Posti e incontri speciali parte 2

Ty uscì da una grata, si ritrovò in una stanza. Era vecchia ma bella allo stesso tempo, c'erano appendiabiti con tanti vestiti di scena, pianoforte, un paravento rosse e nero, sgabelli coloriti, scatoloni, una lavagna, custodie di vari strumenti musicali, ma soprattutto in fondo un palco con tende colorare e sopra c'erano dei microfoni, una tastiera e una batteria. Sulle pareti un pentagramma disegnato con le note musicali e delle lettere sbiadite. Non sapeva a chi si riferivano e così si annotò subito sul suo blocknotes.
MRCWTJMRLJMVHSEAAA...
BFLHGCWL...
Non fini di scriverle tutte lettere perché all'improvviso sentì dei passi e delle voci dietro la porta e lo portò di nuovo nel condotto.
Non era giusto, quel posto era suo. Quel posto era nella sua mente da sempre. Aveva sempre sognato un posto uguale a questo per cantare.
A malincuore ritornò nello sgabuzzino e si accorse che la sua maglietta era sporca.
Quella era la sua maglietta preferita.
Andò in panico infatti odiava questi tipi di imprevisti e i cambiamenti improvvisi lo agitavano, soprattutto se si trattava di qualcosa che gli piaceva tanto.
Era un tipo metodico, aveva i giorni stabiliti tipo il venerdì era quello dei pancakes. Lui adorava i pancakes.
Non ebbe il tempo di far nulla per calmarsi quando sentì la chiave entrare nella serratura e il rumore dell'ingranaggio attivarsi allo girare della chiave.
Subito tirò fuori il cacciavite e lo teneva come un coltello verso l'alto. Chiunque fosse il responsabile non l'avrebbe colto impreparato.
Sapeva difendersi perfettamente dai vigliacchi, lui pensava in modo diverso e nessuno mai capiva cosa avesse in mente. La sua mente era un mondo a parte. Ty era un universo unico.
La porta si aprì e davanti ai suoi occhi, c'era un ragazzo di 21 anni con i capelli biondi e gli occhi blu. Portata un grembiule bianco sopra una felpa e un jeans. Lui non guardava mai nessuno negli occhi, distoglieva sempre lo sguardo e invece adesso i suoi occhi grigi erano fissi su quelli blu dello sconosciuto. Colui che pensava il suo carceriere poiché aveva le chiave.
- non fare un altro passo, vigliacco! - gli urlò contro Ty con decisione con il cacciavite sempre in aria.
Kit Rook era confuso ma non pensava il motivo per il quale lo stava minacciando con un cacciavite. Il suo pensiero era 'com'è bello'. Restò incantato da lui, tanto da non riuscire dire una parola.
- il tuo silenzio é una confessione - disse Ty come un detective. - Sai che rinchiudere una persona é contro la legge e poi é un atto vigliacco -
Kit si avvicinò a lui mettendo le mani avanti. Lo vedeva come un cucciolo in trappola che però tirava fuori le unghie.
- ascoltami, io non ti ho intrappolato. Non sapevo neanche che eri qua. Oggi é il mio primo giorno e mi hanno mandato a prendere delle cose - disse Kit sincero. - ma hai ragione, é un atto orribile e ne parlerò con qualche professore. Chi ti ha rinchiuso qui non deve passarla liscia, te lo prometto -
Ty esaminò le parole e lo sguardo in cerca di un dettaglio negli occhi, nella voce o nelle mani che mascherava ogni bugia. Aveva imparato a sue spese che anche la persona che sembrava la più innocente si poteva rivelare una persona vile e crudele.
Dopo un'attenta analisi dei dettagli, dichiarò che il ragazzo era...
- sei sincero - disse Ty abbassando il cacciavite. Con un po di meraviglia di un bambino aggiunse - davvero lo dirai? -
- certo, io sono Kit Rook. Sono il nuovo cameriere della scuola - disse il biondo con un sorriso, allungando la mano. - e tu come ti chiami? -
- Ty - disse Ty timido, non affermando la mano.
Mise il cacciavite nello zaino e si ricordò della maglietta.
