12. Perché proprio io?

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Twelve


Per ragioni del tutto sconosciute, sono venuta a New York con i miei zii e mia madre. Di certo non mi aspettavo che León si unisse a noi, ma lo ha fatto, e ora vuole mettere in pausa il nostro accordo sull'essere solo amici.
Ciò significa che mi aspettano due giorni di felicità con l'uomo dei miei sogni.

Dovrebbe essere una decisione semplice, ma non lo è.

C'è ancora la possibilità che mi faccia del male dieci volte di più del mio ex fidanzato Bryan. Inoltre, c'è un ulteriore problema di come farò a porre fine a tutto questo senza ferire la mia famiglia e di deludere le aspettative.
Sono pazzi di Leòn.

«Una volta a casa, torneremo a essere solo amici?»

«S'è questo ciò che vuoi.» Specifica.

"Perché deve essere sempre così ragionevole e enigmatico?"

«Okay… lo faremo per mantenere le apparenze.»

Il sorriso misterioso che si forma sulle labbra carnose non dice nulla, ma riesce comunque a scaldarmi il cuore. È così dannatamente stupendo.

«Penso che dovremmo baciarci per suggellare il nostro accordo.»

«Ma guardati. Non hai ancora abbastanza dei miei baci.»

«Quando si tratta di baciarti, non ne posso fare a meno. Allora, abbiamo un accordo?»

«Spiegamelo, così da evitare dubbi.»

«Questo fine settimana saremo "Sierra e León", una coppia felicemente fidanzata e innamorata. Poi finito il weekend, torniamo ad essere solo amici.»

«Okay, se la metti così… Aprite il sipario!»

«Intendi così?» Mi scocca un sorriso malizioso, facendo scivolare le mani al di sotto della maglietta e sopra le costole. Dopodiché sfiora la parte inferiore del seno.

«Non credo che dovresti fare una cosa del genere davanti a mia madre.»

«Di sicuro non dovrei fare questo.» Infila la mano sotto la mia cintura e mi sfiora tra le cosce. «No, assolutamente no. Meglio limitarsi a degli innocenti baci.»

Il suo bacio infiamma ogni parte del mio corpo e dentro la mia anima. E quello che viene dopo, be', mi rimarrà impresso nel cervello fino alla fine.

Sono senza fiato e ancora un po' tremante, come se fossi stata sotto la pioggia torrenziale per ore. Solo Leòn mi fa sentire così… quando facciamo l'amore.

«Devo dire che è stato un ottimo modo per suggellare il nostro accordo.» Dice a petto scoperto ed espressione soddisfatta.

«Ma non lo consiglierei nei tuoi incontri di lavoro.»

«No, in effetti no. Meglio darci una mossa. Dobbiamo incontrare la tua famiglia al ristorante tra dieci minuti.»

