rimanere arrabbiati con te sapendo che avevi buone intenzioni.» Borbotta qualcosa sottovoce, che cerco assolutamente di ignorare per evitare di arrabbiarmi di nuovo. «Ascolta, ho bisogno di un passaggio per andare da mamma e papà.»
«Ehm… E se chiedono di Leòn?»
«Dirò loro che ci stiamo prendendo una pausa. Che non sono ancora pronta per impegnarmi. No, aspetta! Dirò invece che sto attraversando un periodo difficile con la relazione a distanza. León è così raramente in città. Così suona molto meglio.»
«E cos'hai VERAMENTE intenzione di fare con León, Sierra?»
«D'ora in poi avremo un rapporto esclusivamente lavorativo. Dato che a quanto pare è il mio capo. Continuerò a lavorare per lui finché non guadagnerò abbastanza.»
«E poi?» Mi incalza, curioso.
«E poi…» Ci penso su. «Non lo so. Sono confusa.»
«Meglio di niente! "Non lo so" è meglio di prendere una scelta azzardata. Significa che ho tempo per farti cambiare idea.»
«Non posso credere che ti paghi così profumatamente da convincerti a volermi far cambiare idea.»
«Non è per i soldi, Sierra. Si tratta della tua felicità e del tuo futuro.»
«Sì, magari sapessi cosa ci fosse nel mio futuro. Se lo sapessi, non starei qui a farmi mille paranoie.» Sospiro. «Ora come ora non ho la minima idea di quello che devo fare.»
«Non devi preoccuparti di questo adesso. León non ha intenzione di ritirare il suo investimento.»
«Sì, ma non voglio più dovergli niente, Adam.»
«Fai come vuoi. Ti passo a prendere alle due. Va bene?»
«Sì. Grazie.» E riattacco.
Il resto della mattinata passa velocemente, ma mi aspettano un pomeriggio e una serata complicati.
Con un po' di fortuna, passeranno in fretta anche quelli, senza grandi conseguenze.
O perlomeno si spera.
~~~
Mancano pochi minuti alle due, così recupero la mia borsa ed esco per aspettare che arrivi mio cugino. Quando noto chi c'è ad aspettarmi sul marciapiede, resto di sasso.
Pietrificata.
Dov'è Adam?
"E tu che ci fai qui?" Chiedo forse con troppa enfasi.
León indossa degli occhiali da sole che non mi permettono di leggere i suoi occhi, ma il viso è una maschera di serietà. La sua voce, quando finalmente apre bocca, è altrettanto gelida. Non sembra lo stesso di tutte le volte.
"Se vuoi mettere fine a questa cosa fra di noi, allora finiamola insieme."
"Che vuoi dire?" Non capisco. "Verrai alla festa di anniversario dei miei genitori per dire a tutti che non stiamo più insieme?"
"Sì. Perché no? È questo che volevi, no?"
"Ma per me sarà più difficile dirglielo se sei lì con me!" Gli faccio notare, seccata.
"Vorrà dire che sarà più difficile. Mi dispiace, amore mio, ma se c'è una cosa che non ti renderò più facile… È proprio lasciarmi."
"Brutto figlio di…" Mi blocco dal dire una parolaccia. "Perché fai tutto questo?"
Perché vuole rovinarmi la vita e pure la reputazione?
"Perché ho fatto una promessa."
"Non ricordo questa promessa. E comunque, ti assolvo da ogni debito nei miei confronti. Sei libero di andartene. Ora sparisci. Vola via, uccellino, sei libero di andare da chi ti pare. Non abbiamo più alcun legame."
Il riccio non riesce a trattenere una risata divertita mentre scuote la testa.
"Il tuo è stato un bel tentativo.
León è determinato a rendermi questa impresa, non difficile, impossibile.
~~~
La mia famiglia ci saluta calorosamente quando arriviamo nel luogo dove si svolgerà la cerimonia. È una di quelle famiglie grandi, rumorose e folli. Ma sono affettuosi e amorevoli e, a modo loro, perfetti.
León saluta i miei genitori con un entusiasmo che a me invece non ha mostrato quando è venuto sotto casa a prendermi.
Deve mantenere le apparenze, d'altronde.
