"There is nothing sweeter than a desire gained over the years"
L'età della protagonista in questa storia non corrisponde a quella della foto. È solo indicativa.
"MY ANNE WITH AN E"
Anne era totalmente rapita dai racconti dei suoi alunni e aveva deciso di trattenersi oltre l'orario, premurandosi di informare Marilla prima di uscire. I suoi bambini si erano impegnati molto per produrre delle storie appassionanti - di certo, nessuno a detta di Diana Barry poteva superarla in fatto di immaginazione.
Fin da piccola, la sua immaginazione le era stata d'aiuto per sopportare la squallida esistenza in orfanotrofio e per sfuggire a quella realtà crudele.
Diana e Ruby l'avevano sempre ammirata per quel dono e per la sua spiccata conoscenza di parole, anche grazie al dizionario portatile che Gilbert Blythe le aveva regalato in quel lontano Natale.
Anne si soffermò sulla stessa riga per tre volte, non riuscendo a proseguire a causa di un pensiero balzato alla mente.
Si tolse gli occhiali per la lettura e rovistò nella sua valigetta. L'aveva sempre portato con sé, anche durante il periodo della Queens, come per sentirsi meno sola. Quel piccolo oggetto portava con sé dei dolci ricordi che Anne Shirley Cuthbert avrebbe custodito nel suo cuore fino a quando sarebbe esistito l'universo.
Aprì, e la prima pagina, sapientemente scritta a mano, portava la firma di Gilbert.
Anne sorrise di fronte a quella dedica mentre l'accarezzava con la punta delle dita, e non riuscì a reprimere le lacrime che stavano bagnando il suo volto.
Per la prima volta, da quella sera, il cuore soffriva ma Anne decise di scacciare quella sensazione e tornare al suo dovere d'insegnante. Marilla si sarebbe preoccupata se non l'avesse vista tornare all'imbrunire.
Cercò di mantenere il contegno e tornò con il naso sui fogli.
"Non c'è niente di più dolce di un desiderio ottenuto negli anni." recitò Anne, chiudendo istintivamente gli occhi mentre si lasciava trasportare dalla sua immaginazione.
Ma una porta sbattuta con zelo la ridestò con violenza, e la tazza si rovesciò irrimediabilmente sul foglio che stava leggendo.
"Anne Shirley Cuthbert!"
Anne riconobbe subito che si trattava di Diana Barry, la cui presenza significava solo una cosa: anche alle sue orecchie era giunto l'ultimo pettegolezzo di Avonlea.
La voce si era sparsa a macchia d'olio, quando Marilla - e quindi Rachel Lynde, la loro coinquilina - avevano scoperto che Anne aveva rifiutato la proposta di Gilbert Blythe.
Marilla, però, aveva solo sguardi di dolcezza e compassione nei confronti di sua figlia, anche se temeva che Anne stesse seguendo le proprie orme. All'epoca anche lei aveva sbagliato quando aveva rifiutato John Blythe per un futile fraintendimento, e se Anne stesse facendo lo stesso errore?
Non poteva sopportare il pensiero che Anne soffrisse per colpa dell'orgoglio e che rinunciasse all'amore del medico, restando attaccata all'idea che aveva da bambina, quando arrivò a Green Gables.
Marilla aveva tentato di far ragionare Anne, quando le tre donne si erano sedute intorno alla tavola. Ma il carattere agguerrito della rossa era sgusciato fuori sbaragliando sia Marilla che Rachel.
Anne aveva aiutato in silenzio a sparecchiare, ritirandosi poco dopo nella sua camera dove si era seduta accanto alla finestra, dove prima giaceva la sua amata Regina delle Nevi.
Aveva ripreso a correggere altre poesie, fin quando non aveva preso sonno sullo scrittoio fino alla mattina quando si era svegliata con il viso sporco d'inchiostro.
Ed ora, con tutta la buona volontà, avrebbe affrontato la furia di Diana, ferma davanti a lei con le mani ai fianchi.
"E' vero che hai rifiutato Gilbert Blythe?" l'affermazione di Diana Barry le fece alzare gli occhi al cielo.
Diana aggrottò la fronte mentre osservava l'insegnante dell'unica scuola di Avonlea comportarsi come una bambina capricciosa.
"È vero? Hai davvero rifiutato Gilbert?" ripeté.
"Diana, io -" ma la figlia dei Barry non aveva alcuna intenzione di giustificare quello che la rossa aveva fatto nei confronti di Gilbert.