Mi da' un ultimo bacio, prima di lasciarmi sgusciare fuori dalle lenzuola. Anche se dopo quel bacio mozzafiato la voglia di rimanere a casa è sempre più pressante.










~~~

La mia famiglia sta aspettando nell'atrio dell'hotel e si accalca attorno a noi quando ci avviciniamo. E, cosa fondamentale, ho di nuovo il mio anello all'anulare sinistro e mia madre non perde tempo a farlo notare.

«Oh, santo cielo, avevo dimenticato quanto fosse bello!»

«Hai ragione. Dev'essere costato un capitale. È un Harry Winston, vero?»

«Per favore, così mi state soffocando!» Intervengo.

«Leòn caro, la stai viziando.»

«Se lo merita, signora.»

I negozi sono proprio dietro l'angolo dell'hotel e mia madre e mia zia commentano entusiaste con gli occhi a cuoricino la moda che circola in questa città. Sto per unirmi a loro in un unico negozio, quando uno strillo molto femminile raggiunge le mie orecchie. Confusa, mi volto.

Una splendida biondina con le gambe chilometriche e una gonna troppo corta, che lascia poco spazio all'immaginazione, si lancia tra le braccia del riccio e strilla di nuovo.

Faccio una smorfia.

«Leòn! Oh, cavolo, saranno passati secoli! Come stai?»

Si allontana dalla bionda con fare gentile e le rivolge un cenno educato. «Alyssa. Sto bene, ma sono sempre molto occupato.»

«Quando mai non lo saresti? Finirai per sposarti con i tuoi ristoranti.» Ridacchia con una vocina fastidiosa e stridula.

Già la odio ed è chiaro che sta flirtando con León.

"Aspetta un attimo… Sono gelosa di loro due? Non può essere, no!"

Mi attira più vicino al suo fianco. «Alyssa, ti presento Sierra. Alyssa e io abbiamo frequentato qualche corso insieme ad Harvard.» "Ma certamente, non poteva mica trattarsi di una gallina qualunque." «Alyssa, Sierra è la mia… fidanzata.»

La bionda appare stupita. Con mia grande sorpresa, anch'io lo sono. Mi ci vuole un minuto per riprendermi, poi allungo la mano. Volevo solo stringerle la mano, però istintivamente le ho teso quella sinistra. I suoi occhi si incollano come una carta moschicida sulla pietra preziosa.

«E' un piacere conoscerti, Alyssa.»

«Wow, sono onorata di incontrare la ragazza che ha finalmente conquistato León Van Woodsen. Devo dire ch'è una sorpresa.»

«Oh… Mi spiace di averlo tolto dal mercato.»

«Be', se León è come suo padre…» insinua e ridacchia, facendo irrigidire il ragazzo.

«Non sono come mio padre.»

«Certo che no. Non vedo l'ora di passare i prossimi cinquant'anni al tuo fianco, tesoro.»

Sorpresa, mi chiedo da dove mi sono uscite queste parole. Finché non mi regala un sorriso grato e mi bacia dolcemente.

«Sapere di passare i prossimi cinquant'anni con te, amore, mi rende l'uomo più felice del mondo.»

«Allora, a quando il lieto evento?» Interrompe quella.

«Non abbiamo ancora fissato la data.

«Faresti meglio a tenertelo ben stretto. Ha la tendenza a sfuggirti dalle mani.» Si gira verso il riccio e gli lascia un bacio sulla guancia. «Devo scappare. Ma congratulazioni!» E detto ciò, sparisce nel traffico pedonale di Manhattan.

A quel punto, sento il bisogno di soddisfare una curiosità, appena la sventola non è più nei paraggi. «Vecchia fiamma? Qualcuno che hai incantato mentre facevi il barista?»

«Perché? Sei forse gelosa, Sierra?»

«N-O. Assolutamente no.»

«Ammettilo, sei un po' gelosa. Ma rispondo comunque alla tua domanda, visto che insisti: siamo usciti due volte al college. Non ero interessato. Lei invece sì. Fine della storia.»

Mi attira contro il suo bacino per un bacio passionale che mi fa salire le vertigini.
Le sue labbra hanno appena lasciato le mie quando sento mia madre schiarirsi la voce.

«Visto, Betty? Te l'avevo detto che non riescono a togliersi le mani di dosso.»

«Come hai fatto a comprare qualcosa in così poco tempo?» Entrambe sono piene di borse.

«E' New York, tesoro. Tutti fanno tutto di corsa qui.» Afferma la zia.

«Povero zio.»

León ride, mi prende per mano e mi trascina con sé lungo la strada. Intanto riprendo quel discorso.

«Trovo difficile credere che non fossi interessato alla biondissima Alyssa. O alle sue gambe lunghe ed esili. A me sembra proprio il tuo tipo.»

«E invece no. Recentemente ho scoperto di avere un debole per le bionde con dei bellissimi occhi azzurri come il mare.» Sbatto le palpebre confusa, quando mi rendo conto che sta parlando di me.

«Non fai altro che adularmi. Scommetto che l'hai detto a tutte quelle che hai frequentato.»

«No, solo a te.»

«Come no. Comunque… è un vero schianto. Sono sorpresa che tu non abbia accettato la sua offerta.»

Scrolla le spalle e sorride. «Mi piace quando fai la gelosa.»

Con un altro sorriso sulle labbra, mi dona un altro bacio.

Ormai ho perso i conti di tutte le volte che l'abbiamo fatto.

«Ehi, piccioncini…» Ci richiama mia zia con tono ammiccante.

«Stai davvero dando spettacolo.» Le mie parole sono un sussurro, ma León le sente e si avvicina.

«In realtà, non sto fingendo affatto.» Confessa.

«Betty, guarda questo anello!» Lancio un'occhiata confusa al giovane, per poi raggiungere le due donne vicino alla vetrina di una gioielleria.

«Dovresti prenderlo. Sarebbe fantastico su di te.»

«Mamma, cioè…» spalanco la bocca. «Wow, deve costare una fortuna.»

«Può metterlo sulla carta di tuo padre.» suggerisce. Mia madre tira su con il naso e annuisce, prima di entrare nel negozio. Il suo comportamento era strano prima e anche adesso e non mi convince quell'aria così vaga.

«Cosa c'è che non va con la mamma?»

«E' solo che le manca tuo padre. Sierra, guarda, il tuo uomo pende dalle tue labbra e ti ama. Sei fortunata. Aggrappati a lui con entrambe le mani e non lasciarlo andare mai.»

«Ok.» Una collana vicino all'anello che mia madre guardava attira la mia attenzione. «Voglio guardarla da vicino. Entro anche io.»