Bene. Se è così che vuole giocare, allora giochiamo.
Poi farò i conti anche con quel cretino di mio cugino, che ha assecondato questo piano.
"Mamma! Stai benissimo. Sei rimasta sorpresa?"
"Oh, Sierra! Non ci posso credere! Sapevi tutto e non mi hai detto niente!" Si lamenta, sfoggiando un'espressione da ragazzina innamorata.
Mi avvolge in un grande abbraccio pieno d'affetto. I miei occhi si sgranano mentre fisso mio padre. Le ha detto che lo sapevo? Appena si stacca, continua. "Non posso credere che tu mi abbia lasciato mettermi in ridicolo a Manhattan."
"Io… non volevo rovinare la sorpresa, mamma. Papà ha insistito sul tenere tutto segreto."
"León caro, anche tu lo sapevi?" Lo tira in ballo subito.
"No, signora. Non sarei stato in grado di mantenere il segreto, non è da me." Rivolge a mia madre un sorriso quasi malizioso, incrementando il suo fascino.
Rivedere quel sorriso sulle sue labbra morbide risveglia le farfalle nello stomaco.
Non riesco a decidere se preferisco abbracciarlo o se voglio sferrargli un pugno in faccia. Sono combattuta.
"Tesoro, non indossi il tuo anello. Non dirmi che l'hai perso."
León alza un sopracciglio, sfidandomi a comunicare la cattiva novella proprio in quell'istante.
"Mamma…" prendo un respiro. "L'ho portato di nuovo dal gioielliere per la pulizia."
"Pensavo lo avessi fatto ripulire mentre eravamo a New York?"
"Stavo cucinando e un mucchio di robaccia si è infilata tra le fessure. Era disgustoso." Faccio una smorfia per essere credibile. "Non riuscivo a sopportare di vederlo così… sporco." Lancio al ragazzo un'occhiata significativa prima di rivolgere un falso sorriso a mia madre.
Mugugna poco convinta, ma poco dopo mi accompagna dagli altri membri della famiglia che non vedo da un po'.
León va nella direzione opposta. Cerco di non fissarlo mentre si trasforma da freddo come iceberg in un ospite alla mano e divertente. Vederlo comportarsi in quel modo mi fa provare sentimenti contrastanti e inizio ad infuriarmi di più.
"Come posso sentire la mancanza di qualcuno che NON ESISTE?" Il riccio fa dondolare una delle mie nipoti sulle sue spalle, poi lo osservo ricorrere gli altri bambini tra urletti di gioia e sorrisi. "Chi è in questo momento? Il León gentile e affascinante di animo buono o quello manipolatore e maniaco del controllo?"
"Sierra, hai la testa fra le nuvole? Che ti succede?" ridestandomi dalle mie riflessioni, rivolgo un sorriso luminoso alla donna.
Da quanto sono lì a riflettere sulla storia con lui?
"Sembri così felice. Stai passando una bella giornata, mamma?"
"Come potrei non esserlo? Tuo padre mi ama come il primo giorno e anche dopo tutti questi anni." Confessa. "La mia unica figlia ha trovato un uomo che si prenderà cura di lei meglio di quanto avessi potuto sperare."
Distolgo gli occhi, in modo che non veda lo sguardo colpevole sul mio volto e mi schiarisco la gola.
"Sì, a proposito di me e León…"
Ma il diretto interessato interrompe il discorso in quel momento propizio, avvicinandosi a noi e portando con sé le risate di una bimba di otto anni.
"Sono esausto, piccola principessa. Perché non vai a giocare con tuo fratello mentre io riprendo fiato?"
"Ah! Okay." Brontola, perché non voleva lasciarlo andare così presto. Poi corre ad unirsi agli altri bambini.
León si volta e rivolge a mia madre uno dei sorrisi più accecanti del suo repertorio.
"Hai bisogno di aiuto, mamma?"
MAMMA! MA CHE DIAVOLO?
"Perché chiami mia madre, "mamma?"
"Sono stata io a dirgli di farlo. Dopotutto… vi sposerete entro la fine dell'anno. Tanto vale che inizi a farci l'abitudine di avere un figlio maschio."