- no, la mia maglietta. Adesso come farò? - disse Ty agitato.
Kit si tolse il grembiule e si sfilò la felpa sotto gli occhi di Ty. Il piccolo Blackthorn arrossì al gesto improvviso del biondo, sentì qualcosa di strano e non sapeva cosa fosse.
- tieni, prendi la mia felpa - disse Kit con dolcezza, porgendogliela.
Gli aveva puntato un cacciavite contro e accusato ingiustamente eppure era così gentile.
- non posso - disse Ty abbassando lo sguardo e tirando un cubo di colori.
Ty era un bel mistero da risolvere.
...
Tutti gli studenti, il corpo docente e la preside erano nella sala per dibattiti, elezioni, assemblee, gare e comunicazioni. C'erano quasi tutti tranne Alec, Isabelle, Jace, Simon, Ty, Livvy e Kit.
La preside era Satrina Kendall, soprannominata 'Lilith' dagli studenti perché sembrava veramente la regina dei demoni. Era una donna senza scrupoli e dura. Era lei che aveva proibito qualsiasi forma artistica da tanti anni e aveva messo tutti quei divieti. I suoi studenti dovevano pensare allo studio e gare di competizioni. É aboliva sciocchezze come glee club, cinema, disegno e così via.
Nella prima fila c'erano tutti i professori e impiegati della scuola.
Eleonor Blackthorn insegnava matematica e si guardava intorno in cerca di Ty e Livia ma senza risultati.
Di Livia non si preoccupava perché    sapeva perfettamente che riusciva a cavarsela da sola come gli altri figli mentre le sue preoccupazioni erano per Ty. Ty il suo dolce bambino. Aveva paura che qualcuno si approfittasse del suo autismo o abusasse di lui.
Non era facile per Ty distinguere la natura delle persone, era un ragazzo dall'anima sensibile e spesso ingenua.
Era suo dovere proteggere Ty dal mondo e dalle delusioni anche se passava per la cattiva della situazione.
Accanto a lei c'era la professoressa di Storia, Theresa Grey, detta Tessa.
Viveva nella vecchia tenuta Grey ma non da sola bensì con due uomini, W.H. e J.C. e tra la gente di Idris non veniva vista di buon occhio perché non era ancora sposata e viveva con loro due.
- tutto bene? - chiese una giovane donna alla sua destra.
Catarina Loss, infermiera della Idris Academy.
- No per nulla. Sono preoccupata per i miei figli. Non li vedo - rispose Eleonor agitata. - é la prima volta che Ty frequenta una scuola. Vedi lui ha un lieve autismo, non si fa toccare da nessuno neanche da me tranne dall'altra mia figlia Livia e che anche la sua gemella. Non ama gli imprevisti anzi lo agitano. Forse ha bisogno di me e io sono qua. Non avrei dovuto lasciarlo andare da solo... Dovevo stare con lui... -
Catarina le mise una mano sulla sua di conforto.
- vedrai, andrà tutto bene. Sono sicura che vedrai i suoi figli presto. Poi per un ragazzo come Ty é importante integrare con il mondo e fare delle sue esperienze. Non puoi starci sempre appreso, é importante per la sua autostima - disse lei dolce.
Catarina aveva ragione. Doveva dargli i suoi spazi ma era così difficile.
- questa scuola é grande e facilmente uno confonde i corridoi ma ci sono sempre persone gentili tranne la nostra preside - sussurrò Tessa in avvertimento. - stai attenta. Non fiderti. É una donna crudele -
In effetti aveva avvertito una brutta sensazione su di lei ai loro incontri.
- grazie per l'avvertimento -
Eleonor aveva già fatto amicizia con due colleghe e ritrovò anche un vecchio amico, Luke Graymark, faceva il bibliotecario a scuola. Idris Academy possedeva una grandissima e fornita biblioteca.
Tra gli studenti invece c'era il gruppo dei Demons che guardavano con orgoglio la loro preside.
Il gruppo dei Demons era formato da:
Jonathan Christopher Morgestern detto Sebastian,

