18; Harper
Ero seduta da quasi 3 ore nella sala d'attesa. I medici stavano visitando da tanto Logan e mi stavo preoccupando molto.
"Mi scusi, lei è Black Girl?" mi sentii chiedere.
Voltai il mio sguardo verso la voce e rimasi per un attimo incantata: Superman difronte ai miei occhi.
"Ehm, si" balbettai.
"Piacere Superman... Ma credo che tu mi conosca" sorrise, sedendosi accanto a me.
Che.imbarazzo.
"Ti starai chiedendo perché sia venuto qui" mi disse lui.
Veramente mi stavo chiedendo come fai ad avere quei bellissimi occhi verdi, ma dettagli
"Ecco, si" sussurrai mordendomi il labbro "So che Batman si è svegliato e il tuo capo mi ha convocato qui. Verrai con me, a Los Angeles" mi informò.
"Perché?" chiesi.
"Sarai la mia spalla" rispose.
"Io? La tua spalla?" domandai sbalordita e quasi infuriata per la decisione del mio capo presa senza alcun mio consenso.
"Non vuoi?"
Rimasi in silenzio.
Non posso lasciarlo... Non voglio lasciarlo
"Ah ho capito" disse lui "Tu sei innamorata di Batman eh?" chiese quasi con disgusto.
Annuii abbassando il capo, che venne però rialzato da lui "Ma io posso farti cambiare idea" mi sussurrò sensualmente, accarezzandomi la guancia, cercando di avvicinare il mio viso al suo.
Scansai le mie labbra dalle sue, alzandomi.
"Ma come ti permetti?!" sbraitai.
"Dai dolcezza, sono più affascinante di lui" si vantò.
"Va al diavolo" esclamai.
In quel momento, dalla camera di Logan, uscì il dottore.
Mi voltai verso quest'ultimo "Come sta?" chiesi.
Lui sorrise "Se vuole può entrare"
Detto questo si allontanò.
Mi recai da lui, gettando un'occhiataccia a Superman.
"Ehi" lo salutai.
"Ehi" ricambiò lui sorridente.
Chiusi la porta alle mie spalle e mi sedetti su una sedia posta accanto al letto.
"Come ti senti?" gli domandai.
"Mi hanno detto che non devo fare movimenti bruschi per via della costola... La ferita al labbro si è cicatrizzata, ma quella al petto no. E la maledetta cicatrice al sopracciglio mi rende meno attraente" sbruffò.
"Questo lascialo dire a me" sorrisi.
"Secondo te mi sta bene?" chiese indicandola.
"Molto" risposi divertita "Ti rende più selvaggio" lo schernii.
"E dai" finse di arrabbiarsi lui.
"Quando verrai dimesso?" domandai.
"Boh"
Annuii e ripensai a quello che era successo poco fa.
"Tutto ok?" mi chiese guardandomi.
"Si perché?"
"Ti ho vista... Turbata" corrugò la fronte serio.
"Sono solo stanca" mi giustificai.
"Allora torna a casa e vai a dormire" mi consigliò accarezzandomi la mano.
"Forse è la cosa migliore" ammisi, alzandomi.
"Domani vieni a trovarmi?" mi chiese dolcemente.
"Ovvio" risposi, lasciandogli un bacio sulle labbra.
"Buon riposo" mi sussurrò, dandomi un altro bacio.
"Buona guarigione" bisbigliai io, guardandolo negli occhi.
Uscii dalla camera e, al mio ritorno, Superman non c'era più.
Magari si sarà rassegnato
Ritornai a casa distrutta... Erano le 5 del mattino e l'unica cosa che volevo fare era farmi una doccia e andare a dormire.
Aprii la porta ed entrai.
Mi diressi in camera mia prendendo il pigiama e l'intimo, andando poi a fare la doccia.
Quando uscii da essa, per poco non urlai: un ragazzo era appoggiato allo stipite della porta e mi guardava con un sorriso non molto gradito da me.
Mi coprii come meglio potevo con l'asciugamano che andava da sopra il seno fino a sopra le ginocchia.
"CHI È LEI E COSA CI FA QUI?!" sbraitai.
"Oh dolcezza. Non ti adirare" sorrise ancora lui.
Dolcezza
Quell'orribile soprannome mi ricordò Superman.
"Superman?" balbettai.
"No. James Maslow. Ma si, anche Superman" disse avvicinandosi.
"Fermo lì. Non ti muovere" gli ordinai.
"Oh dai. Non fare la preziosa. Sei così sexy. Wow. I miei ormoni stanno impazzendo" disse perversamente.
"Sei un pazzo pedofilo altro che supereroe" sbruffai allontanandomi da lui, che si avvicinava.
"Dai dolcezza. Divertiamoci un po'. Il tuo Logan non saprà niente" disse ovvio.
"Senti, lasciami stare e vattene da casa mia" gli dissi cercando di non gridare.
Lui roteò gli occhi.
"Voglio solo giocare dolcezza"
"Peccato che io sia cresciuta per giocare con un coglione come te" mugugnai.
"Fra poco non dirai lo stesso" sussurrò, avvicinandosi velocemente, affermandomi per le spalle, sbattendomi al muro.
"LASCIAMI" gridai.
"Neanche per sogno"
Aiuto
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top