"Non voglio sentire le tue scuse, Anne. Tutta Avonlea sa' che hai palesemente rifiutato Gilbert, che ti ha chiesto la mano."
Anne si imbronciò.
La piccola comunità di Avonlea non sarebbe stata clemente nei suoi confronti. Rifiutare la proposta di un uomo in età di marito l'avrebbe messa in una scomoda posizione, sopratutto per lei che era l'insegnante e fonte d'ispirazione per i suoi alunni.
"Sì lo so. Ti ricordo, cara Diana, che Rachel Lynde abita a Green Gables." ribattè Anne.
Diana la fissava ancora, ma il suo viso pian pian acquisì quella dolcezza tipica del suo carattere.
Per quanto Diana non appoggiasse il suo comportamento, sapeva in cuor suo cosa avesse spinto Anne a quella decisione crudele.
Lei conosceva l'anima di Anne Shirley Cuthbert. Sapeva quanto avesse combattuto per conquistare un posto nel cuore degli abitanti di Avonlea, dopo il disprezzo e i pregiudizi sul fatto che fosse orfana.
Non era una persona frivola e non lo era mai stata. Aveva lottato, e stava lottando per i diritti sulle donne e il suo carattere così particolare aveva spinto anche Diana verso quella sponda di ribellione.
E sapeva che Gilbert - riflettè Diana - non avrebbe smesso di amarla anche se l'avesse rifiutato per mille volte. Non sarebbe riuscito ad abbandonare quell'idea: era innamorato da ben prima che Anne se ne rendesse conto e un sentimento del genere non sarebbe mai potuto svanire.
"Anne sei al punto di prima, eppure mi era sembrato di capire che i baci a casa di zia Josephine fossero stati importanti." le ricordò la giovane Barry.
"E lo sono stati. Le labbra di Gilbert erano così morbide e mi sembrava di stare in Paradiso e di sfiorare le nuvole con la punta delle mie dita." continuò Anne, ricordando quel momento con un pizzico di nostalgia.
"E questo non basta per sposarlo? Anne, Gilbert è tutto ciò che una donna può desiderare. È un gentiluomo e sarebbe capace di renderti felice, come nessun altro."
"Non c'è dubbio che lo sia. Gilbert Blythe è l'uomo più adorabile che abbia mai varcato questo mondo."
Anne si lasciò andare alla solita parlantina esagerata, non riuscendo a celare un sorriso rammentando il ricciolo inginocchiato ai suoi piedi, mentre i suoi occhi venivano rischiarati dalla luce del tramonto.
"Anne... non credi che dovresti ascoltare il tuo cuore?"
"Il mio cuore?" ripeté Anne.
La consapevolezza che la paura provenisse da un passato oscuro e macabro marchiava la mente di Diana. Anne non aveva avuto niente nella vita, non come lei.
Ogni singola briciola di pane o un caldo giaciglio l'aveva ottenuto lavorando sodo e venendo picchiata barbaramente, se ci fosse stato qualcosa fuori posto.
Avere a portata di mano la felicità, sapere che Gilbert le aveva chiesto di sposarlo l'aveva spaventata più di quanto chiunque altro avesse potuto immaginare. Forse per questo Anne era scappata da quell'idea e aveva rifiutato, o almeno era questa la speranza di Diana Barry.
"Potremmo ancora uscire fuori a passeggiare. È una giornata splendida." La invitò con dolcezza, senza comunicare a un'ignara Anne i suoi dubbi su quella scelta.
"Oh, Diana. Non mi piace la fine dell'estate!" esclamò Anne osservando il paesaggio intorno e gli alti alberi che costellavano il cielo infittendosi verso la cima.
"La fine dell'estate?" sobbalzò l'interpellata, rallentando il passo per girarsi in direzione dell'amica. "Anne, ma se siamo solo a giugno! L'estate è a malapena cominciata!"
"Sì, lo so" ammise la rossa, mentre si appoggiava al corrimano del pontile, che dominava il lago delle Acque Lucenti. "Ma è duro da accettare che tutta questa bellezza di Madre Natura si dissolverà sotto i nostri occhi e saremo soffocati dalla malinconia. È un duro colpo al mio spirito." recitò Anna in tono melodrammatico.
A dire la verità, il suo tono era anche sottilmente compiaciuto.