Seraphina Morgestern-Kendall, Regina Fairy, Camille Becourt e Merlion Fairy.

La preside annunciò i due nuovi professori: Eleonor Blackthorn, professoressa di matematica e Magnus Bane, quello di letteratura.
Si notava subito che Magnus Bane non era il classico professore ma uno fuori dal comune. Si notava dai suoi abiti particolari, anche dal trucco: matita nera e glitter e dagli accessori tanti anelli nelle mani e un orecchino a serpente sul lobo destro.  Non si era mai visto un professore del genere alla Idris Academy e forse da nessuna parte.
Già qualcuno aveva messo gli occhi sul bel professore.
La preside con il pugno di ferro, comunicò che non si poteva usare il cellulare, tablet e le cuffie e ricordò di non andare mai nella zona vietata, altrimenti una punizione dura avrebbe atteso i suoi trasgressori.
...

In caffetteria, Ty era su uno dei sgabelli vicino al bancone con addosso la felpa blu e con decorazioni tipo fiocchi di ghiaccio e attendeva Kit. Il biondo era nel laboratorio a preparare una cosa per lui.
In attesa si porto un lembo della felpa al suo naso, annuso un attimo e sapeva di buono, di dolce e...
Gli piace quel profumo. Essenza di Kit.
Smise di farlo ai passi di Kit e lo vide attraversare la porta.
-ecco qua - disse Kit con un piatto in mano. - la mia specialità. Spero che ti piaccia -
Conosceva quel profumo. Era di pancakes. Infatti nel piatto che Kit mise davanti a lui con forchetta e coltello, c'erano i pancakes.
Era quello il terzo profumo sulla felpa. Pancakes. Lui adorava i pancakes ma oggi non era il giorno per mangiarli. Non era venerdì.
Non poteva mangiarli. Gli dispiaceva tanto, Kit li aveva preparati per lui.
- venerdì - disse Ty soltanto, giocando con la forchetta.
- venerdì? - chiese Kit confuso.
- venerdì é il giorno dei pancakes. Non oggi. Oggi é mercoledì.  Hamburg, patatine fritte e cupcakes. Il lunedì é il giorno degli spaghetti al sugo con polpette e cheesecake. Il martedì é quello dei gamberetti, seppioline fritte e torta al cioccolato. Il mercoledì é quello degli Hamburg, patatine fritte e cupcakes. Il giovedì é quello delle lasagne e torta di mele.
Il venerdì é quello dei pancakes. Il sabato é quello della pizza, anelli di cipolla e la red velvet alla ciliegia e gelato alla vaniglia. E domenica é quello del gran pranzo - disse Ty come un testo di un libro che aveva imparato a memoria.
Kit ci aveva giusto: Ty era un ragazzo molto speciale.
- hai ragione, Ty. Oggi non é il giorno dei pancakes - disse Kit.- ma ho un'idea: potremo creare una tradizione solo nostra, mia e tua. Una tradizione in cui ti farò provare le mie specialità ogni giorno, a qualunque ora che deciderai tu. Sempre se vuoi, la decisione é solo tua Ty -
Per Ty era qualcosa di nuovo. Non aveva mai fatto qualcosa di improvviso ma Kit lo affascinava. Non aveva mai avuto interesse per qualcuno. Kit era speciale e anche il primo che guardava attentamente negli occhi.
- hai dei bei occhi, sono il colore del mare - disse Ty con un sorriso, prendendo anche il coltello.
- grazie, anche tu sono bellissimi. Il color del ghiaccio - disse Kit appoggiandosi al bancone.
Lui lo guardava attentamente mentre Ty tagliava in modo preciso e  assaggiava un pezzo di pancakes.
Ty era estasiato, era in un mondo di dolcezza adesso, quel sapore e profumo gli invadevano i sensi, nel senso buono.
Non aveva mai mangiato dei pancakes così.. Paradisiaci.
- un assaggio del paradiso - disse Ty estasiato. - se tutte le specialità sono così, mi aspettano attimi paradisiaci -
Kit era felice di quelle parole. Per lui, paradiso = Ty. Quel bel angioletto dai capelli neri e gli occhi del ghiaccio.
- e so già dove possiamo avere questi momenti ma deve essere un segreto tra noi -
- certo, un nostro segreto - disse Kit complice.
Da lontano Livia Blackthorn, detta Livvy, finalmente trovò il suo gemello e non era solo. Con lui c'era un ragazzo grande e notò anche che non aveva più la sua maglietta preferita ma una felpa sconosciuta e la cosa non gli piaceva per nulla. Vide Ty sussurrare qualcosa all'orecchio dello sconosciuto. Doveva proteggere suo fratello. Era molto iperprotettiva e si sentì anche gelosa, Ty non si era mai avvicinato così vicino a qualcuno che non era lei.

Intanto qualcuno rimise piede 
in città.
'

Finalmente sono tornato. Adesso nessuno mi caccerà più. Questo é il mio posto e presto mi ricongiungero con il mio amore. Questa volta non potrà negare i sentimenti che prova per me'

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