"The most hidden feelings are discovered in the moonlight."

"MY ANNE WITH AN E"


Scritta, sentendo la canzone
"Before you go" di Lewis Capaldi.


"Moody, lasciami giù all'angolo." aveva detto Gilbert Blythe di punto in bianco chinandosi dal suo sedile per richiamare con un colpetto sulla spalla l'attenzione di Moody Spurgeon.

Il carro di ritorno da White Sands stava trasitando sul sentiero sporco e li stava riportando a casa. Era già scuro, molto tardi, per di più, e Gilbert aveva intravisto una luce in distanza che lo stava impensierendo, facendogli ignorare i discorsi degli amici.

"Perché vuoi che ti lasci qua?" chiese Moody fermando i cavalli nel bel mezzo della strada per girarsi sorpreso verso il mandante di quella richiesta.
Stava accompagnando gli amici ed avevano già salutato Diana Barry e gli altri, e mancava ancora molto strada per arrivare alla casa dei Blythe e a Green Gables. "Non siamo ancora vicini." protestò Moody, ritenendo la scelta del medico un po' azzardata.

"Lo so. Ma non serve che ti preoccupi, so badare a me stesso." ammise Gilbert, scendendo con un salto dal carro. "C'è una luce ancora accesa dai Miller e vorrei controllare."

"Ecco il buon dottore che non si stanca mai di fare del bene." lo stuzzicò prontamente l'altro, mentre qualcuno cominciava a ridere della sua battuta.

Se Moody era arrivato a prendere in giro Gilbert Blythe in quella occasione era solamente a causa di una leggera invidia per il fatto che a scuola si era sempre distinto - pari ad Anne - come l'alunno più meritevole e inoltre godeva del rispetto di tutti gli abitanti di Avonlea per le sue innumerevoli dimostrazioni di bontà e gentilezza.

L'espressione del ricciolo si oscurò un po', a causa di quella superficialità che stavano mostrando i suoi amici.

"Grazie per il passaggio, Moody." rispose solo per educazione, senza lasciarsi distogliere dal suo scopo. "Buonanotte a tutti."

Alzò la mano per salutare il gruppo, il suo gesto si vedeva a malapena a causa della debole luce della luna e della fiamma della lanterna disposta sul carretto.

Moody scosse il capo esausto.
Gilbert poteva pure tornarsene a piedi, visto che persisteva nel suo sciocco intento di presentarsi dai vicini a quell'ora. Lo sforzo cognitivo era eccessivo per i suoi nervi, non avrebbe sprecato fiato.

Raccolse le fibbie del cavallo per riprendere il cammino.

"Aspetta!" La voce inconfondibile di Anne Shirley Cuthbert si levò dalla parte opposta del carro, disturbando la quiete del posto, mentre gli altri passeggeri sobbalzavano dalla sorpresa. Lo stesso pensiero attraversò la mente dei presenti, compreso quella di Mody Spurgeon, che aveva rivolto all'interessata uno sguardo attonito. Ma Anne non lo corrispondeva, stava osservando Gilbert circondato dall'oscurità.

"Vengo con te." dichiarò a lui e agli altri mentre raccoglieva le gonne e scendeva dal carro senza aspettare nessun consenso.

Gilbert non aprì bocca sulla questione, anche se avrebbe dovuto convincerla a tornare a Green Gables prima che spuntasse l'alba. Ma Anne non l'avrebbe ascoltato nemmeno se avesse accampato una scusa dietro l'altra, tanto valeva arrendersi e accettare la sua compagnia.

"Vi sta bene!" esclamò Moody al colmo della frustrazione.

Sono tutt'e due matti, borbottò fra sé, afferrando le redini sollecitando il cavallo che partì subito al trotto.

Qualche saluto frettoloso fu tutto quello che udirono dai passeggeri mentre il carro si allontanava.
Ora che il sentiero era vuoto, Anne e Gilbert si trovarono ognuno da un lato della strada guardandosi.

L'atmosfera si fece improvvisamente calma e silenziosa intorno a loro e, ora che la lanterna non c'era più a fare luce, tutto era più scuro oltre che freddo a causa dell'umidità.