"Cosa? Chi ti ha detto che ci saremmo sposati entro la fine dell'anno?" Ribatto.
"Oh, é stato León a dirmelo."
Se il mio sguardo potesse uccidere, be', lui sarebbe certamente polvere adesso.
"Saremo sempre grati al destino che vi ha fatti incontrare, Léon. Quando Bry…" Si zittisce all'improvviso e distoglie la faccia, nascondendo gli occhi pieni di lacrime.
Vederla così mi spezza il cuore.
"Non preoccuparti. So tutto di Bryan e di quello che ha fatto. Vorrei che non le avesse fatto del male, che non avesse giocato con i suoi sentimenti e non l'avesse tradita. Ma i suoi errori mi hanno portato da Sierra. Se lui non avesse fatto tutto questo, non avrei mai incontrato l'amore della mia vita."
Mia madre rivolge gli occhi pieni di lacrime al ragazzo e infine lo abbraccia."Sei troppo dolce, caro. Anche io sono grata al destino. Sarai un genero amorevole. Tesoro, stavi per dirmi qualcosa su te e León. Cosa volevi dirmi?"
"Sì, tesoro. Cosa stavi per dire a tua madre?"
Gli lancio un'occhiataccia.
"Non è poi così "amorevole" come credi. Dietro si nasconde ben altro."
Lei ride e accarezza la guancia del riccio con un sorriso.
"Hai ragione. Non è solo amorevole. È anche perfetto. Perfetto per te e anche per la nostra famiglia. Non avremmo potuto chiedere un compagno migliore per te, tesoro. Assolutamente perfetto!"
"Mamma, sei troppo gentile. Anche io tengo molto a voi."
La mia bocca rimane spalancata per lo stupore, mentre guardo i due rivolgersi complimenti a vicenda. Mia madre poi si allontana e il ragazzo diabolico fa lo stesso, facendomi l'occhiolino.
Quel bastardo! Non posso credere che abbia appena ribaltato le carte in tavola in questo modo. Cosa gli sta frullando in testa? Come ha potuto rendermi le cose così complicate? Pensavo mi avrebbe aiutato a dire le verità ai miei.
Perché?! Se lo prendo giuro che lo ammazzo.
Su tutte le furie, raggiungo mio padre ad un tavolo, fermandomi a guardare i bambini che giocano spensierati.
"Come stai, papà?"
"Mai stato meglio, bambina mia. Trent'anni di matrimonio e ogni giorno mi innamoro un po' di più di tua madre."
Sospiro. "Ti invidio. Hai trovato la tua anima gemella."
"Anche tu hai trovato la tua." Saluta León con un cenno della mano, ora impegnato a intrattenere lo zio Reynolds e due delle mie zie con una storia evidentemente esilarante. "Sei fortunata, figlia mia. Volevo che trovassi qualcuno che ti amasse e rispettasse, non mi importava che fosse ricco. Ma per fortuna, hai entrambe le cose."
Il senso di colpa che mi sta attanagliando non mi fa respirare. Apro la bocca per rivelare la verità, ma León attira la mia attenzione. Si sta tenendo la pancia e si piega in due dalle risate per qualcosa che ha detto lo zio. Si sta perfino asciugando qualche lacrimuccia.
Non fa colpo su molte persone. Ci vuole un po' per abituarsi a zio Reynolds.
"Quell'uomo farebbe di tutto per te, Sierra. Non fartelo scappare. Sai, Bryan non mi è mai piaciuto."
"Cosa? Non hai mai detto nulla a riguardo." Chiedo a bocca leggermente schiusa.
"Be', tu lo amavi. Eri così felice quando ci hai detto che vi eravate fidanzati che non ho trovato il coraggio di ferire i tuoi sentimenti. E quando ti ha tradita, tua madre ha dovuto ricordarmi che l'omicidio si paga con la prigione."
"Non ne avevo idea. Pensavo che foste delusi da me per essermelo lasciato sfuggire."
"Oh, santo cielo, no… Avevo proprio intenzione di dirtelo, ma ti sei presentata al matrimonio così felice e innamorata di León. A quel punto mi è sembrato che non ce ne fosse più bisogno. Mi dispiace di non aver detto niente prima, tesoro. Tu non potresti mai deludermi."