~~~

León mi segue nel negozio. Tutto brilla sotto le luci sobrie della gioielleria. «Cos'è che ha catturato la tua attenzione?»

«Ehm… Niente.» Mento.

Non voglio che pensi che ho le mani bucate e non voglio fargli affrontare un'altra spesa eccessiva, dopo le precedenti.
Per questo taccio.

«Sierra, perché non me lo dici? Sono curioso di sapere cosa ti piace.» insiste.

«Non lo so. È solo che non mi piace parlare di cose troppo materialistiche.»

«A volte è divertente condividere quello che ti piace con qualcuno, sai. Andiamo. Dimmi quale ti piace.»

«La collana con gli smeraldi tagliati a forma di foglie.» ammetto con un po' in imbarazzo.

«La vorresti?»

«No, costa troppo per il mio budget. Ma dovrei essere in grado di comprarla il mese prossimo. L'azienda sta andando a gonfie vele. Sarà un piacere premiarmi dopo aver lavorato così duramente.»

«Sapevo che ce l'avresti fatta. Hai fatto molta strada dal matrimonio, quando eri disoccupata e non sapevi cosa fare della tua vita.»

«Grazie.»

«Sierra. Che ne pensi?»
Mi avvicino a mia madre che mi mostra un gigantesco anello di diamanti che sfoggia sul dito.

«Tu e papà avete litigato?»

«Cosa?» proferisce, sbalordita.

«Ti conosco bene, mamma. Non spenderesti mai tutti questi soldi se non fossi arrabbiata. Ti va di parlarne?»

I suoi occhi si inumidiscono per le lacrime, ma tira su con il naso e scuote il capo. «Non essere stupida, cara. Non c'è nulla che non vada. Piuttosto, ho una fame tremenda. Possiamo andare a mangiare?» La preoccupazione mi divora un po', ma annuisco lo stesso.

Se vuole continuare a fingere che tutto fili liscio senza problemi, chi sono io per farla venire allo scoperto?

Accompagno la mia famiglia fuori dal negozio e mi sforzo di sorridere per mia madre.
«Anch'io muoio di fame. Andiamo, ho sentito parlare troppo bene di Sangu. Spero non sia troppo pieno.»

«Oh, è sempre pieno. Fa parte del bello di andare a mangiare lì. Devi chiamare con mesi di anticipo per una prenotazione.» spiega lo zio.

«León ha detto di aver prenotato, speriamo di non aver soffiato il posto a qualcun altro. Mi sentirei troppo in colpa.»

«Sono certa che León abbia sempre un tavolo prenotato per lui e la sua famiglia, cara. Non preoccuparti.»

«A proposito, dov'è?»

Il gruppo cerca il mio fidanzato, ma poi lo vede uscire dal negozio con un sorriso imbarazzato stampato sul volto.

«Scusa… pensavo di farti una sorpresa. Credevo che non ti saresti accorta della mia assenza ancora per qualche istante.» si giustifica.

«Di quale sorpresa parli?»

Mi porge così una scatola di velluto nero aperta e dentro c'è proprio la collana che stavo fissando.

«Leòn!» A momenti, sto per svenire. «Per quale motivo l'hai comprata?»

«Perché ti piaceva e volevo renderti felice.»

«Oh, per l'amor del cielo…» Mi alzo sulle punte e imprimo un bacio sulle sue labbra carnose e morbide. «Grazie… Speravo di comprarmela da sola, sai, come ricompensa per il duro lavoro. Ma apprezzo il tuo gesto.»

Fa una smorfia e mi rivolge un sorriso mesto. «Avrei dovuto prima chiedertelo, giusto?»

«Sì, ma è comunque un bel regalo. Grazie.»







~~~

L'ingresso del 'Sangu' è affollato di gente e León fa un cenno alla responsabile di sala, che ci conduce a un tavolo privato. Sulla strada per arrivare il tavolo, un uomo si complimenta per il mio aspetto e mi lascia il numero.

Il riccio si irrigidisce e fa un passo verso l'uomo.

«Che c'è? Sei geloso?» lo canzono.

«E se anche fosse? Hai intenzione di fare qualcosa a riguardo?»

«Be, sì. Forse reciterò la parte della brava, amorevole ed eccessivamente dolce fidanzatina.»

«Allora sì. Diavolo sì, sono geloso.»

Con un sorriso, lo avvicino a me, allacciando le braccia attorno al suo busto per poi baciarlo lì in mezzo al ristorante. Ci guadagniamo qualche fischio e qualche risatina.

«Così ti senti meglio?»

Strizza l'occhio. «Decisamente meglio.»

Passiamo il resto della cena a chiacchierare con la mia famiglia del più e del meno, portando avanti con classe e bravura la nostra straordinaria recita.











~~~

Dopo aver salutato i miei parenti ed essere tornata all'appartamento del riccio, ne approfitto per parlare di ciò che è successo.