Vedere Anne dal lato opposto riportò Gilbert indietro di qualche anno: il primo giorno in quel bosco e in seguito a scuola, dove lei si era presentata prima che i suoi compagni lo trascinassero lontano, in preda alla curiosità per il suo ultimo viaggio.

Fu proprio Gilbert ad interrompere il silenzio sceso fra di loro, distogliendo lo sguardo da quello della rossa come se fosse spaventato da tutte quelle emozioni che gli stava trasmettendo.

"Anne, avresti dovuto tornare a Green Gables. Non sono sicure le strade di notte." la rimproverò, preoccupato per la sua incolumità e per sé stesso.

La tortura della festa non era stata abbastanza? A quanto pare, Anne aveva deciso di prolungare quell'agonia.

Gilbert stava cominciando a capire quanto fosse difficile stare nella stessa stanza con qualcuno che si amava e dover nascondere quell'amore. Stava rischiando di impazzire. Aveva cercato di evitarla di proposito, e Anne si era anche arrabbiata. L'aveva fatto per tutta la serata, fino a che non aveva notato un ragazzo di Charlettotown avvicinarsi a lei, un tipo che sembrava uscito dalle pagine di un romanzo e si era appellato a tutto il suo buon senso quando si era avvicinato a sua volta per non dargli un pugno.

Persino ballare insieme l'aveva messo in una situazione scomoda perché tutte le volte che la toccava o guardava, sentiva una strana seppur familiare sensazione, quasi una scossa, non molto diversa da quella provata anni prima durante le prove per il ballo della fiera. Sfiorarle le mani, avvertire il suo calore era come restare folgorato dopo aver toccato l'interruttore con le mani bagnate, o almeno questa era la descrizione più precisa che potesse dare.

Dentro di sé, Gilbert sapeva benissimo che si trattava di qualcos'altro, qualcosa di più forte, e aveva preso consapevolezza di ciò quando si era trovato davanti alla porta di Winifred in procinto di farle la proposta. Ma da quella volta, era passata molta acqua sotto i ponti e nel frattempo entrambi erano cresciuti.

Gilbert aveva lottato con tutte le sue forze, e contro la testardaggine di Bash, per negare l'amore che provava e l'esistenza di una donna che spaccandogli la lavagna in testa era riuscita ad entrargli nell'anima. Ma era così difficile negarlo quando lei stava lì, di fronte a lui, in quel modo.

Erano soli, al chiaro di luna, e lei solo a qualche passo riempiva i suoi sensi con la sua presenza. La vedeva, sentiva, percepiva il suo respiro... ed era una tortura per la sua mente.

"Marilla si preoccuperà." le ricordò.

"No, dal momento che sono con te." Lo contraddisse.

Ad Avonlea c'erano poche persone più degne di fiducia di Gilbert Blythe.
E Marilla trattava il ragazzo come un vero e proprio figlio da quando John Blythe era morto. In qualche modo, Gilbert sarebbe potuto esserlo, se si fosse decisa tempo addietro a sposarlo.

A quelle parole, il ricciolo s'incupì e respirò profondamente. Non sapeva quanto potesse essere affidabile in quel frangente. Sapeva di avere una buona dose di autocontrollo, ma ora sentiva quest'ultimo svanire.

"Dimmi, Gilbert, cosa c'è che non va?" gli chiese improvvisamente Anne.

"Cosa?" spalancò gli occhi sorpreso.

Non si era reso conto di non aver detto che qualcosa non andava. Pensava però di essere riuscito a celare la preoccupazione che si era insinuata in lui così come i suoi sentimenti, specialmente quelli che provava per lei.

"Cosa c'è che non va?" ripeté, decisa. "Perché dobbiamo andare dai Miller?" riformulò, mentre cercava di capire la ragione, attraverso il silenzio del ragazzo.

Per qualche strana ragione, e perché Anne conosceva Gilbert più dei suoi amici, aveva avvertito qualcosa mentre erano sul carro quando aveva annunciato le sue intenzioni, che andavano ben oltre i rapporti di buon vicinato.

Gilbert Blythe era impensierito e lei, da persona altruista qual era, voleva in qualche modo aiutarlo anche con la sua sola presenza.