Non posso continuare così. Penso che sia arrivato il momento di dire la verità. Queste bugie rischiano di aggravare la mia posizione.
"Avrei voluto che me l'avessi detto prima. Avrebbe reso alcune scelte più facili… non avrei commesso degli errori imperdonabili."
"Anch'io vorrei avertene parlato prima, tesoro. Non vorrei mai che tu pensassi che sia deluso da te. Il tuo valore non si basa certo su chi scegli come partner. Io ti voglio bene in ogni caso."
"Grazie, papà. Significa molto per me questo. Anch'io ti voglio bene, sempre e comunque."
Mi allontano da mio padre e mi siedo sull'altalena. León, intanto, è con alcuni cugini e altri ragazzi più grandi che suonano una chitarra.
Non si può dire che sia un uomo calcolatore e freddo in questo momento, anzi è esattamente il contrario. Ed è questo che mi spaventa.
E se mi sbagliassi sul suo conto? E se stessi proiettando su di lui le mie insicurezze? Forse lui sta solo cercando di aiutarmi? D'altra parte… è comunque possibile che mi stia usando.
"Sembra fatto apposta per stare qui… Con questa famiglia."
Il flusso dei miei pensieri si interrompe quando Lea si siede sull'altalena accanto a me.
Da piccole, questa altalena era il nostro posto preferito nel cortile. Cercavamo sempre di dondolarci il più possibile, ridacchiando.
Un tempo eravamo inseparabili… prima che mi tradisse.
"Sono contenta che tu sia felice, Sierra. Almeno questo mi fa sentire meno in colpa. Bryan non era… abbastanza per te."
"Mi prendi in giro?"
"Lo so. Lo so. Ascoltami e basta, okay?"
"Tu… HAI UNA BELLA FACCIA TOSTA."
"Non sono qui per litigare con te. Sierra, ero così invidiosa di te. È vero, non c'era mio desiderio che non si avverasse, ma ti osservavo e mi sembrava che ricevessi più attenzione, amore e rispetto di me. Tutto ti veniva così naturale. Non appena entri in una stanza, calamiti l'attenzione e tutti ti adorano per la persona che sei."
Ha battuto la testa?
Che le prende?
Ci vuole tutta la mia forza di volontà per restare in silenzio. Se aprissi la bocca adesso, dalle mie labbra uscirebbero solo urla e insulti.
"Mio padre ti ama come se fossi sua figlia. Diavolo, perfino mio fratello ti preferisce a me. E non sei nemmeno imparentata con loro per sangue! Sono cresciuta portandomi addosso la gelosia. Tutta la gelosia si è tramutata in un mostro spaventoso. Ma la parte peggiore era sapere che tu, più di chiunque altro, mi sei stata vicina in tutti questi anni."
"Tu… eri la mia migliore amica. Ho condiviso tutto con te. E me l'hai portato via appena ti si è presentata l'occasione propizia!"
"Lo so." Bisbiglia. Sembra che stia per allungare la mano verso di me, ma sussulto e mi allontano bruscamente. Non voglio che mi tocchi. "Io… so di averti tradita. Non so dirti quanto mi penta di quello che ho fatto."
"Non voglio stare a sentirti." Ringhio.
"E invece devi. Ti scongiuro. Devo togliermi questo peso dal petto. Tutto questo mi sta uccidendo."
I miei occhi si spostano sul riccio che sta insegnando a mia nipote come cambiare gli accordi alla chitarra. È bravo con i bambini. Improvvisamente, mi rilasso un po'.
"D'accordo. Di quello che devi dire e basta. Poi vattene."
"Dopo averti accompagnata a casa la sera, Bryan usciva sempre. Frequentava bar e strip club. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per trovare qualcuno che gli scaldasse il letto almeno per una notte. Al tempo pensavo che non lo si potesse biasimare. Tu non andavi a letto con lui, dopotutto. Ma ho notato in seguito che cambiava una donna a sera e così l'ho affrontato. Quel momento fu surreale. Gli stavo urlando addosso e poi, all'improvviso, ci stavamo strappando i vestiti di dosso."