«C'è sicuramente qualcosa che non va nel verso giusto.»

«Sono completamente d'accordo, è stata silenziosa tutta la sera. Cosa pensi potrebbe essere?»

«E' proprio questo il problema. Non ne ho idea. Ma lei non spende mai soldi così. Non siamo poveri, ma mio padre è stato sempre un tipo parsimonioso. E lei non è una donna frivola. Sono preoccupata per lei.»

«Forse sente di meritare qualcosa di bello. Oppure vuole avere un bel ricordo di questo viaggio.» ipotizza León.

«Ma figuriamoci. Non ha certo i tuoi soldi da buttare, León. Semplicemente non è da lei.»

«Posso chiederti una cosa senza che tu ti metta sulla difensiva?»

«Se fai questo discorso e me lo dici così, mi metterò subito sulla difensiva.»

«Perché diventi così permalosa quando si parla di soldi? In particolare quando si parla dei MIEI. Non capisco tutta questa ostilità. Non conosco nessuno che si arrabbi così tanto come fai tu quando ti compro qualcosa.»

Mi ci vuole un momento per trovare le parole giuste. Ha perfettamente ragione, spesso sono sulla difensiva e i soldi mi mettono a disagio.

«Penso che sia perché non voglio avere alcun debito, specie con te. Insomma, non ti devo già abbastanza?»

«Perché continui a tenere il conto?» Fa scorrere una mano sulla nuca, frustrato.

«Perché sì. Ne abbiamo già parlato. Voglio essere una tua pari. E al momento non lo siamo. Continui a comprarmi cose costose che non potrò mai sperare di ripagarti!»

«Non ti chiederò mai di ripagarmi. È stato un regalo. Davvero non capisco questa tua avversione, né riesco a comprendere da dove provenga. Sierra, voglio solo capire.»

«Non posso spiegarlo meglio di così.»

Lui resta a lungo in silenzio, tenendomi la mano e riflettendo.

Dopodiché sbotta. «Continuo a incasinare le cose tra di noi. Ed è frustrante, perché non ha nulla a che fare con me personalmente.»

«Non parliamone, adesso.» La sua mascella si stringe per la frustrazione e distoglie lo sguardo. «Ehi, ricordati che abbiamo deciso di goderci in weekend rilassante. Siamo solo...»

«Due persone innamorate. Si, ma continui ad arrabbiarti per cose che non riesco a comprendere.»

«Ma il problema non sei tu. A volte io mi impunto su cose futili. Voglio dire, guarda cos'è successo con Bryan… ecco perché continuo a insistere sul fatto che dovremmo restare solo amici. Mi piaci, León. Ti voglio nella mia vita.»

«Davvero?»

I suoi occhi cercano i miei, ma il mio viso denota assoluta serietà nella questione.

«Certo. Credo sia evidente.» Borbotta sottovoce qualcosa che non riesco neanche a capire.
«Forse dovrei solo dimostrartelo.»

«Stai cercando di cambiare discorso approfittando della mia libido?»

Ciò mi fa sorridere, ma trattengo una risata e scuoto la testa.
«No. Okay, forse sì. Ma a prescindere da questo, penso che tu possa concordare che è proprio mentre facciamo sesso che la nostra relazione ha un senso.» A cavalcioni sulle sue ginocchia, gli prendo il colletto e inizio a sbottonargli la camicia. Si alza in piedi e avvolgo le gambe attorno alla sua vita.  «Dove stiamo andando?»

«A letto. Sento improvvisamente il bisogno di sdraiarmi.»

«Sei stanco?»

«Tu che dici?»

«Noi… » Cerco di parlare tra un bacio all'altro. «Dovremmo almeno provare a dormire un po'.»

«Ma prima dovremmo fare pace.» Quelle parole mi strappano una risata.

«Quindi abbiamo litigato?»

«Sì. È stata una lotta terribile e ora abbiamo bisogno di fare l'amore, così possiamo rafforzare le fondamenta della nostra amicizia.»

«Non sono sicura che funzioni così.»

Mi strizza l'occhio. «Fidati. Ti sentirai molto più stabile quando avrò finito con te.»

«Non credo proprio. Riesco a malapena a reggermi in piedi, dopo che lo facciamo.»

Scrolla le spalle. «Bene!»





~~~

Nelle prime ore del mattino, il riccio è lì che mi accarezza con la punta delle dita la schiena nuda.
«Non abbiamo finito la nostra conversazione. Solo perché continui a evitare l'argomento su di noi, non vuol dire che non dobbiamo parlarne.»

Non apro gli occhi, né rispondo. È più facile lasciargli credere che sono ancora nel mondo dei sogni.

"Se solo potessi dirti come mi sento realmente…" penso.

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