"Anne sei sempre la ragazza particolare giunta ad Avonlea qualche anno prima." osservò Diana mentre le sorrideva. Ormai era abituata a quell'atteggiamento trasognato e, per certi versi, strano. "Ma sicuramente... anche io sarei triste se in autunno il mio bello lasciasse Avonlea per ritornare a studiare." la punzecchiò mentre studiava attentamente la sua reazione. "Per fortuna non è il caso di Fred."
"Diana Barry! Cosa stai insinuando?!"
Il colpo basso della rampolla dei Barry aveva centrato il bersaglio. Anne era sgusciata fuori dal suo rapimento estatico su ciò che le circondava per protestare sull'argomento che l'amica aveva deciso di tirare fuori, nel bel mezzo di una passeggiata tutt'altro che rilassante.
Il suo viso si era fatto di porpora non appena aveva fatto cenno a Gilbert e al viaggio che avrebbe compiuto a Dalhouise e all'ennesima occasione in cui gli avrebbe detto arrivederci.
"Ma Anna, io non sto parlando di Gilbert!" protestò Diana con espressione di finta innocenza.
Nel rendersi conto del tranello, Anne alzò gli occhi al cielo.
Ormai era abituata al fatto che tutti ad Avonlea e dintorni - merito della discreta Rachel Lynde- considerassero Gilbert come il suo pretendente, forse a causa delle sue reazioni quando il ricciolo occupava ogni discorso.
Sia a casa, che in città, e adesso addirittura con Diana.
"Comunque..." riprese Diana, volendo girare il dito nella piaga. "Ora che ne parli, non ti dispiacerà che Gilbert parta, quest'autunno?"
"Assolutamente no." rispose Anne altezzosamente, sollevando il mento con sicurezza. Dopo averci riflettuto l'espressione dell'insegnante si addolcì.
In fondo un viaggio in più o in meno non avrebbe fatto differenza.
Gilbert, dopo la morte del padre, era stato da un posto all'altro, perfino in quelli più remoti, a Trinidad, e lei invece era rimasta nella sua piccola isola incantata, scrivendo lettere e sperando di rivederlo. Vederlo partire, anche se per poco tempo, non le provocava alcunché in fondo all'anima.
"Beh, lui è sempre stato un viaggiatore. È stato perfino a Trinidad! A Toronto! E di certo non ha intenzione di restare ad Avonlea una volta che avrà preso moglie e aperto il suo studio..." questa convinzione la infastidì a tal punto che incrinò leggermente il suo tono di voce, poi si schiarì la gola. "Gilbert ed io siamo buoni amici, oltre che avversari. Sono esausta di dover spiegare a tutti che non sono la sua fidanzata."
Erano già passate due settimane e le pettegole non facevano altro che disprezzarla per la sua audacia. Grazie al cielo, Gilbert si era ripreso ed avevano continuato ad essere amici anche se riusciva ancora a leggergli una muta tristezza in quei pozzi scuri.
Erano andati al falò di Charlie e al picnic della chiesa, assieme ai loro amici e non c'era stato alcuno spiacevole imbarazzo.
La proposta di Gilbert non aveva creato alcuna spaccatura, anche se non poteva ignorare che tornare alla loro vecchia complicità si stava rivelando più difficile del previsto.
L'insistenza di Diana di voler capire il motivo dietro questa scelta insensata la stava stressando. E Cole sarebbe stato dello stesso avviso se fosse stato lì.
Ma più parlava di questo, più le idee si confondevano.
Forse se non ci avesse pensato lasciando la situazione a svolgere il proprio corso si sarebbe sentita meno colpevole.
Quello che era chiaro ad Anne Shirley Cuthbert è che aveva scelto per entrambi: lei e Gilbert avrebbero continuato a frequentarsi come amici senza che i sentimenti intaccassero il rapporto.
Dopotutto, nei libri aveva letto: "il matrimonio è la tomba dell'amore."
"Oh, Diana, guarda!" esclamò Anne d'impeto salendo con i tacchi sulla staccionata per osservare meglio la vivida macchia di acqua. "Sull'Isola dei sogni e dei desideri sono sbocciati i fiori. E' meraviglioso!" dichiarò, ricordando il nome con cui, da ragazzine, avevano battezzato un minuscolo pezzo di terreno circondato da acque basse, esattamente come il Lago delle Acque Lucenti.