"Non ho bisogno dei dettagli, grazie."
"Giusto. Scusami. Fatto sta che continuavamo ad andare a letto insieme, ancora e ancora. Sapevamo entrambi che dovevamo dare un freno a quella storia. A causa tua. Ma non ci riuscivamo. Non avevamo intenzione di ferirti. O almeno, io di sicuro. È solo successo… Hai tutto il diritto di essere arrabbiata."
"Non ho bisogno che tu me lo dica. Allora, cosa vuoi VERAMENTE da me? Qual è il punto di tutto questo discorso, Lea?"
Sono stanca che ci giri attorno, raccontando per filo e per segno tutti i fatti accaduti, come se io non li conoscessi già.
Le lacrime scendono incontrollate sul suo volto e, per un momento, mi si stringe il cuore a vederla così nonostante tutta la sofferenza che ho patito.
"Voglio sapere se sei felice. Non devi esserlo per me… per noi. Voglio che tu lo sia per te stessa. All'inizio ero così arrabbiata con te per avermi sconfitta ancora una volta. Perché quel… León è mille volte meglio di Bryan. Pensavo l'avessi scelto per farmi un dispetto e far ingelosire Bryan. Se questa era la tua intenzione, allora hai vinto." È difficile trattenermi dal rivelare che quella era la mia intenzione, ma riesco a tenere la bocca chiusa. Non merita di sapere la verità. "Durante la nostra prima notte di nozze non abbiamo fatto altro che parlare di te. Pensavamo che non sarebbe durata tra voi. Che foste venuti lì insieme solo per fare scena. Ma… lui è ancora qui. E il modo in cui ti guarda… Bryan non mi ha mai guardata così. Ti guarda con un desiderio e un amore che mi lasciano senza fiato. Bryan potrà anche averti spezzato il cuore, ma hai trovato qualcuno che è veramente degno di te e che sembra amarti davvero. Sierra, pensi che riuscirai mai a perdonarmi?"
"Onestamente… no. Non so se riuscirò mai a perdonarti."
Lea soffoca un singhiozzo e annuisce. "Capisco. Be', spero che un giorno o l'altro ci riuscirai."
Finalmente mi costringo a fissare la castana. La gravidanza l'ha cambiata parecchio. Non è più la persona sexy di un tempo e quasi mi dispiaccio per lei.
Ciò che però continuo a ripetermi è la frase: "León è davvero innamorato di me?"
Quando lo guardo, i suoi occhi incontrano i miei. Sta cantando una canzone…
Le parole sono confuse, ma sembra palesemente angosciato.
Se solo Alyssa, quella donna, non fosse stata a casa sua ieri… avremmo potuto chiarire le cose.
"Sierra, ti conosco." Riprende. "Meglio di quanto tu conosca te stessa. Devi imparare a riconoscere quando c'è qualcosa di buono nella tua vita. Quell'uomo…" indica il riccio con un cenno del mento. "È perdutamente innamorato di te. Veramente innamorato di te. Più di quanto lo ami tu. È evidente che vi state evitando intenzionalmente. Non lasciare che i problemi che hai a causa di Bryan influenzino la tua opinione su Léon. León può renderti felice, se glielo permetti. È l'uomo giusto per te. E non sottovalutare i tuoi sentimenti per lui."
"Mhm… Non sono sicura che tu sia la persona più adatta per darmi consigli del genere, Lea."
"Forse sono l'unica a potertene dare uno, invece. Vederti felice sul serio non cambierà in positivo la mia vita." Mi accarezza il ginocchio e geme affaticata a causa del pancione quando si solleva dall'altalena. "Se finisci per sposarlo, invitami al tuo matrimonio. Ci verrò volentieri e sarò così felice per te." Una lacrima cade sulla mia mano. Da quanto sto piangendo? E perché? "Sai che non hai mai pianto per Bryan quando stavate insieme?" Mi fa notare.
"Ehm… dici sul serio?"
"Sì. Dovresti chiederti il perché."
Non rispondo e la guardo allontanarsi. Sono troppo impegnata a fissare il riccio e a cercare di capire cosa si nasconde dietro la sua maschera di finta freddezza.
Che cos'ha davvero in mente?
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