Gilbert resistette un attimo prima di rispondere lentamente.

"La luce è ancora accesa."

"E allora?" domandò Anne con espressione piatta.

"Allora..." cominciò Gilbert cautamente. "La vedova Miller..." si bloccò, cercando di trovare le parole giuste per non essere irrispettoso.

La donna aveva anche fatto visita anche a Bash e Muriel a una settimana dalle nozze, e si era dimostrata una gentile e cortese vicina per la famiglia Blythe-Lacroix. Anche se non era esattamente la stessa situazione, Gilbert aveva subito simpatizzato dopo aver appreso la sua storia.
In fondo entrambi avevano perso qualcosa d'importante, di cui ne sentivano fortemente la mancanza.

"La vedova Miller sta molto attenta ai soldi. Non terrebbe accesa la luce a quest'ora, a meno che..." lasciò la frase in sospeso.

Anne annuì lentamente. "A meno che non sia successo qualcosa." terminò.

Per una strana ragione, quando Gilbert aveva annuito alla correttezza della sua ipotesi, aveva avvertito un moto di piacere.

Il fatto che la vedova Miller fosse cauta con il denaro era risaputo nella piccola comunità, sopratutto dopo la perdita del marito che aveva lasciato la famiglia sull'orlo della miseria.

Anne si chiese come mai non ci fosse arrivata prima a quella conclusione: una donna che riusciva a malapena a sfamare i propri figli, non avrebbe certamente sprecato tutto quell'olio per la lampada, con quello che costava.

"Bene, andiamo allora." disse in tono autoritario e sbrigativo, cominciando a camminare nella direzione dell'unica fonte di luce.

A causa di una radice stava per inciampare e cadere in avanti, se delle mani robuste non l'avessero sorretta.

"Oh, scusa, Gil." si scusò imbarazzata, riprendendo l'equilibrio di prima. "È difficile vedere con questo buio."

Doveva ammettere che l'idea di camminare di notte con quell'abito lungo forse non era la cosa più facile a farsi. Rimpiangeva le vesti corte, senza corsetto e i capelli sciolti senza complicate acconciature.

Gilbert lasciò le braccia della ragazza e richiuse le mani a pugno, lungo i fianchi. Il suo cervello, o piuttosto il suo cuore, avevano avvertito la solita scossa quando l'aveva toccata.

"Faresti meglio a starmi dietro." le consigliò, quasi rudamente, lottando contro quel desiderio di provare quella scossa, di toccarla ancora.

Girando sui tacchi, si diresse verso la casa mentre Anne lo tallonava. In silenzio, i due percorsero la distanza che li divideva dalla proprietà.

Anne cercava di mantenere il suo passo, tenendo sollevate le gonne, estremamente concentrata, dato che non voleva essergli d'intralcio.

Era così presa da quell'intento che aveva persino smesso di parlottare, come le diceva Marilla.

Il suolo era scivoloso a causa della pioggia di quei giorni, sconnesso in vari punti ed il buio rendeva il percorso insidioso: rocce, sassi e radici erano ulteriori ostacoli.

E, con l'avanzare della notte, faceva più freddo, infatti Anne rabbrividì nel suo vestito senza maniche, certamente non adatto a una passeggiata notturna; il calore del plaid da viaggio sul carro era ormai un lontano ricordo.

All'improvviso gridò: aveva messo un piede in fallo e stava perdendo l'equilibrio, non avendo visto una radice spuntare dal terreno. Ancora, quelle mani ricomparvero per magia, afferrandola ed evitandole un'altra caduta.

"Mi dispiace tanto, Gilbert." mormorò, quasi sull'orlo delle lacrime. "Non volevo esserti d'intralcio con la mia lentezza. Forse sarei dovuta tornare a Green Gables."

Anne, a quel punto, si pentì di quella decisione impetuosa, per cui aveva rinunciato a un ritorno tranquillo a Green Gables.

Dopotutto Gilbert non le aveva chiesto di accompagnarlo, aveva deciso da sola dando ascolto alla sua impulsività, ed ora stava arrancando per la campagna, con l'unico risultato di intralciarlo.