A dire la verità, il nome datogli dalla piccola Anne era adatto, in quanto quella deliziosa macchia di fiori colorati poteva essere ammirata solamente da lontano. Era infatti inaccessibile a chiunque, dato che quel pezzettino di terreno era troppo minuscolo per saltarci dentro e troppo fangoso per essere attraversato. Agli occhi di Anne era una sorta di posto magico, racchiuso in uno dei libri di favole che spesso i suoi bambini leggevano in classe.
Diana tentò di convincere Anne a scendere, prima che cadesse in acqua. Probabilmente a Marilla sarebbe potuta venire una sincope nel vederla tornare in uno stato pietoso.
Per fortuna, gli stivali tornarono a contatto con il legno, e Diana esalò un sospiro di sollievo.
Anne le afferrò la mano percorrendo entusiasta la distanza che separava il ponticello da quella piccola isola, trascinandosela dietro.
"Oh, toglie semplicemente il fiato!" sospirò Anne rapita da quella visione.
"Si è molto bello" concordò Diana. "Peccato che non li possiamo cogliere, sono sicura che hanno un profumo meraviglioso!"
Di certo, ad Avonlea non c'erano fiori più belli di quelli che crescevano nell'isoletta, indisturbati e protetti dalla loro stessa inaccessibilità.
Ed Anne li stava osservando con profondo rammarico. Se avesse potuto raccogliere un mazzolino sarebbero stati perfetti per la tomba del suo caro Matthew.
Improvvisamente gli occhi della giovane si illuminarono. Chinandosi, afferrò l'orlo della gonna, si rialzò per infilarlo nel punto del girovita e cominciò ad arrotolare le calze.
"Anne Shirley Cuthbert, cosa stai facendo!" gridò la giovane Barry con occhi sbarrati mentre Anne si toglieva gli stivali abbandonandoli sulla riva.
Anne smise per un attimo e le sorrise felice. "Vado a cogliere quei fiori".
Per tutti quegli anni, quei fiori l'avevano tentata da lontano per la loro bellezza. Ora basta. Quel pomeriggio li avrebbe raccolti.
Si rialzò, osservata da Diana, che si allarmò quando Anne iniziò ad avanzare nell'acqua fangosa.
"Anne sei sicura che sia una buona idea?" ma la diretta interessata non rispose, continuando a lottare contro la massa di fango pur di raggiungere l'isoletta. "Ti prego, Anne! Torna indietro. E' pericoloso!?"
"Diana non ti preoccupare, so cosa sto facendo." urlò Anne fiduciosa della sua missione, mentre metteva un piede davanti all'altro lentamente sporgendosi per poter mantenere l'equilibrio.
Era una sensazione strana, si disse, il fango diventava più spesso avanzando di più. Si infilava tra le dita dei piedi quando li poggiava per terra emettendo un insolito risucchio mentre camminava.
L'insegnante non aveva percorso che una decina di passi quando decise che la sua idea impulsiva non fosse una grande idea. Quasi quanto quella che ebbe a tredici quando aveva rovinato i capelli per una tintura scadente costringendo Marilla a tagliarli in un'imbarazzante acconciatura maschile.
L'isoletta dai fiori colorati era lontana, almeno trecento metri e ad ogni passo il fango diventava più sgradevole.
Accidenti al suo brillante piano!
Col fango che la sfiorava fin sopra le ginocchia, stava proprio per chiamare Diana e dirle che sarebbe tornata indietro, quando il suo piede destro sprofondò ancora di più.
Forse perché le sembrava che il livello del fango crescesse sempre di più e che avrebbe finito per risucchiarla, ma la mente di Anne cominciò ad affollarsi di immagini del passato, incubi e violenze da parte delle compagne dell'orfanotrofio che, a distanza di anni, non aveva dimenticato ed erano marchiati a fuoco sulla sua pelle.
Decidendo di voler sfuggire a un destino funesto, Anne si girò verso la riva, scoprendo che il suo piede destro non collaborava agli ordini del cervello. Infatti, non era in grado di liberarsi, non da sola almeno.
"Anne, che succede?" chiamò preoccupata Diana, vedendo che restava ferma allo stesso punto.
"Diana, sono bloccata!"
"Bloccata?" chiese Diana senza capire cosa intendesse l'amica. Di certo, Anne era intelligente come pochi ad Avonlea, ma non poteva negare che le sue idee non dessero sempre i risultati che sperava e che talvolta la metteva anche nei guai.
"Si! B-l-o-c" sillabò la rossa prima di fermarsi e sospirare. Se solo avesse avuto qualcosa a cui aggrapparsi per tirarsi fuori. Ma li, nel bel mezzo del fango non c'era proprio niente - pensò guardandosi attorno, avvilita.
"Anne vengo ad aiutarti!" annunciò Diana cominciando a sollevare le sue gonne, avendo ormai capito la gravità della situazione.
"Diana, no!" avvertì Anne, rifiutando la generosa offerta della sua amica. Sapeva che se lei trovava quel fango rivoltante, Diana non sarebbe stata da meno abituata ad atteggiamenti più signorili. Cosa avrebbero pensato i Barry se avessero visto la primogenita immergersi in quella landa paludosa?
"Non ha senso che tutt'due rimaniamo intrappolate nel fango senza che nessuno ci aiuti. Devi andare..." Anne tacque sentendo il rumore di un carretto che si stava avvicinando.
"Anne! C'è Gilbert!" esclamò la corvina sollevata, ringraziando il cielo mentre Anna gemeva rumorosamente.
Gilbert? Quel Gilbert... Blythe? Stupidamente stava desiderando che non lo fosse, ma sfortunatamente l'unico con quel nome ad Avonlea era proprio l'aspirante medico, e Anne pregò con tutte le sue forze di poter sprofondare in quell'istante.
"Diana e... Anne!" esclamò il ragazzo sorpreso, mentre faceva fermare il cavallo tirandone le stringhe. "Cosa diavolo state combinando?" chiese, vedendo la scena che gli si parava davanti.
Diana aveva un volto tra l'ansioso e felice con la gonna leggermente alzata, mentre Anne era totalmente immersa nel fango e soltanto il busto riaffiorava da quelle acque.
"Gilbert aiuteresti Anne. È rimasta bloccata nel fango." spiegò velocemente Diana Barry, mentre la diretta interessata stava in silenzio, la testa chinata in un gesto di rassegnazione e mortificazione, mentre evitava gli occhi del ricciolo.
Di tutti i ragazzi di Avonlea... proprio lui doveva vederla in quello stato!
Gilbert accettò di buon grado di aiutarle, rispettando perfettamente i suoi canoni di gentiluomo. Salto giù dal carretto e si guardò intorno. Vide un grosso ramo sulla riva, lo prese e lo portò verso il laghetto, entrando nell'acqua per qualche metro prima di allungarlo verso Anne.
Incapace di farne a meno, Anne si girò a guardare i fiori con rimpianto.
Quei fiori sarebbero sempre stati al di fuori della sua portata, si disse prima di obbedire alle istruzioni di Gilbert. Il ramo era piuttosto robusto e diede sostegno alla ragazza mentre cautamente si trascinava fuori dalle acque fangose procedendo a piccoli passi. Quando fu a pochi centimetri di distanza dal ragazzo, Gilbert allungò il braccio e glielo allacciò attorno alla vita, mentre la riportava sulla riva.
Ad Anne non passò inosservata la stretta possente che il giovane adoperò su di lei, come se in quel momento Gilbert avesse voluto trattenerla in quella posizione, ma si spostò in fretta per evitare malintesi specie davanti alla Barry.
Lasciando cadere il ramo nelle acque fangose raggiunse le due giovani all'asciutto e tenne gli occhi puntati verso il cielo, come se improvvisamente vivamente interessato alle nuvole sopra di lui.
Anne e Diana lo fissarono sorprese per il suo strano comportamento prima che Diana desse una gomitata ad Anne indicando il suo vestito: l'orlo era ancora infilato nel girovita e le si vedevano le gambe. Velocemente Anne si risistemò il vestito e si schiarì la gola per annunciare che ora era presentabile, nonostante il fango.
Gilbert abbassò lo sguardo incontrando gli occhi azzurri di Anne.
"La ringrazio per il suo gentil aiuto, signor Blythe, anche se avremmo potuto cavarcela anche da sole." si affrettò a dire Anne, con formalità esagerata, nella speranza che questo le avrebbe evitato domande sul perché si fosse trovata in quella strana situazione da parte del ragazzo.
Come avrebbe potuto confessargli che voleva andare a cogliere dei fiori? Era ridicolo! E per qualche strana ragione, in quel momento, l'ultima cosa che voleva era apparire ridicola a Gilbert Blythe.