Il ricciolo, all'uscita di Anne, sentì qualcosa molto vicino al suo cuore sciogliersi e quella frustrazione di prima svanire via. "Non mi sei d'impaccio carotina." le rispose dolce, rifiutando le sue argomentazioni.

Le sue mani erano ancora strette alle sue braccia e questa volta non fece alcun movimento per toglierle.

Improvvisamente, percepì un fremito sotto le sue dita.

"Hai freddo? Tieni." constatò, togliendosi velocemente la giacca da sera per appoggiarla sulle sue spalle.

A questo gesto, Anne trattenne il respiro abbastanza per restarne a corto. Era rassicurante, davvero, sentire la giacca di Gilbert sulle spalle e percepire quel calore scacciare il freddo che si era insinuato nelle sue ossa. Ma c'era di più: qualcosa che non riusciva a spiegarsi.

"C'è troppa oscurità per muoversi senza rischi. Faremmo meglio a stare vicini, così non ci perderemo." spiegò Gilbert prendendo la mano di Anne mentre la tirava leggermente verso di sé, invitandola a proseguire.

In effetti, era meglio così... cercò di razionalizzare Gilbert.

Per Anne sarebbe stato più facile camminare se lui la guidava in quel modo. Riusciva a camminare bene, anche se non vedeva dove stava andando, si disse Gilbert consapevole di aver intrecciato le loro mani e di aver mandato all'aria i propositi che si era comandato nella sua camera, poco prima di uscire.

Da parte sua, Anne continuava a sollevare le gonne. Per qualche strana ragione, non le dispiaceva che lui le avesse dato la sua giacca, che l'avesse presa per mano senza chiederle il permesso come si conveniva in certi casi.

Era molto più facile per lei, se le faceva strada così avrebbe evitato imbarazzanti cadute. Riusciva a camminare bene, anche se non vedeva a un palmo dal suo naso.

Se solo Gilbert Blythe fosse stato uguale agli altri ragazzi di Avonlea, Anne sarebbe stata sicura che non l'avrebbe mai amato.

Ma solo per un secondo, quando l'aveva presa per mano, aveva provato una strana sensazione, qualcosa che trovava eco nei suoi ricordi di anni prima.

Ci pensò un attimo cercando mentalmente tra le pagine del dizionario portatile la parola giusta.

Poi la trovò, quella più adatta.

Aveva sentito... una scossa.



"The most hidden feelings are discovered in the moonlight."




"It kills me how your mind
can make feels so worthless."
- Before you Go










***spazio autrice***

Innanzitutto vi ringrazio per le letture e le stelline sui vari capitoli, sicuramente non pensavo che piacesse questo piccolo progetto su "Anne with an E", ma sono contenta di constatare il contrario.

In questo capitolo c'è soltanto Anne e Gilbert al chiaro di luna, e il capitolo è infatti è ispirato alla canzone "Before you go" che vi consiglio di ascoltare, anche se stavo ascoltando anche Dreamer dei Lakelands, il soundtrack del trailer della seconda stagione di Anne with an E. Si può dire che sia un "mix" volendo.

Nel frattempo, Gilbert arriva alla consapevolezza che i sentimenti per Anne rischiano di schiacciarlo, mentre Anne è ancora nelle cosiddetta "zona neutrale". Inoltre voglio farvi un piccolo appunto sui prossimi personaggi che compariranno in questo sequel, oltre ai volti storici.

La famiglia Miller, per esempio, i vicini della famiglia Blythe-Lacroix che regaleranno dei colpi di scena inaspettati nel corso dei capitoli.

Inoltre, colpo di scena! Anne comincerà a rivolgersi al ricciolo con il dolce soprannome di "Gil" segnando quindi l'inizio del vero e proprio conto alla rovescia.

Siete pronti a scoprire cosa vi riserverà il sequel?

E, come sempre, continuate a sostenere l'hashtag #renewannewitanE e #SalviamoAnnE per poter convincere CBC e Netflix, specialmente, a rinnovare il nostro show per altre stagioni!

Noi ci vediamo sempre al prossimo aggiornamento. Lasciatemi anche qualche parere per sapere cosa ne pensate dell'evoluzione dei personaggi.

- Love ♥

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