"Di niente, signorina Shirley-Cuthbert." rispose Gilbert, con la stessa formalità, ma con un guizzo di divertimento negli occhi. "Io e Bash abbiamo molta esperienza con le mucche intrappolate nel fango, per cui è stata una vera fortuna che io passassi per caso di qua per aiutarla!"
"M-Mucche?" disse Anne strabuzzando gli occhi. Osava paragonarla a una mucca? Gli occhi della rossa si oscurarono, oltreggiati.
La bocca di Gilbert soppresse un sorriso. "Posso offrire a voi gentili signorine un passaggio verso casa?"
"Oh, si sarebbe..." cominciò a dire la rampolla di casa Barry prima che Anne la tirasse per un braccio.
"No, grazie, preferiamo camminare." annunciò voltandosi per andarsene. Gilbert le si parò davanti, bloccandole il passaggio.
"Anne" esordì lui, la voce improvvisamente seria, senza traccia degli scherzi di pochi attimi prima. "Mi prometti che non farai più una cosa simile?" domandò con voce bassa ed intima.
"Non fare cosa?" Anne alzò gli occhi verso i suoi.
"Quello." le fece notare l'aspirante medico agitando la mano verso le acque fangose, mentre Anne arrossiva al ricordo di quanto fosse stata sciocca. "Avresti potuto cacciarti in guai seri, Anne." le parlò come a un paziente che non sta rispettando la terapia prescritta.
"So di essere stata stupida, Gilbert. L'ho capito..." confessò Anne al secondo bottone della camicia di lui; per l'imbarazzo non riusciva a guardarlo negli occhi. "Non ti preoccupare, non lo farò più."
Gilbert osservò la sua Anne rassicurato. "Bene" il suo tono era diventato scherzoso e leggero, la sua serietà e preoccupazione erano un lontano ricordo. "Sai, potrei non essere da queste parti la prossima volta che avrai bisogno di essere salvata." la prese in giro lui, riferendosi alle molteplici volte in cui il ricciolo l'aveva salvata, fin dal loro primo incontro nel bosco.
Anne borbottò qualcosa sottovoce mentre si girava e andava via, il più lontano possibile da Gilbert Blythe.
"Non dimenticarti le scarpe!" le gridò dietro mentre Anne gemeva forte, rigirandosi di scatto per raccogliere le scarpe da terra senza
degnarsi di guardare in direzione di Gilbert.
Diana fece un gesto di scusa nei confronti del riccolo prima di mettersi alle calcagna di Anna.
Immobile, Gilbert Blythe guardò le due ragazze fino a che non spariscono alla sua vista. Girandosi, osservò oltre le acque fangose, contemplando i boccioli colorati pensando a quanto sarebbero stati belli tra i capelli di Anne.
"Anne!" gridò Diana mentre attraversava di corsa il viale che conduceva a Green Gables, sotto gli occhi curiosi di Jerry Baynard, impegnato a spazzolare i cavalli nella stalla.
Era venuta solo per una breve visita prima di recarsi in città e per accettarsi che Anne si fosse ripresa dallo spavento di ieri, una volta ferma alla porta fu salutata da un'inaspettata visione.
"Anne, vieni a vedere!" strillò dalla porta.
"Diana, cosa..." rispose Anne mentre correva ad aprire la porta, vedendo cosa aveva attirato l'attenzione della corvina così tanto eccitata.
Proprio lì, sul pavimento della veranda, c'erano tre bouquet composti dai fiori più belli e colorati che le due ragazze avessero mai visto.
"Ma cosa?" alitò Anne, attonita, mentre Diana ridacchiava contenta.
C'era solamente un posto ad Avonlea dove crescevano quei fiori e questa era probabilmente la prima volta che qualcuno li aveva visti da così vicino.
"C'è un biglietto! Chissà di chi è!?" indicò Diana giuliva. Anne allungò la mano verso uno dei mazzi e prese il pezzetto di carta. Lo aprì e lesse ciò che vi era stato scritto, e la calligrafia non poté che suggerirle quel nome.
Cara Anne,
So che sei una donna di parola e che manterrai la tua promessa di non avventurarti in acque pericolose in futuro.
Ti prego di accettare questi fiori, non solo in sostituzione di quelli che hai dovuto abbandonare ieri, ma anche come assicurazione che un'impresa del genere non deve essere portata a termine a tuo rischio e pericolo.
Ps: Sarò sempre qui per te se dovessi aver bisogno del mio aiuto.
Con affetto,
Gilbert
Anne non riusciva a staccare gli occhi da quella lettera, dalle sue dolci parole e un moto di emozione la sconvolse. Forse per la prima volta stava considerando l'importanza che Gilbert aveva sempre rappresentato nella sua vita, fin dal suo arrivo.
"Allora?" la incalzò Diana rumorosamente dopo qualche momento.
"Un regalo di Gilbert." la informò Anne con stupore, ripiegando il biglietto.
"Oh, Anne, com'è romantico." si entusiasmò la corvina, mentre Anne cercava il più possibile di nascondere le emozioni che quel gesto le aveva suscitato.
"Niente affatto. Voleva solo... voleva assicurarsi che non cercassi di attraversare di nuovo quelle acque paludose." spiegò confusa, anche se le ragioni che la portavano a balbettare non erano chiare neppure a lei.
Come faceva a sapere Gilbert che aveva l'intenzione di cogliere quei fiori? Davvero la conosceva così bene? Oppure si trattava di una semplice coicidenza?
Poi le venne un lampo di consapevolezza che le fece alzare lo sguardo di scatto e guardare Diana.
"Non avrai..." chiese con sospetto, non potendo immaginare che il suo spirito affino l'avesse tradita spudoratamente. "Non gli hai detto niente, vero?"
"Certo che no, Anne!" disse Diana in tono di biasimo. "Quando avrei potuto farlo?"
Entrambe avevano visto Gilbert il giorno prima, per cui non c'era stata l'occasione per dirgli cosa Anne avesse in mente, a meno che il ricciolo non si fosse recato a casa Barry di persona, ma ciò lo poteva escludere, dato che Rachel avrebbe avvisato lei e Marilla delle ultime novità.
"Oh, Anne, deve aver attraversato parecchie volte per cogliere così tanti fiori, non credi?" meditò Diana ad alta voce.
"Non lo so, forse." rispose Anne, esitante sul da farsi.
"Anne, devo andare. Ho promesso alla mamma di accompagnarla a Charlottetown per delle commissioni. Mi sta aspettando." spiegò Diana in tono di scusa.
Alzandosi dal gradino, Anne salutò la sua amica e la guardò affrettarsi lungo il sentiero, salutando frettolosa Jerry, che si stava dirigendo verso il portico.
"Anne di chi sono quei... fiori? Della signorina Cuthbert?" domandò Jerry facendo trasparire il suo idioma francese.
"No, Jerry." rispose Anne, volendo mantenere il riserbo.
"Sono dal tuo pretendente?"
Anne preferì non rispondere alla domanda del francese. Si limitò a piegarsi e colse un fiore rosso dal bouquet più vicino, inalandone il dolce profumo, mentre rifletteva sugli ultimi avvenimenti, così curiosi e sconcertanti.
Gilbert aveva attraversato quelle acque fangose per raccogliere quei tre bouquet dall'isola e dei desideri.
E quello non l'aveva lasciata indifferente.
"There is nothing sweeter than a desire gained over the years."
***
Ecco a voi il secondo capitolo di "My Anne with an E", e scusatemi se non ho pubblicato ieri, ma avevo fatto tutto il turno a lavoro e ho preferito pubblicare con più calma oggi.
So che questa serie non è che sia conosciuta da coloro che mi seguono, ma vi posso assicurare che vedendola diventerà tipo una droga.
Inoltre vi chiedo di supportare l'hashtag #renewannewithane, #saveannewithane, e di guardare sopratutto la serie su Netflix - per chi ce l'ha - per incrementare il numero di visite e permettere quindi che si faccia la quarta stagione.
Potete anche firmare la petizione per appoggiare questa causa. Dobbiamo salvarla e non permettere che venga cancellata!
Intanto, come vi sembra questo capitolo? Considerazioni?
Gilbert come sempre attento ai desideri di Anne, tanto che ha addirittura attraversato delle acque fangose rischiando di venire la vita, mentre Anne si ostina a non dirgli "si?"
Cosa ne pensate di Diana? Credete che i suoi pensieri in merito al rifiuto di Anne siano corretti?
Forse la ragazza ha paura della prospettiva del matrimonio?
Per sapere cosa accadrà, seguire tutti i capitoli di "My Anne with an E" e lasciate una stellina o un commento.
Al prossim aggiornamento
- Love ♥
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